Pochi personaggi hanno intrigato
tanto i loro contemporanei
quanto il Chevalier d'Eon (1728- 1810),
avvocato, militare diplomatico,
agente segreto, schermitore
senza pari e scrittore che si
presentava a volte come uomo a
volte come donna, fu soltanto
alla sua morte che i medici
certificarono che era di sesso
maschile. Durante il suo
soggiorno a Londra, delle
scommesse che totalizzarono la
raccolta di 120.000 ghinee
furono puntate su questo dubbio. La sua celebrità, del resto,
non si è spenta: una ricerca su
Google "Chevalier d'Eon "restituisce parecchie centinaia
di migliaia di pagine! Secondo
un articolo (n° 46, 2008) della
rivista "Freemasonry Today", fu
membro, a Londra, di una Loggia
francofona, "l'Immortalità" (n°
376, poi 303), costituita nel
1766 e presieduta da un certo
Vignoles (che può essere
identificato probabilmente
con qualcuno degli autori della
"Lyra Massonica").
Secondo la voce D'Eon
dell'Enciclopedia of Freemasonry
di Mackey, la sua ammissione
daterebbe, con una certa
approssimazione, al
1768 e la sua Maestranza nel
1769; fu Secondo
Sorvegliante tra il 1769 e il
1770. È dato anche come membro
degli "Amici Riuniti" a Tonnerre,
la sua città natale, dove fu
esiliato per sei anni da Luigi XVI.
La sua appartenenza massonica
sembra essere stata, in ogni
caso, data per scontata dai
suoi contemporanei, dato che in
una canzone del 1778 la canta -
ciò che conferma bene
l'interesse suscitato dalla sua
persona - ed è intitolata "Mademoiselle
le Chevalier d'Eon", la canzone
figura nel Chansonnier storico
di Raunié (volume IX, pp.
145-9):

È dei
Franco-Massoni
Un confratello molto zelante,
Conoscendo delle loro lezioni
I più segreti misteri.
Per il colpo, se è donna,
Più non si riceverà,
Se non si sia vista la stampella
Di padre Barnabas.

L'allusione - con cui termina la
strofa - alla stampella di padre
Barnabas, si deve comprendere
alla luce di questo brano del
Dizionario dei "Proverbi
Francesi" di Pierre Antoine
Leboux de la Mésangère
(Parigi,1823):
Un cappuccino, verso l'anno
1630, fu beffeggiato per aver
lasciato la sua stampella in un
luogo
malfamato.
Nel 1736, un musicista
dell'Opera, chiamato Charpentier,
si fece riferire, ... la vecchia
canzone di Padre Barnabas: per
rimetterla in voga. Rimò la
"stampella", e l'opera di "Castore
e Polluce" fu parodiata su
questa aria, e tutte le ...
dell'anno successivo, copertine
d'almanacchi, tabacchiere, ...
ebbero la forma o l'impronta di
un cappuccino con stampella.
La verifica che il candidato
fosse di sesso maschile,
piuttosto che una donna spinta
dalla curiosità a travestirsi da
uomo per conoscere i misteri
massonici a lei vietati, era
infatti un problema massonico
del XVIII. Di qua l'uso di fare
introdurre il candidato nella
Loggia con il petto scoperto,
nella "Ricezione di un Fratello
Muratore", divulgazione del
1737, si legge già: gli si
scopre la gola, per vedere se
non è del bel sesso. Il metodo è
forse meno sicuro, ma in ogni
caso più elegante di quello
scelto dopo la Papessa Giovanna
all'epoca dell'elezione del
Papa ... o di quello suggerito
dalla canzone.
Diverse canzoni di questa
sezione utilizzano questa aria
della "stampella" di cui quella
della "Lira Muratoria", la quale
riprende, nella Canzone "La
Vera Umanità"
alla penultima strofa, lo stesso
doppio senso scabroso della
parola "stampella".
|