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Esoterismo e Progetto Assoluto del Card. Mazzarino


Nella psicologia e nella prassi politica classica, che permane dalla tarda antichità alla nascita dello "Stato Assoluto" il rapporto tra societas politica e uomo, sia esso suddito o Re, è delimitato dalla interconnessione immediata e necessaria delle nature del soggetto (animale, intellettiva, spirituale, divina, se esemplifichiamo le varie tradizioni, che peraltro rilevano tutte dal pitagorismo) e delle funzioni dello Stato come inevitabile macroantropo.
 

La Magia serve a determinare la natura profonda e quindi il Destino dei soggetti, e mette in correlazione tutte le "anime" di ognuno, e operare esotericamente sullo Stato e sugli uomini che lo dirigono significa identificare la linea di sviluppo, gli influssi, le debolezze e i nemici futuri dello Stato stesso, dato che Esso, come l'uomo, anela all'immortalità.
É un tratto, questo, che viene chiaramente identificato da Cari Gustav Jung nei suoi testi sulla magia "operativa" e il suo nesso con l'inconscio.


Tutto nasce con Marsilio da Padova e con il suo contemporaneo Guglielmo di Ockham: se il governante devia dalla corretta natura dei rapporti sociali e reali (che sono sia materiali che definiti dalla lex divina, e il nesso tra i due è la prassi esoterica) è al legislatore, anche sul piano della plenitudo potestatis religiosa, che spetta il diritto di correggere il governante e perfino di deporlo, se questo conviene alla salus reipublicae.

Lo Stato è assoluto perché, quindi, detiene "ambo le chiavi" del potere, quella religiosa e quella civile, e detiene quindi, ma in ultima istanza (c'è un ricordo di ciò nella teoria della Sovranità di Cari Schmitt, dove è "sovrano chi decide nel momento di eccezione) e perché si fonda su una antropologia del potere e della natura umana che viene spiegata solo dalla Prisca Philosophia, la lunga catena ininterrotta di sapienza occulta che va dall'antichità al Cristianesimo e oltre, e che è un privilegio operativo dei "maghi", dei "sapienti", che, nel modello platonico rivisto dagli Stoici, devono reggere lo Stato Politico.
Ecco il senso, tutt'altro che esornativo, che acquisisce la conoscenza sapienziale e occulta. nella Scienza del Governo dal Rinascimento all'Assolutismo europeo.
Girolamo Cardano, che sarà poi alla corte di Mazarino, lo sostiene chiaramente: "l'uno è il bene, i molti sono il male" e, per il medico-matematico italiano, Dio è l'unità, ovvero la Verità eterna che si nasconde nel molteplice, che è spesso inganno del maligno. L'arte dell'apparire, del videri, è un elemento ineliminabile della società, in Cardano, e basti qui pensare alla tematica "dell'apparire" e del "sembrare" e del corrispettivo demistificare il nemico che è uno dei tratti costanti del Breviario dei Politici mazariniano.


Una è la natura umana, separata in quattro "fluidi" (e qui l'attenzione di Mazarino e degli statisti dell'Assolutismo sul "sembrare" fisico, sulla pelle, sul movimento, sulla salute generale, etc.) e quindi l'analisi esoterica dei comportamenti, l'uso di artifici per manifestare la vera natura del nemico o dell'amico, consigliata anche dalla medicina di Galeno, diviene un elemento primario di comando e conoscenza del factum politico.

La Magia Naturale ci porta alle cause, alle cause iniziali dei fenomeni, e quindi, sempre secondo Cardano, alla cause naturali e profonde, une e non molteplici, dell'agire umano e del comportamento politico.
 

