I sigilli lapidari si ritrovano nella catena plurimillenaria della trasmissione dei procedimenti e riti corporativi dei massoni e tagliatori di pietre; monogrammi o segni geometrici, più o meno complicati, si trovano sulle pietre di certi monumenti antichi e sulla maggior parte degli edifici romanici e gotici.

DIDRON ne fece, nel 1836, oggetto di un rapporto a GUIOT dopo il suo viaggio nel centro ed il sud della Francia.

CHOISY e RZIHA li menzionano a Pompei e sul Palatino ed in un gran numero di siti Diocleziani (Split)

L’architetto Austriaco RZIHA ha rilevato in Europa 9.000 di questi segni lapidari e ne fornisce una chiave matematica e logica.

Certi documenti della Deutsche Banhütte indicano nel questionario per i candidati apprendisti al secondo grado: “quale è stato il primo matrimonio onorabile? (ossia costruito conformemente ai riti della Banhütte). La risposta deve essere . “il Duomo di Magleburgh, edificato sotto Carlo II nel 876”

La costituzione nel Sacro-Impero della potente Banhütte comprende la Federazione delle logge di Tagliatori di Pietre, annessa alle 4 gran Logge di Strasburgo, Colonia, Vienna e Berna (rimpiazzata nel XVI° secolo da quella di Zurigo).

Il primo Obermeister di tutte le Logge del Sacro-Impero fu, secondo la tradizione, ERWIN de Steinbach, architetto del duomo di Strasburgo, la loggia di Strasburgo essendo stata ricostruita nel 1275 da Rodolfo di Halesburgh, poi nel 1278 dal Papa Nicola II.

 

 

La prima opera “moderna” sulla storia e la tradizione della Deutsches Banhütte è dell’Abate Granider, canonico della cattedrale di Strasburgo che pubblicherà nel 1782 il suo “Trattato storico e topografico sulla cattedrale di Strasburgo”, testo prezioso poiché scritto prima della perdita e dispersione di molti documenti a causa della rivoluzione.

L’opera fondamentale sull’argomento è quella dell’architetto viennese RZIHA, pubblicata a Vienna nel 1883: “Studien über Steinmetz-Zeichen” incentrato su una statistica di “segni” raccolti su 9.000 marchi, di cui 1.000 sono riprodotti nel suo libro, egli può concludere che tutti, senza eccezione, sono composti su una di quattro griglie o “matrici” tipo; ciascuna delle matrici essendo uno dei diagrammi corrispondenti ai segni lapidari conferiti da ciascuna delle 4 logge affiliate alla Banhütte.

Ecco le specifiche di dette griglie, inscritta ciascuna all’interno di un cerchio guida:

 

  1. quadratura

  2. triangolazione

  3. quadrifoglio (“Vierpass”)

  4. rosone a tre lobi (“Dreipass”)

 

1.       Quadratura – ottenuta con la partizione ortogonale ed obliqua (a metà delle diagonali), di due quadrati sovrapposti a 45° (costituenti uno pseudo-ottagono a stella), inscritti nel cerchio guida; ciascun quadrato è diviso in 64 piccoli riquadri di cui le diagonali formano perciò parte del reticolo della matrice completa [1] :

E’ il centro del cerchio guida che è naturalmente, in questa matrice come nelle altre, il centro di simmetria.

Il segno di tipo “quadratura” era stato dato esclusivamente ai tagliatori di pietra ricevuti maestri nei territori dipendenti dalla loggia Suprema e dalle logge a lei annesse.


Triangolazione – ottenuta tramite la partizione in un reticolato triangolare composto di due triangoli equilateri sovrapposti, “spalla a spalla” (in forma di esagramma) inscritti nel cerchio guida. [2]

Una variante molto rara di questa griglia triangolare, e che l’ingloba, è ottenuta facendo rotare di 20° ed a due riprese consecutive, attorno al centro del cerchio guida, la griglia II. M. RZIHA non ha trovato che un esempio di applicazione di questa griglia II; e questa nel segno lapidario del Maestro  della cattedra di Saint-Etienne di Vienna. M. G. BALS ne ha trovato un altro esemplare in una chiesa in Moldavia (Reuseni). I segni di tipo Triangolazione erano conferiti dalle Logge dipendenti dalla Gran Loggia di Colonia.

