Il Manoscritto DUNDEE

 

 

 

 

 

"Ivo bene"

Gherardellus de Florentia seclo XIII

 

 

 

 

 

Il Manoscritto Dundee, più noto con il titolo "La confessione del Massone" è datato dagli studiosi al 1727, ma la data è solo presunta. Cosa certa è che il manoscritto sotto forma di lettera fu pubblicato la prima volta nel Marzo del 1755. vol.XVII. pp 132-7 della Rivista Scozzese.


Ne quid falsi dicere audient. ne quid veri non audeat.
Edinburgh; a cura di Sands, Donaldson, Murray and Cochran.
 

La traduzione è a cura del carissimo Fratello della Montesion Vincenzo G. Ogni diritto è riconosciuto.

La Libera circolazione del documento è consentita soltanto se presente la citazione della fonte (link attivo per il sito) e dell'Autore.

© Vincenzo G.

 

 

LA CONFESSIONE DEL MASSONE
comunemente detta

IL MANOSCRITTO DUNDEE
data presunta anno 1727

 

Signore,

 

Un certo tempo fa un Massone che vive ad una considerevole distanza da me, del quale seppi avere un carattere sensibile e religioso, mi inviò una lunga lettera, scritta di suo pugno e da lui sottoscritta; in questa lettera egli rendeva una confessione giurata ed altri segreti della sua corporazione. Quando egli scrisse quella lettera, e per un buon tempo prima, egli fu soggetto ad una malattia fisica che ne invalidava i movimenti; egli si convinse che questo suo stato in qualche modo dipendesse da una qualche iniquità commessa. Difatti, in molti tratti il testo è interrotto da dissertazioni sull’iniquità della materia. Egli considera il giuramento come profano e abominevole, considerato da lui peccaminoso e da darsi e da farsi; egli considera tutti i segreti sui quali si presta giuramento come un misero compendio di superstizioni cerimoniali, bugie e futili ‘nonsensi’; egli rinuncia a tutto ciò come orride immoralità. Allo stesso tempo, egli mi spinge a pubblicare questa lettera come ammonimento alle persone soggette ai medesimi giuramenti e, contemporaneamente, come avvertimento agli altri a non cadere nella medesima trappola; acconsentendo a rivelare il suo nome, il posto occupato e la Loggia medesime di appartenenza.

 

Tuttavia, io ho solo riportato il suo racconto.

Egli mi informa che il racconto fornito è solo quanto gli è stato insegnato, secondo l’uso della Loggia di appartenenza; senza nulla riferire su varianti e circostanze particolari che dovessero riguardare altre Logge, pur non differenti nella sostanza. Ed in effetti un’assoluta uniformità tra le Logge non può essere supposta, se, secondo quanto si riferisce, l’intera organizzazione è affidata alla ‘memoria’ e condivisa sulla base di una tradizione orale.

 

Professione di giuramento Massonico, Parola Segreta e altri Segreti della sua organizzazione sono attestati nell’ambito della corporazione massonica; alla quale io ho preso parte, inserito insieme a svariati altri nell’anno 1727.

 

Riguardo il giuramento.

 

Dopo che uno arriva alla soglia, bussa alla porta, gli viene tolta la giarrettiera della gamba destra, i calzoni sollevati sopra le ginocchia e gli viene chiesto di abbandonare ogni cosa metallica portata. È messo in ginocchio sulla gamba destra; quindi la squadra è fatta girare tre volte intorno al suo corpo e posta sul suo petto, il compasso aperto puntato sul petto, il suo gomito nudo e la mano sollevata sulla Bibbia; e pone giuramento, “Ne risponderò a Dio nel gran giorno e a questa Compagnia, io curerò e nasconderò o non divulgherò né renderò edotto chicchessia dei segreti della Parola Massonica, (qui si è legati a non scrivere su carta, pergamena, timbri, pietra, sabbia, neve etc.) sotto pena di avere la lingua strappata dalla bocca e il mio cuore dallo sterno e il mio corpo abbandonato alle onde del mare come una boa, che va a fondo e riemerge due volte nelle 24 ore

 

Immediatamente dopo questo giuramento, colui che lo amministra dice "Ti sei inginocchiato profano e ti sollevi Massone" – Quando sono stato ordinato Massone non ero a conoscenza di quali segreti si trattasse, non avendone alcuna informazione in merito. Lo stesso giorno del mio ingresso, una persona della Loggia, chiamato “mio autore” mi istruì sommariamente in merito; un’altra persona della Loggia poi, del quale seppi essere il mio istruttore per i primi dodici mesi, che alcuni chiamavano ‘il mio partner’; Vi è un periodo solenne per quel giuramento in ammissione alla confraternita tra i due San Giovanni, sino al 27 dicembre.