Sempre secondo Cardano, e anche qui il tema sarà diffusissimo nell'Assolutismo politico, l'uomo nasce "pessimo", ed è il Sapiente, ovvero, nella sintesi tra esoterismo rinascimentale e stoicismo che è la teoria dello Stato assoluto di epoca barocca, che, unendo punizioni e premi, porta sulla retta via la gran massa degli esseri umani. Il Re è, oltre che giudice finale dell'agire sociale della Chiesa, anche protettore finale, katekhon, ''colui che frena" la fine maligna e "naturaòle" del suo popolo, Colui che evita che arrivi il Male e la sua vittoria. E quindi la fine dello Stato, che è in sé lo Strumento del Bene terreno.
E, sempre per Cardano, suggeritore di Mazarino e memore del Machiavelli, si opera nel migliore dei modi quando si sospende la considerazione morale, che non è mai la "realtà effettuale della cosa" e agiamo con prontezza, senza eccesso di movimento e di fatica, occultamente, e in maniera quasi inattesa". Sembra un riassunto di tutto il "Breviario dei Politici" mazariniano.
Ed è proprio nella Chiesa del Santo Sepolcro di Pisa, a base ottagonale e anticamente di proprietà dei Cavalieri di Malta, sul Lungarno proprio accanto al palazzo che fu poi distrutto di Ugolino della Gherardesca, che si trova la tomba di Maria Mancini, la "maga" nipote del Cardinal Mazzarino, sposa del viceré di Napoli Lorenzo Onofrio Colonna e, soprattutto, amante fissa di Luigi XIV, il Re Sole. Tout se tient, se parliamo di simboli e di storie di persone che avevano rapporti con la Vita Invisibile. Cavalieri di Malta, eredi dei Templari, la città marinara che aveva la più forte presenza in Medio Oriente e nelle aree dell'attuale Israele, l'arrivo di tradizioni occulte precristiane che riguardano comunque la Divinità del Figlio dell'Uomo (ricordiamo che Cardano ebbe l'ardire, in un suo libro, di fare l'Oroscopo di Gesù Cristo) la vicinanza di una famiglia come i Della Gherardesca che, forse, aveva un progetto "ghibellino" molto diverso da quello che poi sarà imposto alla città di San Ranieri dopo lo scontro finale con Genova. Tout se tient, appunto.


Il Breviario del Cardinale Mazzarino, uomo che ancora gode della fiducia di Richelieu e della sua vasta rete di potere a Corte, viene pubblicato in Francia per la prima volta nel 1684 è una eredità esoterica del "Principe" machiavelliano.


Mentre il testo del Segretario fiorentino si basa sulle ripetizioni inevitabili della Storia e degli avvenimenti umani, e sulla sostanziale omogeneità della natura umana nel passare dei secoli; il Cardinale consiglia il Re a modificare lentamente ma sicuramente il suo comportamento e la sua percezione sottile degli uomini e delle situazioni, per far passare il Rex dalla sottoposizione inevitabile alla fortuna e alla virtù, in un contesto di larga imprevedibilità degli avvenimenti e dei destini, ad un dominio magico degli uomini e della fortuna.


L'asse del pensiero politico del Cardinale è un concetto di cui molto si discute in quegli anni: la dissimulazione.

Torquato Accetto parla della "dissimulazione onesta" (il suo lavoro esce nel 1641) in un suo notissimo testo e nella sua interpretazione, non distante da quella del Cardinale, la dissimulatio è equivalente della prudenza, e non necessariamente della menzogna, che pure, anche per l'Accetto, ha un suo inevitabile ruolo in politica.
Resistere alla Tirannide, che non è lo stato Assoluto ma una sua parodia, è il fine della dissimulatio, ma è anche vero che, lo vedremo meglio nel "Breviario", solo la dissimulazione può fondare il potere politico; e quindi il rapporto tra verità e politica è quello, tipicamente stoico e aristotelico, del nesso tra beneficio immediato, possibile inganno, beneficio maggiore in futuro.
Conoscere il Vero significa, per lo Stagirita, conoscere la causa (è il secondo libro della Metafisica) e la filosofia è la scienza della Verità, ma il fine della filosofia pratica non è il Vero, è l'ergòn, l'"opera". Quindi per raggiungere la realtà dell'Opera è possibile fingere, che non è dire il falso, ma tacere il Vero, che comunque riguarda la Causa e non il Fine temporaneo dell'azione politica. Per Aristotele, il "bene" non è l'unica ousia di Platone, ma ha tanti significati quanti n ha l'ente a cui si riferisce.


