In questi tempi calamitosi, nei quali ogni valore umano ha subito un ribaltamento violento, si sente spesso parlare di casi di coscienza, di crisi di coscienza. C'é dunque qualcosa d'inespresso che non va ed alcuni dei più sensitivi sentono il bisogno di rivedere la loro posizione, non solo nel campo delle attività quotidiane, ma più profondamente in quello che rappresenta, o credono che rappresenti, il loro interno: la coscienza.
Ma se domandate a qualcuna delle persone in crisi cosa intende per coscienza, molto probabilmente non avrete una risposta chiara ed esauriente.

Così introduce questo suo studio sulla Coscienza G.A. Akustikos, scrittore e saggista. Il documento rappresenta un opera della maestria dell'Autore e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato.

 

© G. A. Akustikos

 

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Coscienza Profana e Coscienza Iniziatica

Gli Stati di Coscienza


 

In questi tempi calamitosi, nei quali ogni valore umano ha subito un ribaltamento violento, si sente spesso parlare di casi di coscienza, di crisi di coscienza. C'é dunque qualcosa d'inespresso che non va ed alcuni dei più sensitivi sentono il bisogno di rivedere la loro posizione, non solo nel campo delle attività quotidiane, ma più profondamente in quello che rappresenta, o credono che rappresenti, il loro interno: la coscienza.
Ma se domandate a qualcuna delle persone in crisi cosa intende per coscienza, molto probabilmente non avrete una risposta chiara ed esauriente.


Credo quindi opportuno darne brevemente il significato per vedere se effettivamente queste persone in crisi possono parlare di “caso di coscienza" oppure é un modo di dire per rivedere le loro idee su dati argomenti, specie di carattere morale. Mi atterrò all’argomento in senso generale.

Se ci chiediamo che cosa é la coscienza, la risposta é la seguente: “La, coscienza é la percezione degli oggetti circostanti la vita”.
E Annie Besant precisa:
“Coscienza e vita sono identità, due nomi per una cosa sola. La differenza sta nel modo di osservazione che può essere dall’interno o dall’esterno. Certo non vi é vita senza coscienza e non vi é coscienza senza vita. Quando le separiamo col pensiero ed analizziamo quel che abbiamo fatto, troviamo che alla coscienza rivolta verso l’interno diamo il nome di vita, ed alla vita rivolta verso l’esterno, il nome di coscienza. Quando la nostra attenzione é fissata sull’Unità diciamo vita, quando é fissata sulla molteplicità diciamo coscienza. La molteplicità é dovuta alla materia della quale la coscienza é l'essenza la quale (materia) è la superficie riflettente dell’Uno che diventa molti. Quando si dice che la vita é più o meno cosciente, non s'intende parlare della astrazione vita, ma di un essere vivente più o mena conscio delle cose che lo circondano. La maggiore o minore coscienza dipende dallo spessore del velo avvolgente che ne fa un essere vivente, separato dai suoi simili. Distruggete col pensiero quel velo e distruggerete anche la vita e vi troverete di fronte a Quello in cui tutti gli opposti vengono a risolversi: l'Unità”.


Da quanto apprendiamo dunque possiamo dedurre che la manifestazione, per essere, ha bisogno dei due poli tra i quali si estrinseca la creazione: cioè: Spirito e Materia, che si può anche dire: coscienza e materia. Qui cade acconcio di fare un’osservazione importantissima per il nostro studio.
Non esiste diritto senza rovescio, alto senza basso, positivo senza negativo, e così via. Le due cose sono coesistenti, per fare l'unità, e non é possibile l'esistenza dell'una senza la contemporanea esistenza e comparizione dell'altra. La dualità é alla base della nostra manifestazione e tutte le coppie sono nella coscienza del Logos. Appaiono e scompaiono assieme. Qualsiasi Essere, a qualunque altezza spirituale vogliamo immaginarlo, non può manifestarsi senza un velo di materia vibrante che lo attornia, velo di cui si serve il Logos per creare le forme che vengono alla manifestazione mediante la Sua coscienza, con la Sua volontà. Ciò costituisce la Sua forma-pensiero.
 

