Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica

Inno alle Fràvashi

(Yasht, XIII, 9-10; 14-16; 23-25 53-56; 64-72; 77-78; 82-95)

 

Or io (1), per lor splendor, per lor possanza (2),

Ampia ordinai l'a terra, o Zarathustra,

Da me Aura Mazda procreata, grande,

Dai viventi percorsa. Ed essa intanto

D'assai cose leggiadre é apportatrice,

E tutto il terrea mondo, e il vivo e il morto,

Sostiene e le montagne ardue, dai molti

Pascoli, irrigue. Scendono per essa

Le acque scorrenti che ne' fiumi stanno,

Mentre dal suol ne spuntano di varie

Guise le piante, di bestiami e d'uomini

Per alimento, delle ariache terre

Per alimento e di giovenche e bovi,

Che cinque hanno legami (3), ad ogni pio

Ed integro mortai soccorso e aita.

Ecco! per lor splendor, per lor possanza.

Acque fluenti da una fonte sgorgano

Indefettibil sempre, e dal terreno

Alberi e piante da una fonte spuntano

Indefettibil sempre, e da una fonte

Indefettibil sempre, e per la forza

D'esse e per lo splendor, nubi menando

Nembi spirano e venti. E figli intanto

Concepiscon di lor per lo splendore

E per la forza, e figli partoriscono

Dei mortali le femmine, di parto

Fausto e felice, si che poi di figli

Attorniate sen vanno. E l'uom che brilla

Nelle adunanze, che in raccorle è destro,

Che udir vi fa sua bella voce e intanto

Altri il ricerca per il senno e l'ama,

Che del tapino la domanda accoglie,

Del tapino infelice, ecco! sol d'esse

Per la forza e il splendor viene alla luce! (4)

Anche per lor splendor, per lor possanza

Percorre il sole la sua via, percorre

Il suo sentier la luna, e gli astri il corrono

D'esse per lo splendore e la possanza.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  

Forti son elle, e fortemente assalgono;

Impetuose, e con impeto assalgono;

Di gran potésta, e con potèsta assalgono;

Elle valenti in tutte egregie le opere,

Elle valenti in vittorie che toccano,

Elle valenti in battaglie che pugnano.

A chi le invoca donano vittoria,

Donan favori a chi le cole ed ama,

Donan salute all'egro. Inclita gloria

Dànno a colui che lor gratificando

Di sue offerte le invoca, e puro e pio

Offre suoi doni. Più frequenti assai

Là scendon elle ove a giustizia addetti

Stanno gli uomini pii, là 've più eletti

Onori a lor si danno, ove l'uom pio

È venerato sì che niun l'offende.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ed esse all'acque tutte, procreate

Ma Mazda, il bel sentier mostrando vanno,

All' acque che dal di che fûr create,

Da lor sorgiva non sgorganti ancora,

Lunga stagion si stettero a un sol loco.

Or però scorrono esse per la via

Che Mazda fece, e per gli spazi vanno

e un 'dio loro assegno, per un sicuro

Ed irriguo sentiero, agl'immortali

Santi gratificando e ad Aura Mazda.

E rnostran esse alle piante fruttifere

Lor crescere leggiadro, a lor che pria

Create, a germogliar non anche addotte,

Lunga stagion si stettero a un sol loco.

Or però crescon esse in quella guisa

Che indisse Mazda, e levatasi alla meta

Che un dio loro assegnava, agl'immortali

Santi gratificando e ad Aura Mazda.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ora adoriam le Fràvashi de' pii,

