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«Noi crediamo a tutto ciò che Dio ci ha, da tempo immemorabile, comunicato tramite la tradizione e la rivelazione; e ci obblighiamo non soltanto a praticare quanto c’è stato comandato con la sua Legge, ma anche di penetrare più in profondità il senso delle nostre dottrine, al fine di scoprirvi i misteri che vi sono racchiusi. Non ha forse detto Dio ad Abramo (Genesi XVIII,2) -Io sono l’Onnipotente: cammina dinanzi a me, e sii sincero-? E non ha forse detto altrove (Deuteronomio X,12) -Orbene, Israele, che cosa chiede a te il Signore tuo Dio se non di temerlo?- Tutto questo, prova che occorre essere fedeli a Dio e ai suoi precetti e di applicarsi a comprendere sinceramente il senso della Legge. Occorre, inoltre, il timore del Signore come è scritto (Proverbi III,10) - Il timore del Signore è il principio della Saggezza -.

Tutto l’amore e lo stesso timore per il Signore, però, non sono sufficienti, occorre anche che l’uomo riconosca la grandezza di Dio nelle sue Opere. E secondo questo principio che David, sul suo letto di morte, disse a suo figlio Salomone (I Cronache XXVIII,9) - Riconosci il Dio di tuo padre e servilo -.

Proprio su questo passo lo Zohar s’interroga -Perché ha raccomandato a suo figlio di conoscere prima Dio e soltanto dopo di servirlo? Perché nessun culto divino, se non è preceduto dalla conoscenza di Dio, ha valore-. Occorre che il culto sia fondato sulla Saggezza e sulla Verità. - La Saggezza, dice nuovamente lo Zohar per bocca di Shimon ben Jochaï, che è necessaria all’uomo, consiste nel riflettere sui segreti del Signore; e ogni uomo che abbandona questo mondo senza aver acquisito questa conoscenza sarà scacciato da tutte le porte del Paradiso, qualunque sia il numero delle buone azioni che lo accompagnano -.

Leggiamo nello stesso libro - Per chi non sa amare il nome del proprio Dio, sarebbe meglio per lui non essere mai nato, perché Dio ha messo l’uomo in questo mondo affinché si sforzasse ad approfondire i misteri racchiusi nel suo divino nome -.

A proposito delle parole di David (Salmi CXLV,18) -Dio è vicino a chi l’invoca con sincerità - lo Zohar si interroga chiedendosi - É quindi possibile impetrare Dio senza franchezza? - La risposta è sì, perché chi invoca Dio e non comprende chi è quello che implora è nell’errore. Con ciò è dimostrato che è un dovere per ogni uomo credere in Dio e alla sua rivelazione, di studiare la propria Legge, di riconoscerlo nelle specifiche leggi e nei tipici giudizi e di approfondire i misteri della Thorah. Chi crede in questo compie la volontà e il comandamento di Dio e soltanto lui merita realmente di essere chiamato Israelita ».

 

«Noi crediamo che Mosé, i profeti e tutti i nostri maestri che li hanno seguiti, si esprimono nei loro scritti, soventemente in maniera simbolica e che un senso misterioso si nasconde nelle loro parole. Questi scritti assomigliano ad una donna velata che non mostra la propria bellezza a tutti gli occhi, ma reclama, dai propri ammiratori, qualche patimento prima di sollevare il velo che la copre. Ugualmente è per il velo del simbolo avvolge queste parole, e tutta la saggezza umana non riesce a sollevarlo senza l’aiuto di una grazia celeste. In altri termini, crediamo che nella Thorah sia detto di cose che non devono assolutamente essere prese alla lettera, ma occorre invocare lo spirito di Dio affinché ci aiuti a scoprire il frutto racchiuso sotto la scorza.

Crediamo, quindi, che non sia sufficiente leggere i Profeti e coglierne il senso letterale, ma che sia necessaria un’assistenza divina per penetrare il significato vero di una miriade di passaggi. È questo il motivo che fa gridare a David (Salmi CXIX,18) - Apri i miei occhi, o Signore, affinché io contempli le meraviglie della tua Legge -. Se David avesse avuto la possibilità di comprendere grazie al solo insegnamento o per merito delle sue ricerche, di quale aiuto divino avrebbe avuto bisogno? Esso, però, lo invoca questo soccorso, al fine di poter approfondire i misteri racchiusi nella Legge. - Sventura, dice lo Zohar, disgrazia all’uomo che vede nella Legge delle semplici recite e delle parole comuni! Perché se Essa è soltanto questo, noi potremmo, anche ora, concepire una legge più degna di ammirazione. Per trovare delle semplici parole, non dobbiamo far altro che indirizzarci ai legislatori della terra, nei quali si riscontra, con una certa frequenza, maggiore grandezza. Sarebbe sufficiente imitarli e scrivere una legge secondo le loro parole e sul loro esempio. Ma non è così, ogni parola della Legge racchiude un senso sublime e un mistero mirabile… -.