Il Politico di Mazzarino, nel Breviario, deve, proprio perché nel testo si segue a distanza Aristotele, tacitare tutte le "passioni dell'anima", i sentimenti, le simpatie, le paure, ogni tipo di sensibilità psicologica perché, prima di tutto, Egli non può essere dipendente dalla sua semplice soggettività fisica (che è figlia del Molteplice, la fonte di tutti gli errori per Girolamo Cardano) ma deve raggiungere l'atarassia del Sapiente, del Mago che comanda a tutte le forze (e soprattutto a quelle invisibili) che sono in gioco in quel momento, Le "passioni dell'anima", lo ricordiamo, sono l'oggetto dell'ultima e inconclusa ricerca di Descartes.

Per Cartesio occorre, per arrivare alla verità, conoscere e separare le nostre passioni, proprio come consiglia il Cardinal Mazzarino, la verità dipende, e anche qui siamo in un ambito mazariniano, solo da noi, ed è il mondo in cui, analizzando e sezionando le nostre passioni, si riesce a distinguere il caso dalla sequenza razionale dei fenomeni.
Tutti i gesti sono quindi importanti e significativi, perché tutti i movimenti e le azioni indicano una Causa invisibile, come in Aristotele, che però solo il Sapiente, che conosce la differenza tra il Bene Assoluto e quello della praxis politica, e solo il Sapiente può organizzare la sua analisi delle persone e dei fatti come se si trovasse nel ruolo temporaneo ma onnipotente del Mago.

Un ruolo in cui la sua atarassia è funzione diretta del suo potere sugli elementi, umani e naturali.
La scelta di un uomo "secretissimo" è un esperimento magico ma anche psicologico: si tratta di partecipargli qualche segreto, sotto giuramento, e lo stesso comunicalo ad altro.
Poi spedisci un terzo che, informato dei fatti, due e li spinga a propalare il loro secretum.
Colui che nulla rivelerà sarà subito nominato collaboratore.

La menzogna è spettacolo, nell'età barocca ed è la menzogna stessa che copre il fatto dell'assolutismo e delle sue tecniche naturali di esercizione del potere. Lo spettacolo è catarsi, purificazione, salvezza in questo mondo che prefigura quella nell'Altro.
Ed è la menzogna a giocare, come dice Nietzsche, "un gioco tattile sul dorso delle cose".

Gli Arcana Imperii contengono alloro interno, da sempre, gli Arcana seditionis e gli Arcana Dominationis, e negli Arcani del potere, doppi come gli Arcani dei Tarocchi, menzogna e segreto hanno significati equivalenti che divergono solo per il loro uso, per il collegamento aristotelico al "bene della cosa".
Dire il falso, quindi, non vuoi dire dire il contrario del vero ma affermare un qualcosa di diverso, che proprio per la sua asimmetria con il vero potrà essere spiegato e rivelato da chi abbia la cognizione degli Arcana Imperii e delle loro tecniche comunicative e psicologiche, che sono uguali e identiche sia dalla parte del Bene che da quella del Male, sia dal lato della Verità Effettuale della Cosa, per dirla con Machiavelli, che dal lato dell'inganno sistematico e strutturale, che non è solo la propalazione del Falso per le plebi, che non devono sapere, ma anche la diffusione dell'Errato per quella parte della Classe dirigente che non partecipa, in quel momento, al Centro del Potere, al Sole che irradia ogni azione della Politica, che è Una, come insegna Cardano, la sua molteplicità è l'errore e, addirittura, il Peccato, nella sua specifica natura di peccato politico, ovvero di Errore dirimente.


La Politica, quindi, opera esperimenti con gli esseri umani, in Mazzarino, verificando, come fanno i Nuovi Fisici, con Descartes e con Galilei, o perfino con Gassendi e con il libertino Naudè, che lavorerà nella biblioteca di Mazzarino, la struttura e la solidità dei corpi, la loro densità, il loro punto di rottura, la loro resistenza al calore e alla tensione. Un uomo, nella teologia barocca di Mazzarino, è da sperimentare come le sfere che cadono, una di ferro e l'altra di legno, e di pochissimo asincrone, dalla Torre della Piazza dei Miracoli di Pisa e, lo ricordiamo, "miracoli" sono, nel dialetto pisano antico, i giochi dei bambini.
Qui il punto di rottura con la teologia politica rinascimentale è il ruolo della Fortuna, al quale abbiamo già accennato.


