Il documento che di seguito presentiamo ai nostri Ospiti, è opera d'ingegno di un Carissimo Fratello Apprendista della Rispettabile Loggia, di Antica Tradizione, Montesion e rappresenta il suo "Capo d'Opera" per la richiesta di aumento di Salario.

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© Marcello M.


 

É con un po’ di imbarazzo che mi appresto ad affrontare questo argomento, ma non è per l’argomento, né per il fatto che non sia abituato a parlare in pubblico, ma perché è la prima volta forse che parlerò di qualcosa di cui chi mi ascolta ne sa infinitamente più di me!


Maestro delle Cerimonie.
Ricordo che quando per la prima volta, ancora profano, lessi delle cariche di Loggia, questa mi colpì e mi colpì per il nome.
Infatti vero è che Maestro è anche un grado della Massoneria, ma penso che essere maestri vuol dire soprattutto essere maestri di se stessi in una strada di perfezionamento sui piani fisico, animico e spirituale, essere “maestri di qualcosa”, però, agli occhi di un profano, sembrava alludere all’insegnamento di qualcosa a qualcuno e questo poteva sembrare accompagnare un concetto di “dogma” del tutto lontano e in contrasto con i principi della Massoneria.
Per cui la cosa doveva essere diversa e meritava di un approfondimento per cogliere il vero significato di questo simbolo.
Vediamo anzitutto quali sono i compiti del maestro delle cerimonie e mi scuso se dirò cose che sono lapalissiane per tutti voi.
Il Maestro delle Cerimonie è l’ufficiale di Loggia, preposto ad espletare le tipiche funzioni del Cerimoniere e del Maestro di Casa; deve quindi fare accomodare i Fratelli, ricevere i Fratelli visitatori, sistemare i candelabri e, più in generale, gli arredi del Tempio, prima dell’apertura dei Lavori.
 

Il M.C. è l’operatore qualificato ed autorizzato a:
• entrare per primo nel Tempio per sistemare il Testimone, e, dopo aver preso il fuoco dal Maestro Venerabile, accenderlo; al termine dei Lavori e dopo l’uscita di tutti i Fratelli, rientra nel Tempio da solo per spegnerlo;
• preparare ed accendere le resine rituali, quando richieste dal Maestro Venerabile;
• spegnere il candelabro Testimone.
A proposito dello spegnimento vorrei osservare che per spegnere i ceri il Maestro delle Cerimonie non esegue il gesto profano di soffiare sulla fiamma, ma la estingue tra il pollice e l'indice della mano sinistra bagnati preventivamente di saliva.
Questi gesti sono la continuazione della tradizione del culto del fuoco in auge presso gli antichi Persiani.
A questo proposito ho trovato una citazione che vi riporto, anche se non ne conosco la fonte.
"Non c'è nulla di tanto prezioso né di tanto sacro" si scrive "quanto il fuoco che essi custodiscono assai accuratamente; perchè non c'è nulla - a quanto essi dicono - che rappresenti tanto bene la divinità quanto il fuoco, ecco perchè essi non spegneranno mai col soffio una candela, né una lampada e non tenteranno mai di impiegare acqua per spegnere il fuoco, quand'anche la casa corresse il rischio di essere bruciata....."
 

Il M.C. è colui che guida la Marcia d’ingresso dei Fratelli nel Tempio, essendo in grado di penetrare il campo energetico del luogo fisico in cui si svolgono i Lavori, preparandolo alla sua qualificazione, cioè alla sua consacrazione, erigendo, grazie alle energie fornite dalla volontà dei Fratelli, una barriera magica protettiva attraverso la Squadratura.
Egli è responsabile di questo campo energetico e sorveglia l’eventuale passaggio dei Fratelli dall’una all’altra Colonna.
Mediante la sua capacità di percepire lo stato interiore di ogni Fratello e della Catena, può raccomandare al Maestro Venerabile di non avviare i Lavori Rituali, o di sospenderli anzitempo.
 
Nel nostro rituale, dopo la lettura della Tavola tracciata nella Tornata precedente, egli traccia la Tavola di Loggia, dando così inizio ai Lavori rituali.
Nei passaggi di Grado, il Maestro delleCerimonie consiglia il Maestro Venerabile sull’opportunità di accedere o meno allo stato di coscienza energetico dei Lavori in Camera di Compagno o di Maestro, e provvede a modificare la composizione delle resine e la Tavola (o Quadro) di Loggia.

