Il documento che segue è estratto dal periodico dell'Associazione Culturale Teshuvah. Il periodico è distribuito gratuitamente e può essere richiesto a: Teshuvah via Guicciardini 7- 00184 Roma.

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Un ponte per il divino

Il bisogno più profondo dell'uomo è il rapporto con il divino; esso rappresenta una necessità così inalienabile ed ineludibile che perfino nel più convinto materialista si manifesta, paradossalmente, proprio con la negazione stessa di Dio e di una realtà trascendente.

A maggior ragione, per chi si è già posto sul sentiero, il bisogno di un contatto e di un intimo colloquio con Dio diventa una necessità struggente: spesso ci si sente soli, isolati, bisognosi di una guida che ci illumini e ci indichi il cammino.

In realtà è la nostra ignoranza, la nostra cecità a non farci comprendere come un vero maestro sia sempre a portata di mano, pronto a darci il giusto Insegnamento.

L'Insegnamento Tradizionale è per sua natura orale e deve essere trasmesso dalla bocca del maestro all'orecchio del discepolo per non essere, altrimenti, disperso, distorto e svilito qualora venisse recepito da persone non idonee a comprenderlo.

Certe verità presuppongono una dignità ed una maturità coscienziale che solo un maestro è in grado di valutare attraverso l'approfondita intima conoscenza del proprio discepolo; per questo tutto quello che veniva divulgato tramite un libro doveva essere velato ed occultato da un linguaggio simbolico ed oscuro alla mente dei più.

Nel testo, soprattutto se un testo sacro, vi sono sempre diversi livelli di lettura ed il primo, il più manifesto, non esprime mai pienamente il vero messaggio

che vi è contenuto.

Il linguaggio, sia esso scritto che orale, è caratterizzato da parole che hanno significati limitati e circoscritti. II campo semantica, di ogni parola, poi, può non sempre coincidere da persona a persona perché dipende dal retroterra culturale ed esperienziale di ciascuno.

Si può capire, quindi, come le parole, da cui certe verità sono veicolate, possono a volte distorcere le verità stesse; occorre, quindi, che il linguaggio usato sia estremamente simbolico e sintetico, in modo che ciascuno possa cogliere l'Insegnamento secondo la misura delle proprie capacità intellettuali ed intuitive.

Ma la validità di un testo di origine sacra o scritto da veri Iniziati che hanno incarnato l'Insegnamento stesso sta proprio nella sua capacità di risuonare nella profondità dell'animo di ciascuno. Il suo messaggio trascende le parole con cui è stato scritto ed è sempre riconosciuto come universalmente vero.

A volte succede che, in particolari momenti di conflitto o tensione, si apra uno di questi testi a caso e si ritrovi inspiegabilmente la risposta al problema in cui ci si stava dibattendo.

Tutto ciò può apparire come un intervento divino, ma in realtà è dovuto proprio al fatto che ogni parola di un testo sacro contiene insegnamenti così universali che rispondono sempre ai bisogni più profondi dell'uomo.

Tutti i conflitti in cui da sempre si dibatte l'umanità si possono, in definitiva, ridurre in un unico ineludibile bisogno: unificarsi con la propria controparte divina.

Il testo sacro costituisce, appunto, questo ponte e ci consente di raggiungere, in qualsiasi momento o circostanza della vita, questa Unità.

Il libro può fornire, se la coscienza è pronta e ricettiva, l'Insegnamento più intimo e personale che si possa desiderare e la sua lettura deve divenire un momento importante della nostra giornata.

La lettura, però, non deve essere fatta con la mente analitica e discorsiva, capace solo di accumulare nozioni e concetti, ma affidandosi alle proprie facoltà intuitive che, sole, ci consentono di intraprendere la via speculativa e metafisica.

Lo strumento con cui si tenta di captare l'Assoluto è la discriminazione intellettiva, ma a livello supersensoriale. Non è con lo strumento sensoriale-mentale, che è imperfetto, che si può comprendere l'Assoluto, ma con un mezzo cognitivo adeguato e supermentale, che faccia da ponte.

Vi sono diversi momenti che caratterizzano una vera lettura trasmutante e realizzativa:

 

Preparazione

Prima di iniziare la lettura vera e propria è necessario predisporre il proprio veicolo mentale a cogliere ed accogliere le verità racchiuse nel testo a cui ci si accosta. É necessario cercare di fare un vuoto, un silenzio mentale per liberarsi da tutte quelle voci discordanti che continuamente ci distraggono sottraendoci energie e concentrazione.

Occorre, infatti, affinare lo strumento che ci metterà in contatto con i testi che desideriamo studiare, la mente, invece, è troppo spesso sovraccarica e condizionata da concetti che ci allontanano invece di avvicinarci alle verità.

Purtroppo noi siamo portati ad assolutizzare il pensiero considerandolo come la nostra unica fonte di comprensione e di rapporto con la realtà che ci circonda, mentre invece la mente umana è solo uno strumento molto imperfetto e limitato, che si rivela inutile quando cerchiamo di accostarci a dimensioni e verità che trascendono la mente individuata.

