[...] Direi che dovremmo pensare all'uomo comune... a conoscere noi stessi che siamo fatti di luce e di tenebre... forse in parti uguali e che come, in questo periodo dell'equinozio, la luce tende a crescere, così la nostra volontà tende a far predominare in noi, formalmente iniziati, la Virtù sul Vizio, la Ragione sull'Istinto o sulla Fede... insomma la Luce sulle Tenebre.
Problema formidabile, di base, che tutti si sono posti, che il lapidario «Nosce te ipsum» fa presente nella sua immensità!

Il documento che segue è stato rinvenuto negli archivi del Maestro Ermete, senza autore, una sola data, Giugno 1976 ed una dedica "All'amico maestro e caro Mosca" ( Ivan Mosca) seguita da una sigla, che però non ci consente di individuare il Fratello e ci obbliga ad un forzato anonimato, ce ne scusiamo con l'autore a cui non possiamo non pensare con un senso di profonda gratitudine.

Il documento è opera d'ingegno dell'anonimo Fratello ed il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto. 

© Montesion

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Risp.mi MM:.VV:. e Car.mi FFr:. tutti, la Tavola che presentai in occasione della festa del 24 giugno, del Precursore, per il solstizio d'estate, si collega in certo modo con questa, che avviene quasi all'equinozio di primavera, due dei quattro punti che determinano il percorso apparente del Sole nei dodici segni dello zodiaco.
Ma mentre prima eravamo nel momento in cui la luce raggiunge il suo massimo e commemorammo la comparsa di due grandi iniziati: Giovanni Battista e Gesù... adesso... direi che dovremmo pensare all'uomo comune... a conoscere noi stessi che siamo fatti di luce e di tenebre... forse in parti uguali e che come, in questo periodo dell'equinozio, la luce tende a crescere, così la nostra volontà tende a far predominare in noi, formalmente iniziati, la Virtù sul Vizio, la Ragione sull'Istinto o sulla Fede... insomma la Luce sulle Tenebre.
Problema formidabile, di base, che tutti si sono posti, che il lapidario «NOSCE TE IPSUM» fa presente nella sua immensità!
Proporlo... pensarci... in questa Sede, non è per risolverlo, ma solo per meditarci un po', per il breve tempo che mi è concesso, nella speranza che la forza della catena d'amore che ci unisce possa aiutarci a intuire questo «segreto-mistero», che ognuno deve conquistare da solo.
Certo molto è stato scritto o detto, a questo proposito, sia nell'antichità che nel mondo presente, da filosofi, da politici, da scienziati o da religiosi e... alternativamente è stato presentato nel bene e nel male, come fenomeno sporadico che dura un istante o come partecipe di un'eternità.
E l'Umanità è stata sempre divisa in due fazioni. Una che possiamo definire la quasi totalità, specialmente oggi, che ritiene degno di considerazione solo ciò che serve a raggiungere la ricchezza o la notorietà e il potere e l'altra, una minoranza, una élite, che ha capito, o intuisce, che i brevi istanti che può vivere un uomo sulla terra, da soli, come fenomeno a se stante, non hanno significato.
Il progresso tecnico e scientifico iniziato al principio dell'era moderna e quasi tutto rivolto a utilizzare ciò che esiste per il piacere del vivente, ha sempre più diviso il modo di pensare dell'Umanità, che prima tradizione e religione potevano fino a un certo punto avvicinare e unire; ora una mezza scienza e una cultura programmata ad arte, ha demolito queste ancestrali strutture della mente, ci ha lasciato solo rovine di ciò che ha distrutto e queste masse, oggi, sono pietre slegate una dall'altra che hanno perduto la visione del Tempio che debbono formare e sono convinte che ognuna sia fine a se stessa.