Buone e sante e valenti! E son maggiori,

E son più forti e veloci e gagliarde,

Son più vincenti e son più salutari

E operanti assai più 'di quanto alcuno

Dir possa a voce, lor, che a mille a mille

Alle offerte intervengono. Ma le acque

Allor che, o santo Zarathustra, adducono

Esse dal lago Vourukasha e menano

Quella da Mazda procreata luce

Di maestà (5) , s'avanzano de' pii

Esse, le sante Fràvashi tremende,

A cento, a mille, a diecimila, e intanto

Guida le acque ciascuna alla sua casa,

Ciascuna al vico, alla famiglia sua,

Alla sua terra, e dice intanto : Oh! sia

Di noi la terra in ubertà e ricchezza! (6)

In pro' di lor contrada e di lor terra

Così combattono in lor pugne, e tiene

Ciascuna il loco suo, la sua magione,

Per abitarvi, come appunto un prode

Uom, curule guerrier, per l'adunata

Ricchezza sua, cinto dell'arme e vigile,

Va combattendo. D'esse, ove discendano

In guerra a contrastar, l'acque ciascuna

Menasi e guida alla sua propria casa,

Ciascuna al vico e alla famiglia sua,

Alla sua terra, e dice intanto: Oh! sia

Di noi la terra in incremento e in flore!

E quando un sire di contrade, giusto

In suo dominio, alla minaccia è segno

Di rubesti nemici e queste invoca

De' pii tremende Fràvashi, de' pii

Accorrono le Fràvashi al soccorso

Tosto di lui quando non sian d'offesa

Alcuna tocche, e sian contente e in nulla

Contrastate, oppugnate. Esse là volano

Al par di augello di vaste ale, e sono

A lui sferza e difesa, e sono a lui

Arma e fortezza contro la spirtale

Drugia proterva del Varena, contro

Ogni impudico apportator di danno,

Contro Anra Mainyu reo, pieno di morte,

Così come un uom prode a cento e a mille

E a diecimila deboli nell'armi

Di sterminio è cagion, né mai l'offendono

Trafieri aguzzi, non volanti frecce,

Non ben ferrate clave e non ben ferme

Aste, non pietre che uom del braccio avventa.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

E allora che Anra Mainyu entro cacciossi

Alla buona, alla santa opra del bene (7),

E Vohumano là intervenne e seco

Il divo Fuoco (8), la malvagia e rea

Opera a rintuzzar sceser del tristo

Anra Mainyu. le Fràvashi de' pii,

Perchè mai più dal correre impedisse

Le acque Anra Mainyu e ,dal crescer le piante.

D'un tratto, allora, del possente e forte

Creatore Aura Mazda a scorrer presero

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Le acque buone e a inverdir preser le piante.

Le buone e sante Fràvashi adoriamo!

Quelle adoriam de' santi Spirti (9). E sono

Immortali e valenti i santi Spirti,

Assai veggenti, eccelsi, oltrapossenti, 

Forti, spirtali! Sempiterni e puri,

Sette son elfi ed hanno un sol pensiero,

Sette son elfi ed han sola una voce,

Sette son elli ed hanno sola un'opra,

Poiché sola una mente e sola un'opra

E solo un detto in essi alberga. Un solo

Moderatore egli hanno ed un sol padre,

Ed e Aura Mazda creator. L'un d'essi

Dell'altro nello spirito con gli occhi

Penètra e scorge come ei va le buone

Parole meditando e l'opre buone

E i pensamenti buoni, e come aderge

La mente al Paradiso. Oh! luminose

Sono d'essi le vie quando alle dapi

A loro offerte ei volano scendendo.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

E del pio Gaya-màrtana (10) adoriamo

La Fràvashi, di lui, che d'Aura Mazda

Primo intese la mente e le dottrine,

Onde poi delle arïade contrade

Mazda creava il germe e producea

L'origin prima. E insiem di Zarathustra

La santità e la Fràvashi adoriamo,

Di lui ch'è santo e pio, che eletto il prime

Fu ad ogni buon pensier, che eletto il primo

Fu ad ogni buon parlar, che eletto il primo

Fu ad ogni buono oprar. Eletto il primo

Dei sacerdoti, il primo dei ceruli

Prodi ei fu solo, e de' coloni primo

Che allevan bovi. Al saper fu allevato

Primo e donato 'di saper. Di doni

Primo ebbe copia e primo anche donava

Ai mortali quaggiù di campi e colti

Ubertà, santità primo impartiva

E oral dottrina, e obbedienza, ad essa

Oral dottrina, e potestà coi beni

Tutti che Mazda fe', d'origin santa.