 

Riguardo la Parola.

 

Dopo il giuramento, mi fu mostrata una parola nelle scritture, che, dico una, è la parola-massonica. La parola è nel I° Re, VII, 21. Si dice che la parola-massonica sia Boaz e Jachin la parola del compagno. La prima è mostrata ad un apprendista dopo che ha prestato giuramento; la seconda è mostrata a chi è stato apprendista per almeno un anno, quando aumenta di grado nella Loggia, dopo che presta nuovamente giuramento, o ne sia declarata approvazione.

 

Riguardo gli altri segreti.

 

Riporto una breve rassegna di altri segreti.

Innanzitutto, vengono tracciate col gesso tre linee sul pavimento, a distanza approssimativamente uguale e indicate come A. B. e C.: il Maestro di Loggia è in piedi a P., i compagni, con i guardiani e gli apprendisti, alla sinistra dei Maestri Massoni ad ff e infine l’apprendista entrante a

p.P.

A.a

B. b
C. c
ff. R.

 

Dice il Maestro, “Vieni avanti”. Dice l’apprendista “Non so se posso” dice il Maestro “Vieni avanti, sei autorizzato” oltrepassa la prima linea col piede, quando abbassa la squadra e porta la mano destra vicino la spalla sinistra dice “Buon Giorno Signore”.

Oltrepassa la seconda linea con un piede, quando abbassa la seconda squadra a b., porta la mano destra sul lato sinistro e dice “Che Dio sia qui”. Oltrepassa la terza linea con un piede, quando pone la squadra a c. tiene la mano destra alla gamba e dice, “Dio benedica tutti gli onorabili fratelli”. N.B. poiché la squadra è stata posta tre volte sul suo corpo quando ha le ginocchia nude, così lui oltrepassa tre volte le linee sistemando i piedi a forma di squadra.

 

Domanda. Cosa dici?

Risposta. Sono qui. (con i piedi a forma di squadra) giovane e appena ammesso apprendista, pronto a servire il mio Maestro da Lunedì mattina a Domenica notte, in ogni legittima occupazione.

D. Chi ti ha reso Massone?

R. Dio Onnipotente, una sacra volontà mi ha reso Massone; diciannove compagni e tredici apprendisti mi hanno reso Massone.

N.B. A mia memoria la Loggia non ha mai ecceduto le venti persone; Ma così mi è stato detto di rispondere apparentemente senza ragione.

D. Chi è il tuo Maestro?

R. Non è lontano ma va trovato. Se la squadra è in mano, è offerta su di un sasso a chi sta lavorando; se no, i piedi sono posti in forma di squadra come mostrato prima, prendendo la postura che si aveva nel ripetere i propri segreti e così la squadra rappresenta il Maestro, sia con la parola che con i piedi.

D. Come sistemi la squadra?

R. Su due ferri al muro; due e non tre; e ciò fa sia la squadra sia la livella. N.B. Si tratta di due chiodi superiori e uno inferiore, che rende una specie di squadra ed una livella; questo succede ordinariamente. La ragione è che si dice ‘come sistemi la squadra’ e non dove è appesa la squadra.

D. Cos’è un Massone?

R. È un Massone chi nasce Massone, un Massone vincolato dal giuramento.

D. Dove tieni la chiave della tua Loggia?

R. Tra la lingua e i denti e sotto un lembo del mio fegato, dove risiedono tutti i segreti del mio cuore; se io racconterò della mia Loggia avrò la lingua strappata dalla bocca e il mio cuore dallo sterno e il mio corpo sarà abbandonato alle onde del mare come una boa, che va a fondo e riemerge due volte nelle 24 ore”

D. Cos’è la chiave della tua Loggia?

R. una lingua pendente.

D. Sei un Massone?

R. Si

D. Come posso capirlo?

R. Dai segni, toccamenti e dagli orientamenti al mio ingresso.

Maestro. Mostrami uno di questi.

