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SANTO SANTO SANTO IL SIGNORE DEGLI ESERCITI! TUTTA LA TERRA E'
RIEMPITA DALLA SUA GLORIA!

O Grande Padre degli dei, Suprema Potestas, per cui nulla può essere immaginato di più grande, che risiede lontano dalla realtà sensibile, che crea tutte le cose sensibili o che non sono direttamente consapevoli di essere trasformate (subire un processo di trasformazione), oppure si dissolvono essendo rovinate dalla ciclicità tortuosa del Tempo, Principio con (limite) fine nel Principio stesso, Fonte (sorgente) da cui sgorga ogni genere di bene, Governatore ed Autore della Natura, che comprende tutte le cose ma che non è compreso da alcuna. Immensa Maiestà, Bene, Sapienza, Vita, Ordine, Decoro, Fine, Mente, Verità, Luce, Via, Virtus, che non abita nessun luogo ma abita ogni luogo, Immobile ed in moto perenne, dal quale, nel quale e per il quale tutte le cose esistono, sempre permanente nella medesima condizione, non mutevole in nessun tempo, Massima potenza delle cause che revolve la massa stellare, per una legge determinata, che governi le leggi dei destini, Re dei Re, davanti al quale Mille si arrestano, quella stessa Moltitudine che governa le schiere degli dei beati ed intonanti inni. Nei campi della Luce infinita, al di là dei più remoti confini del mondo, dove è la Fede, la più adatta alla Verità, Te onoro, Te venero, Te ora adoro con reverenza e supplice imploro affinché tu possa degnarmi di uno sguardo con occhio benigno e ascoltare la voce di me che prego.

Manda a me i raggi della Tua Luce, nella condizione nascosta dalle tenebre, ahimè Dammi la capacità di ritrovare la giusta via, per non cadere in un errore nocivo, tale che una vuota certezza ed una cieca opinione trascini me che precipito nelle difficoltà delle cose e nei rapporti con la Vita.

Infatti, senza Te è l'ingegno mortale e l'umana virtus, mentre spera di sollevarsi da terra, allo stesso modo Icaro, una volta, crollò al suolo con le membra disperse senza ali, né è possibile discernere, senza Te, il senso nascosto della realtà occulta (segreta).

Quindi, Concedi a me, Re dei degnissimi Re, di conoscerti e che io Ti possa piacere: così saprò chi io sia e perché sono stato generato sulla Terra e da dove giunsi fino a qui e finalmente andrò dove io possa vivere.

Che cosa devo fare mentre vivo e da che cosa mi devo guardare, tal che quando Lachesi avrà filato i miei fili e l'ultimo giorno avrà nascosto le mie membra esauste, la Morte sia per me una quiete gradevole ed il porto della mia salvezza.