[...] Volendo esaminare il complesso tema della nascita e delle origini della Massoneria Moderna, o, come si suole chiamare, speculativa, prima di altre considerazioni dobbiamo esaminare alcune leggende ben radicate nell’immaginario massonico, ma, come vedremo, non assolutamente certe.[...]

 

Il documento che viene presentato ai nostri visitatori esoterici è un  documento a firma del carissimo F:. Paolo Lucarelli passato all'Oriente Eterno il 12 Luglio dell'anno di Vera Luce 6005, ed è stato pubblicato su "Massoneria Oggi" Anno V n1 Gennaio-Marzo 1998.U

Lo scritto costituisce un opera della maestria del Fratello. Il suo contenuto non riflette di necessità  la visione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto. 

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Volendo esaminare il complesso tema della nascita e delle origini della Massoneria Moderna, o, come si suole chiamare, speculativa, prima di altre considerazioni dobbiamo esaminare alcune leggende ben radicate nell’immaginario massonico, ma, come vedremo, non assolutamente certe.

La prima descrive la nascita della Massoneria speculativa come filiazione diretta dell’antica gilda di mestiere che avrebbe a poco a poco lasciato entrare nelle sue logge dei non operativi, detti proprio perciò accettati, i quali avrebbero infine preso il predominio, sia numerico che gestionale della corporazione, trasformandola in quella che conosciamo dal 1717 in avanti.

Ora, è certamente indiscutibile che la Massoneria moderna deve molto a ciò che era la Venerabile Compagnia dei Liberi Muratori della Città di Londra, come era per l’appunto chiamata nei documenti ufficiali la corporazione che riuniva tutti coloro che praticavano l’arte del costruire. Non soltanto l’attuale istituzione ne deriva, quasi esattamente, il nome e molti dei suoi principi di governo. Essa ne ha anche ereditato i titoli degli Ufficiali e Dignitari più importanti, il metodo di autofinanziamento, quello per pagare le ammissioni ed altri che per la verità erano tipici di tutte le corporazioni medioevali. Tutto questo tuttavia non spiega perché dei non operativi avrebbero dovuto chiedere l’ammissione a questa particolare gilda di mestiere.

Una prima spiegazione, che Anderson addirittura fa risalire a tempi antichissimi, consisterebbe in un’attrazione dovuta al fatto che l’ammissione alla corporazione avrebbe rappresentato un particolare valore in termini di "status" sociale, una specie di "simbolo di distinzione", come al giorno d’oggi si può immaginare che capiti per certe associazioni, come ad esempio il Rotary Club o altre.

Dunque si tratterebbe dell’attrazione che una ricca e potente Compagnia di mestiere avrebbe esercitato su uomini non appartenenti professionalmente alla gilda.

Tutto questo sarebbe molto interessante, se non fosse impossibile. Dobbiamo infatti considerare che già agli inizi del XVII secolo la Compagnia aveva perso ogni importanza e potere effettivo (1). Che fascino dunque potrebbe aver mai esercitato una corporazione chiaramente sulla via del declino, su uomini rosi da ambizioni sociali?

Nasce allora una seconda spiegazione, che sostiene che i non operativi furono attratti a chiedere l’ammissione nella corporazione di mestiere dai segreti esoterici che questa celava. Ora (riprenderemo più avanti questo argomento, trattando della nascita dei rituali massonici) notiamo che non esiste alcun documento relativo alle logge operative che testimoni di un qualche mistero che non sia semplicemente quello legato ai cosiddetti segreti di mestiere, così come si potevano trovare in qualsiasi altra corporazione del genere.

A questo proposito ricordiamo che la supposta esistenza in Inghilterra di un gruppo di cosiddetta sopravvivenza operativa, con un rituale in 7 gradi e la divisione nel suo interno tra square masons e arch masons, tanto cara a Guénon, è un’evidente mistificazione degli inizi del ‘900, come è stato ampiamente dimostrato (2).

Per quanto riguarda il cosiddetto Compagnonnage, peraltro esistente soltanto in Francia, e nel cui ambito i muratori non rappresentano la parte predominante, si sa che la parte rituale ed esoterica è successiva a quella della Massoneria simbolica (3).