Le recite della Legge sono il tegumento della Legge. Sventura a chi considera questo tegumento la Legge stessa! È in tal senso che David ha detto - Apri i miei occhi, o Signore, affinché io contempli le meraviglie della tua Legge! -. David intendeva, con tali parole, far riferimento a quanto era nascosto sotto il tegumento della Legge. È, del resto, incontestabile che nelle lettere della Legge siano racchiusi grandi misteri, segreti che ogni vero fedele dovrebbe sforzarsi di approfondire. A questo proposito lo Zohar dice ancora - La Legge è come una bella donna che si nasconde in un luogo segreto e si lascia ammirare tramite un ritratto. Se il suo amoroso fa uso di una grande perseveranza, se si prodiga per giungere fino a lei e testimoniargli, così, il proprio rispetto e la sua tenerezza, essa gli aprirà le sue porte e gli consentirà un libero accesso».

 

«Noi crediamo che di tutte le spiegazioni date sulla Legge, quelle dello Zohar siano le preferibili e le sole vere; e che i rabbini, al contrario, elargiscono nel Talmud un gran numero di false interpretazioni che sono in manifesta contraddizione con gli attributi divini e la carità insegnata dalla Legge».

 

«Noi crediamo che vi sia un solo Dio, senza inizio né fine, che ha creato il mondo e tutto ciò che racchiude, sia quello che conosciamo sia quello che ci è ignoto. Il senso delle parole della Scrittura (Deuteronomio VI,4) - Ascolta, Israele, l’Eterno nostro Dio è un Dio unico-,è questo. Si trova anche nei Salmi -Tu sei grande, o Signore, tu soltanto compi meraviglie. -. Vale a dire, non come i re della terra, che non possono nulla fare senza un qualche aiuto di altri; Dio ha creato da solo il cielo e la terra, senza alcuna altra partecipazione, soltanto la sua Provvidenza veglia su tutto ».

 

«Noi crediamo che, quantunque esista un solo Dio, esso si stabilisce in tre persone (\ypwxrp) assolutamente identiche, assolutamente indivisibili, e quindi un'unica persona. La legge Mosaica, come anche i Profeti, ci istruisce questa verità. Lo Zohar dice - La Legge inizia con la lettera b (beth), questa segno si compone di due tratti orizzontali congiunti da uno verticale; il che fa allusione alle tre nature divine congiunte in una soltanto -. La credenza in questa trinità divina è fondata sulle sante Scritture e confermata da numerosissimi passaggi. Vogliamo citarne qualcuno soltanto: per esempio, Mosé dice (Genesi I,2) - Lo spirito (hw ) degli Dei (\yhla ), (al plurale), si librava sulla superficie delle acque-. Se vi fosse una sola persona divina, Mosè avrebbe detto - Lo spirito di Jéhovah, o del Signore, si librava ecc.- ma esso intendeva, fin dall’inizio, fondare il mistero della trinità in Dio. In seguito (Genesi I,26) - Dio disse; facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza -. Lo Zohar commenta così queste parole - Ce ne sono due e ancora uno, il che fa tre e questi tre non sono che UNO - [Queste parole dello Zohar, ad onor del vero, non si riferiscono alla trinità divina, ma a quella umana e ad alcuni casi di metempsicosi.].

Altrove è detto (Genesi III,22) - Gli Dei, Jéhovah dissero; ecco che l’uomo ora assomiglia ad uno di noi -. Se non vi fossero tre persone, si sarebbe detto -Jéhovah disse ecc. - Per quale motivo gli Dei? Evidente allusione alla trinità divina. Quando è detto (Genesi XI,5) - Jéhovah discese per vedere la città e la torre che i figli dell’uomo costruivano -, ecco in quali termini si esprime - Orsù, scendiamo e confondiamo la loro lingua ecc.- A chi si rivolgeva Jéhovah? Certamente non ai suoi Angeli, giacché propri servitori e ai quali avrebbe comandato senza nessuna esortazione. Ma Dio parlava alle persone divine che erano sue eguali in dignità. - Tre angeli apparvero ad Abramo (Genesi XVIII,2 e 3), esso corse incontro a loro dicendo; Signore ecc.- Vedeva, certamente, tre enti e pur tuttavia si rivolse ad uno soltanto? Evidentemente questi tre erano soltanto UNO.

Mosé dice (Esodo XII,7) - Si prenderà poi del suo sangue e se ne aspergeranno i due stipiti e l’architrave della porta -. Per quale motivo, chiede lo Zohar, questo sangue doveva essere proprio cosparso su tre posti? Perché, risponde, la credenza perfetta e il suo santo nome rifulge su tre luoghi -. Questo fa ancora allusione alla trinità divina. - Qual è il popolo, dice Mosé, (Deuteronomio IV,7) che ha gli Dei (\yhla ) (Élohïm) così vicini a sé come noi? - Se non vi fossero state più persone divine, avrebbe detto, El (Dio) e non Élohïm (gli Dei).

