Istruzione del Lunedì 24 gennaio 1774
Sui sacrifici di Abele, Abramo, di Salomone, di Mosé e del Cristo

© Federico Pignatelli

  Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica

Sulla natura del crimine del primo uomo. 

Egli era essere pensante, spirito puro; destinato a comandare su tutta la creazione ed occuparne il centro, di dove poteva trasportarsi, a suo gradimento, in tutti gli spazi di questa creazione, oggi può soltanto percorrerla con il pensiero, ma questa sua facoltà fa ben intendere che non è completamente contraria alla sua prima natura. Ecco perché lo spirito che vi è rinchiuso tende sempre a sbarazzarsene e desidera con ardore di vederne infrangere i legami. 

 

L'uomo, nel suo primo corpo di gloria riceveva comunicazione diretta dal Creatore tramite lo Spirito maggiore; nel suo corpo attuale di materia non può più ricevere di buono che tramite gli spiriti agenti secondari che agiscono su lui, così come è loro ordinato e ai quali deve rendersi favorevole. Il Creatore è un essere troppo puro per potere comunicare direttamente con un essere impuro come è l'uomo in questo corpo di materia, di cui è stato rivestito unicamente per punizione; non può sperare in questa comunicazione diretta se non dopo la sua Riconciliazione che non può essere perfetta durante la durata della sua corsa temporale materiale; è necessario che esso inizi con il purificare la sua forma corporale materiale per poter iniziare qui in basso la sua Riconciliazione. 

 

Sebbene gli Esseri Spirituali agenti e ministri del Creatore per operare le sue volontà siano degli spiriti puri, tuttavia c'è una grande differenza tra la loro purezza e quella del Creatore, per il fatto che il crimine dell'uomo ha prodotto un tipo di macchia nelle differenti classi di questi esseri, e persino tra gli stessi Esseri Spirituali Divini del Cerchio Denario, in quanto essi non avevano che da operare in presenza del Creatore, un culto puramente spirituale, ma dopo la prevaricazione del primo uomo è sopraggiunto un cambiamento nelle loro leggi di azioni che li assoggetta a una azione in parte spirituale ed in parte temporale. Ed è tramite loro che l'uomo riceve la comunicazione del pensiero buono che il Creatore gli invia, non potendolo avere più direttamente da lui stesso. 

 

L'uomo, emanato in uno stato di gloria e di purezza per eseguire i decreti dell'Eterno nella Creazione universale, lontano dall'agire secondo le leggi, precetti e comandamenti che aveva ricevuto, orgoglioso del suo potere che aveva appena messo in atto sotto gli occhi dello stesso Creatore, subì in questo stato l'influenza dell'intelletto cattivo al quale abbandonò la sua propria volontà buona e agì secondo il consiglio demoniaco. 

 

Il crimine dei primi spiriti fu doppio:

1 - Attaccarono prima dei tempi il potere del Creatore e vollero rendersi uguali a lui.

2 - Lontano dal sottoporsi al decreto di punizione emanato contro di essi e pentirsi del loro crimine, l'aggravarono con un secondo; si sforzarono di ridurre e pervertire l'uomo che doveva comandarli; aggravarono così la loro punizione privandosi dei soccorsi che potevano ricevere dall’uomo stesso.

L'intelletto demoniaco si impossessò della volontà buona del minore e tramite questa unione binaria la fece operare con delle leggi tutte contrarie a quelle del Creatore; l'uomo fu punito per la sua azione nefanda in una maniera conforme alla natura stessa del suo crimine, si trovò rinchiuso in una prigione di quella stessa natura che doveva invece dominare e quindi sottomesso ad un'azione sensibile di questi spiriti perversi sui suoi sensi corporali prodotti da questa materia, la quale era stata creata per tenerli in privazione e sulla quale potevano esercitare la loro volontà cattiva, cosa che mettono in atto tutti i giorni, adoperandosi continuamente a degradarla per infrangere, se lo possono, la loro barriera e limite di privazione.

Ma tutti i loro sforzi saranno vani per la durata dell’intera creazione universale, dato che è difesa da esseri rivestiti, dal Creatore, di Virtù e di Potere per sostenerla e preservarla. 

 

Adamo, decaduto del suo stato di gloria e seppellito in un corpo di materia tenebrosa, sentì presto la privazione. Il suo crimine era sempre davanti ai suoi occhi ed egli se ne si pentì, ma occorreva una vittima per meritare la sua grazia, occorreva che la sua forma corporale materiale fosse purificata dalla distruzione della forma di suo figlio Abele e con il versamento del suo sangue, affinché emendata, con ciò, la sua impurità, essa divenisse più suscettibile di comunicazione.

La morte di Abele non operò però la riconciliazione di suo padre, ma lo preparò ad ottenerla; non poteva ottenerla perfetta se non per il tramite della distruzione della sua propria forma materiale, ma occorreva che questa fosse emendata dalle sua impurità con lo spargimento del sangue di suo figlio Abele, e questo figlio gli fu dato soltanto per questo scopo. [Nota a margine del testo: l' errore da correggere riguardo il frutto che Adamo ottenne dal sacrificio di Abele e su tutto il seguito di questa istruzione che è redatta falsa sullo stesso piano].

 

Caino, primogenito di Adamo, ritardò la riconciliazione di suo padre perché fu concepito da lui con gli eccessi dei suoi sensi materiali. L'intelletto demoniaco che aveva presieduto a questo atto di impurità, si impossessò dell'opera corporale facendone il suo proprio dominio di dove aggredì con più di sicurezza il minore che vi fu incorporato. Questo figlio così concepito, aumentò la punizione di suo padre a causa dei suoi disordini, giacché è lui che strappò la vita a suo fratello. 

