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Stiamo vivendo questa sera la più solenne ed anche gioiosa cerimonia rituale della Libera Muratoria: quella dell'iniziazione di un profano, il quale - ora inserito nella mente collettiva della Comunione - schiude gli occhi ad una nuova Luce ed incomincia ad acquisire i mezzi necessari per conquistare quei più elevati livelli di conoscenza, che assai difficilmente le capacità della mente del singolo individuo consentono di raggiungere...

Non ricordiamo quale Fratello scrisse questo saluto e per chi, ma lo offriamo volentieri alla considerazione dei nostri Ospiti.

Lo scritto costituisce un opera della maestria dell'anonimo Fratello. Il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto gli è riconosciuto.

© Montesion

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Stiamo vivendo questa sera la più solenne ed anche gioiosa cerimonia rituale della Libera Muratoria: quella dell'iniziazione di un profano, il quale - ora inserito nella mente collettiva della Comunione - schiude gli occhi ad una nuova Luce ed incomincia ad acquisire i mezzi necessari per conquistare quei più elevati livelli di conoscenza, che assai difficilmente le capacità della mente del singolo individuo consentono di raggiungere.
Cerimonia rituale, ho detto; aggiungo subito, però, che questa espressione, certamente pertinente, deve essere intesa in senso ben più ampio di quello che normalmente le viene attribuito. Non si tratta, cioè, di mère forme consuetudinarie e ripetitive, ma molto di più.
Infatti si è allargato a te, Fratello neofita, un vincolo possente ed indissolubile che supera i limiti spazio-temporali e lega tutti gli adepti della Massoneria Universale. Ciò è avvenuto con la cerimonia d'iniziazione, che, quindi, pur essendo esteriormente ripetitiva, rappresenta ogni volta l'unico mezzo idoneo a sancire l'assunzione di un alto impegno morale non solo da parte dell'iniziato, non solo da parte dei Liberi Muratori presenti al Rito, ma, in generale, da parte di tutta la Libera Muratoria. Protagonista della cerimonia, dunque, non è solo il candidato alla iniziazione, ma la Comunione Universale tutta, che ribadisce la comune volontà di lavorare per il bene ed il progresso dell'Umanità. Comune volontà: cioè, etimologicamente parlando, simbolo.
La cerimonia dell'iniziazione è, infatti, simbolo; simbolo è questo Tempio e tutto quanto in esso si trova. Simbolo, ma non vuoto simulacro, giacché ogni simbolo massonico è non solo ricco di intimi e reconditi significati che ciascuno deve sapere e volere svelare secondo la propria coscienza, ma costituisce lo strumento per riconoscere, ovunque e sempre, la comune volontà di tutti i Liberi Muratori, quali che ne siano i connotati somatici, culturali, politici, religiosi o di censo. Nel perseguire la comune volontà del bene, dunque, ogni Massone impara l'Arte dei simboli - l'Arte reale - ed impara a sentirsi realmente eguale e pari ad ogni Fratello, rispetto al quale ogni diversità vien meno, essendo tutti i Massoni, reciprocamente e verso l'Umanità tutta, portatori di eguali diritti e soprattutto di eguali doveri, solidalmente impegnati nell'affermazione dei fondamentali trinomi Libertà-Eguaglianza-Fratellanza e Tolleranza-Umiltà-Benevolenza.
Riteniamo la Libertà, l'Uguaglianza e la Fratellanza come fondamentali virtù civili del Massone, cioè come conquiste che si proiettano all'esterno della sua individualità; riteniamo altresì che, per realizzarle, sia indispensabile la conquista e l' esercizio di virtù morali -interiori, quindi patrimonio ristretto del singolo, - quali sono la Tolleranza, l'Umiltà e la Benevolenza.
L'Umiltà, perché essere umili significa essere coscienti dei limiti della propria ragione e delle proprie azioni; la Tolleranza, perché essere consapevoli dei propri limiti significa essere coscienti della possibilità concreta che altri pensino diversamente da noi; la Benevolenza, perché l'Umiltà e la Tolleranza rendono consapevoli del fatto che ognuno è degno di rispetto ed ha diritto alla propria dignità, alla propria vita ed al proprio onore. Possiamo affermare che chi è umile si sente eguale ai propri simili, chi è tollerante ama la libertà e chi nutre benevolenza verso gli altri si sente fratello di tutti gli uomini.
L'esaltazione di questi principi era presente nella tua coscienza, Fratello neofita, già prima di stasera; lo sappiamo, perché da tempo ti conosciamo, senza che tu conoscessi noi. Da stasera, però, essi devono inesorabilmente rappresentare il tuo - ma anche nostro - punto di riferimento: l'elemento discriminante tra il bene ed il male, il giusto e l'ingiusto, il bello ed il brutto, la forza e la debolezza, la sapienza e l'ignoranza.