Ecco in un mondo come questo, mi sembra logico che da una parte cresca l'arbitrio, la violenza per la conquista della ricchezza e del potere e dall'altra il desiderio di riesaminare la nostra conoscenza per vedere se non abbiamo dimenticato qualcosa, nella nostra struttura, che se anche imponderabile ai fisici, non sia quello che serve a valutare noi stessi.
Ed è di questi tempi un rifiorire di opere, riviste e conferenze su ciò che in tempi successivi si è chiamato necromanzia, stregoneria, spiritismo, metapsichica e infine parapsicologia, tutto a riprova della insoddisfazione della civiltà del consumismo e della ricerca di quel «quid» che dia senso alla vita.
Forse è questa «l'Età dell'acquario», l'epoca nella quale gli uomini si riavvicineranno e formeranno una razza diversa (settima razza secondo la Teosofia) Epoca effetto di quella che l'ha preceduta, o età dell'Ariete, giacché non c'è effetto senza causa.
Certamente la rapidità con la quale si sono seguite le scoperte e le invenzioni, specialmente durante gli ultimi due o tre secoli, ha creato una «sapienza» nuova, gloriosa delle prime e trionfante delle seconde, per le comodità e le dolcezze che apportava alla vita dell'uomo sul pianeta Terra, una «Sapienza» che si è infatuata di se stessa e ha dimenticato, anzi negato, tutto ciò che non poteva pesare o misurare con i precisi strumenti che aveva creato, che non poteva permettere l'esistenza di una verità al di fuori di essa, forse al di sopra, senza che questi «nuovi sapienti» non si sentissero umiliati di non possedere«tutta la verità», come i giovani spesso pretendono.
Ma il tempo corregge, nel suo fluire, o trasforma, tutto ciò che non è universale o infinito, ha cancellato gli enormi rettili dell'Era mesozoica che, per più di 130 milioni di anni, hanno dominato il pianeta, così come civiltà e imperi che sembravano incrollabili.
Certamente le teorie basate sui nostri cinque sensi e già esistenti anche in passato, hanno assunto nel periodo che va dal '700 ad oggi, non solo un risveglio, ma si sono moltiplicate nella forma e nel numero degli aderenti.
La negazione di ogni trascendenza e di ogni tradizione, in esse implicito, liberatrici, come sono, di ogni azione Karmica futura, permettono il soddisfacimento di ogni più basso istinto egoistico, purché sia fatto in modo da non incorrere nelle leggi del paese in quel momento in vigore o che si abbiano coperture di protezione sufficienti.
Ma molte di queste teorie sono già state cambiate, anche quelle che sembravano più sicure, perché controllate con precisi strumenti, di peso e misura, ossia quelle sulla costituzione della materia e dell'Universo.
La materia, così solida sotto l'aspetto di una roccia o più sfuggente sotto l'aspetto di un gas che uccide o che solleva un aerostato, i fisici, l'hanno a mano a mano assottigliata e scomposta in così minute particelle, orbitanti in spazi tanto enormi per loro, che le stesse scompaiono se non sono in movimento (elettroni) e questo movimento, questa energia è quello che è rimasto di tutti gli aspetti che i fisici per ora conoscono della materia.
Sembrerebbe di essere tornati ai concetti del Kibalyon e di Ermete, riservati ai soli iniziati ai misteri, che potevano intendere, per i quali l'Universo è mentale.


L’Ospite interessato può prendere visione del Kibalion nella sezione:
I Testi senza età


Pensate gli elettroni, costituenti la materia, esistono se sono in movimento altrimenti scompaiono!

Per quanto riguarda le teorie sull'Universo: Tre sono quelle che attualmente sono prese in considerazione seria perché rispondono alle osservazioni attuali.
Fino al 1928 le osservazioni mostravano che il cosmo esisteva in forma statica, non poteva essere concepito in esso né una espansione né una contrazione, in esso potevano esistere dei movimenti più o meno grandi ma in forma disordinata e non tutti diretti ad un unico fine. Furono le osservazioni di tre americani, iniziate intorno agli anni venti, che si conclusero nel '28 con la Legge di Hubble-Humanson, che diede origine allo studio moderno della cosmologia perché fino a quel momento la concezione di un Universo statico non aveva soluzioni possibili; tale legge dice che le galassie si allontanano con una velocità proporzionale alla loro distanza, che per quell'epoca era stata fissata a 500 Km/S/MPc e che ora più recenti studi di Sandage può far stimare di 50 Km/S/Mpc; accettando la validità della quale (né ci sono validi motivi per rifiutarla) si può stabilire che l'Universo 20 miliardi di anni fa era tutto condensato in una ristretta porzione di spazio che si è ampliato e si restringerà e ha creato la teoria nota con il nome di Big-Bang cioè di un Universo che a volta a voltasi contrae, e vedremo quanto, e si dilata fino a raggiungere dimensioni dalle quali saremmo ancora lontani perché la contrazione dovrebbe iniziare con questo modello dopo 31 miliardi di anni e l'intero ciclo durare circa 63 miliardi di anni.

