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Lo
Gnosticismo
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Il termine
greco «GNOSIS» letteralmente significa cognizione o conoscenza,
ma ha sempre avuto lo speciale significato di «conoscenza delle
più alte verità», come indica lo Schenkl.
È con questo termine infatti che le scuole filosofiche del
periodo ellenistico tecnicamente definivano l'oggetto delle loro
ricerche. E non si tratta di un sapere qualsiasi. Questa sacra e
spirituale conoscenza (la Gupta Vidya degli Indù) si può
ottenere soltanto con l'iniziazione nei misteri spirituali, di
cui erano un tipo i «Misteri» cerimoniali dell'antichità
classica.
La «gnôsis», appannaggio degli iniziati, si contrappone alla
volgare «pistis» (fede, credenza) dei semplici fedeli di una
qualsivoglia religione.
«Pochi sono coloro che possiedono tale conoscenza; uno tra
mille, due tra diecimila», dice Basilide, uno dei Maestri della
Gnosi cristiana.
La GNOSI è la conoscenza totale, incommensurabilmente superiore
alla fede ed alla ragione. La Gnosi é la sorgente di tutte le
religioni, è il loro primordiale fondamento. In tutte le
religioni si trova infatti l'idea di una liberazione metafisica
dell'uomo attraverso la Gnosi, cioè attraverso la «conoscenza
integrale»; vi è infatti una stupenda universalità di certi
simboli e di certi miti, da cui deriva la logica postulazione di
una comune origine dei differenti esoterismi religiosi, che
necessariamente si esprimono attraverso l'intermediario delle
grandi religioni exoteriche di cui costituiscono il cuore.
La Gnosi permette all'uomo - svelandogli il mistero che
racchiude la sua origine ed il suo destino - di comprendere il
significato di tutte le cose. Pitagora la definiva "la
conoscenza delle cose che sono", e la spiegava soltanto ai suoi
discepoli più devoti, a quelli cioè che erano capaci di
assimilare questo alimento spirituale raffinato e sentirsene
soddisfatti, impegnandoli a mantenere il silenzio ed il segreto.
La Gnosi è infatti una conoscenza esoterica, in tutti i sensi
del termine. É esoterica in quanto definisce la conoscenza
interiore delle cose, ed è esoterica dal punto di vista della
segretezza della comunicazione, in quanto come disse Gesù il
Cristo «non gettate le nostre perle ai porci perché non le
calpestino coi piedi e, rivoltandosi, vi sbranino» Mt. 6,7.
La gnosi completa
conferisce infatti delle conoscenze reali delle cose e dei
poteri, sommamente pericolosi in mano a colui che non sia
moralmente elevatissimo.
Nella tradizione occidentale, il termine GNOSI definisce
particolarmente il corpo delle dottrine esoteriche cristiane,
che fu patrimonio del Cristianesimo nei primi secoli, quelli
pre-costantiniani, e che poi venne rinnegato dalla Chiesa, ormai
temporalizzata, accusato di eresia ed ampiamente diffamato,
secondo i consueti canoni degli autoritarismi.
La Gnosi cristiana, elaboratasi nel vivace ed ecclettico periodo
ellenistico, ponte tra due ere, presenta delle caratteristiche
particolari.
La Gnosi cristiana o Gnosticismo, come è pure chiamata, è una
proliferazione di dottrine che s'ispirano alla Cabala giudaica,
al neo platonismo, alle dottrine egiziane, a quelle babilonesi e
caldaiche, all'ermetismo ed infine alle filosofie indiane.
Lo Gnosticismo appare quindi come un tipo particolarmente
speciale di religiosità, che é come una sintesi d'aspirazioni
«orientali» ed «occidentali»; è consueta l'opposizione tra
l'Oriente «metafisico» che aspira alla liberazione e l'Occidente
«religioso» che aspira alla salvezza; lo gnosticismo assicura
precisamente una specie di legame, di ponte tra le religioni a
forma «sentimentale» personale e le religioni dette
«metafisiche», impersonali.
Lo gnostico, infatti, parte da una esperienza tutta soggettiva
per elevarsi, suo tramite, alla ricerca di una illuminazione
salvatrice.
«La Gnosi - scrive il Puech - é una esperienza interiore,
destinata a diventare stato inammissibile» (dal latino
inamissibilis, cioè che non può essere perduto), per il cui
mezzo, nel corso di una illuminazione che è rigenerazione e
divinizzazione, l'uomo rientra in possesso della verità,
riprende memoria e coscienza di se, cioè nel contempo, della sua
origine e della sua natura autentica; attraverso questo egli si
conosce o si riconosce in Dio, conosce Dio e si manifesta a sé
stesso come emanato da Dio e straniero al mondo, acquisendo
così, col possesso del suo «io» e della sua vera condizione, la
spiegazione del suo destino e la certezza definitiva della sua
salvezza, scoprendosi come essere - di diritto e per tutta
l'eternità - salvato».