 

Quadrifoglio – Sulla matrice n°1 (Quadratura) vengono tracciati i cerchi circoscritti in ciascun quadrato interni risultanti dalle differenti operazioni di partizione. Dei cerchi di Ø R, R/2 e R/4 (ove R + è il raggio del cerchio guida circoscritto al quadrato principale) sono sufficienti per ottenere questa matrice. Le varianti di questo tipo erano conferite unicamente dalle logge che dipendevano dalla Gran Loggia di Vienna.

 

Rosone a tre lobi – Sulla matrice n°2 (Triangolazione) sono tracciati dei cerchi circoscritti a tutti i triangoli interni. I segni lapidari, derivati da questa matrice, venivano conferiti dalla Gran Loggia di Berna e da quella di Boemia (Praga). (La regola non era così esclusiva, in assoluto, come per le tre matrici precedenti). Non è necessario sempre tracciare la griglia completa; per esempio, per la “quadratura”, talvolta non si segue la rotazione di 45° (con la sovrapposizione dei due diagrammi); sovente è sufficiente anche la divisione in 4 o 16 piccoli quadrati  (al posto di 64).

 

Una constatazione interessante, fatta da M. RZHIA, è che non solamente i segni lapidari romani e gotici, che sono molto numerosi, ma anche i segni antichi (salvo quelli composti da sole iniziali o di monogrammi non geometrici) e bizantini (come i monogrammi complessi di Santa Sofia) possono essere tutti sovrapposti ad uno dei quattro tipi di matrice qui indicati. RZHIA rimarca inoltre che i segni di epoca romana, indipendentemente dalla loro provenienza, si sovrappongono generalmente sulle matrici di 3° e 4° tipo, (quelle che contengono degli archi di cerchio) ed i segni bizantini sono in chiave di “Quadrifoglio” manifestando una affinità ai segni romani.

 

Si incontrano talvolta a Ratisbona, per esempio, delle pietre collettive o “Sammelsteine”, su cui sono incise i segni di un gran numero di compagni e di maestri (vedasi anche Praga, Vienna e Strasburgo).

Negli archivi della Biblioteca dell’Accademia delle Belle Arti di Vienna si trovano, tra l’altro progetti provenienti dalla Banhütte di Saint-Etienne, due progetti di volte sui quali, accanto a ciascuna chiave di volta, è segnato con inchiostro rosso un segno diverso : sono quelli dei maestri o compagni incaricati di tagliare le pietre corrispondenti.

 

Tra i segni lapidari romani, si devono citare:

a)    Una pietra al museo di Napoli contenente 4 segni geometrici; situato ciascuno su un quarto di svastica; uno tra questi pare essere il triangolo isoscele del pentalfa = 36° scomposto in un piccolo triangolo assimilabile al suo gnomon.

b)    La firma lapidaria di una lastra di marmo della Roma Antica, al Campidoglio : esagono con tutti i raggi fuoriuscenti dal centro diretti alla testa di sei piccole nocciole esagonali.

 

I diagrammi di queste griglie contengono tutte le “Steinmetzgrund” della rete fondamentale. Se si aggiunge a queste 4 griglie un quinto diagramma non rivelato dai segni lapidari e costituito da due pentagrammi come poligoni guida, si otterranno tutti i tracciati utilizzati nell’architettura gotica. Questa quinta griglia costituente potrebbe essere il “Grande arcano” dei costruttori accessibile solamente ai “maestri”.

3 Segni pentagrammatici individuati da RHZIA nel palazzo di Diocleziano, al Duomo di Ratisbona e a Santo Stefano di Vienna sono pseudo-pentagrammi ottenuti sopprimendo un vertice dell’esagono e collegando gli altri cinque tra loro.

 

La menzione più antica dei segni lapidari della Banhütte si trova nella Hüttenordnung (Ordine della Loggi) di Rochlitz del 1462 (di cui esiste ancora l’originale) che si riferisce alla Conferenza (“Hohe Morgensprache”) di Torgan; questo documento parla dei segni lapidari (“Zeichen”) conferiti dal Maestro ai Compagni a seguito della recita di una tegolatura nell’ambito di una cerimonia solenne. Emerge in maniera chiara, come da questo documento, anche dall’Ordinanza di Båle del 1563 (altro documento ufficiale che li menziona) che questi segni sono strettamente personali e che i compagni non hanno ne il diritto di modificarli ne, tantomeno di passarli a qualcun altro.

