Pirofilo

UN CURIOSO INCONTRO

(Tratto da “Racconti e Miti” edizione fuori commercio 2009)


 

Una visita di tre Signori

Un caro amico mi ha raccontato una storia quasi incredibile, che gli è capitata qualche tempo fa. Mi ha pregato di non rivelare il suo nome, ma mi ha lasciato la libertà di decidere se rendere pubblico il suo racconto.
E' quello che mi accingo a fare. Trattandosi di una materia riferita, mi scuso subito se potrò incorrere in qualche inesattezza, specialmente nel caso di aspetti scientifici, dove è quasi certa la possibilità di commettere errori da parte di un profano, come io mi classifico. In certi campi dello scibile occorre essere addetti ai lavori. Ma è lecito domandarsi se i "lavori", oltre un certo punto, rimangono confinati alla Scienza oppure interessano anche la Metafisica.
Potrete valutare voi stessi, i protagonisti del racconto sono persone comuni, non particolarmente esperte, che cercano però di percepire una luce superiore. Certamente è loro diritto e anche dovere il farlo, al di là di errori e incertezze.
Forte di quest'ultima considerazione, incomincio subito.


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Un giorno qualsiasi nel recente passato, il mio amico ha ricevuto la visita di tre persone, in seguito alle pressanti sollecitazioni di un comune conoscente.
Il primo, un signore anziano dall'aspetto molto distinto e riservato, si è presentato come il Signor Kröte [in italiano il Signor Rospo]. Il secondo, un giovane uomo dall'aspetto molto dinamico, ha detto di chiamarsi Hopfrog [in italiano Rana che salta]. Il terzo, un giovane dall'aspetto di artista, ha detto di chiamarsi Fröschlein [ in italiano Ranocchio]. Malgrado le differenze di età e di aspetto, il gruppetto di visitatori sembrava molto affiatato.

Il mio amico è uomo di mondo. La strana coincidenza di nomi aventi tutti a che fare con gli "Anuri anfibi" è stata da lui accettata come una delle tante stranezze della vita. Perciò, senza altri commenti, si è accinto ad ascoltare lo scopo della visita.

Per semplicità del racconto, possiamo trattare i tre visitatori come un unico interlocutore, considerando che, pur essendo tre, in realtà parlavano come una sola anima. In sostanza hanno detto che la fama del mio amico, come interprete di Oracoli, era giunta fino a loro. Il loro problema, almeno così credevano, era quasi insolubile con i normali mezzi a disposizione della loro conoscenza e coscienza. Solo un Oracolo poteva far luce e sciogliere il groviglio dei dubbi che li attanagliava. A loro non bastavano più le percezioni né i ragionamenti. Ogni evento era per loro solo un fotogramma a sé stante del film della loro esistenza. Se possibile desideravano comprendere meglio la trama della pellicola.

La confusione era derivata dalla lettura di un articolo, peraltro chiarissimo, sul numero di Giugno del 2003 della rivista "Le Scienze" [Max Tegmark - Universi paralleli], sul quale avrebbero riferito successivamente, qualora il mio amico fosse stato d'accordo. Solo un Oracolo serio poteva aiutarli. Ovviamente un oroscopo sarebbe stato del tutto inadeguato.

Il mio amico si è un po' spaventato. Si è dichiarato disponibile, solo a prezzo di un'assoluta riservatezza da parte dei tre visitatori. E questo per quattro motivi :
non voleva avere a che fare con il Sant'Uffizio, che notoriamente non ama gli Oracoli ;
non voleva avere grane con la Giustizia, che avrebbe potuto accusarlo di "inside trading" nella enunciazione degli Oracoli ;
non desiderava di essere tacciato di implicito razzismo ;
infine, trattandosi di "trame ed orditi", non voleva fare la fine del povero Jacquard, gettato nel Rodano dai "tessitori" suoi contemporanei, assolutamente incapaci di intuire il progresso rivoluzionario dei suoi progetti sui telai ed i tessuti.

I tre hanno giurato e spergiurato sulla loro riservatezza. In fondo, anche loro prendevano i propri rischi. Poi, hanno incominciato a parlare.

