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(Estratto)

Si tratta di uno scritto apocrifo, riguardante la nascita e l'infanzia del salvatore, risalente forse al VI secolo. In esso possiamo notare che il destinatario della persecuzione di Erode era il piccolo Giovanni Battista e che sulla sua persona incombeva la stessa predestinazione regale che riguardava Gesù (vedi la teoria Qumràniana dei due messia)

 


 

[98] Elisabetta udendo che Giovanni era ricercato dai sicari per ucciderlo, lo prese, salì su di un monte altissimo, e cercò con lo sguardo tutt'intorno il luogo ove poterlo nascondere. Poi gemette e, in lacrime, esclamò rivolta al Signore: - Signore Dio, offri tu un riparo affinché questo monte accolga la madre con il figlio. - Il monte era altissimo ed essa non se la sentiva più di salire. Improvvisamente il monte si spaccò e accolse lei con il figlio, e in quello stesso luogo avevano una grande luce, giacché l'angelo del Signore era con loro, li custodiva e nutriva.

[99] Erode cercava, difatti, Giovanni e mando i suoi servi da Zaccaria, dicendo: - Dove hai nascosto tuo figlio? - Zaccaria rispose loro: - Io sono un ministro di Dio e dimoro nel suo tempio. Non so dove sia mio figlio. - I ministri, ritornati, riferirono a Erode.

Erode dunque, adirato, disse a coloro che gli avevano riferito questo: - Zaccaria si beffa di noi perché suo figlio sta per regnare in Israele con il Cristo. - Li rimandò di nuovo da Zaccaria per dirgli: - Dimmi la verità, dov'è tuo figlio? Non sai che il tuo sangue e in mio potere? - Giunti dunque i ministri dissero a Zaccaria le parole che aveva comunicato loro Erode. Zaccaria rispose: - Dite a Erode: Zaccaria dice queste cose: io sono un martire del Signore Dio. Se verserai sangue innocente dentro la dimora del Signore, sarà in testimonianza di Dio. Dio, infatti accoglierà il mio spirito. - Alle prime luci, mentre parlava così, Zaccaria fu ucciso. E i suoi figli ignoravano che egli fosse stato ucciso.