Egli si assicura che il Tempio sia pronto in ogni dettaglio per l'apertura dei Lavori, e coadiuva il Fratello Esperto nell'assistere tutti i Fratelli finquando non sono usciti. Si accerta che nel Tempio tutto sia giusto e perfetto.

Nell’esercizio della sua funzione rituale il M.d.C. si avvale di un lungo Bastone o Mazza Cerimoniale che non abbandona mai, nell’intero corso di ogni Tornata.
Esso regge l’asta di 144 cm, impugnandola al centro, la mano destra al di sopra della sinistra per quasi tutta la durata dei Lavori (schematicamente la destra rappresenta il crescente lunare e la sinistra il calante lunare) a simboleggiare il predominio delle energie positive a cui ci ispiriamo; poi, quando il Maestro Venerabile chiude i Lavori, il Maestro delle Cerimonie pone la sinistra al di sopra della destra per significare che ciò che si è acquisito interiormente cambia di polarità e si manifesta all’esterno per essere donato a beneficio dell’Umanità.
 

Vorrei ora soffermarmi su quest’asta, che sappiamo essere lunga 144 centimetri o meglio 144 “canoni”.
Ho trovato alcune cose interessanti sul significato di questo numero o meglio sul significato del numero 288, somma della lunghezza dell’asta del Maestro delle Cerimonia e di quella dei due Diaconi che misurano 72 “canoni”ciascuna.
Vi sono numerose prove a conforto che il numero 288 rappresenti la matrice primordiale da cui sono usciti tutti gli esseri sessuati.
Citiamo un esempio.
Nel libro della Genesi (cap. I, versetto 27) è scritto: “Dio creò l’uomo, maschio e femmina lo creò”. Per questi due concetti, in ebraico abbiamo “zakar” e “neqebah”, formati rispettivamente dalle lettere Zain, Qaf, Resh, e Nun, Qof, Beit, He. I valori geometrici sono 10-20-120, totale 150, e 36-90-4-8, totale 138. La somma è 150+138= 288.


Altra curiosa coincidenza.
Nel 1963 è Premio Nobel per la Fisica Maria Goeppert Mayer per il modello a guscio del nucleo atomico, insieme a Jensen e Wigner. Da tale modello, risulta che i nuclei atomici contenenti 2 o 8 o 20 o 50 o 82 o 126 neutroni, sono particolarmente stabili, cioè tengono insieme la materia; altri nuclei, con 28 o 40 neutroni, sono meno stabili; tutti gli altri nuclei, con un numero diverso di neutroni, sono instabili.
La fisica nucleare chiama i numeri della stabilità “numeri magici”.
Numeri magici sono dunque: 2 -8 - 20 – 50 - 82 - 126.
La somma dei numeri magici 2+8+20+50+82+126=288.
Il mondo sta insieme grazie alla stabilità nucleare, alla coesione atomica della materia. Tale stabilità è espressa dal 288.

Altra coincidenza sorprendente.
Il DNA – acido desossiribonucleico – è essenziale per la costituzione dei cromosomi, vettori dei caratteri ereditari delle cellule. Il DNA è quindi assolutamente basilare, dal punto di vista biochimico, per la forma del corpo umano: l’ovulo umano fecondato, senza il DNA, non saprebbe che tipo di proteina produrre per lo sviluppo delle proprie cellule. Questa “conoscenza” cui il DNA deve attingere per riprodurre la specie ed i tratti ereditari è dato da un codice di quattro nucleotidi: la citosina, l’uracile, l’adenina e la guanina. Se li indichiamo con le loro iniziali C, U, A, e G, potremmo dire che l’alfabeto di questo codice possiede solo quattro lettere. Attraverso queste quattro lettere vanno trasmesse “parole”, cioè informazioni, ognuna delle quali, per specificare gli aminoacidi, necessita di un minimo di tre nucleotidi, cioè di tre “lettere”. Con i quattro nucleotidi C, U A e G si possono formare (4 * 4 * 4 = 64 “parole”, per es.: CAU, UGC, GUA, etc che sono dette “codoni”.
Possiamo rappresentare ognuno di questi codoni in termini numerici, abbinando un numero ad ognuno dei quattro nucleotidi, partendo dallo zero, come ci dice il Sepher Yetzirah. Quindi, avremo: C=0, U=1, A=2 e G=3.
Così, possiamo ottenere una formulazione universale del codice genetico, sostituendo ai codoni le rispettive combinazioni numeriche: 000, 001, …. Fino a 333. Nella tabella che ne deriva, ognuno dei 64 codoni del DNA è dato da una serie di numeri.
Calcolando la somma di ognuna di queste cifre, si ottiene un totale di 288.
L’intero codice genetico appare così sintetizzato, espresso dal numero 288, valore segreto geometrico del nome di Dio.
Il 288, così, appare come il Numero – presente nel Tempio - simbolo della vita biologica, della stabilità della materia, dell’Uomo e delle divine regole e proporzioni.
 