Infine, per toccare un ultimo punto, tanto caro ai massoni italiani, dei famosi Maestri Comacini non si sa nemmeno se siano mai esistiti sotto forma di corporazione. Gli editti longobardi che li citano sono del VII e VIII secolo d.C., mentre i sistemi corporativi con i relativi giuramenti, che ne erano parte integrante e necessaria, non appaiono prima del XII secolo (4). Gli articoli degli editti di Rotari e Liutprando comunque parlano soltanto della regolamentazione legale da applicarsi nel caso di eventuali incidenti mortali dovuti al mestiere di costruzione, delle regole da seguire e dei compensi relativi. Non si trova nulla che suggerisca qualcosa di misterioso, né che contempli privilegi anomali (5).

Si noti, tra l’altro, a proposito della cosiddetta libertà dei membri professionali del mestiere di costruttore che, almeno sino al XIV secolo, l’Europa era un paese in cui la libertà di movimento non era posta in discussione. Studiosi, mercanti, artigiani, gentiluomini, pellegrini, vagabondi e guerrieri, si aggiravano da un lato all’altro della Cristianità (e in parte anche dell’Islam) con una libertà e una disinvoltura che l’era delle "carte di identità", dei passaporti, delle frontiere e dei controlli di polizia ci ha fatto dimenticare. I muratori erano liberi di andare e venire quanto gli altri, anzi forse un po’ meno, perché nel loro caso erano le corporazioni di mestiere a porre freni ad eventuali stranieri che volessero esercitare la professione localmente (6).

Ritorniamo dunque alla nostra affermazione precedente per ribadire che non esiste alcun documento medievale di queste corporazioni circa una qualche forma di insegnamento esoterico impartito nel loro interno, che non fosse quello dei cosiddetti segreti di mestiere.

Per quanto riguarda l’Inghilterra in particolare, chiunque abbia affrontato la lettura dei vari manoscritti Regius, Cooke etc., non avrà trovato altro che le consuete regole corporative, accompagnate da un forte attaccamento alla religione cristiana, ed una altrettanto forte attenzione a problemi pratici, economici e di gestione del personale.

Da nessuna parte, in nessun documento, si trovano riferimenti a quelli che sono i punti fondamentali dell’attuale esoterismo massonico: Parola, Tempio, Hiram e simili. In realtà, tutti i documenti in nostro possesso affermano esattamente l’opposto, e cioè che soltanto dopo l’ingresso dei membri non operativi, e cioè nel XVII secolo, si cominciano a riscontrare indizi di qualcosa di misterioso nell’ambito della corporazione. Qui vanno citati alcuni dati.

Già nel 1620-21 i conti della corporazione di mestiere mostrano ricevute per pagamenti effettuati da alcuni membri e ufficiali che erano stati fatti massoni accettati, o che erano venuti nell’Accettazione. Va sottolineato che alcuni di questi erano già membri "attivi e quotizzanti", come si suol dire, della Corporazione di mestiere (7).

Ci troviamo dunque di fronte ad un fenomeno esattamente opposto a quello ipotizzato, cioè sono i membri operativi che vengono ammessi tra gli accettati, e non l’inverso. Il che porta a sostenere l’esistenza di una struttura, una loggia, che possiamo definire in mancanza di meglio speculativa, all’interno dell’antico sistema professionale, con una sua gestione, anche amministrativa, affatto autonoma e indipendente. Far parte dell’una non comportava affatto l’appartenenza alla seconda, tutt’altro.

Altrettanto significativo è il fatto che nel 1655-56 la Compagnia di mestiere decise di cancellare la parola freemasons dal suo titolo, diventando The Company of Masons, come se si fosse arresa, anche formalmente, di fronte ad un nuovo corpo, che sino ad allora si era più o meno nascosto nel suo interno, ed era ora quasi pronto a manifestare la sua esistenza all’esterno in modo indipendente (8).

E’ certo comunque che le prime segnalazioni di non operativi sono tutte successive all’inizio del XVII secolo. In Scozia ad Edimburgo le prime sono del 1634. A Atchison’s Haven del 1672, 77, 93. A Kilwinning del 1672. Ad Aberdeen del 1670.