Dall’atomo, infinitamente piccolo, alla nebulosa gigante tutto vive di questa coscienza, di questa volontà di moltiplicarsi. Se pensate alla cellula del protoplasma, la scienza vi dice che, arrivata ad una certa grandezza, tende alla scissione in due e crea la pellicola divisoria che, dopo poco, fa due esseri separati e viventi ciascuno di vita autonoma. Anche lì vi é la coscienza in attività, coscienza che é quella del Logos, che é la stessa della rotazione degli universi, nello spazio siderale. Si tratta di misura di grandezza, di forma non di sostanza. Ciò giustifica il detto cristiano: “Dio è in ogni luogo ed in ogni cosa”. Tutto ha una coscienza: anche la pietra, il gas, il metallo vivono, sono coscienti e senzienti. E la forma, scelta dal Logos per la Sua manifestazione in questo universo, é data dalla gamma delle vibrazioni. La scienza oggi vi conferma quello che la Sapienza Antica conosceva da secoli. La luce, il calore, il colore, il suono, i raggi X, ecc. ecc., sono tutti prodotti da un dato numero di vibrazioni che ormai sono stabilite in tabelle e formano materia di studio. Di alcune vibrazioni si conosce l'effetto percepibile dai nostri limitati sensi, ma di moltissime altre, non si sa nulla poiché vibrazioni di qualsiasi genere ci passano accanto, ci attraversano, senza che ne abbiamo la minima conoscenza. Ed il tutto é unito insieme da quel legame magnetico che (con termine orientale) si chiama: Fohat che realizza quella unità che la mente rifiuta ma che tutto pérmea e concatena.
 

Per esso i mondi ruotano gli uni attorno agli altri, gli esseri sono attratti tra loro, noi siamo attratti sulla terra e questa al sole e così anche nell'elettrono vi é un centro attorno al quale ruotano, in sospensione magnetica, gli altri sei corpuscoli che lo compongono.
 

Tutto ciò é la coscienza del Logos, cioè la coscienza della quale parliamo e che é tale poiché ha della materia (o forme-pensiero dello stesso Logos) sulla quale operare. E in proposito bisogna rammentare che l'esistenza della coscienza particolare implica una separazione (formale) dell'Unità, base fondamentale del Tutto.
 

La coscienza é in rapporto alla materia nella quale essa é espressa: abbiamo portato diverse coscienze, diverse - ripeto - in termini di grandezza non di sostanza. Così possiamo parlare di una Coscienza Assoluta nella quale ogni cosa, letteralmente agni cosa, esiste non solo potenzialmente ma in atto. Si può, grosso modo, raffigurarla guardando una goccia d’acqua sospesa ad un filo: tutto ciò che é dentro l’acqua forma la goccia e nulla sfugge al suo complesso, tutto é dentro di essa. E questa Coscienza Assoluta possiamo denominarla: il Tutto, l’Eterno, l'Infinito, l’Immutabile, da cui tutto discende.
 

Poi vi é la Coscienza Universale che pur avendo a Sua disposizione un campo immenso di attività - in rapporto alla nostra limitata capacità di intendere spazio e tempo - esplica il Suo compito entro un limite condizionato, poiché pensa spazio e tempo ed in esso vede tutte le forme esistenti in momenti e luoghi diversi. É detto: l’Unico, il Sé interno, Dio, Bramhan, Hallah.
 