Apprendista. Mostrami il primo e ti mostrerò il secondo-

Così il Maestro dà il segno, con la mano sinistra in alto a P. Curata e Nascosta.

N.B. Il toccamento o stretta con il pollice della mano destra sulla prima nocca del secondo dito della mano destra dell’altro.

D. Quanti punti ci sono nella parola?

R. cinque

D. Quali sono questi cinque?

R. La parola è uno, il segno il secondo, la stretta il terzo, la punizione il quarto e cura e segreto il quinto.

D. Dove sei entrato?

R. In una Loggia giusta e perfetta

D. Cosa rende una Loggia Giusta e Perfetta?

R. Cinque compagni e sette apprendisti

N.B. Questo numero non è vincolante. Si cita così anche se dovessero essere di meno

D. Dove deve esser data la Parola-Massonica?

R. Sulla cima di una montagna, dal canto di una gallo, dall’abbaiare di un cane e dal canto di una colomba.

D. Quanti punti ci sono nella squadra?

R. Cinque

D. Quali sono?

R. La squadra, come Dio comanda, nostro Maestro, è uno; La livella, il secondo, il filo a piombo, il terzo, la riga, il quarto, il guanto è il quinto.

Il giorno che l’apprendista presta giuramento, è posto davanti a questi attrezzi per provare a discernerli; così io scelsi questo (La figura è in MS) che costa un marco scozzese.

E la domanda che segue è ‘dove hai preso questa moneta?’

R. Mi sono addormentato e l’ho trovato al risveglio.

Se qualcuno diventasse massone lavorando ad una pietra, si dirà: ‘Questa pietra è grezza’, l’apprendista dovrà rispondere ‘non è tanto grezza anche se va lavorata ancora’ oppure ‘Non è così grezza quanto la tua testa sarebbe se non avessi più le braccia’

D. Quando il Massone indossa il suo fiore?

R. Tra Martinmas e Yule

D. Cos’è la livrea del Massone?

R. Un berretto giallo e blu calzoni corti raffiguranti il compasso

D. Quanti gioielli ci sono in Loggia?

R. Tre

D. Quali sono questi Tre?

R. Un pavimento squadrato, una pietra dentata e una pietra scalpellata

 D. A cosa serve il pavimento squadrato?

R. Ad un Maestro Massone per raffigurare il proprio terreno

D. A cosa serve la pietra dentata?

R. Per aggiustare la squadra

D. A cosa serve la pietra scalpellata?

R. A me, il più giovane e neo entrato apprendista ad imparare l’uso dello scalpello

D. Quanto lungo deve essere il Saio di una Massone?

R. Due stole sul didietro e un mantello, tutto al livello delle ginocchia

N.B. Si insegna che il palco interno sia costruito in pietra di basalto, scoperto per buona parte; pertanto nell’eventualità di pioggia occorre avere le gambe libere per potersi muovere

D. Dove si trova la torre della cappella?

R. 18-19 piedi e mezzo dalla porta della Loggia; 

N.B. non c’è niente che assomigli ad una torre in Loggia

D. Quale posto occupa la Loggia? A. Dal lato del sole su una collina, che il sole ascenda al suo sorgere.

N.B. Una Loggia è un posto dove i Massoni si riuniscono e lavorano, da cui appunto deriva il nome Loggia

D. Dove si posiziona la tua Loggia?

R. ad Est e ad Ovest, come ogni chiesa e cappella

D. Perché?

R. Perché sono sacri; e così noi vogliamo che sia

D. Quante luci ci sono nella tua Loggia?

R. Tre 

D. Quali sono?

R. Il Sud-Est, il Sud e il Sud-Ovest

D. Quanti livelli ci sono in Loggia?

R. Tre

D. Quali sono?

R. Il Sole, il Mare e la Terra Piana

N.B. Non so dare una ragione del perché il Sole ed il Mare siano chiamati Livelli, ma questo è il nome loro assegnato

 