Lo gnostico considera il suo corpo come la «prigione» dove «io»
autentico é stato confinato.
Per la gnosi, infatti, l'anima, la parte superiore dell'uomo, é
sempre una particella luminosa tolta alla divinità ed
imprigionata quaggiù; vi é all'origine una discesa, una caduta
della Luce.
Il problema per lo gnostico é di sapere come la sua anima - che
è una scintilla divina smarrita in queste bassure - potrà
tornare alle regioni superiori da dove è caduta. Inoltre, e
questo aumenta ancora l'angoscia dello gnostico, l'anima passa
in perpetuo da prigione a prigione, cioè è sottomessa ad un
incessante ciclo di reincarnazioni.
L'angoscia dello gnostico di fronte all'imprigionamento della
sua anima da parte della materia, ha dato nascita a dei miti
particolari: le avventure di entità metafisiche riflettono il
destino, le successive situazioni dell'«io» umano; l'anima o
l'animus - per usare il linguaggio dello Jung - si proietta in
archetipi mitologici che possono prendere delle forme mascoline
o femminili.
I miti gnostici dove compare una entità femminile possono essere
considerati come forme diversi di uno stesso archetipo: la
«grande Madre». Di questi miti, i due più conosciuti sono quello
d'Elena nella gnosi di
Simon Mago
e quello di SOFIA degli
gnostici
valentiniani e dei loro eredi dei testi copti.
appunto mediante l'atto della conoscenza, che l'uomo riconosce
la sua origine primordiale ed in tal modo si salva. Facendo
questo lo gnostico giunge alla conoscenza suprema: «La
conoscenza dell'uomo è l'inizio della perfezione, la conoscenza
di Dio ne è il compimento», dice un frammento gnostico citato da
Ippolito. Lo gnostico ritrova il suo vero io e prende per ciò
stesso coscienza della gloriosa condizione divina, che é stata
la sua in un immemorabile passato. «Così lo gnostico perverrà
alla capitale constatazione: io sono «al» mondo, ma io non sono
«del» mondo. E, da questo punto di vista, il mondo e l'esistenza
nel mondo appariranno cattivi perché sono un miscuglio violento
ed anormale di due nature o di due modi di essere contrari ed
inconciliabili, dalle rispettive esigenze antagoniste», precisa
il Puech.
Teoria generale dello gnosticismo è che l'Universo é il
risultato della «Emanazione» dal Primo, Indefinibile, Principio;
essa, produce successivamente delle Entità minori per poi
giungere attraverso passaggi successivi alla materia
assoggettata al Male. Ma attenzione bene, la Materia fisica è
esotericamente «male» in quanto é limitazione e separazione. E
questo è un concetto basilare per comprendere esotericamente i
significati veri delle varie mitologie e delle diverse
religioni.
Da quanto abbiamo detto deriva che il «mondo inferiore» non é
l'opera diretta di Dio, intendendo con questo termine
l'Assoluto, ma bensì di una entità manifestatasi mediante il
processo dell'emanazione: il «Demiurgo».
La maggior parte degli gnostici cristiani identifica il Demiurgo
- responsabile della creazione del mondo visibile e
dell'imprigionamento delle anime nella carne - con il Dio dei
Giudei: infatti la Divinità suprema inconoscibile non deve
essere confusa con il Dio inferiore dell'Antico Testamento. Lo
gnostico valentiniano Tolomeo scrive: «Perché se questa Legge
(quella di Mosè) non è stata istituita dal Dio perfetto in sé
stesso, né dal diavolo, questo legislatore deve essere un terzo.
È il Demiurgo, il creatore del mondo intiero e di tutto ciò che
vi é contenuto. Esso è differente rispetto alle altre due
essenze, intermediario tra le stesse: così a giusto titolo gli
si può dare il nome di Intermediario. Nella gnosi si ritrova
sempre l'idea che il mondo non é stato creato dal vero Dio, ma
da una potenza inferiore. Da qui ne deriva il concetto
propriamente gnostico di opposizione, non fra il divino ed il
materiale, ma fra il mondo e Dio, tra la Luce e le tenebre, tra
il superiore e l'inferiore. L'uomo partecipa contemporaneamente
al mondo inferiore ed alla natura superiore; esso é una
scintilla luminosa imprigionata nella carne.
La gnosi cristiana stabilisce un brutale taglio tra due ordini
di realtà: di fronte alla realtà sensibile, dominio della
degenerazione, lo gnostico pone un mondo «diverso», «nuovo»,
«straniero».
sconosciuto», «invisibile»; alla sfera del corporeo, della
divisione, del tempo, della deficienza, della morte,
dell'ignoranza, del male, delle tenebre si oppone la sfera
dell'incorporeo, dell'unità dell'eternità, della pienezza, della
vita, della conoscenza, del bene, della luce.
