Istruzione di Sabato 7 Ottobre 1775

© Federico Pignatelli

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Tutto è stato fatto con il numero, peso e misura. Il numero è la base ed il principio costitutivo dei corpi, il peso è la mescolanza o l'amalgama degli elementi, la misura determina la forma, la superficie e le dimensioni dei corpi.

 

Nell'essere spirituale il numero è la legge che costituisce la sua essenza, virtù e proprietà; il peso è il precetto che determina la sua azione, e la sua misura è rappresentata dal comando o dai mezzi e facoltà che sono dati per operare secondo la sua legge e ciò corrisponde all’estensione dei corpi. 

Nei corpi, il peso e la misura si distruggono e si cancellano perché sono soltanto delle proprietà di questi stessi corpi; ma il numero rimane sempre, perché il numero tiene alla natura intellettuale, ne è l'espressione, è coeterno con Dio, in sostanza è la legge dei corpi, e quando il corpo si decompone, il numero distruttibile si reintegra nell'essere da dove era stato emanato, perché la legge tramite la quale il corpo decomposto è esistito, non può essere distrutta.

La sua azione è passata, ma mantiene grazie al suo numero la natura spirituale che l'aveva prodotto. Un triangolo materiale può essere spezzato e può essere diviso, ma il principio che lo costituiva rimane anche dopo la sua distruzione, come parte anteriore alla sua formazione. Questa stessa legge del numero si estende sugli esseri spirituali come sugli esseri materiali perché la stessa legge governa il tutto.

 

Il primo numero dell'uomo era maggiore, per il fatto che leggeva direttamente e senza errore nel pensiero divino e l'influenzava, ma è divenuto minore perché non può leggere più direttamente nel pensiero divino; non può più avere comunicazione se non tramite il soccorso degli esseri intermedi tra lui ed il suo Creatore.

Sebbene il suo numero di minore quaternario, non possa essere distrutto, poiché questo numero è la legge positiva ed inalterabile della sua essenza, tuttavia l'uomo, per il cattivo uso che ne ha fatto, ne attira le proprietà e si rende in qualche modo minore ternario non esercitando le sue facoltà che sulla materia; aveva l'uso delle 4 facoltà che costituivano la sua essenza, è stato ridotto ad averne a sua disposizione soltanto 3: Volontà, Azione ed Operazione; la quarta o la prima legge gli è stata ritirata per punizione al suo crimine e non può più riacquistarla se non attraverso un buono e costante uso della propria volontà.

 

Così, nel senso che stato appena spiegato, il minore diventa ternario da quaternario che era ma che però è tuttora sempre in essenza, si intuisce che si rende duale tramite l'esercizio della sua volontà cattiva ed in unione della sua volontà all'intelletto malvagio, e che può cadere anche di più rendendosi lo schiavo degli schiavi.

 

Spiegazione sulla sorte a venire ed eterna dei minori caduti sotto la schiavitù dei demoni e su quella dei demoni stessi. Godranno, ma assai debolmente, avendo fortemente limitato e alterato le loro facoltà. Sarà dato a quello che avrà, e tolto a quello che non avrà. Chi si esercita nella pratica del Bene amplificherà in lui il Bene; chi si dedica al male perderà il piacere ed anche il ricordo del bene.

Se è sorpreso da questo stato prima di avere espiato la sua depravazione, quale lavoro per lui, occorrerà che purifichi il male presente in se stesso, ma ci sarà ancora grande distanza da colmare verso il Bene, che ha smesso di conoscere, che ha ripudiato, e che soltanto potrà rendergli questa conoscenza. È così che molti saranno gli ultimi degli ultimi. Avendo perduto e corrotto le facoltà, essi rimarranno al momento finale molto indietro, potranno fare soltanto un passo nel tempo quando gli altri ne faranno mille.

 

Il minore che non è più suscettibile di trattenere le impressioni che gli vengono comunicate dell'esterno, e non sapendo distinguere chiaramente le buone dalle false, deve applicarsi a rigettarle tutte; questa condotta prudente, sostenuta da un desiderio vivo ed ardente di conoscere il Bene, condurrà lo spirito buono incaricato di guidarlo a manifestarsi a lui in un modo non equivoco e di dargli la percezione intima della verità che desidera conoscere; mentre il cattivo, vedendosi sempre rifiutato, si trova, alla fine sconfitto.

L'autore del male è limitato, anche nei suoi attacchi, mentre il Bene è infinito, come infiniti sono i suoi modi di comunicare al minore. L'uomo decaduto è divenuto un essere passivo, può trasformarsi in attivo soltanto con la sua unione con lo spirito buono, il quale non desidera niente altro se non di agire alla gloria dell'eterno ed alla mortificazione degli spiriti perversi.

 

Avendo l'uomo peccato in Adamo attraverso la sua malvagia volontà, è divenuto soggetto all'errore. Quello che può fare di meglio in questo stato, è abbandonare la sua volontà tra le mani del suo fedele conduttore, impegnarsi senza differimento e trasformarsi come un bastone tra le mani del cieco, di cui si serve, unicamente, per sorreggersi nel cammino e rassicurare i propri passi… [?]

 

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