In particolare, i Maestri Massoni stanno nell’angolo a Sud-Est della Loggia, i compagni al loro fianco, dopo di questi i guardiani, poi gli apprendisti; tutti ad una certa distanza gli uni dagli altri per non intralciarsi reciprocamente nei lavori

 

D. Dove si trovano le chiavi della tua Loggia?

R. A due piedi dalla porta della Loggia, sotto un panno verde

N.B. Questo è il motivo per il quale si sostiene che i segreti sotto giuramento sono tenuti protetti dalla pioggia; cioè da profani o a chiunque non appartenga alla confraternita, che appunto sono chiamati “la pioggia”

D. Quanto lunga è la livrea che deve indossare un apprendista?

R. Sino a poter effettuare nove nodi su di essa; tre sulla schiena e tre su ciascuna manica.

 

Ci sono altri segni che possano distinguere un massone dall’altro. Quando ad esempio, si accede ad altra compagnia, presentati da un altro massone, va consegnato un pezzo di carta, con un lato ripiegato ad un angolo, di modo che nel riaprire il biglietto si possa usare un movimento rapido di una sola mano. Il biglietto viene porto tenendolo tra secondo e terzo dito della mano, recante uno schizzo o qualcosa di simile.

 

Per trovare qualcun’altro con cui bere diciamo:"beviamo”. L’altro dice: “No”. Lui dirà successivamente:"beviamo”. Una seconda risposta potrebbe essere “dopo di lei è meglio”. Ancora dirà:"Berrò su suo permesso”. E lo fanno.

 

Arrivando ad una casa massonica, si bussa tre volte alla porta, un primo colpo più basso e poi gli altri due. Si fa il segno con la mano destra sulla sinistra; se si ha una cavalcatura si precede il cavallo dalla parte della spalla sinistra. Se si è in un paese di lingua straniera, ci si inginocchia su un ginocchio solo, porgendo la mano verso i fratelli massoni.

 

Se si arriva in una compagnia, si vorrà sapere se ci sono Massoni; dirà sommessamente “Il giorno per vedere, la notte per sentire; ringraziamo Dio per le nostre marce formali. Non c’è nessuna differenza tra una mucca grigia qualsiasi e una mucca grigia donata.”

Allora se c’è un massone in quella compagnia, lui dirà “cosa dici compagno?” E lui risponderà “Non dico nulla ma potrei dire qualcosa. Non c’è nessuna differenza tra una mucca grigia qualsiasi e una mucca grigia donata.”

 

Il cavallo di un Massone si distingue tra gli altri perché segue il padrone dalla sua sinistra.

 

Per riconoscere un massone per strada si dice:”Chi cammina?”. E quindi il massone risponderà:”Un uomo cammina”. Se c’è n’è più d’uno, risponderanno:”Uomini camminano”. E il primo:”Buoni Uomini e Maestri si incontrano: Dio benedica tutta la vostra compagnia”. Oppure egli dà anche il segno, con la mano destra sopra al petto, segno che è chiamato guardia dovuta dai compagni di mestiere, e la presa, con una presa a gancio con le dita tra il polso e il braccio; oppure ponendo mano vicino mano, piede a piede, ginocchia a ginocchia, orecchio a orecchio e dicendo “Nobile voi, nobile voi, Dio vi ha nobilitato, e vi ha fatto un buon Maestro Massone: Io sono un uomo giovane che va incontro alla propria fortuna; Se tu puoi fornirmela farai cosa buona”

 

Adesso fornirò un resoconto di quello che loro chiamano lezione del Lunedì.

Quando l’apprendista arriva alla porta della cucina del suo Maestro, deve bussare tre volte; uno più basso e poi gli altri due colpi. Se nessuno risponde, può aprire la porta ed entrare, lavare i piatti e spazzare la casa.

 

D. Quanto lontano l’apprendista deve portare le ceneri?

R. Tanto lontano fin quando riesce a distinguere il fumo uscire dal camino.

 

Dopo di ciò si reca alla porta della camera da letto, bussa tre volte; uno più basso e poi gli altri due colpi. “Non così forte, ma acconsento ad esser svegliato” allora può entrare. Il suo Maestro gli chiede “Che mattino è? È una bella mattinata; il vento ad ovest e il sole ad est, passate le cinque andiamo verso le sei.” Il Maestro dice “Chi ti ha detto ciò?” L’Apprendista risponde, “Ho incontrato un uomo odioso” “Sempre (dice il suo Maestro), il dolore è sempre desto al mattino.”