Nella politica dell'Assolutismo non vi è spazio per la Fortuna, e poco, diremmo, anche per il Valore personale, la Virtus machiavelliana, che rimane solo eone arte di scegliere, al momento adatto, il ruolo, sempre per citare il Segretario Fiorentino, di "golpe" o di "lione". Che devono essere entrambe figurazione dello stesso Princeps.
 É però da notare che gli uomini di Stato del mondo barocco, e primo tra questi Mazzarino, si ritenevano ancora membri di una sorta di corporazione medievale dei politici, e agivano secondo regole ben precise e codificate che, infatti, venivano raccolte in testi molto analitici e pedagogici nel loro primo intento.
La metafora, la ritroviamo anche nel Breviario, è quella dello Stato come corpo (e da qui la maniacale osservazione del Mazzarino sul corpo altrui e sulle sue movenze esegni inconsulti) che deve essere, tramite l'Arte Politica, preservato dalla Malattia, o dell'Anima del Popolo che deve essere preservata dal Peccato (d'altra parte Marsilio da Padova ci ha insegnato che il Sovrano ha il diritto di intervenire anche sulla prassi dell'Auctoritas religiosa, così come la Logica di Ockham e dei francescani di Oxford ci insegna che nota notae est nota rei ipsius,
ovvero che il segno vero della Cosa agisce sempre come cosa è la cosa stessa nel mondo simbolico) o anche si tratta dello Stato come "Nave da pilotare", e qui ci dobbiamo ricordare della metafora antichissima dell'anima come appunto "nauta in navi", che arriva nella teologia cattolica da Platone, e lo ritroviamo esplicitamente in Sant'Agostino, nella tripartizione di guidare, condurre, amministrare esplicitamente, e in Tommaso d'Aquino.
 É un po' come quando l'epicureo Gassendi incontrava Cartesio, e il primo lo apostrofava "0, anima!" e Descartes rispondeva "O, carne!".


Per l'assolutismo barocco, il corpo è un "buon compagno" della carne, e qui si deve ricordare, nella Patristica cristiana, Gregorio di Nissa, per il quale il corpo, ovvero lo Stato Politico, nella metafora Mazzariniana, è un "buon compagno" dell'anima.
In linea, stavolta, con Machiavelli, per la teologia politica barocca lo Stato è il Principe, e il Corpo dello Stato, ovvero dell'insieme dei Sudditi, è correlato esotericamente e magicamente con quello del Re, del Capo Politico. Il Corpo dello Stato deve essere collegato all'Anima del Demiurgo, del Rex, una operazione evidentemente, e il Capo Invisibile dello Stato, proprio perché è conoscitore di tutti gli uomini e è sottoposto alla voluntas del Re, che è dirimente rispetto al Potere Visibile sia del capo religioso che di quello politico, che comunque, lo ripetiamo, ha l'ultima parola.


Ma torniamo al corpo a corpo che Mazarino innesca con Machiavelli: per il Cardinale, ed è un tòpos di facile reperibilità nel "Breviario", la fortuna, ovvero il caso che pure dominano per il Segretario Fiorentino la vita di chi "muove li stati" non devono semplicemente esserci: tutta la tecnica del Potere barocco è destinata ad evitare l'accidente, la devianza, il caso, l'eccezione. Sulla fortuna il politico non può e non deve contare mai.
Il contrario della fortuna, nel Cardinale, è la prudenza. Per San Tommaso la "prudentia" è una virtù politica che indirizza le specifiche virtù che si addicono allo sviluppo del bene comune, ma nell'Aquinate vi è, sempre sulla linea di Aristotele, la prudenza economica che indirizza le facoltà umane verso la tutela delle famiglie all'interno della polis, vi è infine la prudenza di chi debba affinare la proprie capacità naturali nell'esercizio dei rapporti, non sempre facili, con gli altri membri della polis.