Gli gnostici si qualificano volentieri come stranieri
(allogeni), volendo con ciò significare che essi formano una
razza particolare, separata dagli altri uomini perché partecipa
al mondo superiore, luminoso. Ma il male non è solamente
separazione; é anche miscuglio di due nature opposte.
L'intuizione gnostica originale é quella dell'opposizione
radicale di due mondi - quello di ciò che é in alto e quello di
ciò che é in basso - totalmente separati, scissi l'uno
dall'altro. Ma questa dualità si traduce in realtà in un
miscuglio anormale di due nature antagoniste (la luce e le
tenebre, lo spirito e la carne ...), in un miscuglio di due modi
d'essere del tutto incompatibili.
Ma non è soltanto la carne che ci imprigiona; vi è tutta una
serie di determinismi psicologici che non sono sempre di natura
corporale. Ad esempio Basilide considera che le cattive tendenze
degli uomini sono spesso conseguenze di errori commessi nelle
vite anteriori. Questo concetto e quello della reincarnazione
sono diffusissimi tra gli gnostici: «La tua anima - diceva un
Cataro al testimonio di un processo dell'inquisizione - è stata
già in cento e più corpi». L'anima erra nelle sinuosità del
«labirinto» che é il mondo, residenza del male, dice un salmo
dei Naasseni.
La gnosi - simbolizzata da un fuoco illuminatore e generatore -
strappa l'anima dell'eletto dal profondo sonno in cui é immersa:
da qui l'impiego di metodi di addestramento spirituale destinati
a generare degli speciali stati di coscienza e di
sopra-coscienza. Pertanto la Gnosi é - una volta che sia
raggiunta - una conoscenza totale, immediata, che l'individuo
possiede per intero o niente affatto, é la conoscenza in se,
assoluta, che abbraccia l'Uomo, il Cosmo e la Divinità.
Ed é solamente attraverso questa conoscenza - e non mediante la
fede o le opere - che l'individuo può essere salvato: qualunque
siano i tratti caratteristici del gnosticismo come filosofia
religiosa, è questo il principio essenziale della gnosi; é
proprio attraverso questo suo carattere di esperienza vissuta
che la gnosi manifesta la sua vera 'originalità.
Secondo gli gnostici esistono due grandi razze di uomini: quelli
che si salvano, e quelli che sono immersi nell'ignoranza. Solo
gli «spirituali», dotati di una parentela naturale col mondo
superiore, possono - alla loro morte - oltrepassare tutti i
compartimenti del mondo invisibile, aver libero passaggio
attraverso tutti i «veli» e tutte le «porte». Ma i «materiali»,
gli «ilici» hanno una così profonda affinità col mondo tenebroso
che non ne possono uscire.
Gli spirituali o «pneumatici» (dal greco pneuma, spirito)
possiedono in sé stessi una scintilla luminosa venuta dall'alto;
essi sono necessariamente salvati, l'elemento spirituale che é
in loro deve forzatamente rimontare verso la sua celeste
origine.
Fra gli pneumatici o spirituali, destinati a divenire angeli,
arcangeli, dei, re nel mondo trascendente - e gli ilici - che
non possono per principio essere salvati essendo radicati alla
materia,
certi gnostici (ad esempio i valentiniani) introducono una terza
classe di uomini, gli «psichici», presso i quali domina il
principio intermediario: dotati di libero arbitro, essi
pervengono alla salvezza praticando la giustizia.
Ma qui é un punto da sottolineare. Questa sorta di
predestinazione non è assoluta; essa é relativa all'incarnazione
in atto ad un determinato momento. Infatti gli «ilici» non
possono salvarsi in quella incarnazione; e niente impedisce che
un «ilico» non si trasformi in un «psichico» e successivamente
in un «pneumatico» in una esistenza terrestre ulteriore.
La convinzione nel fatto della reincarnazione esisteva
praticamente in tutti gli gnostici.
È questo uno dei miti più caratteristici della gnosi, l'ascesa
dell'anima attraverso le sfere planetarie: sotto diverse forme,
lo gnosticismo sviluppa il tema dell'ascensione dell'uomo
illuminato verso la sua patria originaria. Lo gnostico é sempre
un uomo che desidera sfuggire alla fatalità di questo basso
mondo e riconquistare la luminosa condizione in cui si trovava
prima della caduta. La Gnosi é reminiscenza della sua natura
primordiale. Ed è mediante la Gnosi, mediante la Conoscenza
delle più alte verità, che l'Uomo si fa strada, attraverso i
mondi inferiori, fino al Regno della Luce, fino alla Divinità
suprema.
«Se, essendo fatto di vita e di luce, sai d'esserne fatto,
allora ritornerai alla vita ed alla luce...» dice nel Pimandro,
Ermete Trismegisto.
Il documento che presentiamo ai nostri graditi Ospiti è opera d'ingegno
del carissimo
Fratello UGO POLI.
Il
contenuto non esplicita necessariamente il punto di vista della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto.
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UGO POLI
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