Non conosciamo l'origine del culto di Mithra però possiamo pensare che sia derivato dalle religioni originarie dell'Asia Minore Orientale. Mithra era un'antica divinità indo-iranica che nei Veda è strettamente associata a VARUNA (divinità creatrice del mondo e giudice delle azioni dell’uomo), mentre nella religione arcaica persiana è sottomessa al dio AHURA MAZDA divinità dello zoroastrismo (secondo lo zoroastrismo Ahura Mazda è una divinità creatrice del mondo, protettrice degli uomini e del loro bene; è contrapposta a Auhra Mainyu che rappresenta il male), tanto nel VEDA quanto nell'AVESTA Mithra è un dio della luce celeste, garante dei giuramenti e amico della verità. La religione di Zoroastro si trapiantò nell'Asia Minore, in particolare nell'Armenia, nel Ponto ed in Cappadocia, a seguito della conquista persiana. Il culto di Mithra, dunque, pur se contaminato per l'influenza delle religioni locali con le quali venne in contatto, rimase fedele al tipo originario e qui dovette avere la sua origine come culto speciale. Di questo primo periodo della sua storia nulla ci è noto. la religione era pienamente sviluppata nel periodo nel quale abbiamo conoscenza di essa ed è solo per via di induzione, analogie e paragoni che si può fare qualche congettura sulla sua storia anteriore.

 

I primi contatti del mondo romano con il culto di Mithra avvenne quando Pompeo distrusse i pirati della Cilicia nel 67 A.C.; dopo le campagne militari di Pompeo e Cesare con l'espansione nell'Asia minore, Roma fu presa dal culto di MA-BELLONA (Bellona era la dea romana della guerra associata al dio Marte del quale non è chiaro se fosse moglie, figlia o sorella; forse di origine etrusca. In Cappadocia Silla conobbe il culto della dea Ma che veniva rappresentata come armata di lancia e di frusta così il suo culto fu introdotto a Roma ed associato a quello di Bellona divenendo MA-BELONA, entrambe divinità collegate alla guerra) il culto della quale somigliava molto a quello della Grande Madre, mentre il culto di Mithra non ebbe al momento grande fortuna. Verso la fine del I° secolo D.C., dopo l'annessione della Commagene e dell'Armenia Minore ad opera di Vespasiano, fecero ingresso in occidente i misteri di Mithra; i più antichi mitrei a Roma risalgono ai regni di Traiano e Adriano. A cominciare dall'età dei Flavii la religione mitraica si diffuse con straordinaria rapidità. Lo si deduce anche dalla quantità di templi ritrovati un po' in tutte le province occidentali dell'impero.

Una parte importante nella propagazione del Mithraismo era dovuta sicuramente all'esercito. I soldati arruolati nella Cappadocia, nel Ponto o nella Commagene, o che li avevano combattuto, portavano con se la loro religione nei luoghi dove erano stanziati o dove venivano di volta in volta trasferiti; cosicchè per questa via, anche se non unica, il culto si è diffuso in tutto l'impero.

 

Per come la conosciamo nella sua fase di diffusione in occidente, la teologia mitriaca mette all'origine delle cose il TEMPO infinito, Kronos, il quale pone fine al caos originario e crea le tre Parche che sovrintendono al destino di tutte le creature. Sull'ordine cosmico veglia Zeus munito della folgore che utilizza per distruggere il male. Come si vede l'influenza della cultura greca è notevole.

Dai bassorilievi rinvenuti nei luoghi di culto, si è ricostruita la leggenda di Mithra che comprende vari momenti: la leggenda inizia con la sua nascita quando, bambino nudo, fuoriesce da una roccia; nella mano sinistra regge una torcia accesa e con la mano destra impugna una corta spada triangolare o daga. Nel secondo momento Mithra viene associato al sole; questo momento è distinto in tre fasi: 1) Mithra inizia il sole; 2) Mithra e il sole si stringono la mano e siedono a banchetto (patto di alleanza); 3) Mithra sale sul cocchio del sole e i due percorrono gli spazi celesti.

Anche la parte di leggenda relativa a Mithra ed il toro, come si ricava dai bassorilievi, è suddivisibile in tre fasi: 1) il toro dentro una navicella; 2) Mithra cavalca il toro o  lo trascina; 3) Mithra colpisce alla giugulare il toro abbattuto dalla cui coda esce un mazzo di spighe (carattere fecondante del sacrificio del toro). Il significato cosmico di questa scena è da ricercarsi nel mazdeismo - dove è detto che dal toro creato da AHURA MAZDAH e ucciso dal malvagio Ahriman escono cinquantacinque specie di grani e dodici specie di piante salutari e, come nella credenza mazdea, Saoshyant risusciterà, alla fine del mondo, gli uomini con l'immolazione di un toro, così nel mitraismo dal sacrificio di Mithra tauroctono deriva l'origine del mondo e la certezza della vita immortale.

