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In Massoneria, spesso, ma non sempre a proposito, si sente parlare di Qabalah, a volte soltanto per confutare o contraddire possibili affinità e correlazioni con la Libera Muratoria, con le sue speculazione e le sue tematiche.

Molti, di fronte ad esposizioni o approfondimenti in tal senso, ritengono di subire violenza alla propria scelta di percorso che qualificano "secco" [vale a dire una via che - a loro dire - si differenzia nettamente da quella cabalista che, sempre secondo la loro visione, sarebbe "umida o mistica"], oppure rivendicano una via che non si ispira a istanze religiose; o ancora vantano un percorso di integrazione e rinascita spirituale, qualificato come unico e distinto da qualunque altro; per di più prospettato con caratteristiche sue proprie, non mutuate né condividibili con "dottrine" di qual si voglia natura.

Eppure gli studiosi più critici, ciò nondimeno obbiettivi, non hanno mai posto in dubbio che la vocazione della Massoneria, almeno sotto certi aspetti, è ed è stata quella di perseguire l'amalgama di filoni esoterici-iniziatici, indirizzi che, comunque, trovano il loro naturale innesto sulle basi "indiscutibili" della tradizione muratoria, basi che vale la pena di sottolineare, si incentravano e si incentrano sulla leggenda di Hiram e sulla costruzione del Tempio di Salomone.

Non soltanto per tale ultima considerazione, riteniamo che il filone ebraico-cabalista, non può avere una parte di secondo piano, né può essere citato come uno dei tanti.

Con tali affermazioni, in ogni caso, non intendiamo togliere spazio ad altri "prodotti" del pensiero umano, relativi alla evoluzione speculativa-spirituale del "ricercatore", sia che si tratti di Alchimia o di Ermetismo sia di istanze pitagoriche Mistico-gnostiche. La presenza di questi filoni, tuttavia, non ci sembra determinante o caratterizzante, se non per quel tanto o per quel poco che accomuna ogni corretta interpretazione ed intelligente comprensione della Tradizione.

Tornando al nostro tema, mentre non abbiamo nulla da eccepire sulle scelte di chiunque e comunque fatte, né sul modo di definirle e di interpretarle, non possiamo fare a meno di constatare che in Massoneria la Qabalah, dottrina di profonda spiritualità, non soltanto è spesso ignorata o male interpretata nella sua vera essenza, quantunque sia innegabile l'influenza esercitata nei secoli su tante attività del pensiero, ma che ancora aggi, persino nell'Ebraismo dove alimenta le proprie radici, è un poco una "Cenerentola" della cultura e della conoscenza esoterica.

Ritenendo di dover chiarire le ragioni che ci inducono allo studio di queste dottrine e quali rapporti o correlazioni possiamo legittimamente trovare con la scuola ed il simbolismo massonico, dobbiamo in via preliminare, sforzarci di individuare l'oggetto della nostra indagine.

Non è superfluo, tuttavia, precisare che ogni tentativo di definire la Qabalah, è fatalmente destinato all'insuccesso, giacché è un po' come voler definire la Massoneria, in altre parole è estremamente difficoltoso ed ogni definizione non può che essere assolutamente inadeguata.

Inoltre la Qabalah non è un sistema unico che può essere definito e spiegato in maniera sistematica, ma consiste piuttosto in una molteplicità di sistemi con vari approcci spesso separati e talora completamente diversi l'uno dall'altro.

Per non avventurarci in strade difficili da percorrere, cerchiamo di limitarci ad "un'idea guida" della Qabalah, ad una specie di "parola-chiave" per cui, con sufficiente approssimazione possiamo caratterizzare questa manifestazione dello spirito e del pensiero come: "scienza dei rapporti con il divino" e che per instaurare tali rapporti si avvale di un complesso di tecniche, a volte rituali a volte ascetiche.

L'idea fondamentale, che non deve mai essere trascurata, è l'assoluta inadeguatezza della creatura a penetrare il mistero dell'essenza intima di Dio e della possibilità, invece, di accedere alla sfera del numinoso attraverso le manifestazioni del divino.

Stadi successivi di illuminazione conoscitiva porteranno, pertanto, alla sperimentazione di piani diversi in cui la contingenza storica annulla la sua presa sul l'io che si avvicina e/o si unisce al numinoso senza però che avvenga un totale o finale annullamento, come spesso avviene in tanti ambiti religiosi.

Usando termini verosimilmente più familiari alla cultura corrente, potremmo parlare di Qabalah come teosofia, la quale – secondo Gershom Scholem, considerato tra le massime autorità nel campo degli studi sulla Qabalah e sul misticismo ebraico - va intesa come un orientamento di pensiero secondo cui si può intuire, comprendere o descrivere la vita nascosta della Divinità nel suo operare.

La Qabalah può anche essere vista come "mistica" intendendo per tale (Refus Jones, "Studies in mistical Religion" 1909 pag.15) quella specie di religione che si fonda su un rapporto immediatamente percepito con Dio, su una esperienza diretta e quasi tangibile della presenza divina. Questa è la spiritualità nella sua forma più intima, profonda, viva.

Ed infine non è certamente estranea alla Qabalah la mistica che Tommaso d'Aquino definisce come "cognitio Dei esperimentalis", vale a dire una conoscenza sperimentale di Dio, attraverso una esperienza viva, precisa e fondamentale che pone l'essere in contatto immediato con la divinità.

Fissati questi elementi, prima di procedere, cerchiamo subito di intenderci sull'altro elemento che ci interessa individuare definire e comparare.

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La Qabalah La Massoneria Le iniziazioni Le Concordanze