Definizione del Rito Classificazioni Riti di Passaggio: del Limite; Iniziatici; della Nascita; della Pubertà; Nuziali; della Morte, Misteriosofici Momenti di Separazione, Margine, Aggregazione Riti di Partecipazione: della Preghiera, del Sacrificio, della Consacrazione (Iniziazione, Dedicazione, Immolazione) Riti di Propiziazione: Agrari, Lustratori, Espiatori Esemplificazioni Estraneità al Tema



Rito é regola - fissata dalla Tradizione o dall'abitudine - d'una azione sperimentata originariamente come efficace per un fine, ancorché - in ipotesi - insorta come gesto spontaneo o casuale.
All'idea del Rito, pertanto, é connaturale il concetto di fissità (1).
Innumerevoli le categorie di Riti, ed inesauribili le possibili classificazioni.
Fra le tante, può essere utile qui rammentare, seppur per sommi capi, quella che li distingue in:
Riti di Passaggio, di Partecipazione, di Propiziazione.

Riti di Passaggio comportano i tre distinti momenti di Separazione (da un certo Stato), di Margine (maturante nuove Condizioni), e di successiva Aggregazione.
Tra di essi, cospicui i Riti del Limite propri - ad esempio - dell'ospitazione (al Confine, alla Soglia di Casa) e quelli Iniziatici.

Del pari importanti, in questa categoria i:
Riti della Nascita (Abluzioni, Unzioni, Prove ordaliche di legittimità, Ricognizioni paterne, Imposizione del nome, Battesimi, Presentazione al Sole, alla Luna, agli Spiriti, al Gruppo Sociale, Piantamento di alberi, ecc.);
Riti della Pubertà (Prove dolorose, Tatuaggi, Mutamenti del nome, Apprendimenti riservati, ecc.);
Riti Nuziali (di Distacco, di Trapasso, di Affiliazione, di Propiziazione, di Espiazione, Fecondativi; i quali si estrinsecano nel corteggiamento, nel fidanzamento, nel ratto, nel cerimoniale, nei donativi, nelle offerte, ecc.);
Riti della Morte (Cerimonie volte a "staccare" il morto dal mondo dei vivi, e Cerimonie intese a favorirne l'aggregazione al mondo degli spiriti - tutte, per lo più, intese come indispensabili così al defunto come ai superstiti -; Liturgia mortuale; Benedizione della salma; Traslazione della salma dalle case ai Templi; Onoranze funebri; Laudazioni ed epitafi; Pratiche cimiteriali; Suffragi e Culto dei trapassati; Trattamenti di Lutto, ecc.);
Riti di Iniziazione ai Culti Misterici o a Società Segrete, esprimenti e consacranti il passaggio ad un diverso stato d'esistenza.

Una parola in più, a proposito di questi riti.
Essi hanno pressoché tutti in comune l'attuazione di una relazione spirituale con un'entità patrona, che si attua attraverso successivi stadi di aggregazione, durante i quali gli Adepti assimilano i distintivi e le prerogative della confraternita.

Tutte culminano in un Rito fondamentale, onde accedesi al grado supremo, consistente in cerimonie mimetiche della vita e delle azioni del Maestro (2) concludentesi nella morte dell'iniziando e nella resurrezione a vita nuova, ottenuta in virtù del Rito e ricca di quelle superiori facoltà, già proprie del Capo.
Palesi, in tutta la Categoria dianzi tratteggiata, i tre "Tempi" accennati, che possono venire così riassunti, con riguardo ai Riti specificamente richiamati:

Separazione: dal grembo materno, del Neonato; dal mondo fanciullesco, del Ragazzo; dalle compagne, della Sposa; dai vivi, del Defunto; dai profani, dell'Iniziando.
Margine: espresso in pratiche varie, sul Neonato; in prove e segnificazioni, sul Ragazzo; in preparazioni, sulla Sposa; nel periodo di lutto, pei Superstiti; in purificazione ed indottrinamento, dell'Adepto.
Aggregazione: al gruppo, del Neonato; alla nuova condizione, del Giovane; alla casa dello sposo, della Moglie; all'oltretomba, ed al mondo dei superstiti: rispettivamente del Morto
e dei Parenti; al nuovo stato, dell'Iniziato.

