L'architettura da sempre è immagine del potere. Lo sono: le piramidi d'Egitto, espressione dell'entità divina del Faraone, la cupola di San Pietro a Roma, che coprendo l'umanità redenta nel nome di Cristo si fa immagine del cielo pronto ad accoglierla, il Partenone, che celebra nell'armonia delle sue proporzioni l'ordine democratico dell'antica Atene, il castello di Versailles, che oggettiva il fasto e l'eleganza di una corte inimitabile...

In questo studio, tratto da Pantheon n.2 Equinozio di Autunno anno 2002, Stefania Severi, esamina le influenze massonica nell'architettura.

Lo scritto ritrae un opera della maestria dell'Autrice e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato.

 

© Pantheon

 

 

L'architettura da sempre è immagine del potere. Lo sono: le piramidi d'Egitto, espressione dell'entità divina del Faraone, la cupola di San Pietro a Roma, che coprendo l'umanità redenta nel nome di Cristo si fa immagine del cielo pronto ad accoglierla, il Partenone, che celebra nell'armonia delle sue proporzioni l'ordine democratico dell'antica Atene, il castello di Versailles, che oggettiva il fasto e l'eleganza di una corte inimitabile... Tutte queste architetture rendono visibile il potere che le ha volute e illustrano le idee guida a quel potere sottese. L'architettura rende visibile e per questo ciò che non può o non deve essere visibile, non può avvalersi dell'architettura, al più può far ricorso a simboli noti solo agli adepti. Esemplare, in tal senso, fu il ricorso, da parte dei primi Cristiani, a domus private per celebrare l'Eucaristia ed al simbolismo del pesce, anagramma di Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. Usi che durarono solo fino al 313, quando i cristiani poterono professare liberamente il loro credo religioso.

Tale premessa era doverosa dovendo introdurre un argomento, quello dell'architettura massonica, scarsamente documentabile in Italia dove complesse vicende politiche e culturali hanno fatto sì che la Massoneria fosse riguardata con sospetto. Di qui l'esigenza di non visibilità o di una visibilità discreta. In Italia è possibile trovare, al più, monumenti funebri massoni, ad esempio nel cimitero di Staglieno a Genova e nel cimitero di Fabriano.

Discorso a parte merita la celeberrima Cappella Sansevero di Napoli, voluta da Raimondo di Sangro principe di Sansevero, chiacchieratissimo Gran Maestro della Loggia Massonica di Napoli. In questo singolare edificio, in cui ogni elemento decorativo, a cominciare dal labirinto, presenta vari livelli di lettura, la tipologia architettonica di riferimento è la chiesa e Io stile il Rococò (metà del XVIII secolo).

Di architettura e Massoneria si occuparono, nel 1988, insigni studiosi nel corso di un convegno promosso, a Firenze, dal Grande Oriente d'Italia. Si parlò, allora, tra l'altro, della Cappella gotico-rinascimentale di Don Rubi De Bracamonte ad Avila, dei giardini esoterici di Palermo, dell'artista Pelagio Pelagi e della committenza massonica nella Bologna in età napoleonica, della citata Cappella Sansevero e dell'opera di Piranesi. Del resto letture in chiave massonica sono state fatte e dell'Opus Architectonicum di Borromini e della "vera architettura" di Palladio.

L'architettura è profondamente legata alla Massoneria alla quale ha fornito concetti e simboli. In particolare tutti gli utensili dei massoni sono tratti dalla pratica dell'architettura: la squadra, il compasso, il maglietto e Io scalpello, la perpendicolare e la livella, il regolo e la leva, la cazzuola.

In Santa Maria Sopra Minerva a Roma, la lastra tombale dell'architetto e scultore Andrea Bregno, nato a Osteno presso Como nel 1418 e morto nel 1503 nella città dei papi dove ampiamente aveva lavorato, offre quasi per intero il campionario di tali simboli. Andrebbe qui ulteriormente sottolineata l'origine "nordica" del Bregno, zona di provenienza forse dei più antichi Magisteri Comacini ma anche non lontana dal Canton Ticino da cui giungeranno Carlo Maderno prima e soprattutto Borromini poi, figura esemplare d'architetto "ermetico".

Ma questa è un'altra storia!

Per "scoprire" l'architettura massonica bisogna recarsi negli USA dove è visibilissima. Molti degli edifici di cui di seguito si parlerà sono regolarmente aperti al pubblico ed il visitatore può anche usufruire di materiali illustrativi e di visite guidate.

