George Ripley [1415? - 1490] fu uno dei più importanti alchimisti inglesi. Poco è noto di lui, si suppone sia stato canonico al Priorato Agostiniano di  Bridlington nello Yorkshire durante la seconda metà del secolo quindicesimo, dove, pare, si sia dedicato allo studio sulle scienze particolarmente dell’Alchimia. Affamato di conoscenza viaggiò  in Francia, in Germania ed in Italia ed ha vissuto per un certo tempo anche a  Roma, dove nel 1477 ricoprì una importante carica alla corte del Papa Innocenzo VIII.

Nel 1478 ritornò in Inghilterra, si dice, in possesso del segreto della trasmutazione, per continuare i suoi lavori alchemici.

La leggenda afferma che fu lui il finanziatore, grazie alle sue trasmutazioni, dei Cavalieri di San Giovanni a Rodi, isola che avevano conquistato nel 1310, con l'aiuto dei Genovesi, e ne avevano fatto un avamposto contro i Turchi.
Lasciò l’Ordine Agostiniano per entrare in quello Carmelitano di Boston dove morì nel 1490.
Il suo nome è legato a circa venti scritti di contenuto alchemico,  la maggior parte dei quali  rimangono, ancor oggi, in manoscritto.

Il documento che presentiamo (datato 1479), tradotto per la prima volta in lingua italiana a cura del carissimo Fratello Luca B. è uno di questi.

Oggi, Tanner, il maggior studioso del Ripley che ha catalogato i suoi manoscritti e documenti presso la  Biblioteca di Oxford e altrove, avanza l’ipotesi che non tutti possono essere a lui attribuiti, come la celebre Visione”, che il sito di Montesion ha raccolto con il commento di Ireneo Filalete.

Il Ripley ha adattato un metodo allegorico per lo studio dell’alchimia riportato nei suoi scritti più importanti, il “Compound of Alchemy” nel quale Ripley,  chiama la serie di operazioni alchemiche Le Dodici Porte, e la paragona ad un castello circolare con dodici entrate, ognuna delle quali simboleggia uno stadio del processo alchemico, il suo Ripley emblematic Scrowle„ le cui immagini sono presenti nel sito di Montesion, il “Liber Secretissimus che per la prima volta viene presentato nelle pagine che seguono, oggi di proprietà della biblioteca di Oxford.

Il“Compound of Alchemy” certamente il più noto dei suoi scritti, dopo aver a lungo circolato come manoscritto, fu pubblicato a Londra con dedica  alla Regina Elisabetta, di cui nel frontespizio è riportata l’immagine, Ashmole lo ristampò nel Theatrum Britannicum aggiugendovi una nota sull'autore.

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© Luca B.

 

 


 

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