Sui dati attuali il russo Friedmann ha elaborato a questo proposito tre modelli, introducendo nella formula una costante di integrazione K per la quale se essa fosse uguale a O, l'Universo giunto alla fase di espansione, cioè al momento attuale, rimarrebbe così all'infinito; se invece K fosse positiva la fase di espansione verrebbe superata e si avrebbe, successivamente, quella di contrazione; con la costante negativa la fase di espansione continuerebbe all'infinito; recenti ricerche tendono a fissare attorno alla unità tale costante K, in modo che è ragionevole pensare che essa sia positiva e che la contrazione segua al presente periodo di espansione,... ma se ci addentriamo nel calcolo per cercare di capire fino a che punto dovrebbe ridursi il volume dell'Universo o sfera di fuoco che a 100.000 anni di età era di circa 3.000 K e un secondo dopo il Big-Bang era di oltre 10 miliardi di gradi, ad un'età inferiore a 10 alla meno 43° potenza di secondo, cioè proprio una frazione di miliardesimo di secondo dopo lo scoppio, il raggio dell'universo doveva avere raggiunto una grandezza dell'ordine di 10 alla meno 33" potenza di centimetro, cioè meno delle dimensioni di una particella (elettrone o protone, ecc.)... e a questo punto tutto sfuma, come dice l'astronomo e matematico russo George Gamow in quel quid dove materia e energia svaniscono nell'inconoscibile.

Vedete FFr:. che anche con ciò torniamo alle antiche tradizioni iniziatiche per le quali l'Universo è una manifestazione periodica del Principio Unico ed Eterno che in Oriente viene chiamato Pralaya e Manvantara, la cui durata, da quanto riferisce lo stesso Gamow in un suo libro è espressa in una leggenda Indiana riportata da W.W.R. Ball in una sua opera che raccoglie le notizie sulla fine del mondo, che credo interessante riferirvi in breve e che dice:
Sotto la cupola del tempio di Benares, che rappresenta il centro del mondo, posa una lastra di ottone sulla quale sono infissi tre aghi di diamante dello spessore del corpo di un'ape, alti ciascuno un cubito (50 cm). Su uno di questi aghi, al momento della creazione, Dio collocò 64 dischi di purissimo oro, il più grande dei quali poggiava sulla lastra di ottone e gli altri, via via più piccoli, uno sull'altro fino alla punta dell'ago. Questa è la torre di Brama.

Giorno e notte, incessantemente, il prete di servizio sposta i dischi dall'uno all'altro ago di diamante, secondo la fissa e immutabile legge di Brama che richiede che il prete non debba muovere più di un disco alla volta e che debba infilare i dischi negli aghi in modo che non accada mai che un disco più piccolo stia sotto uno più grande. Quando tutti i 64 dischi saranno stati spostati dall'ago in cui Dio li pose al momento della creazione, la torre, il tempio e anche i bramini si ridurranno in cenere e in un lampo il mondo avrà fine.

Ora supponendo che i preti lavorino senza soste, giorno e notte e facciano una mossa al secondo, poiché un anno contiene 31.558.000 secondi, sarebbero necessari, per compiere il lavoro più di 58.000 miliardi di anni, cioè un numero di mosse pari a 2 alla 64° potenza.
Naturalmente questa è una leggenda che allunga considerevolmente i tempi calcolati secondo le cognizioni scientifiche attuali, se si prende alla lettera, ma i FFr:. sanno che spesso le leggende non sono molto facili a intendersi e forse il senso è che esista anche questa leggenda che termina in una fiammata in un tempo troppo lontano per la nostra immaginazione che non può seguire certi numeri, ma che ai fedeli di quel tempio dà un'idea exoterica di quello che i bramini credono e che intendono insegnare.