 

Abele, secondo nato di Adamo, fu da lui concepito senza eccesso dei sensi materiali secondo le disposizioni del Creatore e la purezza delle leggi della natura. Divenne per questo un tempio meglio disposto a ricevere il minore che doveva abitarlo. Perciò questo minore, prescelto dal Creatore per operare o disporre la Riconciliazione di suo padre, fu dotato di virtù spirituali più grandi e tali da convenire alla sua missione. La completò con il sacrificio della sua vita, e questo fu tutta l'opera che ebbe da compiere, questo è il motivo per cui non ebbe altra posterità. Fu in questo il tipo della Rigenerazione universale che doveva operarsi ugualmente nel  tempo con il versamento del sangue del giusto per eccellenza. 

 

I sacrifici di sangue, o questo spargimento del sangue, per la purificazione della forma e eliminare l'impurità che il minore contrae abitando questo corpo di materia così contraria alla sua natura, sono stati praticati in tutte le età del mondo. Essa era necessaria per gli uomini che hanno vissuto sotto l'antica legge, ma non lo è più sotto la legge di grazia, essendo stata, questa purificazione universale delle forme materiali, operata dallo spargimento stesso del sangue del Cristo al suo avvento temporale. 

 

Noè uscendo dall'arcata offre, in azione di ringraziamento, delle vittime in sacrificio. Ma sotto Abramo si vede un sacrificio ben più considerevole nella persona di suo figlio Isacco, il quale si sottomise volontariamente per predisporre la Riconciliazione di suo padre e preparare quella del popolo eletto che doveva da lui originare. Se questo sacrificio non fu completato, lo fu perché il Creatore si accontentò della buona volontà del padre, il quale gli dimostrava la sua fiducia e quella del figlio, e testimoniava l'assoluta rassegnazione ai comandamenti del Creatore.

 

Neanche il sacrificio che doveva operarsi da parte del Cristo in Gerusalemme e di cui Isacco riveste il ruolo, doveva essere concreto, poiché Abramo padre di una numerosa posterità fa quello [il ruolo] del Creatore. Questo sacrificio fu sostituito con quello di un ariete per indicare che, in ogni caso, occorreva uno spargimento di sangue per purificare le loro forme e quelle dei loro discendenti e che questo sacrificio preparava alla riconciliazione.  [Nota a margine fino “a Riconciliazione]. 

 

Non è certamente soltanto con lo spargimento del sangue di Abele, che il suo sacrificio ha operato la purificazione della forma corporale di Adamo, dal momento che ogni essere deve lavorare esso stesso alla purificazione, ma è tramite la forza delle virtù spirituali che erano in lui, che lo rendevano piacevole al Creatore, che ha predisposto suo padre alla Riconciliazione. 

 

Questo sacrificio [quello del Cristo] era stato preceduto da un'altro spargimento di sangue che principiò con Abramo e fu perpetuato, come lo è ancora, in tutta la sua posterità. Fu operato con la circoncisione della sua carne ordinata dal Creatore in segno dell'alleanza eterna che contraeva con lui e con tutta la sua progenie nella quale faceva elezione, con la sua misericordia pura, di un popolo privilegiato, destinato ad essere il testimone oculare di tutte le sue meraviglie.

Lo scopo di questa circoncisione perpetuata in questa posterità era dunque quella di purificare la forma corporale di ogni essere e preparare i minori che li abitavano alla loro Riconciliazione, se avessero seguito esattamente le leggi del Creatore.   

 

Il sacrificio di Abele e di Isacco fu rinnovato da Mosé, ma sotto una forma diversa. Gli Israeliti avevano quasi perduto ogni idea del loro essere spirituale durante la schiavitù nella terra dell'Egitto, dove avevano vissuto, e che, secondo gli insegnamenti dell'Ordine, significa l'impero demoniaco.

Se il Creatore avesse imposto sacrifici di sangue d'uomo, questo popolo grezzo ed ignaro avrebbe visto in lui soltanto un dio crudele e distruttivo, ma volle ricordarlo sotto allegorie e fargli sentire la necessità di purificare l'impurità delle forme di materia, per giungere alla Riconciliazione. È per  questo che Mosè, con i suoi ordini, prescrisse sacrifici di animali. Ve ne erano di diversi per le varie grazie che il popolo voleva ottenere; questi sacrifici furono conservati e perpetuati nel Tempio di Salomone, dove era espressamente ordinato di scegliere animali senza macchia esterna né interna. Non si trattava delle macchie di colori sulla pelle, ma occorreva che l'animale fosse perfettamente sano e senza alcun difetto. Il Grande Sacerdote spargeva il sangue della vittima attorno all'altare (egli ne tingeva gli angoli), ne separava le 4 membra che faceva consumare dal fuoco in olocausto. Spargeva il sangue perché esso è il giudice dell'anima e che occorre, per così dire, attutire i sensi affinché lo spirito esegui la sua Riconciliazione.   

Questa parte dell'animale così consumata dal fuoco indica che ogni Reintegrazione corporale è realizzata dall'azione del fuoco che è l'agente principale di qualsiasi dissoluzione.   

 

[Il paragrafo che segue è, nell’originale, barrato ed accompagnato dalla parola “rivedere” a margine]. Lo spirito agisce sull’anima, e l’anima sullo strumento corporale; il fuoco, strumento dei principi corporali dopo il ritiro dell’anima o dello strumento generale attivato dal fuoco maggiore, cerca di liberarsi dal suo involucro e reintegrarsi al suo principio. Le parti si dissolvono immediatamente e si reintegrano a loro volta, e finché questa Reintegrazione dei principi corporali non è completa, lo spirito, prima di cominciare il suo passaggio nel cerchio sensibile, vagabonda. 

 

Indice della Sezione Willermoz