 

D. In che modo l’apprendista porge i vestiti al suo maestro?

R. Glieli da porgendo la manica sinistra innanzitutto, poi la parte posteriore. In tal modo porge tutto il resto dell’abbigliamento.

Dopo di ciò, gli porta l’acqua per lavarsi; poi gli porge l’asciugamani; lui la rifiuta, l’apprendista gli porge l’estremità della camicia, lui la rifiuta; quindi gli offre quanto ha di meglio. Dopo di ciò segue il suo Maestro per strada, con il suo piede destro dal lato del Maestro, a sinistra, dal lato della spada, quindi lascia il Maestro a diciassette piedi e mezzo dalla porta della Loggia. E si reca ad attendere alle faccende della Loggia; dopo di che chiama gli uomini al lavoro.

E questo è il resoconto delle attività, almeno a mia memoria.

 

P.S. È stata scritta, nell’anno 1747 una formale protesta e un rifiuto esplicito riguardante la società Massonica Operativa della Loggia di Torphichen; il 27 Dicembre 1739 fu sottoscritta, a Kirknewton, da James Chrystie oltre che, in medesimo luogo e data, da James Aikman, Andrew Purdie and John Chrystie; e con l’adesione successiva di John Miller, a Dalkeith, il 27 luglio, 1747.

In quel documento, costoro rinunciano al giuramento massonico, come “peccaminoso e illecito” sia di forma che di sostanza e perciò non allineato alle loro coscienze. “Questi dichiarano che è stato imposto ed amministrato “con riti, cerimoniali e circostanze peccaminose ed ingiustificabili oltre che simbolicamente idolatrici; come ad esempio lo stare in ginocchio sulle ginocchia nude o il braccio nudo sulla Bibbia” – “chiedendo sconsideratamente un giuramento all’entrante; senza mettere a conoscenza copia scritta del giuramento a tempo debito e deliberatamente, cosa che rappresenta una palese violazione della Legge; materia e cose del giuramento non sono così tenute nella debita considerazione dal soggetto giurante” – “tutto ciò sembra proprio una cattiveria tremenda, superstizione, idolatria, blasfemia e profanazione del nome e della Legge Divina, che è contenuta ed annessa al giuramento medesimo, tutto ciò indecoroso e sconveniente nel nome e nella professione di Cristiani; a ciò si aggiunga un illegale uso del segreto, molti sono avventatamente e sconsideratamente precipitati o ‘spinti’ in questa congrega peccaminosa e cattiva come descritto, senza esserne realmente consapevoli.”

 

In più il giuramento solenne contiene evidenti e ridicoli non-sensi e superstizioni: non-sensi (e con l’aggravante della profanazione dei segreti delle sacre scritture, che si trovano sparsi qua e là), fatti solo per stupire i bambini nelle sere d’inverno; più che di segreti si tratta di indolenti bugie e superstizioni solo per diventare veri e propri idolatri”.

E in più i sottoscrittori dichiarano che il segreto è rotto e svelato quando “tutto ciò è pubblicato a mezzo stampa; in considerazione del fatto che (loro dicono) ci sono evidenti bugie ed equivoci, e nel negare lo stesso, contengono nella sostanza il mistero.

 

Sottoscritto

D.B.

 

N.B. (a cura di di Sands, della Rivista Scozzese che pubblicava la lettera)

Con questa lettera, Mr.D.B. ci ha inviato il documento menzionato, datato 13 Novembre 1751 ed un altro a medesima firma, datato 20 Febbraio 1752, ed anche un documento con specifiche questioni inviate a dai Massoni, per spiegare in dettaglio quanto affermato nei documenti, con relative risposte. Avendo comparato le affermazioni riportate e i documenti inviatici, troviamo una completa aderenza di quanto riferitoci; in ogni caso la condotta dei massoni che se ne evince, non riteniamo dipenda da noi giustificare o condannare, così come l’autenticità dell’intero resoconto proposto.