Gli Universi paralleli (Multiverses) sembrano essere un argomento di moda. Eliminando tutte le ragioni scientifiche che giustificano la formulazione dei modelli, rimane il fatto, per il cosiddetto uomo della strada, che esiste la possibilità di una esistenza contemporanea di un "Universo" onnicomprensivo, che include tutti i casi di una realtà possibile e pensabile (in teoria anche quelli che potrebbero non avere significato per l'attuale umanità), e quella di tanti Universi particolari e separati, nei quali ad ogni istante si verifica una realtà tangibile come quella che si vive adesso, in ogni preciso istante. Esso, infatti, rappresenta uno dei casi possibili di manifestazione.
In ogni istante successivo si possono aprire infinite nuove possibilità, secondo le circostanze, gli eventi e le decisioni: per esempio, i tre avrebbero potuto scegliere se suonare il campanello di ingresso e consultare l'Oracolo, oppure se andare a spasso, tutti e tre insieme oppure da soli. Ovviamente era possibile per loro solo una decisione alla volta. Ma le vie prese in conseguenza sarebbero state piuttosto diverse. E così via, per ogni ulteriore istante.

Fin qui si trattava per loro di un modello di riferimento suggestivo, ma con scarse implicazioni pratiche. Dal momento che si può partecipare ad un solo Universo per volta, agli effetti dell'esistenza istantanea individuale manifestata, le possibilità di altri Universi appare una possibilità di natura astrattamente speculativa.

Il mio amico, che aveva letto l'articolo in questione, stava pazientemente aspettando gli ulteriori argomenti da parte dei visitatori. Non gli era, tuttavia, ben chiaro dove volessero andare a parare.

I tre hanno continuato, asserendo che erano rimasti particolarmente colpiti dai modelli III e IV, proposti dall'autore dell'articolo. In particolare alcuni argomenti aprivano implicazioni, dalle portate quanto meno un po' strane. [I lettori di questo racconto forse farebbero bene a leggere l'articolo]

Il primo argomento era ben presentato con un esempio di facile comprensione : se uno considera un dado (un normale dado con numerazione da uno a sei) deve constatare che l'esistenza dei sei possibili casi è del tutto contemporanea. Il dado esiste come dado in se e non ha una soluzione particolare, salvo che si prenda a riferimento il piano che coincide con una particolare faccia. Allora si dice, per esempio, che è uscito il "tre".

Esistono allora due universi : uno globale, con tutte le soluzioni in Potenza (il dado da uno a sei), ed uno particolare, con un'unica soluzione in Atto (per esempio il tre). Fin qui tutto chiaro e quasi banale : certamente un "tre" non è un "sei". Le complicazioni nascono quando si considerano le potenziali soluzioni possibili. Nel caso del dado tutto è molto semplice : le soluzioni, lo sappiamo sono sei e facili da immaginare. Ma nel caso del "Grande Dado della Vita"come la mettiamo ? Perché si verifica l'equivalente di un "tre" nella manifestazione del Gran Dado della Vita ? E' un semplice caso oppure è un argomento da Oracolo ?

Il secondo argomento nell'articolo, che ha attratto la loro attenzione, consiste nell'ipotizzare, al fine di una semplificazione, l'esistenza di due categorie di abitanti, quelli dell'Universo globale, chiamati Uccelli, che vivono in una dimensione superiore e che osservano dall'alto il territorio sottostante, e quello sottostante degli Universi particolari (per esempio quello del "tre"), abitato dalle Rane. E' stato proprio quest'ultimo riferimento che ha provocato il particolare interesse dei tre visitatori. Si sono detti che, appartenendo essi stessi agli Anuri anfibi, l'argomento introdotto dallo scrittore dell'articolo, forse, poteva non essere solo un caso fortuito.

Il mio amico ha notato, tacitamente entro di se, che i tre visitatori si stavano comportando in un modo un po' troppo antropocentrico, come è comune a quasi tutti gli osservatori che si rispettino.

Un terzo argomento faceva notare che il modo di percepire (e conseguentemente di pensare) degli Uccelli era necessariamente molto diverso da quello delle Rane. Qui, il mio amico ha notato la presenza di una punta di invidia nei riguardi degli Uccelli, che ovviamente hanno una prospettiva molto più ampia delle Rane. Ma questo dipende dai punti di vista che le due specie adottano.

Ma non è stato quest'ultimo il vero punto che ha determinato la consultazione dell'Oracolo. In realtà è stato il quarto argomento, che faceva notare come la questione dei due Universi ha antecedenti assai illustri nella cultura umana. Nell'antica Grecia i Platonici hanno tentato di privilegiare, metafisicamente, gli Uccelli, mentre gli Aristotelici si sono attenuti più pragmaticamente all'Universo delle Rane.