Con tutto ciò l'uomo moderno che segue il progresso e che pensa non può che concludere che sulle questioni che hanno interessato l'uomo fino dalla notte dei tempi ne sappiamo quanto prima perché le teorie che sembravano tanto solide, fondate sulla ricerca scientifica e sulla osservazione, se esaminate a fondo, si riaccostano in modo straordinario alla tradizione... e allora concludono che forse sono tutte sbagliate, divenendo scettici verso ogni speculazione che investa i problemi enunciati, che sono di fondo, e si cimentano nelle conquiste della tecnica che sono incontrovertibili e che in pochi decenni sono passate dalla macchina a vapore, che faceva 20 Km. l'ora con gran rumore di ferraglie e produzione di fumo, facendo temere che le velocità raggiungibili di 50 o 60 Km. orari producessero guasti all'organismo umano, alla costruzione di motori a scoppio, motori a reazione, macchine azionate da energia atomica e razzi che hanno raggiunto velocità di 39.000 Km. l'ora con carburanti di alta tecnologia... Epoca dei missili e dei viaggi spaziali, che fanno pensare che domani ci saranno viaggiatori del cielo perché siamo giunti alla Luna, ma forse dimentichiamo di tener conto delle nostre possibilità, legati come siamo in questo campo, in quanto costituiti di materia, alle leggi del tempo e dello spazio, alle reali nostre condizioni fisiche, che sotto questo aspetto sono negative se non interverranno fattori parapsicologici, che russi e americani stanno già studiando di scoprire per superare le barriere che ci limitano.

Certo la conquista della Luna, l'astro che ci illumina la notte e che ha fatto sognare innamorati e poeti, che ha dato origine a fantasie a non finire, ha una distanza da noi di 384.400 Km. (60 raggi terrestri) che la luce percorre in un secondo e 25 centesimi, che il nostro razzo ha percorso in 4 giorni circa.
Dette così, con questi numeri, Car.mi FFr:., queste cose sembrano forse troppo grandi, forse tanto grandi che è difficile immaginarle, non sono certo numeri, velocità, tempi e cose abituali e forse non cogliamo il loro vero valore a meno che non si usi un rapporto con cose comuni, come faceva l'astronomo Herschel per i suoi studenti di astronomia quando voleva dargli un'immagine più reale, ad esempio del nostro sistema solare, immagine che in questo caso serve anche a noi per renderci meglio conto di quello che abbiamo detto sopra.

Supponiamo perciò che il sole sia un lampione, come ce ne erano una volta, in mezzo a piazza G. Monaco, della grandezza di 6 decimetri. Il pianeta più prossimo: Mercurio, grande come un granello di senape, percorrerebbe la sua orbita a 57 m., girando proprio sulla periferia della piazza; il 2° Venere, grande come un pisello, a 108 m. di distanza, nel suo percorso passerebbe sopra l'incrocio di Via Garibaldi, a metà circa di via Roma, su via Eritrea e via Marconi; la Terra, sempre come un pisello un po' più grosso, 149 m., già ruoterebbe sopra la torretta del palazzo delle poste, quasi al di là del palazzo della Sip, agli estremi di piazza Risorgimento e attorno gli girerebbe un granellino di sabbia alla distanza di 39 cm., la Luna; Marte, grande come una testa di spillo, a 227 m., passerebbe sulla stazione, sopra il teatro Petrarca e S. Francesco; sopra l'Anfiteatro ruoterebbero dei granelli di sabbia fra i 330 e i 340 m., e sarebbero gli asteroidi: Cerere, Vesta, Pallade, Giunone, ecc...; Giove, il gigante dei pianeti, della grandezza di una piccola arancia, distante 780 m., passerebbe al di là della Fortezza, presso porta S. Clemente e nei vecchi quartieri periferici della città; Saturno, con i suoi mirabili anelli, grande come un mandarino, a 1500 m. (1 Km. e mezzo) circolerebbe fuori, sopra S. Maria sopra lo stadio al di là del villaggio Etruria; ma Urano, grande come una grossa ciliegia, distante 2868m. (quasi 3 Km.) circolerebbe già fuori della nostra zona urbana, passando sopra Ceciliano, S. Leo, Agazzi, oltre il campo di aviazione, S. Firmina e S. Polo; gli ultimi due, scoperti dopo la morte di Herschel, nella stessa scala sarebbero: Nettuno, grande come una piccola albicocca, distante dal sole più di 30.000 volte della Terra, circolerebbe a 4 Km. e mezzo e Plutone, grande come un capo di spillo, nelle dimensioni, passerebbe a 6 Km. dalla piazza G. Monaco poiché dista 6.000 milioni di Km. dal sole.