Esempio: Nella disputa tra le Logge di Magdeburgh e di Annaberg (riduzione da 5 a 4 anni di apprendistato), il Maestro di Annaberg, Jaques de SCWEINFURTH, fu minacciato, a valle di un congresso di maestri riuniti nel Mercato coperto sotto la presidenza del Gran Maestro Supremo Hans HAMMER di Strasburgh, di avere il suo segno inciso sulla “tavola di fellonia” (Schelmentafel). Tale sanzione fu effettivamente attuata nel 1718 da parte della Gran Loggia di Strasburgo sotto la presidenza di Michael ERLACHER contro due maestri tagliatori di pietre ed un compagno, di Rattisbona e Kelheim.

 

Il documento più antico relativo alla Banhütte è l’ordinanza (“Hüttenordnung”) del 22 Ottobre 1397 che inizia com’esegue:

“Hic incipiunt constitutiones artis Geometriae… "

Tale atto menziona i “Quatur Corinati” come patroni della confraternita dei tagliatori di pietre e massoni (San Castore, Symphorien, Claudio, Nicostrate, architetti o maestri massoni martiri sotto Diocleziano). Essi sono rappresentati sulla tomba del maestro tagliatore di pietre TENK (morto nel 1513 a stayer) che si trova nella chiesa San Michele a Firenze.

 

Gli altri atti autentici che menzionano la Banhütte identificati entro i limiti del Sacro Impero Germanico sono:

i tre documenti viennesi del 1412, 1430 e 1435, oltre alla grande Ordinanza di Strasburgo del 1459 nella quale si trova citata la suddivisione di tutte le logge nelle quattro zone (“Hittengane”) sotto la sovranità della Gran Loggia Suprema di Strasburgo (con Josse DOTZINGER di WORMS come maestro d’opera), ed un certo numero di ordinanze e verbali di congressi datati da Ratisbona (1514, 1555, 1559, 1616).

 

I privilegi della Banhütte sono principalmente confermati dagli Imperatori Massimiliano e Carlo VI (1713).

 

Un documento stampato a Nurimberga nel 1517 traccia la vita dell’Imperatore Maximilian con il nome allegorico di WEISS KÜNIG e lo da come affiliato alla Banhütte. Il nome di questo scritto è Theur dank.

Una delle domande del Maestro al Re è : “Quali sono le tre principali fondamenta dell’Opera?”, il giovane Re risponde: “Piacere, Necessità e Forza”.

 

I NOBILISSIMI E GIUSTISSIMI RETICOLATI FONDAMENTALI

 

 

 

 

 

 

[1] La divisione di ciascun quadrato si fa tramite le seguenti operazioni indipendenti:

  • a) Divisione del quadrato grande in 4, 16 o 64 piccoli riquadri uguali (con la suddivisione di ciascun lato del quadrato in 2, 4 o 8 parti)

  • b) Tracciare un quadrato inscritto nel quadrato principale unendo i punti centrali dei lati di codesto, poi con l’inscrizione di un terzo quadrato all’interno del secondo seguendo lo stesso procedimento.

  • c) Si possono tirare tutte le diagonali dei quadrati ottenuti da a e b (molte di queste diagonali risultano già dalle traccie dalle operazioni a e b e soprattutto dall’operazione d)

  • d) La griglia ottenuta da a, b e c è duplicata e rotata di 45° attorno al centro del cerchio; è la sovrapposizione delle due tracce che forma la griglia o matrice tipo finale.

[2] La partizione del triangolo equilatero si ottiene attraverso le seguenti operazioni indipendenti:

  • a) Divisione del triangolo principale in 9 triangoli equilateri interni (suddividendo ogni lato in 3 parti)

  • b) Tracciando un triangolo inscritto nel triangolo principale unendo i centri dei suoi lati; dopodiché iscrizione di un terzo triangolo all’interno del secondo seguendo lo stesso procedimento.