I tre hanno dovuto constatare che tutta l'educazione ricevuta a scuola e nella vita è stata aristotelica, cioè solidamente basata sulla realtà fisica. Poi, onestamente, hanno riconosciuto che non ci dovrebbero essere ragioni aristoteliche tali da provocare un senso di invidia per gli Uccelli.

Ma poi, si sono ricordati del mito della caverna di Platone, dove l'equivalente di una Rana-Uomo, pur guardando la parete della caverna (parete delle Rane) percepiscono l'oscura intuizione dell'esistenza dell'apertura della caverna, che si apre sul mondo degli Uccelli. A rigore, una rana aristotelica non è in grado di definire il modo di essere degli Uccelli, pur tuttavia lo percepisce.

E' proprio questo ha mandato in crisi i tre visitatori. Si sono domandati : essendo Rane non potremmo neanche concepire l'esistenza degli Uccelli. In tal caso non potremmo provare un'invidia. Dovremmo essere appagati dal mondo delle Rane. E invece non è così.

Allora si sono domandati : non è per caso che siamo Uccelli che si sono dimenticati di esserlo, essendo costretti ad indossare le vesti fisiche delle Rane ?

La goccia finale è stata raggiunta con il quinto argomento. Nel mondo delle Rane il tempo è qualcosa che evolve, legato apparentemente (almeno così sembra) alla materia fisica. Nell'Universo degli Uccelli, secondo l'autorevole opinione dell'autore dell'articolo, si deve prendere in considerazione il fatto che, essendo presenti tutte le possibili combinazioni di manifestazione, il tempo non può esistere. Ma esistono sequenze ordinate.

Questo lascia aperta la porta ad una serie di implicazioni sconcertanti. Essendo presenti, ovviamente, tutte le condizioni possibili di tutti i possibili Universi particolari, debbono necessariamente essere presenti le "descrizioni" del succedersi degli eventi nell'Universo A, come quelle dell'Universo B, e così via.

Si deve però considerare che il succedersi degli eventi non può essere considerato un fatto temporale (il tempo non esiste fra gli Uccelli), ma piuttosto una successione logica di Forme, composta da Forme antecedenti e Forme susseguenti. Nel mondo delle Rane, la vita viene vissuta e vista come una sequenza "puntiforme" di particolari eventi temporali. Nel mondo degli Uccelli viene vista e vissuta come una particolare Forma globale. (una specie di "spaghetto" continuo)

Ai tre visitatori è allora apparso chiaro che solo un Oracolo può interpretare una Forma continua, perché copre una sequenza non ancora manifestata nel tempo nell'universo delle Rane. Se tutto questo non è materia di Oracoli, allora era segno che avevano le idee ancora più confuse di quello che già temevano. Perciò hanno preso la decisione di ascoltare una persona che gode di una certa fama in materia di Oracoli.



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Allora ha parlato il mio amico. Ho capito il vostro punto di vista, ha detto. Posso anche tentare di interpellare l'Oracolo relativamente al vostro caso particolare, ma il responso assomiglierebbe troppo ad un oroscopo. In realtà, cerco continuamente di consultare l'Oracolo. Ma non si tratta di una semplice Forma-spaghetto. Ogni Forma è un groviglio di spaghetti, per di più ben cotti. E ci sono infinite Forme.

Inoltre sono una Rana come voi, almeno la maggior parte del tempo (di Rana). Qualche volta, qualche felice intuizione mi trasporta nell'Universo degli Uccelli, giusto quel poco per comprendere che non siamo ancora all'altezza di tale Universo.

Tuttavia, mi sembra che (molto lentamente) la nostra evoluzione, cioè quella che stiamo vivendo nel nostro particolare Universo - chiamiamolo A solo per distinguerlo dal B, C…ecc. - ci conduca alla possibilità di scegliere il susseguente Universo A1 e quelli che verranno successivamente, in base ad una ispirazione guidata (intuitivamente ?) di alcune corrispondenti Forme, fatte sempre di spaghetti aggrovigliati, che però potrebbero essere molto più ordinate di altre matasse, sempre a portata delle nostre scelte.

Possiamo, perciò, anche scegliere altre strade, con relative susseguenze, comunque già previste in una delle infinite Forme incluse nel Data Base dell'Universo degli Uccelli.

