ESOTERISMO CRISTIANO

Appunti su Maria e sul Logos

 

Il primo approccio alla figura del Cristo ci porta a contatto con Maria Vergine e Madre.

In chiave esoterica la Maria Vergine e Madre rappresenta un simbolo molto complesso che merita la massima attenzione, il cui significato profondo ci mette in condizione di speculare molto appropriatamente sulla «Natura» del Cristo.

Il nome di Maria è un Nomen o Numen cui la Tradizione riferisce precisi significati.

Il significato esoterico più generale attribuito a Maria è quello di «Mare» da cui per estensione deriva quello di «Oceano dell'Essere» che ulteriormente si dilata in quello di «Acqua» come elemento primordiale.

Al nome di Maria, come Oceano dell'Essere, la Tradizione ricollega, inoltre, il significato di «Infinita Sostanza», «Sostanza prima-sale», «Sostanza Unica-Una» in cui e da cui si formano tutto le cose per mezzo del Logos o Verbum giovanneo.

Ci viene ora fatto di considerare in analogia col nome e i significati di Maria il misterioso contenuto della lettera ebraica «Berescit».

Essa è la prima lettera della scrittura e indica esotericamente l'«Essere Uno» originante, sostanzializzante ed esistenzializzante ogni cosa. Questa lettera, tuttavia, è anche seconda lettera rispetto a quell'Aleph, corrispondente all'«Alpha» negativo dei Greci, indicante appunto l'«In-Effabile», l'«A-Sostanziale» contrapposto e correlativo ed integrativo della «Sostanza-Una», così come è contrapposto, correlativo ed integrativo lo «Zero» rispetto all'«Uno» e a tutti i numeri in Esso contenuti.

Questa analogia ci consente di comprendere un necessario punto di non facile rappresentazione.

Come la lettera «Berescit», prima nell'ordine visibile della scrittura, è in realtà seconda rispetto all'«Aleph» che, se ci è consentita l'espressione, è la prima lettera nell'ordine invisibile, così la «Sostanza Unica-Una» si pone come Termine Secondo o «Acqua» o «Luna» o «Madre» rispetto all'«A-Sostanziale», «In-Effabile», «In-Esprimibile», «Nulla-Zero», Termine Primo o «Fuoco» o «Sole» o «Padre».

Consideriamo ora il rapporto tra i due Termini indicati, la loro costante correlazione, il «trans-corrimento» dall'Uno all'Altro; consideriamo, in effetti, questo rapporto per quanto procede eternamente, senza tempo, dall'Uno al Due al Tutto ma che è anche lo stesso «Uno-Due-Tutto» «trans-mettente» Se Stesso e parlante di Sé Stesso: (In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Verbum erat Deus. Hoc erat in principio apud Deum. Omnia per Ipsum facta sunt et sine Ipso factum est nihil quod factum est.);consideriamo tutto ciò come Termine Terzo o «Logos» o «Aria» o «Soffio» o «Figlio».

Questo Termine Terzo o «Logos», «Uno-Due-Tutto», «trans-mettente» Sè Stesso è per Sua natura anche il veicolo per cui la Potenza o il Seme dell'«In-Effabile» o Padre si «trans-mette» nella Sostanza-Unica o Madre rendendola genitrice di tutte le cose visibili ed invisibili, di tutti i mondi e gli universi sensibili ed ultrasensibili, di tutto quanto la Tradizione definisce Quaternario e che noi qui indichiamo come Termine Quarto o «Terra» o «Creazione».

La Tavola di Smeraldo sintetizza tutto questo così: «... Ciò che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto per fare il miracolo della Cosa Una. Come tutte le cose sono sempre state e venute da Uno, così tutte le cose sono nate per adattamento di questa Cosa Unica. Il Sole ne è il padre, la Luna ne è la madre, il Vento l'ha portato nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice...».