L'esaltazione di questi principi, insomma, è il tuo fondamentale impegno, ma anche il fondamentale impegno collettivo che muove e motiva la volontà universale della Libera Muratoria, superando distinzioni e diversità che pur permarranno senza però rappresentare limitazione alcuna, in forza della Tolleranza, intesa pure quale strumento e metodo di lavoro del Libero Muratore, il quale però - se è appunto tenuto alla tolleranza - mai può prestare infingarda acquiescenza all'ingiustizia, alla violenza, al sopruso, alla manipolazione delle coscienze, all'inganno, alla tirannide.
Massoneria, a parte questi concetti essenziali, è qualcosa di ineffabile o comunque non sinteticamente rappresentabile, che mai finiremo di imparare a conoscere, costruire ed affinare, in un diuturno lavoro al servizio dell'Umanità. Allora, può forse riuscire più agevole dare ulteriori contenuti al concetto di Massoneria, escludendo ciò che essa non è.
La Massoneria, dunque, certamente non è un'associazione pseudo-politica o di mutuo soccorso, né una sorta di chiesa, né tampoco una setta di congiurati o una società segreta. E non si confonda la riservatezza rigorosa dei nostri lavori esoterici (cioè, appunto, riservati agli iniziati) col segreto dei cospiratori; né si creda che la riservatezza stessa coincida col segreto massonico, che è invece il segreto iniziatico di essere uomini, meglio, Umanità, protesa, col raziocinio, all'inesauribile ricerca del vero e del giusto.
Pur essendo questo il nostro fine supremo, non costituiamo un ente filantropico, bensì un'entità, incomparabile con le altre, che tale vuole essere e restare, non per vanagloria, ma solo per consapevolezza della propria incontestabile diversità.
Inoltre, nessuno esiti in tale affermazione, la Massoneria certamente non è quello che taluni vorrebbero o avrebbero voluto far credere, profittando delle scelleratezze di alcuni sciagurati fuorviati o di millantatori burattinai... e profittando anche - come negarlo? - di alcune nostre esitazioni, titubanze e talvolta appunto acquiscenze nei confronti di chi mai avrebbe dovuto far parte del libero ed universale consorzio massonico e da esso avrebbe dovuto essere tempestivamente bandito.
E nostro diritto pretendere, e far valere, distinzioni, e reagire nei confronti di chi getta discredito sulla nostra coscienza di uomini giusti; è inoltre il nostro preciso dovere anche rimuovere, al nostro interno, ogni benché minimo e residuo motivo che possa, da chicchessia, essere, sia pure pretestuosamente, utilizzato per sferrare attacchi contro l'Istituzione massonica: un'Istituzione che non è solo esclusivamente nostra, ma appartiene all'Umanità tutta e quindi esula dalla nostra disponibilità.
Siamo fieri della rinnovata opera di levigazione intrapresa all'interno della nostra Comunione; ma siffatto nostro lavoro non può ancora appagarci e dobbiamo quindi intensificare il già fervido impegno necessario a restituire pieno nitore all'immagine della Massoneria. Immagine che deve sempre e soltanto riflettere la natura essenziale dell'universalità; ossia essere l'unica Comunione, costituita da uomini, i quali - al di sopra di ogni eventuale distinzione - universalmente hanno riconosciuto, riconoscono e riconosceranno, nell'essere liberi e di buoni costumi, il cemento che unifica i loro sforzi protesi al raggiungimento del bene della Umanità.
A quest'opera di levigazione individuale e collettiva, in siffatta universalità, sei chiamato a dedicarti al nostro fianco, Fratello Neofita; sappiamo - proprio perché ti conosciamo - di poter, su di te, fare affidamento. La scelta da te compiuta rende onore alla tua determinazione e ci rinsalda nel percorrere l'arduo cammino che ci attende; l'hai operata con disinteresse e spirito di sacrificio per il comune perfezionamento, impegnandoti sul tuo onore di uomo libero e di buoni costumi, come ti sei qualificato - e come sappiamo tu essere - quando hai bussato alla porta del Tempio con l'incertezza del profano sì, ma non con la protervia di chi postula meschine opportunità, che in ogni caso, fra noi e con noi, nessuno può trovare.
Per queste tue caratteristiche morali e per la tua e nostra umile e forte comune volontà di migliorarci interiormente, la Libera Muratoria ti accoglie. Sarai tu, con tutti noi, con l'individuale comportamento, a rappresentare nella società profana, modello ed esempio di irreprensibile condotta. Non indugiare a concepire l'idea, apparentemente suggestiva, che la Massoneria in quanto tale debba prefiggersi interventi nella società civile: l'Istituzione ha solo fini esoterici, mentre resta, a ciascuno di noi, affidato il compito di essere individuale punto di riferimento per la profanità; cioè per il mondo essoterico. Con questa raccomandazione sei accolto nella Comunione Universale, per il tramite di questa Loggia, a nome della quale ti ringrazio, Fratello mio, dandoti il benvenuto ed augurandoti un lavoro duro ma proficuo.

 

 

 

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