Per quanto riguarda l’Inghilterra, come abbiamo detto, il fenomeno deve essere stato anteriore di qualche decennio. Già nel 1621 vediamo documenti che attestano una Società for making masons, in aggiunta alla gilda regolare. Questa società, ancora anonima, riscuote capitazioni per fare massoni accettati sia di costruttori di mestiere, già membri della gilda, sia di uomini che non hanno alcuna connessione né col mestiere né con la gilda (9).

Cominciamo a trarre delle prime possibili conclusioni che sono piuttosto delle ipotesi per un programma di ricerca, che non affermazioni indiscutibili, per quanto possano apparire molto probabili.

Diciamo dunque che sembra ragionevole sospettare che durante il XVII secolo si sia costituita, in seno alla corporazione professionale, una fraternità occulta. I suoi appartenenti, detti accettati, sarebbero stati gli effettivi possessori, o creatori, dell’esoterismo e della ritualità che ci è nota, e si sarebbero progressivamente resi autonomi durante la seconda metà dello stesso secolo (10).

Resterebbe allora da scoprire l’origine di questo gruppo, la data della sua costituzione, la sua identità in termini di contenuti filosofici ed esoterici, il motivo per cui decise di nascondersi all’interno della corporazione, i possibili fondatori o ispiratori.

Gli studiosi concordano nel ritenere che l’esoterismo massonico, con la sua traduzione in rituali, simboli e catechismi, sia una creazione evoluta nell’arco di qualche decennio, dovuta ai cosiddetti speculativi. Ora se è a questi che dobbiamo le innovazioni introdotte nel sistema della corporazione di mestiere, sembra inevitabile cercare di scoprire innanzitutto che tipo di uomini fossero quelli che incominciarono a manifestare interesse per l’ingresso nella gilda (11). Qui per il momento gli studi sono ancora scarsi, tuttavia abbiamo abbastanza elementi per riconoscere nei primi accettati alcune caratteristiche piuttosto interessanti.

Innanzitutto ci troviamo di fronte ad uomini di condizione sociale medio alta, appartenenti a quella borghesia illuminata che potremmo, con un aggettivo contemporaneo, definire "liberale".

Per lo più studiosi, interessati alle culture antiche - sono spesso definiti "antiquaries" - collezionisti di manoscritti e libri rari. In gran parte li ritroviamo tra i fondatori della Royal Society. Faceva parte del loro progetto sociale una diffusione allargata delle conoscenze scientifiche per migliorare la condizione degli strati più umili della società (12).

Dal punto di vista religioso, in un momento tanto travagliato della storia d’Europa, manifestavano una spiccata tendenza per la tolleranza all’interno di uno spiccato teismo di tipo giudaico-cristiano.

Una caratteristica molto importante sono i collegamenti che molti di loro avevano con i superstiti del movimento rosacruciano tedesco, molti dei quali, dopo la sfortunata avventura conclusasi con la disfatta del regno di Boemia, si rifugiarono proprio in Inghilterra, dove avevano in passato trovato gli appoggi necessari per pubblicare le loro opere, ritenute più o meno eretiche dai custodi della Controriforma (13).

Notiamo che proprio nei Manifesti Rosacruciani si erano espresse per la prima volta in forma pubblica idee di diffusione delle conoscenze scientifiche a favore del benessere del popolo, teorie di tolleranza religiosa, di strutture politiche non assolutistiche, così come proprio nel brevissimo periodo del regno di Boemia si erano sperimentate forme sociali particolarmente avanzate per l’epoca, come l’istruzione elementare gratuita ed obbligatoria, ed i primi esperimenti di medicina sociale preventiva (14).

Conviene ora notare alcune date: il movimento rosacruciano, dopo aver atteso invano aiuto dall’Inghilterra, viene rovinosamente sconfitto nel 1619. Incomincia la persecuzione dei superstiti. I primi documenti che accertano l’esistenza degli Accettati sono di due anni dopo.

Si potrebbe allora immaginare che il gruppo inglese, che aveva fallito nel suo tentativo politico di mandare aiuti militari in Boemia, arricchito dei fuorusciti tedeschi che si erano salvati con la fuga verso l’unico paese che poteva garantire una certa sicurezza, abbia riconosciuto, in una specie di processo di autocritica, l’impossibilità, se non addirittura la pericolosità, di un’ulteriore manifestazione all’esterno, ponendosi nel contempo il problema e l’obiettivo del mantenimento e della trasmissione dei contenuti esoterici, filosofici e sociali che li avevano ispirati.