I principi universali devono essere assorbiti ed assimilati dalla nostra Coscienza, che a poco a poco deve incarnarli e viverli. Alta parola sacra ci si accosta solo con la percezione intuitiva che genera nella Coscienza l'adesione totale ed immediata della verità.

 

Analisi del testo

Dopo aver cercato di creare dentro di noi quel vuoto mentale e quel silenzio ricettivo dove solo può risuonare la parola di Dio, cerchiamo di accostarci al testo con una mente intuitiva, aperta al piano dei Principi.

Leggiamo e rileggiamo il brano scelto cercando di far emergere gli elementi più significativi ed importanti, soffermiamoci sulle parole che maggiormente risuonano dentro di noi, silenziosamente attenti alle verità che potrebbero evocare.

Cerchiamo, attraverso le parole e i concetti, l'Idea cardine racchiusa nel testo, sforziamoci di comprenderla ed assimilarla, rapportandola anche alla nostra realtà coscienziale.

Sarebbe utile scrivere la frase o il brano che ci ha maggiormente colpito per portarli con noi durante la giornata ed intonare le nostre azioni e i nostri pensieri a queste verità.

Alla sera o nei giorni successivi, ritrovandoli in una tasca, potremo verificare come essi abbiano potuto o meno modificare i nostri comportamenti quotidiani. Potremo chiederci se conservano ancora per noi quella validità che ci aveva impulsato a scriverli o se, viceversa, la loro realtà si è andata oscurandosi nel vortice delle preoccupazioni contingenti.

II testo deve, in definitiva, essere oggetto di un vero e proprio studio; per questo sarebbe bene fare anche dei brevi sunti che ci aiutino ad avere una visione globale dell'opera che stiamo studiando, per poterla ricordare, anche dopo anni, nella sua interezza.

Questo lavoro di scrittura ha un doppio vantaggio: aiuta a fissare meglio i concetti perché costringe ad un lavoro di sintesi e stimola, contemporaneamente, la memoria visiva.

 

Meditazione

Successivamente è necessario riprendere con più calma il testo e meditarlo.

In questa ulteriore rilettura scopriremo nuovi aspetti ed interpretazioni di cui non ci eravamo accorti prima. Ci potremo interrogare su quali siano i valori permanenti racchiusi nel testo che ora, proprio in questa rilettura successiva, saranno più evidenti. Scopriremo che quelle verità sono divenute lievito per la nostra Coscienza e che, anche se non ne siamo stati consapevoli, si sono ancorate dentro di noi.

Durante questa meditazione ci renderemo conto di quanto la nostra comprensione ed assimilazione non siano legate alle singole parole o concetti ma alla Verità in quanto tale, nella sua perfetta evidenza e totalità.

 

Contemplazione

Se la rilettura e la meditazione sul testo sono state protratte nel tempo lentamente passeremo alla pura contemplazione, dove la coscienza immota aderisce alla Realtà racchiusa in quel libro e la comprensione diviene convibrazione ed infine incarnazione di quel livello coscienziale.

Pure, in questo momento, l'Anima è atteggiata, in modo tale da avere a vile finanche il pensare - che in altri tempi aveva così caro - poiché il pensare implica già una sorta di movimento; ma una tale Anima non Vuole più muoversi...

Mentre il momento della lettura rappresenta un ascolto attivo delle parole dell'Insegnamento in cui la mente si sforza di penetrare ed investigare il testo, la contemplazione è un momento passivo, di piana unità di coscienza in cui ci si abbandona e ci si lascia totalmente compenetrare dalla parola di Dio.

La mente tace e la Coscienza vibra in sintonia con la realtà del Sé.

 

Trasformazione

Lentamente la coscienza aderisce pienamente a certe verità, l'individualità si trasforma e si trascende e la parola divina da’ i suoi frutti. Tutti i nostri comportamenti è le nostre azioni vengono trasformati; contemporaneamente si attiva in noi la giusta visione e, mossi dall'Amore universale, senza esitazione, possiamo compiere la giusta azione.

La nostra Coscienza risuona sul piano dei Principi dove si manifestano le potenze di H’esed, Tiphereth e Guebourâ. É il piano dell'unità dove non c'è più scisssura tra la visione e l'azione, dove non si opera più spinti dal desiderio attrattivo e repulsivo ma dalla Volontà.

Solo osservando le nostre azioni ci renderemo conto se abbiamo saputo ascoltare le parole del Maestro silenzioso, racchiuse nel libro. Solo attraverso le nostre scelte quotidiane potremo valutare se abbiamo raggiunto quella capacità interiore di percepire l'Insegnamento che le parole sacre del libro volevano impartirci. É dalle nostre opere che verremo riconosciuti come veri discepoli dell’Amore divino che eternamente parla dal libro della Vita.

 

 

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