Ci troviamo, così, di fronte al Quaternario ossia all'eterno insieme dei quattro «Stati» o «Essenze», nel quale si formano e si delineano tutte le cose: si tratta di un Quattro che si crea dal Due, dallo Zero analogo all'Uno e dall'Uno analogo alla Zero, mediante l'azione realizzatrice o Mistero del Tre.

Da qui possiamo cominciare a comprendere quello che si occulta negli evangelici nomi di Maria e di Cristo.

Maria simboleggia il Termine Secondo e di esso, nella personificazione evangelica, porta i principali attributi o qualità distintive, infatti è Vergine e Madre.

Il problema «Verginità» riferito ad una donna non è di facile soluzione, mentre, invece, riferito alla Sostanza Unica, Mare, Maria, che, per altro, è anche «Sostanza-Terra» in quanto è Essa stessa Tutto, si risolve necessariamente in senso positivo. Infatti, la Sostanza Unica è Vergine per il semplice fatto che nessuna «cosa» Le può arrivare dal di fuori di Essa che è Tutto; a questo Tutto, per altro, appartiene anche lo Zero, In-Effabile, A-Sostanziale, il Padre e il Suo Seme fecondatore portato dal Logos; pertanto, la Sostanza Unica viene ad essere necessariamente e semplicemente Sostanza Prima, Sostanza Madre, Maria Vergine e Madre.

Per quanto riguarda il Cristo, tenuto conto che particolarmente nel Quarto Vangelo, quello di Giovanni, viene indicato come «Verbo» o «Logos» si può dedurre che il Cristo corrisponde a quel Termine Terzo che provenendo dal Primo o «Fuoco» o «Padre» o «Potenza» (questa evidente provenienza fa sì che nella dogmatizzazione conciliare Cristo possa essere considerato come un Termine Secondo) feconda con la Sua sapienza disegnatrice la Sostanza Una-Unica o Termine Secondo o Madre o Maria rendendola Madre di tutte le cose in Essa e da Essa e per mezzo di Essa anche create (Termine Quarto o Terra).

Considerando ulteriormente l'appellativo di Cristo proseguiamo in altre osservazioni.

Il Quaternario simbologicamente si rispecchia in una figura, ricorrente in quasi tutte le simbologie tradizionali, che è la Croce. Nella Croce i quattro angoli retti o squadre si equilibrano e si corrispondono e si contrappongono perfettamente l'un l'altro.

Ciò simbologicamente ben rappresenta la perfetta realizzazione e l'equilibrio di tutte le cose del Tutto nel Tutto.

La Croce rappresenta, insomma, la Legge Originale cui è conformata tutta la realizzazione quaternaria.

A questo punto possiamo cominciare a comprendere cosa vogliano significare gli Evangelisti quando dicono che Gesù «ordina l'Universo» ossia lo «salva» e lo «preserva» dall'informe Caos, per il semplice fatto di «porsi in Croce» ossia di «essere posto in Croce» o «crocefisso».

Possiamo capire, dunque, che cosa significa la «crocifissione di Gesù.

Questa interpretazione esoterica della «Crocifissione», diremo incidentalmente, supera la soluzione storicistica per quanto attiene alla problematica della «Esistenza» del Cristo in quanto apre una via interpretativa del tutto simbologica sul tipo di quella sulla figura di Hiram.

Ora, poiché la Crocifissione rappresenta la massima concretizzazione, la massima discesa nella Materia più densa, più fisica o, per astrazione, la discesa in una forma corporea o concreta, latamente denominata «carne», appare, quindi, evidente il significato occulto, intimo, esoterico di frasi come «Il Verbo si fece carne» o delle altre quali quelle riferite alla «discesa in Terra» nello stato terrestre, ossia, nello stato «inferiore» rispetto a quello «celeste» o «sottile» o «incorporeo» oppure di quella «descendit ad inferos» tradotta ancor oggi superficialmente «Discese all'inferno».

