"Roma gauden jubila"

        Anonimo francese secolo XIII

 

 

 

 

Grande Alexandre la Confiance

 

Il piccolo rito forestale pagano del 1747 lasciò rapidamente il posto a un omologo cristianizzato degli anni 1760 in una espressione che prese il nome di "Grande Alessandro alla Confidenza".

Non c'è più il Profeta delle Foreste, non c'è più la corona di quercia: sostituiti dal Buon Cugino Gesù e dalla corona d’alloro, più romana. E tuttavia, non possiamo negare che questo rito incarni, certamente possibile, la continuità della Massoneria speculativa, rurale e forestale sulle basi del rito del 1747.

Noi pensiamo che questa cristianizzazione del Rito, non sia un fenomeno isolato nella Massoneria di quest'epoca, che dal 1751 (fondazione della Gran Loggia degli Antichi n.D.t.) subì una vera e propria evangelizzazione al fine di canalizzarne le stravaganze. Molti Massoni pensavano fosse meglio conformarsi ai poteri religiosi e politici (il regno di Francia era realista e cattolico) al fine di promuovere serenamente e senza ingerenze poliziesche la crescita dell'Ordine Massonico. La costituzione del Grande Oriente di Francia nel 1773, e la codificazione dei nuovi Riti di tradizione nazionale, come il Rito Francese (1783-86), il Rito Scozzese Rettificato (1782) e i primi bocci del Rito di Misraïm (1785) ratificarono non soltanto un ritorno più saggio al tradizionale sostrato giudaico-cristiano (anche se non si può dire davvero che le tesi di Martinez de Pasqually siano sagge...), ma anche l'affermarsi di una tradizione massonica specificamente francese e più distaccata dall'influenza inglese. Questa autonomia non poteva che piacere allo Stato, e il sostrato tradizionale risultava accettabile alla Chiesa nel quadro di un fragile "meno peggio". Di fatto, da questo periodo Roma cessò di scagliare anatemi, ed occorrerà attendere il secolo XIX, e le azioni dei Carbonari italiani e degli Charbonniers francesi perché Pio VII (1821), Leone XII (1825), Pio VIII (1829) e Gregorio XVI (1832) reagiscano religiosamente per interposta condanna alle preoccupazioni politiche provocate dai movimenti massonici. Lo stesso sarà per Pio IX nel 1846 all'approssimarsi della rivoluzione del '48, così come nel 1865 e nel 1869. Leone XIII agirà nel 1884 contro il positivismo, e nel 1902 al primo manifestarsi degli effetti della separazione fra Chiesa e Stato. Tutte le forme del liberalismo furono così condannate in successione dal Vaticano.

Tuttavia, guardiamoci dal cadere nell'eccesso inverso di apprezzare questo rito di Alexandre la Confience come un ritorno all'ortodossia cattolica. Fare del Cristo un Buon Cugino Gesù frequentatore di gentaglia in fondo ad un bosco, in un rito massonico ancora misto, manifestava una forma d'eresia caratterizzata e impenitente che, un secolo e mezzo prima, avrebbe condotto i suoi membri al più bello dei roghi.

Il Rito di Alexandre la Confience ebbe anch'esso un certo successo, s'impiantò rapidamente nei luoghi del vecchio Rito del 1747 e conquistò nuovi territori specialmente nell'Est della Francia, paese eminentemente forestale.

Pur mantenendosi sotto l'antico patronato di Francesco I, questa variante della tradizione massonica forestale cristianizzata si mette sotto la protezione dell'eremita San Teobaldo. Lo stesso faranno i Carbonari italiani.

 

Il Catechismo

D. - Cosa desiderate?

R. - Parlare al mio maestro.

D. - Chi è i vostro maestro?

R. - Il G: Al: della C::.

D. - Come vi chiamate?

R. - Giuseppe.

D. - Di dove venite?

R. - Da dove mi avete mandato, G: Al::.

D. - E dove vi ho mandato?

R. - Alla ricerca del bambino smarrito.

D. - Siete fratelli?

R. - Sì, G: Al::.

D. - Dove siete stato ricevuto?

R. - Nella foresta quadrata.

D. - Chi vi ha ricevuto?

R. - Il G: Al: della C:: e Giuseppe.

D. - In quale anno il nostro Ordine è stato creato?

R. - Nel Sette Cento.

D. - Come è stato istituito?

R. - Il G: Al: della C: passeggiando un giorno nella foresta del Libano presso la valle del Sinac, nel regno di Tiro, ove si era ritirato con la sua Corte per costruirvi un palazzo, scorse una luce che lo condusse molto avanti nella foresta, presso d'un albero sulla scorza del quale era scritto in lettere d'oro: "Abbattimi, tagliami, e nel mio cuore troverai di che formare l'ordine dei Tagliatori".
D. - Cosa fece il G: Al:: alla vista di quella scritta?