L'archetipo ideale degli edifici massonici è il distrutto tempio di Salomone a Gerusalemme, simbolo di tutte le costruzioni ivi compresa quella dell'universo. Ma anche se gli studi ricostruttivi relativi ai tempio di Gerusalemme si sono, soprattutto ultimamente, moltiplicati, non si riscontra in realtà una effettiva volontà ricostruttiva e non solo per motivi oggettivi ma, presumibilmente, perché quel modello deve restare inimitabile. É comunque da quell'antico tempio che deriva la simbologia delle due colonne Jachis e Boaz. E sempre da quel tempio derivò il nome dei Templari (1118) ai quali la Massoneria si sente in qualche modo legata.

Dalla cultura ebraica deriva in oltre lo schema dell'arca che si ritrova non solo nei testi massonici ma anche, ad esempio, in vari monumenti funebri nei cimiteri di Père Lachaise, di Montmartre e di Montparnasse a Parigi.

L'architettura architravata quale fu quella del tempio di Salomone, del resto, è tipica dell'architettura massonica che sembra preferirla all'architettura voltata. Eppure l'architettura a volte rinasce in epoca romanico-gotica, nel periodo cioè in cui, a livello linguistico, nasce la Libera Massoneria. Se infatti è vero, come scriveva Frances A. Yates (The Rosicrucian Eulightenement) che "la Libera Massoneria è vecchia quanto l'architettura stessa" è altrettanto vero che il termine freemason risale al XIV secolo e sembra derivare da un misto di latino e di normanno francese. Alla stessa epoca risalgono le prime compagnie o gilde dei muratori e lo status libero dei loro appartenenti. Di tali antiche gilde sono oggi eredi i Compagnons de France, giovani per lo più studenti che girano il paese, soprattutto nelle zone agricole, offrendo, in cambio dell'ospitalità e di una minima sovvenzione, il loro lavoro di restauratori di edifici antichi secondo le antiche tecniche. La loro "firma" è una pigna posta sulla sommità dell'edificio. Le grandi cattedrali gotiche francesi, espressione massima delle maestranze tardo medioevali, sono ricche di simboli che variamente confluiranno nei repertori massonici, dal labirinto della cattedrale di Reims (distrutto), al lungo cammino all'interno della cattedrale di Chartres che rappresenta il pellegrinaggio spirituale attraverso la vita per il raggiungimento del Graal.

Architetti furono dunque i primi freemason, tanto che il grembiule del fratello massone è l'evoluzione dell'originario grembiule di cuoio che serviva per ripararsi dalle schegge prodotte dal taglio delle pietre. É a partire dalla fine del XVII secolo che avvenne il passaggio dalla prassi al piano ideologico.

All'architettura massonica l'arte egizia offre alcuni archetipi come la piramide, l'obelisco, la sfinge e la colonna con capitello a fiore di loto. Ne offrono esempio le colonne del loggiato di facciata del tempio "Le Droit Humain" a Parigi (1802 c.) e il Freemason Hall Mainridge di Boston (1860-63) che presenta una facciata di tipo greco "in antis" ma con due grandi colonne egizie e decorazione a geroglifici. Ma il legame va individuato anche nelle idee ermetiche e nell'aura di mistero sottese a quell'antica civiltà.

L'arte italiana del Rinascimento, invece, ha offerto alla Massoneria il concetto di armonia.

Ma è l'architettura neoclassica quella che sembra aver più influenza sugli edifici massonici, e ciò è da ascrivere a vari fattori. In primo luogo risale all'epoca la più alta influenza della Massoneria in Francia, Germania e Stati Uniti (Mozart, Washington, Franklin, Haydn...). In secondo luogo tale architettura era espressiva del Terzo Stato, lontana da tipologie legate e alla Chiesa e all'aristocrazia. In terzo luogo molti architetti erano massoni.

Non a caso la Massoneria inglese vanta, come antesignano, Sir Cristopher Wren, il maggiore architetto tra '600 e '100%, autore del San Paolo di Londra, al quale si deve il connubio tra classicismo neopalladiano e neo-gotico. Fu proprio del periodo neoclassico, infatti, anche un lato "oscuro" legato al regno della morte, all'occultismo e all'ermetismo che si evince da certi incisioni di Piranesi, dagli schemi di Boulleè e dalla desolata geometria di Ledoux. E tutto questo confluirà nell'architettura massonica. Per James Stevens Curi, che è uno dei rari studiosi che ha affrontato radicalemente il problema, lo stile massonico è un amalgama di molte cose ma l'architettura massonica va identificata con il Neoclassicismo come espressione dell'Illuminismo.

