Una domanda, che spesso mi pongo, quando ritrovo i Fratelli in Loggia, è la seguente: cosa può spingere mai persone di differenti culture, mentalità e stile di vita a ritrovarsi, a scadenze precise, per seguire un certo rituale a scambiarsi messaggi, pensieri, emozioni?
E ancora, di fronte ai simboli del Tempio, mi chiedo: come possono questi simboli antichi armonizzare con quelli del nostro tempo e riuscire a suggerire inquietanti riferimenti ad uomini di tanti paesi del mondo?

 

Il documento che presentiamo ai nostri ospiti è opera d'ingegno del carissimo F:. Salvatore Piazza

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© Salvatore Piazza

 
 

 

 


 

Una domanda, che spesso mi pongo, quando ritrovo i Fratelli in Loggia, è la seguente: cosa può spingere mai persone di differenti culture, mentalità e stile di vita a ritrovarsi, a scadenze precise, per seguire un certo rituale a scambiarsi messaggi, pensieri, emozioni?
E ancora, di fronte ai simboli del Tempio, mi chiedo: come possono questi simboli antichi armonizzare con quelli del nostro tempo e riuscire a suggerire inquietanti riferimenti ad uomini di tanti paesi del mondo?
L'Ordine massonico nella sua universalità pretende di legare infatti tutti i suoi appartenenti in una catena spirituale, che non ha confini e si estende per ampiezza per quanto più spazio possibile e si spinge oltre nella dimensione del tempo nelle zone più remote, fino alle origini della nostra civiltà.
Questa catena sembra attingere inoltre le sue energie dalle sfere più lontane e luminose del cosmo: le stelle del firmamento creato, come stanno a dimostrare le raffigurazioni dei segni zodiacali collocate sulle pareti del nostro Tempio.
Penso che a spingere tutti noi a ritrovarci in uno stesso spirito di fratellanza e di amore sia soprattutto la fede; una fede religiosa, appunto, nel significato etimologico della parola "religione", che raccoglie, cioè, e lega gli uomini fra loro; almeno, per ciò che riguarda noi massoni, quelli liberi e di buoni costumi. Fede che a mio avviso ritroviamo non solo in Dio, sommo architetto dell'Universo, ma soprattutto nella ragione umana, impronta e scintilla della ragione divina.
Ritengo infatti che nei periodi di decadenza e di barbarie, o semplicemente di transizione, come i più ottimisti definiscono il nostro tempo, l'umanità possa comunque salvarsi e probabilmente riuscirà a farlo grazie alla Ragione, che, forse accompagnata da un giusto pizzico di "provvidenza divina", riesce magari, quando si e toccato il fondo, a ricondurre questa nostra specie umana nel retto sentiero di evoluzione, la "diritta via", che spesso è "smarrita", cioè verso i valori eterni, che non possono non essere quelli della Libertà, della Pace, della Fratellanza, dell'Armonia e della Bellezza. Ed ecco dunque apparire, in un deserto arido e vuoto, come un miraggio, a quanti sono spiriti liberi, un tempio, o meglio l'immagine di un tempio, luminoso, lontano ed insieme rassicurante, pur nella sua incompletezza.

Entrare in questo tempio può significare il ritrovamento di quel che si riteneva perduto e smarrito per sempre: l'unità contro la divisione, l'armonia contro la distruzione, l'amore contro l'odio. Una sola lingua infine contro la Babele delle lingue: quella dei nostri simboli universali.


Lingua dapprima misteriosa ed inaccessibile all'apparenza, ma che diventa sempre più chiara e comprensibile, via via che si avanza nell'iniziazione. La ragione e come una scintilla, che ci portiamo dentro di noi e illumina la nostra coscienza. Essa e la cosi detta "lampada di Trismegisto", che rischiara il cammino faticoso della nostra vita, ci permette di ritrovare per intero il dominio dell'IO e ci isola dalle correnti dell'istinto, che, all'opposto, trascinano l'IO alla sofferenza.


Come iniziati procediamo infatti in un equilibrio che richiama alla mente l'immagine platonica dell'auriga che governa il suo carro: la Ragione ci spinge verso una dimensione di luce più alta, mentre l'istinto tende a trascinarci nelle tenebre sempre più in basso. In potenza tutti gli uomini posseggono la Ragione, ma non tutti sanno servirsene! La scienza della Ragione si può infatti imparare solo gradualmente, attraverso le esperienze; con la fatica diventiamo sempre più esperti! In questo senso il nostro tempio e insieme scuola di iniziazione e palestra, dove insieme ci si addestra e si impara per crescere. Anche la libertà e offerta a tutti, ma non tutti sono liberi.
Essa è un diritto che bisogna sapersi conquistare; è un potere e nello stesso tempo una forza, che si deve difendere sempre, come un privilegio, per tutti quelli che ci sono in questo nostro pianeta e per tutti quelli che verranno. Il destino dell'uomo è infatti quello di potersi arricchire sempre per dovere poi alla fine lasciare tutto. Non invano però, se ci sarà chi godrà delle nostre ricchezze ed amerà quello che noi abbiamo amato. Per questo dobbiamo essere grati agli iniziati che ci hanno preceduto, e di più ai Grandi Iniziati, perché ci hanno lasciato un patrimonio di valori inestimabile, che dobbiamo a nostra volta far fruttare, come gli evangelici talenti, per la nostra crescita e per quella degli altri.


Questi valori sono contenuti nei simboli, custoditi nel nostro Tempio, dalla pietra grezza da squadrare alle colonne stesse che sorreggono il tempio, nel loro dualismo Boaz e Jakin, il principio attivo e quello passivo, ai tanti altri infiniti simboli, segni di una sapienza antica e perfetta. Assimilandone, via via che avanziamo nell'iniziazione, il contenuto, scopriamo che le tendenze religiose, proposte dalle chiese tradizionali, i programmi suggeriti dai partiti politici e gli stessi valori, più o meno imposti dai gruppi culturali e sociali, più vari ed eterogenei, sono comunque parziali e limitati, rispetto alla universalità di quanto e contenuto nella nostra Tradizione. Tutto infatti, a ben riflettere, è relativo, legato appunto al tempo, al momento o alla moda, rispetto a ciò che, suggerito dalla Ragione, si pone al di là dei fenomeni storici, in uno spazio molto, ma molto remoto.
In questo lontano spazio ritroviamo i significati del Regno, cioè l'Universo, o la prova della ragione suprema e assoluta, il Malcouth della Qabalah, che tutto regge e governa, anche le nostre imperfezioni e i nostri dubbi. Almeno i miei, che sono tanti. Mi prende a volte lo sconforto di fronte allo spettacolo purtroppo quotidiano della violenza, dell'ignoranza, del razzismo, della miseria, della fame, della malattia, della distruzione e dello sperpero delle risorse. Penso che è molto difficile, arduo e a volte pericoloso lottare per un mondo migliore. Vedo spesso le così dette leve del potere molto distanti da noi, ridotti quasi all'impotenza, di fronte alle aberrazioni della nostra civiltà. Mi conforta tuttavia che, animati da energie analoghe alle nostre, uniti in questa catena spirituale, hanno militato in un remoto passato spiriti eletti, come i Templari, Raimondo Lullo, Bruno, Campanella e tanti altri in ogni tempo e in ogni paese. Ed oggi in lingue diverse gli stessi simboli sono vissuti da quanti noi istintivamente riconosciamo come Fratelli: tutti operai intenti a completare la costruzione di questo Tempio imperfetto, che è posto sempre più in alto, nella sua dimensione di Luce.