Riflessioni estratte dai principi dell’Ordine dei Filosofi Eletti Cohen

Sui Numeri

© Federico Pignatelli

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I numeri sono l'espressione del valore degli esseri, il segno sensibile ed allo stesso tempo più intellettuale che l'uomo possa adoperare per distinguere le loro classi e le loro funzioni nella natura universale. Tutti gli esseri, tanto di natura spirituale quanto di natura elementare, hanno ciascuno un numero che è quello della classe alla quale appartengono secondo la legge della loro emanazione o della loro creazione.

Tutti i numeri sono composti dell'unità che li produce moltiplicata per se stessa; sono tutti semplici, interi e perfetti. Le frazioni non possono applicarsi che alla materia o ai suoi risultati (ai calcoli) che si fanno su lei perché è composta, ma non agli esseri semplici ed indivisibili che provengono dall'unità.

Tutti i numeri, a qualunque grado siano moltiplicati rientrano nei primi 10; ovvero: 1.2.3.4.5.6.7.8.9.10. ritornano a loro volta nei primi 4: 1.2.3.4. che ne sono i generatori, ciò si dimostra mediante addizione geometrica degli uni e degli altri. Da ciò risulta che uno moltiplicato per il suo quadrato da 4, che questi quattro numeri primordiali contengono tutti gli altri in sé, che essi sono i soli numeri divini e coeterni poiché sono il segno che rappresentano tangibilmente all'intelligenza dell'uomo, la quadruplice essenza divina; ne consegue ancora, che i sei numeri seguenti che completano la decade sono soltanto dei numeri temporali la cui legge particolare di ciascuno non è stata manifestata nell'immensità divina prima del principio dei tempi.

È, quindi, essenziale, se non si vuole cadere in confusione quando ci si dedica allo studio dei numeri ed alle loro differenti applicazioni, di non confondere mai il denario divino compreso nei primi 4 numeri coeterni, con la decade intera temporale; non è più dato all'uomo dalla sua caduta di conoscere il primo; può ottenerne, a volte, qualche leggero bagliore, ma è un favore tutto speciale, piuttosto deve fare tutti i suoi sforzi per conoscere bene la sua propria essenza, così come la legge e le proprietà di tutti gli esseri della natura.

 

È così vero che non bisogna confondere mai il denario divino col denario temporale, che i 4 numeri che costituiscono il primo denario hanno un valore e delle proprietà tutte differenti dal secondo, dato che la legge, che si opera nel divino, è molto diversa di quella che si opera nel temporale, a dispetto dei rapporti che le legano provenendo esse dalla stessa sorgente.

Infine, c'è ancora questa differenza tra il primo ed il secondo: nei 4 numeri che costituiscono il denario divino tutti i numeri esistono in potenza senza nessuna manifestazione distinta dei sei altri  numeri, mentre nel secondo, essi vi sono in atto, essendo manifestata sensibilmente la legge particolare di ciascuno.

Perché questo? Perché, nell'immensità divina tutto era 4, che è il vero numero di ogni emanazione spirituale divina, proveniente del centro universale Uno e dell'azione e reazione divina di 2 e di 3. Difatti, il numero Uno appartiene al pensiero che è attribuito al padre Creatore; il numero due alla volontà o al Verbo divino che comanda l'azione, attribuita al Figlio; il numero tre all'azione stessa che dirige l'operazione attribuita allo Spirito; ed infine il numero 4 all'operazione che è la nascita spirituale e l'emanazione distinta di tutti gli esseri spirituali scaturiti dal seno del Creatore e che esistevano eternamente in lui.

 

E come il Creatore eterno non può rimanere un solo istante senza creare, e può creare soltanto tramite l'azione delle tre facoltà potenti che lo costituiscono, ne risulta che 4 è il prodotto dell'unità ternaria divina e che è coeterna con questa stessa unità, e ciò lo prova l'immagine e la somiglianza degli esseri spirituali quaternari con questa unità, nonostante la loro inferiorità e la loro dipendenza da questa. Ma sentiamo, allo stesso tempo, anche quanto grande deve essere il potere di questi esseri spirituali quaternari fin quando rimangono uniti all'unità che li ha generati partecipando, con la loro emanazione, alla sua propria natura e che grazie a lei completano la quadruplice essenza divina o il denario divino; ma al di là di questo quaternario divino, non è possibile concepire niente di più nell'immensità divina, poiché tutto ciò che esiste nella natura spirituale è rinchiuso in questo numero, visto che nella creazione universale tutti i numeri del denario temporale si manifesta in base ad una legge, un'azione e alle sue proprietà particolari.

Questo grande lavoro della creazione avendo necessità nella categoria generale degli esseri spirituali delle funzioni per formarla, sostenerla e difenderla, ha dovuto avere tra essi distinzione di numeri come vi aveva distinzione di azione temporale. Ma l'uomo, l'ultimo emanato di tutte le classi di esseri spirituali, e di conseguenza non essendo stato insudiciato da  nessuno crimine, fu il solo rivestito del suo potere divino e del suo numero semplice quaternario divino in base al quale esercitava la propria autorità.

Ed è in ciò che fu veramente l'immagine e la somiglianza divina in questa creazione universale, e l'uomo dio della terra con pieno potere ed autorità su di essa, così come su tutti gli esseri che erano destinati ad agire su essa.

 

Benché abbia detto prima  che i 4 numeri primordiali sono i soli divini coeterni, non pretendo che ne inferiate, con ciò, che gli altri numeri distinti che completano la decade non siano ugualmente coeterni. Al contrario, dico che tutti i numeri sono coeterni in Dio perché tutti i numeri possibili, in qualunque punto siano moltiplicati, ritornano nella decade. La decade stessa, così come il quaternario divino che la contiene, è composta solamente di unità. Ora, Dio è uno; tutti i numeri sono quindi coeterni in chi è uno.

Vi è una distinzione molto importante da fare tra il numero che principia la decade e quello che la chiude. Cioè tra Uno e Dieci, o 1 e 10 o . sono l'alfa e l'oméga, il principio e la fine, il centro produttore ed il tutto. Perciò uno è indicato da un carattere semplice, e l'altro con un carattere composto o doppio, e questo doppio carattere va poi aggiunto all'ultimo, non dandogli nessuno valore, perché aggiungendo uno a 9, il prodotto sarà lo stesso.

Ma ecco in cosa consiste l'immensa differenza tra essi: 1 o l'unità prima, rappresenta il centro unico e necessario esistente per se, che dal nulla ha tutto prodotto fuori di se per la sua propria potenza, ed il 10 o l'unità ultima ci rappresenta questa stessa unità nella quale tutto deve ritornare senza tuttavia esservi confusa, che dal centro della sua immensità raffigurata dallo zero veglia ed agisce per il sostegno e la difesa di tutto ciò che produce. In una parola, 1 è l'unità divina principio produttore, e 10 è questa stessa unità che abbraccia e contiene tutte le sue opere.

 

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