Si imponeva allora, quasi come scelta obbligata, una via di clandestinità, specialmente se si tiene conto che anche in Inghilterra la situazione stava mutando, mentre sul continente la persecuzione cattolica si estendeva, moltiplicando processi ed esecuzioni capitali per chi fosse appena sospettato di pratiche o idee eterodosse.

Se ora consideriamo l’opportunità di occultarsi all’interno di una organizzazione che permettesse il mantenimento di un insegnamento non ortodosso e la sua trasmissione sotto un aspetto di totale innocuità, se ricordiamo che era già da tempo stato impostato un processo che utilizzava tra l’altro il simbolismo geometrico-architettonico per esprimere i contenuti di questo insegnamento (15), dobbiamo ammettere che l’esistenza di una corporazione di mestiere, parzialmente in declino, e quindi facilmente utilizzabile e controllabile da parte di uomini che per stato sociale avevano denaro e potere, sia stata vista come un’ottima occasione.

Si può quindi immaginare che il messaggio rosacruciano sia stato travasato nella corporazione dei Liberi Muratori inglesi, con la creazione di un sistema di rituali, creato "ad hoc", che ne assicurasse il mantenimento e la trasmissione nel tempo.

Questo messaggio, come abbiamo accennato, aveva due componenti, una essoterica ed una esoterica. La prima è facilmente riconoscibile, ed è ancora oggi un pilastro dell’insegnamento massonico. Propone la tolleranza religiosa, l’operare per il miglioramento degli strati più diseredati della società, la diffusione della cultura, la preferenza per sistemi di governo democratici e l’odio per qualunque forma di dispotismo, l’impegno sociale in tutte le sue forme, l’obbligo di un comportamento etico ineccepibile, come caratteristiche essenziali filosofiche, sociali e politiche.

Resta da chiedersi se esisteva, e in che consisteva la componente esoterica, e quindi metafisica. Notiamo subito che al comparire degli Accettati, si ha notizia di qualcosa che essi chiamavano Parola Massonica, al cui segreto tenevano in modo quasi feroce, cosicché sembra impossibile saperne altro, se non che questa esisteva. Vediamo per esempio Henry Adamson, che nel 1638 scrive: Noi abbiamo la Parola Massonica e la seconda vista.

E Randle Home, nel 1640: Vi sono molte parole e segni di un Libero Muratore da rivelare a te quando le chiederai davanti a Dio nel grande e terribile giorno del giudizio. Tu mantieni il segreto e non rivelarlo ad alcuna persona, se non ai maestri e compagni della detta Società dei Liberi Muratori.

Inoltre si trovano nei giuramenti dei riferimenti al fatto che questa Parola non deve essere mai scritta, nemmeno provvisoriamente sulla sabbia, se non a rischio di punizioni terribili. Quello che appare certo da tutti i documenti, comunque, è che essa era qualcosa di più di una semplice parola, ma che doveva consistere in un vero e proprio insegnamento, che comunque non fu mai esplicitato (16).

L’ipotesi rosacruciana indirizza evidentemente verso una chiara ed univoca risposta, ma prima di enunciarla vediamo ancora alcuni punti.

Innanzitutto le caratteristiche del massone accettato più famoso del XVII secolo. Ci riferiamo evidentemente ad Elias Ashmole, iniziato a Warrington il 16 ottobre 1646. La notizia è nel suo cosiddetto "diario", dove, tra l’altro, il verbo usato non è "iniziato" ma "accettato" (17).

All’epoca Ashmole era piuttosto giovane, aveva infatti 29 anni. Nel seguito diventerà famoso come appassionato di alchimia, di cui pubblicherà alcuni testi antichi, tra cui una famosa raccolta (18). In altri suoi diari, questi cifrati, troviamo delle ricette alchemiche, e, il 13 maggio 1653, la testimonianza del fatto che il suo father (padre cioè, in senso iniziatico) Backhouse, in punto di morte gli rivelò per sillabe la vera materia della Pietra Filosofale (19). Nel 1663 diventò uno dei primi fellow della Royal Society.