Per Agostino, e qui siamo in piena temperie mazariniana, la prudenza "è un amore che sa ben distinguere le cose che giovano per tendere a Dio, da quelle che potrebbero impedirlo".
Ovvero, la prudenza come criterio iniziale dell'Etica per l'elevazione dell'anima e, in questo caso, dell'Etica, in termini mazar1n1ani, dell'elevazione dell'anima dello Statista alla conoscenza della Salvezza dello Stato, che è la stessa cosa della salvezza, per lui dell'anima individuale e della Vita Spirituale dei sudditi che gli sono sottoposti.
 

La Prudenza, quindi, come virtù regolativa dell'Uomo di Stato, che pure, e questo Mazarino lo fa notare nel suo Breviario, deve poter gestire furie calcolate, rabbie ad hoc, misticismi programmati, impulsi del cuore, ovvero "passioni dell'anima" in senso cartesiano che sono in effetti del tutto razionali e calcolatissime.
Nulla mai esce fuori dal perimetro dell'arte di reggere lo Stato, non esiste vita privata, autonomia dell'individuo, privati indugi e percezioni che possano vivere all'esterno del perimetro dello Stato e della sua arte del dominio, l'uomo mazariniano, in sostanza, non è un "privato", in nessun momento, ed è questo, indubbiamente un elemento antimoderno, diremmo anzi sanamente antimodemo, della filosofia e della prassi politiche del Cardinal Mazarino.


Se per Hobbes lo Stato politico è lo "stato di natura realizzato", dove il Potere del Sovrano evita la destrutturazione addirittura biologica della società, lo Statista è, proprio come agente supremo della aristotelica Prudenza, colui che guida, certifica, rende razionale e visibile l'equilibrio tra i soggetti e le loro nature, che è appunto il ruolo adattatore ai vari Enti della prudentia aristotelica.
Ecco il ruolo del Cardinale nella preparazione della Pece di Westfalia, nella quale terminano le guerre di religione europee e si costituisce, secondo una lunga tradizione politologica, lo Stato moderno in Occidente.


L'idea dello statista è quella di Jean Bodin: non importa quale religione si professi, basta che se ne professi una che mantiene l'individuo dentro i limiti delle regole sociali universalmente accettate e, soprattutto, della legge positiva.
Scetticismo filosofico, indifferenza dogmatica, senso dello Stato come agente della Provvidenza nella Storia, sono tutti elementi che fondano l'azione di Jean Bodin, alla quale il cardinale Mazarino si rifarà nella sua lunga prassi politica.
Il Bodin della "caccia alle streghe" della sua Demonomanie des Sorciers, vero e proprio manuale di diritto processuale per le streghe e gli operatori del maligno, e si pensi qui alla questione delle suore di Loudoun gestita dal cardinale Richelieu, è lo stesso Jean Bodin della Tolleranza: Dio è la Giustizia, Dio è l'Invisibile in ogni luogo, e quindi lo Stato della Tolleranza e della Prudenza Giusta realizza, da solo, la Voluntas Dei, che viene poi certificata dall'azione e dalla predicazione dei Sacerdoti e dei Papi, sottoposti (siamo sempre alla linea di Marsilio da Padova) alla volontà del capo politico in quanto attori politice.
Le cerimonie servono solo per il volgo, il Sapiente, per Bodin, segue la legge morale fondata in Cielo, e qui certamente il Cardinale di Santa Romana Chiesa Mazzarino sarebbe stato, magari segretamente, d'accordo: è impossibile mantenere la plebe e il volgo ignorante nella pura adesione alla Vera Religione, quella della percezione dell'Invisibile, senza riti e cerimonie.
 É anche la linea di Gabriel Naudè, libertino bibliotecario prima del Cardinale Di Bagno e poi dello stesso Mazzarino: le opinioni comuni sono una forma di schiavitù, secondo Naudè, lo scetticismo di Pirrone è la giusta filosofia (e lo scetticismo pirroniano ha molto a che fare con la prudenza politica) e, infine, la Verità alberga nell'Invisibile, non nei vuoti rituali inventati dagli uomini per gli uomini e non da Dio per il Volgo.
 

Nella tradizione controriformistica e barocca della teoria politica, per costruire l'Uomo di Stato, che è frutto, come insegna Machiavelli, di virtù  (i meriti e le caratteristiche soggettive) e fortuna, ovvero le occorrenze della vita politica, si fa esperienza in vivo, ma si studia anche l'antica tradizione filosofico-politica dei classici.

