Studio sui Numeri

PREFAZIONE


 

Quando lo spirito vuol scoprire, nel caos dei fenomeni cosmici, la verità o per lo meno la ragione d'essere più "verosimile" delle cose e della loro vita, ha bisogno di una guida. Questa necessità di semplificare l'aspetto del mondo, vale a dire di riportarlo ad una espressione semplice, può essere il frutto della nostra incapacità ad estendere lo sguardo al di là di un certo orizzonte limitato, incapacità dovuta all'imperfezione dei nostri organi sensoria li. Che sia così o che il mondo sia realmente di una tale complessità disordinata da non Poter essere compreso nel suo insieme, è la stessa cosa, perché in tutti i casi - che questa idea sia o non sia accettata dagli uomini non istruiti agli insegnamenti occulti - il nostro apparato sensoriale appare chiaramente imperfetto e pertanto suscettibile di perfezionamento; non di una integrazione "sensitiva" dei sensi, della memoria sensoriale o delle funzioni mnemoniche naturali - effetti dell'educazione - ma di un perfezionamento della coscienza. Questa richiede la determinazione di "reagenti" (sensi), che rispondano alle attività ed influenze energetiche dell'ambiente. La coscienza diretta dello Spazio e del Tempo ci manca; possiamo averne conoscenza solo indirettamente a mezzo della massa, forza ed energia, e con la mediazione di fenomeni suscettibili di essere provati da uno o l'altro dei nostri cinque sensi. Quindi all'uomo mancherebbero due sensi,

indispensabili per avere conoscenza di tutte le cause. É da questa Imperfezione, di cui ci rendiamo costantemente conto, che nacque il bisogno della semplificazione con la quale tutto è riportato a delle proporzioni fondamentali, senza preoccuparsi della forma di tutte le varianti degli effetti di questa organizzazione universale.

Ne consegue che la scienza dei numeri, la più meravigliosa guida attraverso la creazione costante dell'universo, resta una vasta ipotesi fino a quando il suo impiego non avrà risvegliato in noi la coscienza superiore che normalmente ci sfugge, fino a quando - con delle conoscenze più approfondite delle cose e del loro divenire - non saremo arrivati a conoscere i Numeri come verità, fino a quando non avremo provata con i sensi che la relazione vivente di una causa con il suo effetto è più vera, più reale di quanto possa esserlo l'effetto.

Dall'ipotesi alla verità vi è un mondo; questo è il campo di battaglia della ragione e della "emozione" che noi definiamo come sensibilità pura dei sensi, fatta astrazione dalla sensazione effettiva. In questo mondo si incontrano la "meditazione logica" del sapiente e l'estasi del mistico; la prima è analitica, la seconda sintetica, ed entrambe portano a riconoscere la scienza dei numeri come scienza della legge fondamentale dell'Universo; quella che fissa le proporzioni dell'edificio, indica il posto di ogni

pietra e comanda il momento della costruzione o della distruzione è il piano dell'Architetto.

Non possiamo mettere in dubbio che vi siano stati uomini che seppero leggere questo piano, a meno di dubitare di tutta la storia, poiché Platone testimonia della scienza di Pitagora e l'Ebraismo certifica la verità della Cabala, per citare solo due esempi.

 

Per intraprendere fruttuosamente lo studio dei numeri, riteniamo di dover adottare il seguente piano di studio generale.

I cinque punti essenziali, base dello studio, devono essere osservati in questo ordine:

Numeri, valori e relazioni

Emanazione dei numeri

Base armonica dei numeri

Sviluppo dei valori

Collocazione dell'armonia.

 

Numeri, valori e relazioni

I numeri si esprimono con le cifre 0, 1, 2, 3, etc. fino a 10. Si noterà immediatamente la duplice natura annessa ai numeri. Innanzi tutto vi sono i numeri in sé stessi, che formano un rapporto qualitativo tra di loro: il rapporto dell'unità alla moltitudine con una quantità determinata di gradi e di variazioni. Poi vi è il rapporto quantitativo che risulta dall'elenco di cose e definisce un rapporto quantitativo delle

cose. In questa funzione qualitativa e quantitativa noi dobbiamo distinguere: la natura dai numeri, la loro vita immanente, astratta, ed il valore dei numeri, la loro vita manifesta, concreta. Con il termine"natura astratta dei numeri" noi vogliamo intendere il legame vitale che esiste tra le cose; con"natura concreta dei numeri"vogliamo dire la manifestazione della vita, sotto i molteplici aspetti accidentali della materia: peso, densità, colore, etc. Questi due aspetti dei numeri hanno una funzione comune: la successione che definisce il passato, il presente, la simultaneità ed il futuro.