É il caso di notare che «crocifiggendosi»» in quella Terra o Carne strutturatasi dal Mare-Maria Madre, discendendo e figgendosi in Croce nella Materia, il Verbo o Soffio o Logos, in certo senso, sparisce dalla Manifestazione, diciamo pure che «muore».

«Muore» col rinserrarsi e condensarsi, quasi «seppellendosi», nella Materia Quaternaria. «Muore» nella Croce dei quattro Termini o quattro Essenze, anzi al centro delle Essenze. «Muore» nel senso in cui può «morire» un germe seppellito nella terra che in essa inizia un processo di sommovimento, rimescolamento, «dis-soluzione» e di ricomposizione e di «ri-soluzione» in qualcosa di rinnovato in un'altra forma vitale che trattiene in sé al massimo della purezza e sottigliezza della Natura di quella terra.

 

Il Verbo «muore» nella Croce delle quattro Essenze e da «dis-solutore» diventa «ri-solutore», condensatore e risuscitatore delle quattro Essenze stesse, ponendosi Esso stesso come Quinta Essenza.

Questo processo di «trans-formazione» si collega alla famosa alchemica Quintessenza e a tante mitologie che «rivelano» altrettanti compimenti di processi simili come, per esempio, la mitologia indiana con i nomi di Brahama (la vita trans-corrente), Shiva (la dis-soluzione temporaneamente mortale), Visnù (la ri-soluzione e fissione eterna).

Tenendo, inoltre, conto delle interpretazioni relative alla Quintessenza, la problematica relativa alla natura dell'Uomo si dilata enormemente fino a fare assumere all'Uomo un ruolo metafisicamente molto rilevante.

Infine, l'appellativo di «Cristo» può essere collegato a quella Quintessenza «ri-sorta» e «ri-solta» come chimicamente (o alchemicamente) si considera una precipitazione o una cristallizzazione o un quintessenziale «Cristallo» da cui il nome del Cristo, indicante in questo caso un attributo, diciamo pure, una qualità o un grado di perfezione.

Il Cristo che è «ri-nato» dalla Terra, Madre-Mare o Maria, si chiama cattolicamente «Gesù Cristo Figlio di Maria».

Il Cristo che viene evangelicamente descritto come Colui che cammina sulle acque e viene visto camminare sulle acque solo da quei discepoli che sono in grado di vederlo, in realtà «ri-sorge» dall'Acqua, ossia si leva verticalmente sull'Acqua dalla «morta posizione orizzontale». Il Cristo, quindi, Signore, Dominatore della Terra e dell'Acqua diventa l'Elemento verticale dominatore dell'Elemento orizzontale, l'Ordinatore, il Padre di un nuovo ordine della Terra e del Mare-Maria.

Ecco in qual senso si può intendere il Mistero cattolico di Maria, Vergine e Madre e Figlia di Dio così mirabilmente riassunto dal verso di Dante: «Vergine Madre, Figlia del Tuo Figlio»

Questa chiave interpretativa si dimostra, inoltre, particolarmente efficace quando si consideri il significato dell'Eucarestia.

L'Eucarestia, cattolicamente intesa, è la «trans-sustanziazione» del Pane e del Vino in Corpo e Sangue di Cristo. Così intesa, però, essa assume un significato riduttivo rispetto a quello che se ne può desumere in chiave esoterica.

Il significato esoterico, infatti, può riassumersi nell'alchemica Quintessenziazione del Pane e del Vino i quali, per altro, di per se stessi costituiscono già una «trans-mutazione» rispettivamente del frumento e dell'uva, per cui, tra l'altro, assurgono a simboli della fecondità della terra.

La «trans-sustanziazione» cattolica, operabile esclusivamente mediante la parola rituale o sacramentale, è in realtà una Quintessenziazione in quanto rende manifesto il Principio Spirituale imprigionato nel Pane e nel Vino, in quanto «ri-fonde» ed «ex-fonde» alchemicamente tale Principio.