La coscienza poi che opera in tempo definito, lungo o breve, vasto o ristretto è coscienza individuale, cioè è quella di un Essere concreto, Signore di molti universi o di alcuni universi, di un solo universo o di una così detta porzione di universo che, per Lui, é il Suo universo. E per suo universo s’intende quel tanto del Pensiero Universale che una coscienza separata può pensare completamente, ossia quel tanto su cui può imporre la propria realtà e che può considerare esistente come se stessa. (esempio l’uomo). In altre parole: anche nel campo della Vita, della Coscienza, vi è una Gerarchia che non sappiamo dove comincia e dove finisce poiché l’infinito é da una parte e dall’altra, gerarchia di attribuzioni risultanti dalla capacità di espressione. Se l’evoluzione é la méta assegnata all'uomo, l’evoluzione é opera del divino e pertanto ciò che é nel Macrocosmo è nel microcosmo, il finito si identifica con l’infinito e viceversa. É e Sarà, mentre le forme possono cambiare se cambia la coscienza ed il pensiero, che le anima, coscienza e pensiero del Logos.
 

Così noi, esseri umani, esistenti in un sistema solare, siamo circondati da innumerevoli forme che sono le forme - pensiero del Signore del nostro sistema. E siamo (per intendersi: viviamo) poiché Egli ci identifica con Sé stesso, dice: “Io sono, questi atomi sono il mio corpo, partecipano della mia vita”.
 

Al momento che verrà l’ora del riposo - anche gli universi hanno il periodo di attività e quello del riposo che nella letteratura indiana sono detti: il giorno e le notti di Bramha -. Egli dirà: “Io non sono questo, questi atomi non sono più il mio corpo, essi non partecipano più della mia vita” e allora le forme spariranno, riassorbite nella potenzialità della materia universale e di tutto l'Universo rimarrà soltanto quello che è la forma-pensiero del Monarca di un più vasto sistema.
 

Il nostro compito, come esseri umani, ed in questo periodo di attività, é quello di padroneggiare la materia della quale siamo rivestiti e circondati, e servircene per la nostra evoluzione. Questa ci porterà, presto o tardi, - a seconda gli sforzi e la nostra volontà, di fare - ad essere coscienti della nostra unità con il Logos ed allora, ma solo allora, vedremo la materia quale veramente é, cioè: una illusione, una irrealtà, una maya, secondo la terminologia indiana.
 

Fino a quel momento la materia sarà da noi considerata come realtà: per questo incapperemo in quelle azioni e reazioni che costituiscono la ruota della vita cioè la necessità del Karma (destino) e della Reincarnazione. Più ci persuaderemo della verità, meno saremo legati fino al momento della Liberazione e della nostra unione con il Logos (La gloria del Signore).
 

La coscienza, come abbiamo detto, - ed anche la nostra - viene dalla coscienza Universale ed è quindi sempre la stessa; le Sue manifestazioni cambiano a seconda il materiale a sua disposizione, materiale che siamo noi a fornire (con le nostre azioni e reazioni) cioè materiale grezzo, o finito, pesante o leggero, vibrante o inerte. Gli atomi fondamentali, determinati dal Logos all'inizio della manifestazione, saranno sempre gli stessi nella sostanza; ma possono essere combinati o dissociati a volontà e quindi la materia cambia dando una diversa nota alla coscienza che si manifesta nelle forme. Tutto proviene dal Logos ed a Lui è dovuta la naturale costruzione delle forme, anche nei minimi particolari,
 

Queste idee brevemente espresse, avrebbero bisogno di una più vasta spiegazione. Ma se si mediteranno, si potrà afferrarne il senso nascosto e la vita cesserà di essere quel caos che sembra attualmente.
Da quanto abbiamo detto risulta che i così detti casi di coscienza, o crisi, nulla hanno da fare con la coscienza propriamente detta che é la volontà del Logos in espressione.
 

Il caso di coscienza è una indeterminatezza che si presenta talvolta alla nostra attenzione e che si riferisce generalmente, a qualche fatto concreto della vita abituale. Il voler dire e non dire, il voler fare e non fare, credere o non credere - seguendo i meandri creati dalla incomprensione dei nostri atti o pensieri - produce quell'angustia che, con termine improprio, diciamo: caso di coscienza. In sostanza é il processo di revisione di un giudizio o azione antecedentemente compiuta, in accordo col mondo materiale, emozionale o mentale nel quale viviamo, che cambia continuamente. É quindi un modo di dire che nulla ha da fare con la coscienza vera e propria.

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