Secondo lo scrittore di racconti fantastici Howard Phillips Lovecraft, il Necronomicon (il cui titolo originale in arabo è Al Azif) è un testo di magia nera redatto da un mago arabo.

 

Ad esaminarne la storia, però, il Necronomicon sembrerebbe uno pseudobiblium, ossia un libro mai scritto, ma citato come se fosse vero in libri realmente esistenti.

Con tutti i benefici di inventario, esso è considerato un espediente letterario creato da Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890 – Providence, 15 marzo 1937) per dare verosimiglianza ai propri racconti, e che diventò gradualmente un gioco intellettuale quando anche altri scrittori cominciarono a citarlo nei loro racconti.

Il libro apparve la prima volta nel 1941, quando un antiquario di New York, Philip Duchesne, mise nel proprio catalogo un riferimento al Necronomicon, di cui forniva la descrizione e ne fissava il prezzo a 900 dollari. Nel 1953 il giornalista Arthur Scott, in un articolo sul mensile americano “Sir”, sostenne che i fogli su cui era scritto il Necronomicon  erano fogli di pelle umana prelevata da persone uccise con arte magica.

Da quell'anno si moltiplicano i riferimenti al Necronomicon sui bollettini dei bibliofili e perfino nel catalogo della Biblioteca Centrale dell'Università della California. Alla fine degli anni sessanta Lyon Sprague De Camp, durante un viaggio in Oriente, acquistò uno strano manoscritto proveniente da un villaggio del nord dell'Iraq e al ritorno lo fece esaminare da alcuni esperti americani i quali, però, dichiararono che il testo del manoscritto era soltanto una sequenza di segni privi di significato, che cercavano di richiamarsi al persiano antico. Sprague De Camp, comunque, lo pubblicò ugualmente in facsimile, raccontando la vicenda e facendolo passare per il "Necronomicon".

Negli anni settanta Colin Wilson sostenne che Lovecraft avrebbe mentito quando affermava la non esistenza del Necronomicon, e che lo avrebbe fatto soltanto per coprire le responsabilità del padre, affiliato alla massoneria egiziana fondata da Cagliostro e possessore di una copia del Necronomicon (probabilmente, nella traduzione inglese effettuata da John Dee). Il Colin basava la sua affermazione sulla base dell’esistenza di numerose copie presenti nelle biblioteche del mondo e di epoche ed età assai diverse.

 L'autore del libro, il cui titolo originale è “Al Azif”, una parola araba che viene usata per indicare i suoni notturni prodotti da certi insetti, ma che la tradizione popolare identifica con il linguaggio dei demoni, sarebbe stato un certo Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell'VIII secolo e morto a Damasco, dove scrisse il testo intorno al 730, in circostanze misteriose.

Del libro fu fatta, nel 950, una traduzione in greco ad opera di Teodoro Fileta (responsabile anche del titolo greco: "Necronomicon"), forse un monaco ortodosso di Costantinopoli,  e una in latino ad opera del danese Olaus Wormius nel 1228, il quale annota nella prefazione che l'originale arabo era già considerato perduto ai suoi tempi.

 Questa versione latina fu stampata due volte: una prima volta in caratteri gotici, plausibilmente in Germania, nel XV secolo; una seconda volta nel XVII secolo, quasi certamente in Spagna. Il mago elisabettiano John Dee e il suo assistente Edward Kelley entrarono in possesso di una copia del Necronomicon a Praga, durante una visita all'imperatore "occultista" Rodolfo II e si ritiene che ne abbiano fatto una traduzione in inglese, della quale rimangono, però, solo alcuni fogli sciolti e alcuni frammenti conservati nella Miskatonic University, Arkham, Massachussetts (USA).

 

Confusi? Allora un poco di ordine

 

La storia (da considerarsi fantastica per le origini ma reale nelle pubblicazioni):

730 - Abdul Alhazred scrive a Damasco il libro Al Azif (originale andato smarrito).

950 - Teodoro Fileta a Costantinopoli traduce in greco Al Azif con il titolo Necronomicon.

1050 - Il Patriarca Michele ordina la distruzione delle copie tradotte in greco. Il testo arabo originale viene perduto o forse occultato.

1070 - Teofilatto traduce di nuovo in greco Al Azif, probabilmente su una copia in arabo del testo.

1228 - Olaus Wormius traduce in latino il testo dal greco.

1232 - Papa Gregorio IX ordina la distruzione delle copie in greco e latino del Necronomicon.

XV secolo - Viene data alle stampe una edizione tedesca in caratteri gotici della traduzione latina.

1472 - Edizione di Lione (Francia) della traduzione latina di Olaus Wormius.

1550 - Edizione italiana del testo in greco.