L'Oracolo può, però, rispondere alcune cose, alcune chiare ed altre implicitamente oscure :
In analogia al mito della caverna, comprendete che avete un'oscura percezione dell'esistenza delle Forme dell'Universo degli Uccelli ;
Comprendete anche che avete la possibilità di intuire tali Forme e anche di percepire l'ispirazione che emana da esse ;
Siate Artisti, perché un Artista ha la possibilità di discernere l'Armonia fra Forme leggermente diverse fra loro. In tal modo potete indirizzare la scelta della sequenzialità all'interno di una Forma ;
Siate Artisti ispirati, perché in tal modo potete accrescere il valore "dell'inside trading" della vostra Vita ;
Osservate che ogni vostra decisione artistica comporta la scelta di un bivio. Il vostro bivio vi può portare in un particolare Universo dei vostri, comunque un Universo di Rane, che evolve in funzione delle decisioni di altre Rane, in Universi imprevedibili, perché non dipendono esclusivamente da voi;
Siate però coscienti che le vostre scelte dipendono da voi e dalle vostre ispirazioni. In ogni caso, qualsiasi strada potrà prendere l'evoluzione, avrà sempre come componente formale (sia pure infinitesima e trascurabile) la Forma che avete scelto, che è logicamente indistruttibile.

Come esperto in Oracoli, il mio amico non si è curato di conoscere se il responso era o non era di gradimento dei visitatori. Non sarebbe stato più un Oracolo tradizionale.
Prima di congedarli ha raccomandato loro di meditare a lungo sulla storia del povero Jacquard, perché contiene una grande quantità di spunti utili per coloro che vogliono imparare l'Arte della tessitura.



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Qui termina il breve racconto. Cari lettori : provate a consultare voi stessi l'Oracolo.
Si possono trovare Forme piene di significati. Non è detto che un groviglio apparente non possa celare una splendida ragione di essere.

Oracoli o evocazioni ? (2003)

Il racconto del mio amico esperto in oracoli mi ha fatto pensare. Mi è venuta in mente un'altra delle mie follie, (ma debbo confessare che mi diverto). Naturalmente è una follia che alla fine non riuscirà a farci superare "la Soglia", come del resto tante altre follie precedenti. Tuttavia, con meticolosa pazienza, ogni follia porta un piccolo sperato contributo alla nostra attenzione interiore, ma non sono ancora riuscito a capire se tali piccoli contributi contribuiscono a creare in modo veramente fattivo le condizioni per le intuizioni illuminanti.

Ma, a furia di pestare l'acqua nel mortaio forse otterremo la grazia di una migliore comprensione.

Ho pensato che chiamerò il mio amico con il nome di Eudossio, celebre presso tutti coloro che si sono occupati di Alchimia. Mi sembra che essendo esperto di Oracoli abbia diritto ad essere incluso fra coloro che hanno almeno un "piede" nell'Universo degli Uccelli. Perciò a buona ragione merita di essere chiamato Eudossio.

Quanto a me, essendo dalla parte delle Rane, seguito a chiamarmi Pirofilo.



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Mi sono recato a trovare il mio amico Eudossio, quasi in pellegrinaggio, seguendo l'esempio della triade Kröte, Hopfrog e Fröschlein. Come sempre l'ho trovato in buona forma, "veleggiante" nella sua sfera esistenziale, quella sfera che spesso invidio. Anche perché mi è difficile raggiungerla. Però non mi comporterò come la volpe della favola.

Caro Eudossio, ho detto, lo scopo della mia visita è molto semplice : affrontare la differenza fra evocazioni e oracoli.
Come mai mi era venuta in mente l'idea di tale differenza? In un lampo, tipico delle intuizioni, mi sono reso conto improvvisamente che la differenza poteva gettare una migliore luce su una delle nostre predilette attività interiori, cioè quella di sognare ad occhi aperti. Detto in termini più nobili, possiamo elevare i sogni al rango più razionale di "progetto". Ma sempre abbiamo a che fare con proiezioni nel futuro.

Qui arriva il punto cruciale. Nei sogni ad occhi aperti, come nei progetti più razionali, vige sempre una specie di oscura percezione delle Forme che sono connesse al futuro delle attività in questione. Salvo essere Artisti di elevatissimo livello è ben difficile riuscire a percepire integralmente l'intera Forma finale. Di solito i sogni o i progetti prendono gradualmente forma strada facendo.

Perciò, se ci riferiamo ai modelli dei Multiversi, dobbiamo convenire che l'anticipazione della Forma riesce malamente alle Rane, mentre è proprio un giochetto da ragazzi per un Uccello. Cosa ne pensi ?

