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I Reperti di QumrÀn

Lasciati senza risposta tutti i nostri interrogativi, vogliamo ora illustrare brevemente in che consistono le scoperte di Qumràn. Esse si svilupparono dal 1947 ad oggi e, a tutt'oggi, non sono affatto concluse. I reperti comprendono circa 600 rotoli manoscritti; alcuni, come «La Regola della Comunità», in eccellente stato di conservazione, tale che mancano solamente alcune parole all'inizio, altre in condizioni tanto precarie da richiedere un lungo e paziente lavoro di composizione. Fortunatamente di molti testi sono state trovate più copie e, tramite queste, si ricorre all'integrazione. La lingua usata é per la maggioranza l'aramaico, per molti l'ebraico, alcuni sono in scrittura arcaica. Sono tutti scritti con inchiostro su pelle, tranne due che sono stati tracciati su rame.

Quelli su rame contengono un elenco delle ricchezze della comunità con l'indicazione dei luoghi dove sono state nascoste. Secondo una valutazione odierna, si tratterebbe di una ricchezza colossale: circa 115 tonnellate di oro e argento.

La quantità è ritenuta impossibile per quel tempo in Palestina, perciò i più sono dell'opinione che si tratti di ricchezze e nascondigli simbolici. Il ritrovamento dei rotoli è avvenuto in 11 grotte e nella fortezza di Masada. Fino ad oggi una gran quantità di libri sono stati pubblicati e la traduzione prosegue tutt'ora in particolare per il materiale della grotta 4 che è il più consistente, ma anche il più danneggiato, essendosi presentato per lo più in una miriade di frammenti.

I 600 rotoli contengono tre argomenti principali: argomento biblico, argomenti apocrifi e argomenti comunitari. Questi sono appunto i testi che riguardano direttamente la comunità di Qumràn e sono, per interesse storico, i più importanti. Dal punto di vista archeologico e religioso di maggior rilievo sono i testi biblici. Sono stati trovati tutti i libri della Bibbia ad esclusione del solo libro di Ester. Degli apocrifi sono stati trovati, oltre ai conosciuti, anche molti altri di cui si conosceva solo il nome perché menzionato altrove, ma che ormai erano andati perduti. Ancora, oltre a tutto ciò, una gran quantità di libri assolutamente inediti: Inni, Liturgie, Regole, libri di astrologia ecc.

 

La data della loro nascita, come ormai gli studiosi sono concordi, va dal III secolo a. C. al I secolo d. C.. Al III secolo a. C. appartiene un manoscritto Qumrànico di Samuele e due rotoli completi del profeta Isaia, che diventano perciò i più antichi scritti biblici che si conoscano, quando si pensi che il testo della Bibbia finora usato si basava sul Codice del Cairo e sul Codice di Aleppo della fine del IX secolo. La trasmissione dei testi dell'Antico Testamento viene quindi retrodatata di più di mille anni. In più possediamo dei testi che sono precedenti alla fissazione del canone. Già dal primo esame, venne la sorpresa di poter constatare che il testo sin'ora disponibile era essenzialmente esatto.

 

In seguito gli scavi hanno riportato alla luce altre cose di cui certamente la più importante e il monastero di questa comunità. Nel complesso si tratta di un edificio principale quadrato, fabbricati annessi, 40 cisterne, un cimitero con 1200 tombe e infine locali di riunione, cucine e refettorio, depositi di vasellame e sala di scrittura con alcuni calamai, uno dei quali reca tracce di inchiostro. Caso curioso, nessun manoscritto fu trovato nel monastero, ma furono trovate prove di calligrafia ed alfabeti assolutamente corrispondenti a quelli dei manoscritti e, sicuramente dal monastero provenivano i vasi con cui i manoscritti furono nascosti nelle grotte.

Viene spontaneo l'interrogativo: perché questi manoscritti furono nascosti nelle grotte e in grotte, che, data l'accidentalità del terreno, erano praticamente irraggiungibili? com'é che alcuni furono conservati con cura nei vasi, altri buttati dentro come frettolosamente?

All'inizio dell'estate del 68 d.C. le truppe della X legione, che dirigevano sul fianco orientale di Gerusalemme, muovevano per la depressione del Giordano verso il Mar Morto e, poiché la conservazione dei libri sacri era per ogni monaco un preciso impegno, sancito con un giuramento, dapprima con gran cura, poi con furia precipitosa, i monaci avevano portato al sicuro la loro grande biblioteca. Forse grazie a queste sfortunate circostanze, gli scritti sono giunti fino a noi, conservati dalle caverne del Mar Morto.

 

Da quel tragico momento scompare ogni traccia dei monaci, rimangono solo una breccia nel muro, punte trilobite di lance romane e tracce d'incendio a testimoniare il dramma che doveva essere seguito. Dramma che, verosimilmente, coinvolse in un unico rogo, assieme a quella di Qumràn, tutte le altre sette mistiche esoteriche della Palestina. Quella di Qumràn aveva operato per 250 anni.

 

 


 

BIBLIOGRAFIA

ELIA BENAMOZEGH: Storia degli Esseni, Le Monnier, 1865.

FRANCO MICHELINI Tocci: I manoscritti del Mar Morto, Laterza, 1967.

GIUSEPPE RICCIOTTI: Vita di Gesù Cristo.

JOACHIM JEREMIAS: Il significato teologico dei reperti del Mar Morto, Paideia, Brescia.

GIUSEPPE FLAVIO: La guerra giudaica, traduzione a cura di Giovanni Vitucci, Mondadori, 1974.

LUIGI MILAZZI: Alcune considerazioni sulle origini del Cristianesimo, con particolare riguardo alla critica delle fonti tradizionali e dei manoscritti del Mar Morto.

 

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