É la linea del Breviario del Cardinale, che pure non presenta quasi alcuna citazione esplicita degli Antiqui e dei testi canonici della Politica.
 

Il Frachetta, nel suo il seminario de' governi di Stato e di Guerra raccoglie solo 262 massime sparse dalla "Politica" di Aristotele, ben 1312 massime tratte da Tacito (e si ricordi qui come il "tacitismo" sia stato un tratto diffuso nella cultura politica dei Gesuiti dell'epoca, in funzione della "lotta al tiranno") e ben 573 il Frachetta le trae da Plutarco.
341 sono le battute da memorizzare, per lo Statista in erba, tratte da Cesare, 252 sono le frasi tratte da Platone, mentre Guicciardini (teorico della Prudentia quanto altri mai,e certo estraneo alla logica del Principe machiavelliano) è presente nel manuale con ben 644 frasi memorabili.
Nella trattatistica immediatamente precedente al Cardinale Mazzarino è presente un tema che certo non è estraneo al "Breviario dei Politici", e si tratta dell'ingegno del Politico.
L'ingegno è il tratto gnoseologico del Politico e del Sapiente, e disegna un uomo superiore a tutti gli altri nel comprendere, appunto, gli Arcana Imperii, ciò che si nasconde alla vista dell'uomo comune.
Poi vi era la "sufficienza dell'animo", come la chiama il trattatista politico spagnolo Ceriol, ovvero il misto di intelletto e carattere tale da reggere alla scelta di compiere operazioni che, per i comuni mortali, sarebbero di difficile gestione e comprensione, poi, certo, la "bella forma di persona e di volto" del Cortigiano, secondo il Castiglione.
Dio è bello e ama la bellezza, come peraltro sostiene anche il Corano.
 

La Prudenza, poi, come diceva il trattatista spagnolo Huarte, non è una teorica del semplice equilibrio, ma appartiene, e questo ci ricorda il Cardinale Mazarino, "alla imaginativa, con la quale si conosce quel che deve venire". Siamo a Tucidide, ovvero al modello, spesso riportato da Machiavelli, in ncui lo Statista è un chiaroveggente che prevede razionalmente lo sviluppo degli avvenimenti storici, come negli esempi classici di Temistocle e di Pericle.
 É il veder discosto del Guicciardini, una volta tanto in accordo con il suo vecchio amico Machiavelli. Tanto lo Statista riesce a prevedere gli eventi, tanto più avrà potere e riuscirà a dominare gli avvenimenti senza eccessivi movimenti, il veder discosto ha qui molto a che fare con l"'agire non agendo" del Tao Te Ching cinese.
Ma qui non vi è magia, e il Cardinale, che pure è un esperto esoterista, lo sa benissimo: l'astrologia e le altre tecniche di previsione sono del tutto false, perché, e qui la teologia controriformista è la chiave di tutto, le cose future sono solo derivate dal libero arbitrio, e solo Iddio le conosce tutte.


Si tratta qui di analizzare quella che Machiavelli chiama "la qualità dei tempi" (cap. XXV del Principe) che si deve accordare con la volontà del Capo Politico: una adaequatio rei et intellectus che ricorda sia la procedura della scienza empirica sia, soprattutto, il ruolo aristotelico della Prudenza, che è appunto la fusione della Volontà con la Struttura del Reale.
Quindi anche la prudenza va usata con prudenza, se mi si perdona questo calembour: non servirsi della Prudenza è bestialità, come afferma Botero ma fidarsi solo della soggettiva prudentia è arroganza, superbia e, infine, ingenuità somma mascherata da "arte del governo".
É il ricordo della parte finale dell'Etica Nicomachea di Aristotele, quando lo Stagirita ricorda che "l'esperienza aiuti non poco".
Ecco, è questo tutto l'universo teorico nel quale il Cardinal Mazzarino elabora il suo originalissimo "Breviario dei Politici".

 

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Il documento che precede è opera d'ingegno del Professor Giancarlo Elia Valori Honorable de l’Academie des Sciences de l’Institut de Frances ed è qui esposto con la sua sua autorizzazione.
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