Caro Pirofilo, mi ha risposto, hai messo il dito in una delle tante piaghe che affliggono le Rane. Le Rane sono, per loro stessa ragione di essere, obbligate a scegliere fra le infinite Forme messe a loro disposizione nel Database universale che si trova però presso gli Uccelli. Ogni scelta è irreversibile, però provoca un mondo particolare, arbitrariamente scelto dalla Rana. Non è più possibile tornare indietro. E' pur vero che si può nuovamente ritornare a scegliere, ma il gomitolo di spaghetti che rappresenta la nuova Forma non è più quello iniziale : magari sarà quasi identico, agli effetti pratici, ma non è più lo stesso. Il nuovo gomitolo è disponibile a tutte le Rane che popolano e condividono l'universo particolare generato dalla prima scelta.

La scelta iniziale di una Rana condiziona le scelte ulteriori delle Rane che lo hanno seguito nell'universo particolare. Ovviamente, in altri universi paralleli, le situazioni possono essere del tutto differenti, dipendendo ogni singolo caso dalla "sommatoria" delle scelte individuali delle singole Rane.

Caro Eudossio, hai risposto benissimo, ma il guaio è che adesso nascono domande ben più complicate. Un comportamento di una Rana qualsiasi trova riscontro in un caso del Database. Ma la Rana cosa è veramente ? L'equivalente di una Funzione d'onda dell'universo degli Uccelli, oppure solo l'evento collassato nel singolo mondo delle Rane ? La scelta di come e perché fare collassare la Funzione d'onda da chi dipende ?
Ma se mi permetti vorrei lasciare momentaneamente in disparte questi difficilissimi argomenti, perché vorrei tornare alla domanda principale : che differenza c'è fra oracoli ed evocazioni ?

Caro amico, mi ha risposto, per quello che mi riguarda posso tentare di darti un'opinione. Un'evocazione appartiene solo al mondo delle Rane. Per quanto dotate possano essere non possono andare oltre il tempo presente con i propri esclusivi mezzi. Nel tentativo di dare forma al futuro è ben difficile per loro oltrepassare, dissolvendoli, i propri limiti individuali. Perciò ricorrono alle evocazioni, perché sono più accessibili. Se osservi bene un'evocazione non è mai, neanche nel migliore dei casi, l'equivalente del "Deve essere". In realtà, con diverse gradazioni interiori, un'evocazione è una forzatura individuale del "Deve essere". Forse la si dovrebbe equiparare meglio a un "Dovrebbe essere", o forse ancora meglio a un "vorrei che fosse".

Se osservi con accuratezza, vedrai che quello che distingue il "Deve essere" è l'indipendenza dal pensiero proiettato : questo appartiene agli Uccelli, mentre l'evocazione è essenzialmente una proiezione condizionata di ogni singola Rana.

Benissimo, caro Eudossio ! Come al solito sei illuminante. Allora dobbiamo convenire che solo gli Oracoli ci possono garantire una reale indipendenza. Le Rane possono solo seguire le risonanze proposte da un Oracolo. Ma come nascono gli Oracoli ? Quale è la partecipazione degli Uccelli?

Caro Pirofilo, visto che mi hai consultato, ti propongo un Oracolo, proprio su misura per te in questo preciso momento :
Per quale precisa ragione "oracolistica" hai raggiunto la possibilità di formulare domande che, a secondo dei punti di vista, possono apparire pregnanti oppure del tutto inutili ?
Quale Forma aggrovigliata di spaghetti ti spinge a trovare il sottile confine che separa un Uccello da una Rana ?
Perché alla base di ogni consultazione di Oracolo si trovano i dubbi ? Oppure i sogni ?

E' nel comprendere le tue necessità di consultare gli Oracoli che potrai trovare le risposte vere.
Ma per interrogare un Oracolo occorre raggiungere in qualche modo l'universo degli Uccelli.
Tu vuoi forse consultare l'Oracolo massimo, quello che svela la ragione degli altri Oracoli.

Ti consiglio di consultare autonomamente gli Oracoli. Non hai più bisogno di venire da me, anche se adesso ti sembra un compito irrealizzabile da solo.


Alla scuola degli Oracoli (2003)

Così è terminata la mia visita a Eudossio. Cerco di seguire il suo responso e provo ad interrogare l'Oracolo. Quale ? Forse non ha molta importanza. Anzi, ora che ci penso l'Oracolo non può essere oggetto di interrogazione, magari in carta da bollo. Nell'Oracolo ci si può solo calare.

Allora mi faccio coraggio. Caro Oracolo, chi siamo noi ? Non importa se Uccelli o Rane, siamo una Intelligenza autonoma, capace di scelta, oppure solo un database di Forme ?

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