Il culto mitriaco di epoca romana non aveva molto ricordo del culto originario persiano a parte il nome del dio e il sacrificio del toro.

Infatti nella religione persiana Mithra era uno dei tanti dei sottomessi ad Ahura Mazdah mentre nel mitraismo di epoca romana tutti gli dei erano sottomessi a Mithra; il culto persiano era pubblico e quello romano era segreto cioè praticato solo dagli iniziati al culto stesso; in particolare nel contatto con Roma e con la cultura occidentale il mitraismo aveva assorbito elementi della filosofia platonica, rammentiamo a questo proposito la costruzione dei sette cieli e il mito della caverna.

 

 Il luogo di culto

Il mitraismo non era una religione di massa, infatti era riservata agli adepti che erano stati iniziati al culto. Secondo Porfirio il primo ad edificare un tempio in onore di Mithra era stato Zoroastro, che aveva scelto una grotta naturale in un territorio fertile e ricco di corsi d'acqua. Infatti la caratteristica più importante del luogo di culto era quella di essere sotterraneo tale da ricordare una grotta, in latino spelaeum.

In mancanza di una grotta i luoghi di culto venivano costruiti in modo tale da ricordare l'interno di una caverna e non era illuminata naturalmente. Lo spelaeum era concepito come un luogo che simbolicamente riproduceva il cosmo; la sala delle riunioni aveva l'ingresso orientato ad est, era piuttosto piccola - in genere misurava circa 8/10 metri di larghezza e 15/20 metri di lunghezza - e sul fondo ad ovest era posta l'immagine di Mithra, la tauroctonia. Le pareti erano affrescate con immagini simboliche e lungo di esse erano costruite in muratura delle panchine dove prendevano posto i seguaci che le utilizzavano per il pasto rituale caratteristico del culto. La volta era affrescata con decorazioni di stelle e dei sette pianeti. A questo ambiente pricipale spesso erano aggiunti ambienti secondari di disimpegno e dove erano poste delle vasche contenenti acqua per le abluzioni purificatrici.

 

IL RITO

Per entrare a fare parte del culto era necessario essere iniziati attraverso una cerimonia. Nelle pitture del mitreo di Capua è rappresentato un adepto nudo e con gli occhi bendati che avanza tentoni; viene fatto inginocchiare davanti ad un uomo vestito di un mantello bordato di rosso che gli punta contro una torcia accesa; in altre due scene accanto al neofita vi è una spada per terra e mentre cade o sta per cadere, una mano si tende per sorreggerlo. Dunque l'iniziando doveva superare delle prove che probabilmente servivano per saggiare il suo coraggio e la sua determinazione e sembra che per tali motivi il culto fosse riservato solo ad uomini.

La ritualità prevedeva una fase iniziale durante la quale gli adepti intervenivano con commenti sui testi sacri e sulle immagini quindi si procedeva alla cena mistica che aveva lo scopo di riprodurre simbolicamente il banchetto tra il Sole e Mithra. Gli astanti uccidevano il toro e probabilmente più spesso animali di mole più piccola come polli, bovini, cinghiali ecc.; il sangue del sacrificio era raccolto in una fossa predisposta, si procedeva alla cottura delle carni che venivano mangiate. Il pasto ricordava simbolicamente la rigenerazione della natura dopo lo spargimento del sangue del toro, così anche l'adepto sarebbe stato rigenerato dopo il rito.

L'iniziazione aveva sette gradi di perfezionamento ed ogni grado era corrispondente ad uno dei sette pianeti del sistema planetario geocentrico. Più precisamente:

 

1) CORAX - il corvo - corrispondente al dio Mercurio, mito di Mercurio, simbolo principale il corvo.

In questo grado il corax aveva l'obbligo di portare una maschera di corvo e di servire a tavola.

Il mito di Mercurio narra dell'invenzione della lira utilizzando il guscio di una tartaruga come cassa armonica e le due corna di un bue come bracci ai quali aveva fissato le corde. Dopo aver suonato lo strumento ascese al cielo constatando che i sette pianeti emettevano suoni ognuno dei quali era corrispondente ad una delle corde del suo strumento. Giunto al cielo delle stelle fisse vi depose il suo strumento che da allora lì è rimasto come costellazione della lira.

 

2) NYMPHUS - la crisalide - corrispondente alla dea Venere, mito del trasferimento del toro immolato, simbolo principale il serpente.