Se nell'ordine dei Termini «Primo», «Secondo» e «Terzo» si è capito il significato del «Termine Terzo» e si è compreso come, per effetto del «Rapporto» sussistente tra il «Termine Primo» e il «Termine Secondo», si pone il «Termine Terzo» realizzandosi il Mistero dell'«Uno-Due-Tutto», così, nel «Termine Quarto», analogicamente a quanto avviene nel «Rapporto» tra i Termini «Primo» e «Secondo», la presenza del Verbo («Termine Terzo») causa la Quintessenziazione della sostanza fisica.

L'Eucarestia richiama per analogia la Resurrezione di Lazzaro, il quale, secondo i Vangeli, «ri-sorge» dalla morte fisica proprio in virtù della Parola quintessenziante del Cristo, ossia del Verbo.

È ancora possibile utilizzare la chiave interpretativa fin qui usata anche a proposito dell'episodio della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci oppure a proposito dei Doni dei Re Magi.

Nel primo caso, il pane potrebbe essere il cibo spirituale, mentre i pesci potrebbero rappresentare il Segno astrologico sotto il quale iniziava il periodo in cui avviene l'episodio evangelico, oppure il simbolo della Sapienza (Pi-sces).

I «doni» dei Magi: mirra, incenso e oro, simboli della Terra, dell'Aria e del Fuoco, portati da quei tre Re-Maghi, simbolizzanti a loro volta, tre successivi stadi iniziatici, all'Iniziato degli Iniziati, al Re dei Re, a quel Principio o Stato dell'Essere, personificato o no che sia, contraddistinto dalla Stella a Cinque Punte o simbolo della Quintessenza, volgarmente descritta come una cometa, e non a caso circondato dal Toro e dall'Asino, lasciano ampio margine ad una ulteriore e più approfondita speculazione.

Qui giunti, indipendentemente dalla corrispondenza storica dei miti, la cui realtà non dobbiamo verificare in questa sede, dobbiamo trarre in coerenza con quanto detto fino ad ora le opportune conclusioni.

Un Principio squisitamente metafisico chiamato Cristo, Ercole, Apollo, Osiride, Attis, Mitra ecc. fisicamente potrà incarnarsi o no in qualche altissimo Iniziato, in qualche autentico Maestro.

La simbologia su cui si struttura la narrazione evangelica, la stessa parola evangelica è la simbologia della cosmica, eterna iniziazione, contiene la Grande Opera alchemica.

La simbolizzazione di siffatta Grande Opera non la si può davvero limitare nel tempo e nello spazio come pretende taluno e tanto meno si può attribuire l'attuazione della Grande Opera ad uno o a più eventi storici, ammesso che ve ne siano stati idonei a tale scopo.

Proprio perchè è simbolo, ossia traduzione di Idee sapienziali in segni e suoni e scritture fisiche, la narrazione evangelica è al di là dello spazio e del tempo, per cui può riguardare tutti i punti dello spazio e tutti i momenti del tempo, tutte le vicende storiche, tutte la realizzazioni individuali e sociali.

Il Cristo e Maria sono ovunque e sempre, potenzialmente in ognuno di noi: sta a noi vivificarli e farli «ri-sorgere» e incoronarli e incoronarcene, magari scegliendo la via dell'Iniziazione massonica, proprio con le corone dei tre Re-Maghi, proprio con quel Tri-regno di cui altri pretende il monopolio rendendosi assai poco conto di quel che dice.

 


 

Il documento sopra riportato è opera d'ingegno del Carissimo F:. LUIS SEGISA, ed ha trovato ospitalità su "Hiram" n. 1 del 1982: Erasmo Editore. Ogni diritto è dichiarato. La libera circolazione in rete è subordinata alla citazione della fonte (completa di link) e dell'Autore.