Il secondo punto che vogliamo sottolineare, consiste nell’evidente e continuo riferimento nei rituali massonici, specialmente nei gradi superiori al 3°, alla cosiddetta Leggenda Criptica con i suoi collegamenti con il simbolismo del Tempio di Salomone. Ricordiamo ancora che tutto induce a pensare che il rituale massonico nella forma in cui lo conosciamo non sia sbocciato improvvisamente nella sua forma definitiva, ma si sia evoluto durante tutta la metà del XVII secolo e probabilmente ancora nei primi decenni del secolo successivo, avendo sviluppato gradi superiori a quello di Maestro contemporaneamente a quello (20). Ora, per quanto riguarda il Tempio e la Cripta sotterranea, questa è un’antica versione di una leggenda alchemica, riportata anche nei manifesti rosacruciani, cui, tra l’altro, il famoso alchimista Michele Maier dedicò un libro. Notiamo che il Maier era amico dell’Ashmole che sostiene di averlo incontrato in Inghilterra.

Infine ricordiamo che la definizione di Dio come Grande Architetto dell’Universo, non è, come si potrebbe pensare, di origine muratoria, bensì alchemico-rosacruciana. L’Andreae, noto come l’estensore dei Manifesti Rosacruciani, usa questa espressione già in uno scritto del 1623, dunque molto in anticipo sui rituali massonici (21).

A questo punto non dovremmo stupirci del fatto che il Gioiello dell’Arco Reale, grado o ordine particolarmente apprezzato e protetto dalla Massoneria anglosassone, riporti come motto: Si talia jungere possis: sit tibi scire satis.

Questa infatti è la frase finale di una quartina in latino, probabilmente dovuta al Milius, della pagina di frontespizio di una delle più importanti raccolte di testi di Alchimia del XVlI secolo, ed ha significato soltanto all’interno di questa tradizione (22).

Per quanto riguarda l’altro sistema rituale che contende all’Arco Reale il favore dei fratelli massoni, rileviamo velocemente che la leggenda criptica vi è ripetuta più volte ed in più versioni, che i riferimenti alchemici nei vari gradi sono persino più espliciti che non nell’altro, e infine che il grado più praticato del sistema si chiama dei Principi Rosa Croce.

In conclusione, potrebbe essere interessante approfondire l’ipotesi che l’insegnamento degli Accettati sia stata l’Alchimia, con tutte le sue conseguenze operative, filosofiche e metafisiche, come peraltro era già avvenuto per i Rosacruciani tedeschi. In questa ipotesi, l’evoluzione del rituale e del simbolismo nel corso del XVIII secolo potrebbe essere stato il tentativo di mantenere vivo e comprensibile questo insegnamento almeno per i Fratelli più qualificati.

 

1- Vedi Free in Freemasonry, by BRO. BERNARD E. JONES, Prestonian Lecture for 1952.

2- Les Survivances Operatives en Angleterre et en Ecosse, par le T.V. Fr. PIERRE GIRARD ANGRY, in Travaux de la Loge nationale de recherche Villard de Honnecourt, n. 3, 2° série, 2° semestre 1981.

3- The Compagnonnage and the Craft, by C.N. BATHAM, in Ars Quatuor Coronatorum Transactions, vol. 86, 1873.

4- Tutto questo è molto ben illustrato in Lo specchio del feudalesimo, sacerdoti, guerrieri e lavoratori, di G. DUBY, Bari 1980.

5- Per quanto riguarda i cosiddetti Maestri Comacini, abbiamo un riferimento agli artt. 144 e 145 dell’Editto di Rotari, re dei Longobardi, del 22 novembre 643 (Decimo Kalendas decembres DCXLIII) in MURATORI, Rerum italicarum Scriptores, tomo 1°, parte 2°, pag. 25; e in Historiae patriae Monumenta - edicta Langobardorum, Torino 1855, pag. 38.