Tanto la crisalide che il serpente sono collegati alla rigenerazione. La prova del grado forse era quella di trascinare un toro per le zampe posteriori (cosiddetta cerimonia del transitus). Anche l'iniziato al secondo grado aveva l'obbligo di servire a tavola-

 

3) MILES - il soldato - corrispondente al dio Marte, mito della nascita di Mithra dalle rocce, rituale della spada; simbolo principale lo scorpione.

Il rituale di iniziazione a questo grado ci è stata tramandata da Tertulliano che ci descrive la cerimonia della spada, durante la quale il candidato al grado doveva dare prova di coraggio cercando di conquistare una corona contro un uomo armato di spada. Il candidato doveva poi rifiutare la corona che gli veniva offerta pronunciando le parole:" Mithra è la mia corona". Quindi gli veniva consegnato un berretto frigio simbolo del grado. Il mito di questo grado ricorda la nascita di Mithra da una roccia sulla quale si avvolge un serpente, simbolo del secondo grado. La rappresentazione pittorica del sogno di saturno, legato alla nascita di Mithra, è collegata all'idea che il momento della promozione dovesse essere preannunciata da un sogno rivelatore dell'iniziando, sogno che interpretato correttamente dagli iniziati ai gradi superiori avrebbe dato il via libera per il passaggio al terzo grado.

 

4) LEO - il leone - corrispondente al dio Giove, mito della battaglia di Giove contro i giganti, simbolo principale il cane.

Sembra che questo fosse il grado dove stazionava la maggior parte degli adepti perchè i primi tre gradi potevano essere passati con relativa facilità mentre l'accesso ai gradi superiori al quarto era estremamente più difficile. La cerimonia prevedeva che le mani dell'iniziando venissero purificate, dagli adepti del secondo grado, con il miele. Non era previsto il lavaggio con l'acqua per ricordare che l'elemento proprio del grado era il fuoco. La cerimonia viene rappresentata in un rilievo romano con l'iniziando inginocchiato nudo davanti al Pater che con la mano sinistra gli pone sul capo una corona e con la destra gli consegna una folgore; come nel mito Saturno consegna a Giove la folgore affinchè la usi contro i Giganti. La consacrazione era sancita da una stretta di mano tra l'iniziato ed il Pater sopra un braciere ardente.

 

5) PERSES - persiano - corrispondente alla luna, mito della liberazione dell'acqua piovana grazie all'arciere persiano, simbolo principale il cautopates (il pastore).

I miti collegati al grado ricordano la vita pastorale e l'uso miracoloso dell'arco da parte di Mithra per dissetare il bestiame che non trovava acqua. Mithra scocca la freccia verso "il cielo di pietra" facendo sgorgare acqua. La cerimonia di iniziazione non è ricostruibile da testi scritti ma solo utilizzando l'iconografia. L'iniziando probabilmente con una mano teneva una spada verso il basso e con l'altra stringeva la lama di una spada tesa dal Pater.

 

6) HELIODROMOS - carro del sole - corrispondente al dio Sole, mito della cattura e addomesticamento del toro - simbolo principale Cautes.

Nel passaggio dal quinto al sesto grado l'adepto compie un viaggio sul carro del sole, quindi corre con lui (Heliodromo). Nella cerimonia di iniziazione il candidato si inginocchiava davanti al pater e lo ossequiava; questo sostituiva il berretto frigio con una corona a raggi, simbolo del grado. Il mito che si riferisce a questo grado è il furto e l'addomesticamento di un toro da parte di Mithra. Il mito probabilmente è collegato alle origini del popolo persiano costituito inizialmente da un gruppo di cacciatori nomadi per i quali il furto del bestiame non doveva essere sconosciuto e costituire anche un modo di manifestare la propria superiorità sugli agricoltori. Il toro sembra inizialmente sottomettersi ......

 

7) PATER - padre - corrispondente al dio Saturno, mito del sacrificio del toro, simbolo principale Mithra.

Il toro si ribella; Mithra insegue il toro, lo stringe al collo, lo afferra con la mano sinistra per le narici (ancora oggi si inserisce un anello al naso del toro), facendogli perdere le forze; infine lo uccide con un colpo di pugnale dopo aver ricevuto dal dio del sole un raggio di sole (o forse attraverso il volo di un corvo). Mithra ed il dio sole mangiano il toro in un banchetto rituale. Il mito dovrebbe simboleggiare la nascita del mondo e forse nello sgorgare copioso del sangue dal corpo del toro è adombrato un riferimento alle cerimonie neolitiche di fecondazione della terra. In una statua dove è rappresentato il sacrificio del toro, l'animale emette sangue e contemporaneamente anche seme. Si conclude con un banchetto rituale al quale partecipavano tutti gli adepti. Nel banchetto venivano serviti in modo cerimoniale il pane ed il vino.