Come ci siamo sforzati di dimostrare, J. B. Willermoz ha tentato di far esprimere al massimo, all’abituale ritualismo massonico, e creando una Obbedienza spiritualista dal clima eminentemente favorevole, l’essenziale della dottrina ricevuta fra gli Eletti Coen...

Da "Le Martinism" di R.Ambelain questo interessante documento, nella traduzione di Celsus, sono indagate le radici massoniche dell'Ordine.  Il documento fu pubblicato sul periodico bimestrale "Conoscenza" n.1 anno IX Gennaio-Febbraio 1973

 

Lo scritto ritrae un opera della maestria dell'Autore e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato.

 

© Celsus

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Come ci siamo sforzati di dimostrare, J. B. Willermoz ha tentato di far esprimere al massimo, all’abituale ritualismo massonico, e creando una Obbedienza spiritualista dal clima eminentemente favorevole, l’essenziale della dottrina ricevuta fra gli Eletti Coen. Senza contestazione possibile, egli ha dimostrato in ciò la fede indiscutibile che provava per gli insegnamenti del suo maestro Martinez de Pasqually e per la fondatezza della sua azione. In questo, senza dubbio, ha dovuto mettere in esecuzione le istruzioni che aveva ricevuto probabilmente come membro del Tribunale Sovrano e "S.J.".
Il lato massonico del Martinismo costituisce dunque l’opera personale di J. B. Willermoz, che continua quella di Martinez de Pasqually. Infatti nessuno poteva entrare negli Eletti Coen (Classe del Portico) se non era già in possesso della "pienezza dei diritti massonici"; cioè titolare del 3° grado: Maestro. Allo scopo di facilitare questa prima iniziazione Martinez de Pasqually aveva creato, prima della "Classe del Portico", la "Classe Simbolica", comprendente le tradizionali "Logge di San Giovanni", che lavoravano nei tre soliti gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. Del resto, una lettera di L. C. de Saint-Martin lo conferma, i tre gradi vi erano conferiti in una volta sola, mentre non avveniva la stessa cosa nei diversi gradi della gerarchia degli Eletti Coen.