Come si presenta una architettura massonica e, soprattutto, esiste una tipologia massonica? É certo che gli esempi odierni sono sostanzialmente recenti risalendo in buona parte al XIX e al XX secolo. Ciò che essi hanno in comune è il ricorso ad elementi atti ad indicare un potere che si basa sulla ragione e che si esprime per simboli ampiamente diffusi: le colonne, l'ampia gradinata d'accesso (si sale verso una meta, si fa un percorso in salita, gradino dopo gradino: l'allegoria della Sapienza ha in alcune incisioni la gonna fatta a gradini...), le sfingi (simbolo, tra l'altro, dell'insondabile e dell'ineluttabile), l'uso prevalente dei marmi che indicano preziosità e durevolezza, la grandiosità delle proporzioni che è simbolo di potere, i timpani, gli obelischi, il repertorio decorativo con gli strumenti dell'architettura, il prevalere del bianco di chiara derivazione neoclassica con allusione alla perfezione, il simbolismo diffuso nell'insieme e che investe il particolare ed il tutto. Molto tipica, in tal senso, è anche la predilezione per i volumi quadrati, connessi alla pietra ed al concetto di pietra angolare.

A titolo esemplificativo illustriamo due edifici massonici degli Stati Uniti: la Casa del Tempio a Washington D.C. e il Memoriale Massonico Nazionale di Giorgio Washington ad Alexandria in Virginia.

La Casa del Tempio è la sede del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese. É un imponente edificio quadrato con colonnato ionico periptero decastilo che poggia su un basamento più ampio, sempre quadrato, aperto nella facciata con al centro il portone. Sulla sommità è una piramide tronca. La tipologia antica di riferimento è il Mausoleo di Alicarnasso, almeno nelle ricostruzioni. Due sfingi su due avancorpi laterali inquadrano la scalinata d'accesso a cui si accede da un ulteriore crepidoma costituito da tre e cinque gradini. L'atrio è caratterizzato da una doppia fila di colonne doriche in marmo nero e in marmo nero sono anche le statue di due scribi egizi che delimitano la scalinata che porta al piano superiore. Nella Sala del Tempio coppie di colonne di gusto ionico con fusto nero e base e capitello dorato arricchiscono i grandi finestroni. Più piccola è la Camera Esecutiva con due bianche colonne doriche che inquadrano i seggi dei più alti in grado - il centrale sovrastato da baldacchino - mentre ai lati sono seggi di tipo a coro.

Il Memoriale di Giorgio Washington si ispira al Faro di Alessandria, non a caso dal momento che la città statunitense porta il nome dell'antico porto egizio. La costruzione si sviluppa con forte accento verticale cui offre maggiore slancio la collocazione su di una collina. Si sale, pertanto, lungo il pendio a giardino che nella parte alta, subito al di sotto della costruzione, presenta un'enorme squadra sormontata da un compasso con al centro la G di Giorgio, il tutto in cemento. Al centro dell'edificio di base si apre un pronao a sei colonne di ordine dorico, sovrastato da un timpano. La costruzione si sviluppa al di sopra di tale zona con una serie di tre blocchi squadrati sovrapposti, di grandezza decrescente. Sulla sommità è una piramide a gradoni che termina con un fastigio. Nelle sale espositive sono statue e ricordi di Washington la cui storia è narrata anche da una serie di curiosi diorami. L'edifico ospita varie sale di adunanza, la biblioteca e la Cappella dei Cavalieri Templari con vetrata istoriata con storie di Gesù. Negli interni ci sono numerosi dipinti storico – celebrativi di Alyn Cox, autore anche delle vetrate. L'edificio è stato inaugurato nel 1932, come espressione della fraternità massonica degli Stati Uniti. É interessante al proposito sottolineare che i marmi furono fatti venire dal Tennessee e dal Missouri.

É certo che per il gusto europeo tutto ciò è decisamente eccessivo, a cominciare dalla dimensioni, ed al limite del cattivo gusto. Ma ciò, ad onor del vero, è da ascriversi prevalentemente al "gusto" yankee. Cert'è che la commistione di stili e l'accentuato simbolismo che caratterizzano l'architettura massonica finiscono talvolta con l'appesantire l'insieme.

Sempre a Washington D.C. voglio infine segnalare l'edificio costruito, in forme rinascimentali, da Waddy Butler Wood nel 1907 come sede della Gran Loggia Massonica della capitale. Oggi la costruzione, che sorge non lontano dalla Casa Bianca, ha cambiato funzione diventando il Museo delle Donne Artiste, una destinazione d'uso che mi piace interpretare come omaggio del Sole alla Luna.

 


 

Bibliografia essenziale

Pubblicazioni offerte dal George Washington Masonic National Memorial e da The Supreme Council, 33° Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry di Washington D.0

James Stevens Curi, The Art and the Architecture of Freemasonry, Batsford Ltd. London 1991

 

 

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