Questi sono i rapporti del nostro sistema solare e noi con la capsula spaziale siamo atterrati sulla Luna, il che vuol dire che del nostro sistema, il cui raggio, in questo modello, è di 6 Km., per ora ne abbiamo percorsi 39 cm.!
Ma anche le distanze accennate che sono in Km. anziché in cm., e la stessa grandezza del sole che è immenso rispetto alla Terra (1.300.000 volte più grande) e a tutti i pianeti messi insieme, che sono un seicentesimo del suo volume, cosa sono? Se si pensa che il sole a cui giriamo attorno, che è una stella nana, media, gialla, non è altro che un granello luminoso di quella polvere di stelle che compone la via lattea, che noi ammiriamo in qualche nottata serena nella volta del cielo?
Quando sappiamo che di questi sistemi stellari ne esistono un numero sempre crescente, a mano, a mano che progrediscono i nostri mezzi d'indagine?
Se pensiamo che la stella più prossima della Galassia, di cui facciamo parte, dista da noi 284.000 volte più del sole, cioè 41. mila miliardi di Km. e più, che la luce percorre in 4 anni e un terzo, mentre per giungere dal sole impiega 8 minuti e 13 secondi? Distanza quest'ultima, cioè dal sole, che un auto a 200 Km. l'ora coprirebbe in 85 anni e mezzo, pensiamo a distanze grandissime, eppure piccole difronte all'Universo, poiché rare assai sono le stelle la cui distanza non superi almeno 10 volte quella dell'Alfa Centauri; 200 anni luce è stimata la distanza delle stelle di 5° grandezza; 24.000 anni luce di quelle di 16° grandezza, ma di quelle che anche con i più perfezionati strumenti si riesce appena a percepire la luce si parla di decine di migliaia, di milioni di anni luce, anzi di Parsec e di Megaparsec che sono multipli molto maggiori.

Con tutti questi numeri che sfuggono per la loro immensità ho cercato di dare un'idea delle nostre dimensioni fisiche nell'Universo che conosciamo, come sono stimate da coloro che lo studiano e lo indagano con i mezzi più perfetti della tecnica moderna; dimensioni che consigliano l'umiltà, se non quasi lo scoraggiamento a coloro che considerano solo il piano fisico; ma se teniamo conto di quell'elemento che ci pervade guardando il cielo notturno, nel silenzio, dalla cima di una collina o da un altro punto qualunque, non disturbato da luci e rumori, nel nostro intimo nasce un qualche cosa che va al di là della nostra dimensione fisica; certo pochi guardano il cielo, molti non sanno se c'è o non c'è la Luna, non hanno tempo di pensare a certe cose; ma coloro che qualche volta guardano verso l’'Alto e conoscono le leggi che lo regolano, che l'intelletto ha elaborato, tanto da poter prevedere con il calcolo i vari eventi, sono sempre incantati da questo spettacolo meraviglioso e mai penseranno che sia retto o creato dal caso, troppo è evidente in esso un Grande eterno Architetto, del quale si sentono parte indissolubile e mentre sono consapevoli della loro dimensione fisica come semplice punto di manifestazione dell’Essere sentono di farne parte nel piano trascendente più elevato che va oltre il tempo e oltre lo spazio.
Tutte le teorie probabilistiche che escludono una Volontà unica come essere dell'Universo, saranno sempre negate dalla razionalità dei grandi numeri che lo regolano sia nell'immensamente grande che nell'infinitamente piccolo e nel seno della quale trova una spiegazione il «Miracolo Uomo»!

 


 

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