1580 o 1586 - Traduzione inglese del “Necronomicon”, ad opera di John Dee e Edward Kelly. della versione latina di Olaus Wormius, frammentaria e mai stampata.

1598 - Altra versione inglese del “Necronomicon” latino di Olaus Wormius, ad opera del barone Federico I del Sussex che la intitola “Cultus Maleficarum”, meglio nota come “Manoscritto del Sussex”.

1622 - Edizione spagnola della traduzione latina.

 

Ma insomma… allora il testo esiste. Occorre precisare che se per il manoscritto originale si “naviga” nella ipotesi della fantasia, le molte edizioni datate, conservate nelle varie biblioteche del mondo lasciano da pensare:

 

1. Una copia, unica al mondo, dell'edizione originale araba, si suppone trovarsi nella biblioteca della grande lamaseria della Città Senza Nome, in Mongolia.

2. Presso la Bibliotèque nationale di Parigi (Francia) è presente una copia della edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.

3. Presso il Museo Egizio del Cairo, è conservato un esemplare della edizione italiana (Roma, 1550 circa) della versione greca di Teodoro Fileta.

4. Presso la Chiesa della Saggezza Stellare di Providence, Rhode Island, (USA) è custodita una copia dell’edizione del XVII secolo della traduzione latina di Olaus Wormius; incerto se trattasi della edizione tedesca o spagnola.

5. Presso il Field Museum, Chicago, Illinois (USA) è conservata una copia in lingua ed alcune copie di edizioni sconosciute.

6. Nella Widener Library, Harvard University, Cambridge, Massachussetts, (USA) è esposta l’edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.

7. Presso la Kester Library, Salem, Massachussetts, (USA) è conservata l’edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius.

8. Presso la Magyar Tudomanyos Akademia Orientalisztikai Kozlemenyei, Budapest (Ungheria) è presente una copia manoscritta dell'originale arabo Al-Azif (che si dice disperso)

9. Nella Miskatonic University, Arkham, Massachussetts, (USA) è custodita una copia dell’edizione spagnola completa (Madrid, 1630 circa) della traduzione latina di Olaus Wormius.

10. Nella Miskatonic University, Arkham, Massachussetts, (USA) è conservato un manoscritto (non completo) in inglese intitolato Al-Azif, appartenuto fino al 1924 ad Ambrose Dewart. Nella stessa università sono anche conservati dei fogli frammenti di una copia della traduzione di John Dee appartenuta alla famiglia Whateley fino al 1928.

11. Nel British Museum, Londra (Regno Unito) è custodita una copia dell’edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius, con traduzione in inglese ad opera di Henrietta Montague.

12. San Marcos University, Lima, Perù, è serbata una copia dell’edizione italiana (Roma, 1550 circa) della traduzione in greco di Teodoro Fileta.

13. L’Università di Buenos Aires, Argentina, conserva una copia dell’edizione spagnola (Madrid, 1630 circa) della traduzione in latino di Olaus Wormius.

14. Biblioteca Vaticana (Città del Vaticano), è qui presente una copia dell’edizione tedesca in caratteri gotici (Norimberga, fine XV secolo) della traduzione latina di Olaus Wormius. Nella stessa biblioteca è anche presente un manoscritto greco attribuito a Michele Psello ma in realtà è la traduzione effettuata da Teofilatto.

15. Zebulon Pharr Collection, Costa Occidentale degli (USA) è consultabile un copia non identificata della traduzione in latino.

16. Biblioteca Centrale dell'Università della California, Los Angeles, (USA) è conservata una copia dell’edizione spagnola (Toledo, 1647) della traduzione latina di Olaus Wormius.

 

In lingua italiana abbiamo delle pubblicazioni recenti:

- (A cura di) George Hay: Necronomicon. Il libro segreto di H. P. Lovecraft, Fanucci Editore, 1979.

- (Nel nome della) Grande Confraternita Rossa, Frank G. Ripel: La magia stellare. Il vero Necronomicon, ed. Hermes, 1986.

- Pietro Pizzari: Necronomicon. Magia nera in un manoscritto della Biblioteca Vaticana, ed. Atanor, 1993.

- (A cura di) Sergio Basile, Giampiero De Vero: Necronomicon. Nuova edizione con sconvolgenti rivelazioni e le tavolette di Kutu, Fanucci Editore, 1994.

- H. P. Lovecraft: Necronomicon e La tomba di Alhazred, Fanucci Editore, 1997.

(A cura di) Sergio Basile: Necronomicon. Storia di un libro che non c'è, Fanucci, Roma 2002.

Roberto Volterri: Archeologia dell'introvabile, Sugar Co. 2006


 

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Per i nostri Ospiti la versione tradotta da Teofilatto