Tutto, in tutte le cose, può essere riportato ai numeri, che sono l'ultima (o la prima) manifestazione della materia, e la prima causa dell'idea creatrice. Per questo fatto i numeri non sono che la relazione ideale e concreta nell'universo; quindi il principio di vita, l'impulso vitale del Cosmo.

 

Emanazione dei numeri

Per comprendere la successione reale nella creazione, bisogna sapere come sviluppa la natura prima o astratta dei numeri, come la moltitudine è emanata dall'Unità. É evidente che la prima Unità, questa causa senza causa, è indivisibile.

Quindi non esistono delle metà, dei terzi, etc. É l'Unità prima, puramente qualitativa, senza quantità. É sempre, ma sotto diverse espressioni, l'idea dell'assoluto, l'idea dell'eterno, l'idea dell'indefinito. In questa idea sono contenuti i contrari (cioè due volte la stessa natura, ma opposta nelle tendenze), poiché l'idea di un Assoluto non può esistere se non come perfetta stabilizzazione di due nature essenzialmente complementari. Questa stabilizzazione non può tuttavia esistere, poiché ne risulta all'istante la manifestazione. Questa idea è generalmente racchiusa nel termine di “causa senza causa". Questa doppia natura dell'Uno primo ed astratto è il motivo della emanazione della moltitudine dalla Unità, come lo si può osservare nella natura, in ogni ramo dell'albero, in qualsiasi fenomeno. La natura ha in sé stessa la tendenza a fare (dell'indefinito il definito). L'Uno primo può dunque creare una molteplicità attraverso la somma qualitativa, mai con la moltiplicazione poiché questa è propria della procreazione. É cosi che dà e ovvero  e questo fatto è Tre.

L'Uno indivisibile fa il primo numero divisibile. Questo numero è 2 nella sua natura astratta

e diventa come unità concreta e divisibile. Quella è la Natura tripla del Creatore e questo Creatore è Uno, ma Uno manifestato. Nella spiegazione mistica dei numeri, con questo Uno si designa il Dio creatore, poiché in lui vi è il padre, il figlio e lo Spirito: il principio creatore, il figlio creato e lo spirito che li lega.

Ecco come si emanano i numeri dall'Uno astratto.

 

Base armonica dei numeri

La funzione comune che fissa il passato, il presente ed il futuro è scomposta in questi tre tempi, dal momento in cui l'Uni primo, prima causa indivisibile, puramente qualitativa - pertanto puramente astratta - si distingue negli altri nove numeri che poi lo accompagneranno costantemente. Ma questa prima causa racchiude potenzialmente in sé tutte le cause future. Presenta quindi un altro stato di simultaneità comprendente il passato, il presente ed il futuro in un solo Assoluto. É il quarto tempo.

Con il coordinamento di questi tempi, e la varietà delle due nature del numero, si ottengono gli accordi e le dissonanze, i colori puri ed i colori composti, i pesi interi ed i pesi frazionati, etc.

É la prima ragione dell'armonia cosmica.

 

Sviluppo dei valori

Questa armonia si manifesta con la disposizione, in complementi, degli accordi e delle dissonanze. questa" complementazione" mutua di due nature fa nascere delle nuove unite, che allora saranno complesse e delle quali l'Unità astratta ne sarà la base. Queste nuove unità saranno l'origine dei numeri manifestati, la natura quantitativa dei numeri. Così si sviluppano i valori.

 

Collocazione dell'armonia

L'armonia può regnare nel mondo solo quando la molteplicità si irradia dalla Unità manifestata, e conseguentemente divisibile. La funzione è la stessa del caso in cui la molteplicità è emanata dall'Uno astratto, ma l'atto è complicato dal fattore della creazione precedente. Ciò che è creazione nell'astratto diventa procreazione prima nell'idea formatrice, e poi ancora una volta idea procreata; allora li mondo concreto è manifestato, poiché solo in lui ciò che è procreato può a sua volta procreare.