Questo sistema aveva parecchi vantaggi:
Svegliava nel Recipiendario, con il suo ragguardevole simbolismo, i primissimi fattori psichici necessari alla buona comprensione futura della Dottrina e delle Operazioni magiche; era il necessario spiraglio delle "Porte" interiori sull’immediato Aldilà.
Permetteva all’Ordine di penetrare in un centro eminentemente ricco di "uomini di desiderio". Infatti, l’occultismo (e tutte le scienze che vi si ricollegano) formava il grande programma della maggior parte delle Obbedienze massoniche del sec. XVIII. La Massoneria Azzurra ordinaria era dunque il setaccio necessario tra l’Ordine degli Eletti Coen ed il mondo profano.
Consentiva all’Ordine di accogliere tutti i fratelli visitatori delle innumerevoli Obbedienze secondo la regola massonica ed i principi stessi della sua Fratellanza. Ma queste stesse "logge di S. Giovanni" permettevano all’Ordine di velare accuratamente agli occhi della Massoneria ordinaria la sua vera attualità ed i suoi Scopi segreti, incompatibili in realtà con l’eclettismo filosofico e con la neutralità religiosa che la Massoneria Azzurra imponeva ai suoi "Figli".
Quindi è assolutamente necessario comprendere, il lato segreto di questo vero "dramma" simbolico che è il ricevimento alla Maestria, di liberarne le analogie con l’insegnamento dottrinale di Martinez de Pasqually, di sottolinearne il profondo esoterismo, per comprendere infine i rapporti che possono esistere tra il Martinismo e la Massoneria. Ecco dunque il "Rituale del Grado di Maestro", delucidato e commentato alla luce dell’esoterismo tradizionale...
Che cosa concludere dall’insieme di questo "mistero" (nel senso medievale della parola), quale insegnamento esoterico può esserne dedotto, non solo dal suo lato leggendario, ma dal minuto ragguaglio stesso del suo ritualismo? ... Questo.
Tutto si svolge (o è creduto svolgersi) prima nel Tempio di Gerusalemme, poi negli immediati dintorni della Città Santa. Ora la Tradizione biblica ci dice che il Golgota (in ebraico: cranio...) fu il monte che servì da sepoltura ad Adamo, dopo la sua morte terrestre. Hiram, discendente dagli dei, figlio degli elohim (secondo la bellissima leggenda portata dall’Etiopia da Gerard de Nerval), è dunque assassinato e sepolto nel luogo ove riposa il corpo di Adamo Kadmon, l’Uomo-Archetipo, l’Androgino primitivo incaricato di custodire e coltivare il mitico "giardino" di Eden...
L’Acacia, con il facile gioco di parole (cabala fonetica) che si può fare dall’ebraico al sanscrito, ci precisa che egli è dunque, l’eterno Presente, colui che è da per tutto...
I suoi ramoscelli posseggono da 28 a 30 foglie, numero del ciclo lunare regolante il nostro Mondo. I suoi fiori, in Oriente, si aprono e si chiudono con il Sole (vedi: Dupuis: Origine dei culti).
Conseguenza di questa doppia morte (che non è che una), il Tempio massonico, immagine e riduzione dell’Universo, è allora immerso nell’oscurità, le Tenebre regnano, la Stella Fiammeggiante si spegne tra le due Colonne d’Occidente, così il Sole ogni sera...
Giunge allora il Recipiendario (l’Uomo di desiderio...) che accetta di morire, come il suo maestro, l’Architetto Hiram. Egli allora rivive, microcosmo, il dramma che ha vissuto Hiram, Macrocosmo, Grazie al sapere degli Iniziati (I Maestri di Loggia), il Recipiendario penetra nel Regno dei Morti, nella tenebrosa "Camera di Mezzo", si incorpora in Hiram e tale Orfeo che strappa Euridice agli Inferi, rianima con la sua carne il Maestro morto e gli serve da veicolo psichico. Hiram rinasce dunque e rivive attraverso tutti gli Iniziati, che lo portano in sé e vi si sono integrati...
Allora, conseguenza ultima della risurrezione del Maestro Architetto, le Tenebre spariscono, le pesanti tende nere, simbolo delle Tenebre, palpabili, esteriori, spariscono, la Luce sgorga, gloriosa, fuori del Debhir, illuminato, inondante il Tempio del Mondo...
E all’Oriente, la Stella Fiammeggiante scintilla di nuovo, tale il Sole ogni mattino...
I profani ed i massoni materialisti o ignoranti non hanno visto in questo simbolismo splendido che la rinascita, quotidiana o annuale, dell’astro del giorno, padre della vita, e il trionfo dell’istruzione sulla ignoranza!
Non è piuttosto un riassunto completo della Dottrina detta della Reintegrazione attribuita a Martinez de Pasqually il quale in realtà non ne fu che il divulgatore? Certamente.
E allora una conclusione logica si impone subito allo spirito. Adamo (il factotum d’Elohim), Atem o Atum (il Demiurgo egizio), Helios (il Demiurgo greco, conduttore del Mondo, il "protettore degli iniziati" secondo gli Orfici), Hiram (il "maestro di bottega" del Tempio celeste), in una parola il Grande Architetto dell’Universo e l’entità metafisica, principio permanente della Conoscenza intellettuale e della Luce Occulta, non sarebbero che un solo personaggio...
Il che dimostra l’identità assoluta del Lucifero tale e quale lo concepisce il cattolicesimo e dell’Adamo Kadmon della cabala ebraica!
Del resto questo punto era già stato considerato frequentemente dagli Occultisti cabalisti.
La particolare importanza di questo risultato sarà apprezzata in modo particolare studiando qualche capitolo dello Zohar e dei diversi autori cabalisti, trattanti la rottura dei "vasi" dei re d’Edom... e in generale dell’origine del Male e della sua ripercussione sulla Natura Naturanda.
Saremmo incompleti se omettessimo di segnalare il carattere comune delle rappresentazioni bafometiche cioè 1’Androgino ermetico abituale (viso maschile, barbuto, cornuto, petto femminile, fallo eretto) e la lama XV del Tarocco di Marsiglia detta "il Diavolo" che ci offre una effigie equivalente.
Ora, a proposito di Bafometto, Eliphas Levi ci dà questo significato (francese) dello stesso nome, cabalizzato in latino: "Il Padre del Tempio, Pace Universale degli Uomini"... (Templi Omnium...).
Il Padre del Tempio può chiamarsi indifferentemente Hiram, Adamo Kadmon, il Demiurgo... Inevitabilmente è il Grande Architetto!

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