Ed ei fu il primo sacerdote e il primo

Guerrier curule veramente e il primo

Benefico pastor. Primo ei la rota

Dell'imperio volgeva, anzi che nati

Fosser demoni ed uomini. La lode

Primo ei dicea del puro esser del mondo

Creato, e si dicea dei Devi intanto

Sgominator, devoto a Mazda, avverso

Ai démoni, alla fé di Zarathustra

Addetto e d'Aura Mazda. Egli primiero

Del procreato mondo la parola

Pronunciò avversa ai démoni, devota

Ad Aura Mazda. Pronunciava ei primo

Del procreato mondo la parola

Avversa ai Devi, sacra ad Aura Mazda,

E primo ei designò di laudi e onori

Quello indegno che ai démoni é devoto.

Egli é forte, e preclaro é Zarathustra

In tutto l'esser suo, primo, in cotante

Regioni, alla fe' verace addetto.

E per lui già s'intese ogni parola,

Ogni dottrina santa, ed egli é sire,

Egli é duce ai terreni esseri. E laudi

Ei fe' alla purità, purità grande,

Santa, sovrana, della fe' che a tutte

L'altre sovrasta, interprete (11). Ma lui,

Lui disïâr tutti i Santi immortali,

Concordi al Sole (12) in lor desio, la fede

Per raffermar nell'anima con atto

Di fe' del core; e il disïar signore

Degli esseri e lor duce, e laudatore

Anche alla purità, purità grande,

Santa, sovrana, della fe' che a tutte

L'altre sovrasta, interprete. E le piante

E l'acque prosperar Quand'ei nascea,

Quand'ei cresceva. Gli alberi, nel tempo

Ch'ei nacque e crebbe, crebbero con lui

E l'acque seco, e allor ch'ei nacque e crebbe,

Tutte del Santo Spirto le create

Cose di tutti acclamar la salute :

Zarathustra, oh felici! Egli ci è nato,

Il santo Zarathustra! Oh d'ora in poi,

Con le verbene in man levate, offerte

Faccia per noi con sacrifici, e intanto

La buona fè di Mazda per le sette

Regioni alla terra ampia si estenda!

 


 

1 -  É Ahura Nlazdao che parla.

2 - Cioè delle Fravashi.

3 - Non si sa cosa voglia dire. Si riferisce forse ad un modo parti-colare, a noi sconosciuto, di aggiogare i buoi.

4 - Incertissimo punto, tradotto soltanto per congettura.

5 - Il nimbo o aureola della maestà dei re, accolta nelle acque del lago. Vedi più innanzi, l'inno alla maestà reale.

6 - Ricordiamoci che le Fravashi appartengono, quasi come ange-li protettori, agli individui umani e che ne favoriscono, come se fossero loro propri, gl'interessi. Vedi anche i versi che seguono.

7 - Cioè assalendo, per annientarla, tutta la creazione di Ahura Mazdao.

8 - Vennero in aiuto di Ahura Mazdao, in quell'assalto, Vohumano e il Fuoco.

9 - Anche gli Esseri divini, anche lo stesso Ahura Mazdao, han-no, ciascuno, la loro Fravashi.

10 - Il primo uomo (il primo re, anche, secondo Firdusi), creato insieme alla Giovenca primeva.

11 - Forse perchè, nell'Avesta, Zarathustra si trova quasi sempre in colloquio con Ahura Mazdao che l'istruisce intorno alle cose della religione.

12 - Al Sole qui considerato come una divinità.