Passando a un altro tema, ho trovato un interessante accostamento tra gli ufficiali di loggia, i nomi divini e le Sephiroth.
Secondo tale studio di Mario Aceti, cito testualmente.
Il sesto nome divino è Eloha che sta nella Sephirâ Tiphereth (la Gloria) a testimonianza che la Giustizia (Pachad) e la Misericordia (Hesed) si uniscono in Tiphereth, la Gloria che il Creatore vuole dalle creature come è detto in I Re, 22, 19: "Per certo vedo Geova seduto sul suo trono e tutto l’esercito dei cieli che sta presso di lui, alla sua destra ed alla sua sinistra".
A questa Sephirâ corrisponde il Maestro delle Cerimonie, il fratello incaricato della buona esecuzione del cerimoniale massonico tenendo informato Maestro Venerabile delle eventuali violazioni al cerimoniale. È di sua competenza tutto quanto in loggia è decorativo.


É ora con un po’ di imbarazzo che confesso che riguardo alla collocazione nello zodiaco del maestro delle cerimonie ho trovato ben poco.
Certo è che il Maestro delle Cerimonie nell’atto delle sue funzioni si colloca interiormente nell’Acqua prima di Cancro, alla colonna di Settentrione.
Voi tutti sapete poi molto meglio di me che la Massoneria definisce Terna d’Acqua i tre segni zodiacali "d’Acqua" collegati analogicamente a tre Ufficiali di Loggia, secondo i seguenti accoppiamenti: Cancro = Maestro delle Cerimonie; Scorpione = Secondo Esperto; Pesci = Ospitaliere
Ora non avendo elementi sufficienti per poter dissertare sul significato astrologico del Cancro, vorrei però riportare le seguenti cose.
Secondo la mitologia greca il cancro è l’insidioso animale che la vendicativa Giunone inviò contro Ercole mentre combatteva contro la formidabile Idra di Lerna.
Il Cancro riuscì a mordere ad un piede l'eroe che, noncurante della ferita, lo schiacciò.
Giunone, per eternarne la memoria, lo collocò tra i dodici segni dello Zodiaco.
Nell’antico Egitto lo scarabeo sacro (Kephera) rappresenta il segno del Cancro e nelle steli egizie viene raffigurato con il sole tra le chele.
Al Cancro sono attribuiti i misteri esoterici; infatti il suo glifo ricorda una cellula che si sta per moltiplicare, o due forme umane allungate in senso opposto, l'una a simboleggiare la nascita e l'altra la morte.
In ogni tradizione il Cancro rappresenta la fecondità, perchè questo segno esprime il seme del futuro dell'umanità. Si identifica con l'archetipo materno individuato da Jung, ossia il principio di tutto ciò che è grande, e che contiene, nutre e protegge ciò che è più piccolo. Questo segno è governato dalla Luna, simbolo femminile, uterino, dell'attività psichica dell'inconscio.