Brevemente, da ultimo, sui già menzionati Riti di Partecipazione e di Propiziazione.

Riti di Partecipazione mettono in comunicazione l'individuo con Enti superiori, onde si hanno: Riti della Preghiera, del Sacrifizio, della Consacrazione (questi ultimi: propri ad ogni cerimonia di Aggregazione Iniziatica, di Dedicazione, di Immolazione).

I Riti di Propiziazione sono quelli diretti all'eliminazione di quanto possa nuocere, onde:
Riti Agrari (connessi alle vicende stagionali della vegetazione, ma talora sublimati a valore religioso di Mistero ed espressivi di elevazioni mistiche superiori);
I Riti Lustratorî (preservatori o liberatori di persone, luoghi o cose da influssi malefici oppure sacerti);
I Riti Espiatori, di asportazione di colpa e catartici.

Meno salienti, altre innumerevoli suddivisioni, espresse dalla copiosa letteratura in materia, davvero troppo note e scontate per ripeterle in questa sede.
Mi limito a ricordare le Distinzioni dei Riti:
Mimetici (detti anche: imitativi o simbolici od omeopatici) e Simpatici.
Fra i primi: i Riti di Caccia, di Guerra, di Propiziazione o scongiuro di fenomeni atmosferici, ed -in genere - tutti quelli tendenti ad un effetto simile a quello da essi simbolicamente
recitato (3),

Fra i secondi (detti anche: contagiosi), quelli diretti ad influire sul tutto, agendo su una parte; si applicano a parti di un corpo da guarire, o da contagiare, così come su cose da preservare o deteriorare.

Positivi, esaltanti tendenze unificatrici e coesive sociali (Sacrificali, Mimetici, Piacolari, ecc.), e Negativi, impedienti contaminazioni del mondo sacro col mondo profano (Ascetici ed iniziatici (4) )
Magici e Religiosi, analoghi per materialità del gesto, ma diversi per !o spirito informativo dell'operatore.
Diretti, cui l'effetto segue immediatamente l'atto (Benedizioni, Incantesimi, ecc.) ed Indiretti.
Orali (preghiere, Canti, Formule) e Manuali
Dell'Odio (Fatture, Anatemi, Scomuniche, Preparazioni guerresche e comiziali) e dell'Amore (Preghiere, Benedizioni, Ro-sari, Esorcismi)

 

Del pari, estraneo all'impegno in oggetto è portare a con sequenze concrete di collocazione, la premessa astratta classificazione.
Ricatalogare i molti noti Riti, alla luce di una organica sistemazione, offrirà spunti di cospicuo e dilettevole interesse, cui peraltro rimane in gran parte indifferente la presente indagine (5)

 

 


1 - "Ne varientur"

2 - cfr.: Hiram

3 - Il simile agisce sul simile" è Legge basilare d'un certo tipo di magia evocatoria, ("Per produrre un effetto, imitalo") nella quale troviamo operatori che soffiano per suscitare venti, versano acqua per invocare piogge, che si mascherano per prender contatto con l'entità raffigurata, che danzano danze di guerra, per trasmettere ardi-re ai guerrieri lontani, che sfogano la passione sessuale per eccitare la crescita di messi rigogliose, o colpiscono il simulacro, per colpire la vittima,
Ma tali Riti sono altrettanto diffusi nei Culti Misterici e Religiosi, antichi e moderni (Messe, Processioni,Sacre Rappresentazioni, ecc.).

4 - Secondo taluno: la stessa Architettura Sacra ed il Calendario Religioso.

5 - Diletto ed interesse, forse, tanto maggiori, ove si abbandonino le anche troppo percorse vie della Classicità e della Mitologia (pure in gran parte plasmata su filoni ritualistici), per curiosare fra le tante più comuni e vigenti abitudini.
Riscoprendo, così, - ad esempio - l'uso di sollevare la sposa affinché non tocchi coi piedi il suolo o il limitare dell'abitazione maritale, come un Rito di Trapasso e di Margine; lo scambio di anelli nuziali, come un Rito di Affiliazione; l'imposizione del berretto goliardico alla matricola, come un Rito Iniziatico di Aggregazione; il lutto, come un Rito di Segregazione e Purificazione dei superstiti dal contagio della morte, ecc.

 

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