- Jéhovah, dice esso, (Genesi XIX,24) fece piovere su Sodoma e Gomorra una pioggia che veniva da Jéhovah -. Ancora una prova della pluralità delle persone divine. - Dio dice a Mosé; sali verso l’Eterno (Esodo XXIV,1) - più giusto sarebbe stato, se non esistessero distinte persone in Dio, dire -sali verso di me-.

Sul passo seguente - Ascolta Israele, l’Eterno nostro Dio è uno (Deuteronomio VI,4) -, ecco il commento dello Zohar -Tre fanno UNO (dh tlt }wnya ) -. È detto (Esodo III,6) - Il Dio d’Abramo, il Dio di Isacco, e il Dio di Giacobbe -. Il nome di Dio, ripetuto prima di ogni Patriarca, fa allusione alla Trinità divina. Giosuè diceva (XXIV,19) - Voi non potete servire Jéhovah, perché è Élohïm (gli Dei) Santi (\ycwrp \yhla ). Come dire, da una parte c’è Jéhovah, dall’altra gli Élohïm, il che prova la Trinità in Dio».

 

«Noi crediamo che Dio si manifesterà incarnato sulla terra e allora berrà e mangerà e compirà tutte le azioni umane, ma sarà mondo da ogni peccato. La prova è nelle parole di Mosé (Genesi VI,3) - Benché sia carne -. Lo Zohar spiega questa espressione nella maniera seguente -Dio diviene carne, per girarsi verso il corpo; il che vuol affermare che al momento della creazione, Dio si incarnò in Adamo e quando questi peccò, si ritirò da lui e si allontanò, questo fino a quando si incarnerà di nuovo in questo stesso corpo -. A proposito dei quattro elementi, il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra, lo Zohar dice - Dio si rivestì di questi elementi ed ebbe un corpo -. Non leggiamo, ancora, in Mosé (Esodo XX,115,19) - Il popolo vide la voce, ecc.?- Per quale motivo non si dice -La voce fu intesa?- Perché Dio si mostrò, in quella occasione, agli Israeliti sotto un aspetto umano, al fine di istruire che un giorno, quando il Messia verrà, esso apparirà di nuovo sotto lo stesso aspetto. Dio disse tramite Mosé - Io camminerò in mezzo a voi (Levitico XXVI,12) -. Il libro Jalkut (fwqly) spiega così queste parole - Il passo ci richiama alla mente la storia di quel monarca il quale un giorno, mentre passeggiava nel suo giardino, notò che il giardiniere confuso cercava di nascondersi alla propria vista. Per rassicurarlo, il re si rivolse a lui dicendogli con dolcezza; che cosa temi figlio mio? Guarda, io sono un uomo come te e cammino al tuo fianco-. Sarà così che Dio rivestirà un aspetto umano al fine di istruire amorevolmente gli uomini. È questo il motivo che ha fatto esclamare il Profeta (Isaia XXX,20) - I tuoi occhi vedranno il Signore -. Quando Dio dice (Deuteronomio XXXII,40) - Alzo la mia mano verso il cielo -, come avrebbe potuto, giacché tutto è pieno della sua presenza, se non pronunciando queste parole come se fosse un uomo sulla terra. Che cosa significano le parole del Profeta Amos - Dio ha stabilito la sua fascina sulla terra -, se non si conviene che con fascina si intende la riunione di tre persone divine mentre abitano la terra? Troviamo in Salomone queste parole (Cantico V,1) - Entrerò nel mio giardino, ecc., e mangerò del mio miele -. -Come è possibile, si chiede lo Zohar, come è possibile dire di Dio, di cui si tratta in tutto il Cantico, che beve e mangia? Questo ricorda la storia che narra di un amico che ne visita un altro e per fargli piacere compie molte cose che non sono nelle sue abitudini; per esempio mangia senza aver fame, beve senza aver sete -. In questo modo fa Dio quando appare agli uomini, retrocede in tutte le occupazioni e in tutte le azioni umane».

 

«Noi crediamo che gli Ebrei attendano invano il Messia che, secondo la credenza, dovrà liberarli, elevarli di sopra di tutte le nazioni e apportare ricchezza e grandezza. Dio stesso si manifesterà sotto sembianze umane e riscatterà gli uomini dalla perdizione in cui sono incorsi per le colpe dei loro antenati. Non saranno, però, soltanto gli Ebrei ad essere redenti, ma lo saranno tutti quelli che avranno fede in Lui, mentre gli agnostici saranno tutti gettati nell’inferno».