Da quanto fino a qui detto risulta chiaro che il Maestro delle cerimonie non è un Maestro in senso profano, ossia non è che deve insegnare qualcosa a qualcuno, bensì è un concentratore, un catalizzatore di energie.
Nella Tradizione Iniziatica Occidentale infatti esistono dei riti particolari che servono per attivare e consacrare in maniera reale un posto, un edificio, una piazza, un paese, ecc.
Come è possibile questo?
Con il Verbo e con i simboli!
In tutti i templi iniziatici, dopo l'apertura dei riti, vengono tracciati diversi simboli dal sacerdote-mago con il titolo di Maestro delle Cerimonie.
Così, con grande Conoscenza e Sapienza, il Maestro imprime con la sua volontà nei simboli tracciati tutta l'energia dell'Archetipo evocato, e concludendo batte un colpo nel centro del simbolo col suo regolo di 144 canoni e lo attiva. Così questo segno tracciato nel centro dei Tempio inizia ad irradiare; e in un secondo tempo il Maestro delle Cerimonie durante tutto il rito rimane vigile e concentrato per mantenere l'energia forte e costante alla portata di tutti i partecipanti.
Alla conclusione del rito e dopo che tutti abbiano "assorbito" quell'energia, sempre il Maestro delle Cerimonie si avvicina al quadro e sempre con il suo regolo cancella il simbolo tracciando sopra una croce in forma di ics.
Che significa questa marcatura?
Significa che tutti i partecipanti sono "influenzati" dall'energia con delle caratteristiche energetiche particolari che nel tempo provocheranno un cambio di coscienza.
D’altra parte i Lavori che si svolgono nel tempio presuppongono un particolare stato di coscienza da parte di tutti i Fratelli partecipanti. Questo stato di coscienza si identifica con lo stato interiore, a cui fa riferimento il rituale massonico con l'abbandono dei metalli al di fuori della Loggia; una condizione imposta al profano prima della sua iniziazione, e sempre richiesta ai Fratelli prima di accedere al Tempio al seguito del Maestro delle Cerimonie. Tale stato mentale è assolutamente essenziale per distinguere la Loggia da qualsiasi altra possibile forma di assemblea di uomini, riuniti per perseguire un comune ideale.
Tipico ed esclusivo delle sole società iniziatiche, esso implica il totale ed assoluto distacco dal mondo profano, con i suoi tipici vizi e con le passioni che ne derivano.


Vorrei infine trovare nella figura del Maestro delle Cerimonie ancora un ultimo significato simbolico.
Questo significato è direttamente collegato al concetto di “viaggio”
Nei nostri rituali non troviamo allusioni dirette alla spirale, ma abbiamo i nostri viaggi spesso differenti in certi dettagli, ma paragonabili per un carattere comune. Essi nei nostri templi hanno un carattere simbolico commentato dai rispettivi rituali, inoltre tutti i viaggi massonici ci fanno percorrere una circumdeambulazione secondo le sfere di un orologio (destrogira) che ha come risultato che ci permette di lasciare la periferia o la Sala dei Passi Perduti, per riavvicinarci al centro, che simboleggia il centro del mondo.
I nostri viaggi si fanno appunto sotto la guida del Fratello Maestro delle Cerimonie, vero messaggero designato dal Maestro Venerabile per guidare gli iniziati nella loro marcia centripeta.
Egli è quindi il rappresentante attuale di quello che i Greci e i Romani designavano nella loro mitologia con Ermete e con Mercurio. Questi ultimi erano muniti di una bacchetta o verga chiamata Caduceo (emblema di pace) ed erano incaricati di condurre le anime dei dannati verso la loro ultima dimora: gli inferi, o di canalizzare gli eletti verso il Paradiso o Campi Elisi.
Ermete, dio greco, paragonato a Toth, al Mercurio romano, ripreso dai neoplatonici sotto il nome di Ermete Trismegisto (tre volte grande), resta il dio delle rivelazioni difficili da compiere: ecco perché a loro serviva una guida, come hanno i nostri iniziati nel tempio per percorrere un cammino che ignorano, bisogno di una guida, che li conduca dalla periferia del mondo profano verso il centro esoterico.
L'uso, nei nostri rituali, di viaggi durante i quali i diaconi e i maestri delle cerimonie muniti dei loro bastoni e canne tradizionali conducono gli iniziati dalla periferia al centro simbolico dei nostri templi non è che il simbolo del fatto che l'iniziato, virtualmente morto nella vita profana è chiamato, con l'aiuto dei fratelli che guidano i suoi passi, a raggiungere il centro del tempio dell'ideale, dove gli sarà possibile trovare la verità.
Ed in tale cammino ognuno di noi ha bisogno dell’aiuto dei Fratelli, anche se ognuno dovrà percorrerlo da solo, come un viandante percorrerà una strada con i suoi propri passi ma dove necessario avrà bisogno di ristoro per recuperare le forze o di una indicazione per non sbagliare percorso.
Questo percorso per noi è la via dell’iniziazione.
Ma le vie dell'iniziazione sono molte e ciascuno di noi deve scegliere il sistema che meglio gli si attaglia per abbattere la nostra “profanità”, questa specie di Minotauro che abbiamo nel fondo del labirinto della nostra coscienza.