All’art. 144 troviamo: "Se il maestro comacino co’ suoi colliganti avrà assunto di restaurare e fabbricare la casa di chicchessia, fissato il patto della mercede, e accadrà che qualcuno muoia per la caduta della stessa casa..." etc. Mentre il 145 dice: "Se qualcuno avrà chiamato e condotto uno o più maestri comacini a disegnare i lavori e accadrà che in causa della casa qualche comacino abbia a morire..." etc. Per quanto riguarda l’Editto del 28 febbraio 713 di Liutprando (Monumenta etc., op. cit., pagg. 151-152) è dedicato alle mercedi dei Comacini, in 7 capitoli: De sala, De muro, etc.

6- Si legga in proposito qualunque studio sul Medioevo. Comunque la miglior sintesi per il periodo principale su questo argomento, cioè quello della costruzione delle cattedrali, è ancora La rinascita del XII secolo, di C.H. HASKINS, Bologna 1955. Vedi anche Medieval Masters and their secrets, by bro. Rev. W.W. CONERY-CRUMP, Prest. Lect. for 1981.

7- Vedi Free in Freemasonry, op. cit.

8- Gli studi su questo argomento sono numerosissimi, comunque vedi The Transition from Operative to Speculative Masonry, by BRO. HARRY CARR.

9- Ibid.

10- Ibid.

11- Il suggerimento è di H. Carr che scrive testualmente: "in England it seems likely that the changes began in the Acception... In this connection we have to consider the kind of men who were beginning to take an interest in the society...". E nota l’autorevolezza di studioso di Carr, il cui impressionante curriculum massonico e di saggista riempirebbe più di una pagina.

12- Vedi dell’autore di questo studio, La leggenda Criptica nella Tradizione occidentale, "Hiram", agosto-settembre 1989, dove viene anche data una esauriente bibliografia in proposito.

13- Per un approfondimento, F.A. YATES, The Rosicrucian Enlightenment, London 1972 (trad. it., L‘illuminismo dei Rosacroce, Torino 1976).

14- Ibid.

15- Ricordiamo qui soltanto le opere di John Dee, ma questo simbolismo in realtà nasce in Italia nel XVI secolo e da lì dilaga in tutto l’esoterismo europeo legato alla tradizione ermetica.

16- The Mason Word, by BRO. DOUGLAS KNOPP, Prest. Lect. for 1938.

17- II cosiddetto "diario" di Ashmole, ristampato da R.T. Gunther nel 1927, è solo un libero arrangiamento di note che egli cominciò a scrivere all’età di 61 anni e che avrebbe dovuto servire per un’autobiografia mai scritta. Più interessanti i due diari in cifra, decifrati da Josten. Per un approfondimento, vedi Elias Ashmole, His autobiographical and historical notes, by C.H. JOSTEN, Oxford 1966.

18- Si tratta del Fasciculus chemicus (1650), del Theatrum Chemicum Britannicum (1652) e del The Way to Bliss (1658).

19- Vedi JOSTEN, op. Cit. Naturalmente il fatto che il nome della materia sia stato sillabato non può che suscitare una certa emozione in un massone, e forse ricordargli qualcosa...

20- Persino i Massoni inglesi ormai ammettono questo fatto storicamente indiscutibile. Si noti che la prima menzione dei cosiddetti "alti gradi" è proprio in Inghilterra, dove sono documentate le riunioni regolari di una Loggia che si riuniva alla "Devil’s Tavern" nel 1733, e che era definita dai documenti come una Scots Masters Lodge. In proposito si noti che la famosa orazione di Ramsay è di tre anni dopo (1736) a dimostrare ancora una volta che non fu certo il baronetto ad inventare la tradizione cosiddetta Scozzese. Per un approfondimento vedi Rose-Croix, The History of the Ancient and Accepted Rite for England and Wales, by A.C.F. JACKSON 33°. Lewis Masonic, 1993.

21- Vedi The preeminence of the Great Architect in Freemasonry, by R.H.S. ROTTENBURG, Prest. Lect. for 1983.

22- Si tratta del Musaeum Hermeticum reformatum et amplificatum... Francofurti M DC LXXVIII. La quartina dice:

 

Quae sunt in superis, haec inferioribus insunt

Quod monstrat coelum, id terra frequenter habet

Ignis, Aqua et fluitans duo stint contraria: felix

Talia si jungis: sit tibi scire satis.

 

Si riferisce ad uno degli Arcani maggiori dell’operatività alchemica.

 

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