R. - Il Nostro Caro Alessandro sempre sottomesso nell'obbedienza agli ordini dell'Altissimo, digiunò tre giorni e fece molte preghiere, quindi aprì quell'albero e nel suo cuore trovò un libriccino intitolato "il prodigo convertito o l'ordine dei Tagliatori".

D. - Quanti fratelli occorrono per ricevere un fratello tagliatore, in un luogo ove non si trovi un cantiere costituito?

R. - Occorrono tre semplici fratelli tagliatori, ma un cavaliere tagliatore Eletto basta.

D. - Avete trovato il bambino smarrito.

R. - Sì, G: Al:: , e l'ho riportato a suo padre.

D. - Avete rimesso al bambino smarrito il presente che vi avevo ordinato di fargli?

R. - Sì, G: Al:: , e glie ne ho fatto conoscere la proprietà.

D. - Come chiamate i fratelli che stanno di fianco al Grand Alexandre?

R. - Il fratello che comanda a destra si chiama Giacomo e quello a sinistra, Pietro.

D. - Qual'è il posto di Giuseppe?

R. - Dall'altra parte del G: Al::.

D. - Come si chiama il luogo ove si adunano i fratelli?

R. - Noi lo chiamiamo cantiere.

D. - Chi è vostro padre?

R. - Dio.

D.- Chi è il secondo vostro padre?

R. - Il G: Al: della C::.

D. - Chi è vostra madre?

R. - La Santa Chiesa, fuori della quale non c'è salvezza.

D. - In quale zona vi ho inviato alla ricerca del bambino smarrito?

R. - Nella foresta del Libano, ordinandoci di riportarlo morto o vivo.

D. - Non avete trovato nessuno, sulla vostra strada, che vi abbia inquietato?

R. - Noi abbiamo incontrato parecchi dei nostri fratelli i quali ci han detto che se non avessimo risposto da veri fratelli tagliatori a tutte le domande che ci ponevano ci avrebbero tolto la vita, e ci avvertirono di tenerci in guardia, perché molti dei fratelli che il G: Al:: aveva inviato alla ricerca del bambino smarrito erano stati trovati derubati e assassinati dai ladroni che abitavano in gran numero le foreste del Libano.

D. - Com’è chiamato l'uomo che non è stato ricevuto tagliatore?

R. - Prodigo.

D. - Quali sono i doveri di un vero tagliatore?

R. - Di custodire inviolabilmente il segreto dei tagliatori, e di patire piuttosto la morte che rivelare una sola parola di ciò che gli è confidato in cantiere.

D. - Che cosa è vietato ad un vero fratello tagliatore?

R. - Di ricevere un prodigo clandestinamente o fuori del cantiere, se ce n'è uno, perché altrimenti gli altri fratelli sono in diritto di disconoscere e di distruggere chiunque sia capace di un tal crimine.

D. - Che cosa avete visto nella foresta del Libano?

R. - Una grotta coperta di fogliame, abbellita da belle statue; vi ho visto il nostro G: Al: della C:: tutto coperto di gloria, incoronato di alloro, e sospeso sulla sua testa era un triangolo d'oro impreziosito da tre diamanti, uno per ogni punta.

D. - Che cosa porta il G: Al:: sul davanti?

R. - Un grembiule di pelle bianca guarnito di verde, a significare la speranza che abbiamo di ricevere Dio nostro padre.

D. - Non c'era niente di notevole nel grembiule che portava il G: Al: della C::?

R. - Quattro grandi cose.

D. - Quali sono?

R. - 1º - C'era nel mezzo un cuore bordato di nero, il quale rappresenta il rimorso che dobbiamo provare per avere offeso Dio nostro padre; 2º- Nel mezzo del cuore una lacrima rossa, che rappresenta il dolore che dobbiamo eternamente portare in cuore per la morte del nostro G: Al: della C:: ; 3º - Quattro utensìli necessari ad ogni fratello, e segnatamente: un'ascia, un cuneo, un mazzuolo e un triangolo; 4º - Tre tagli sulla parte bassa del grembiule, che rappresentano le tre persone della Santa Trinità.

D. - Dov'era la torre del G: Al: della C::?

R. - Nella foresta del Libano, nella valle del Sinac, nel regno di Tiro.

D. - Qual'era la sua forma?

R. - Un Quadrato costruito col legno del Libano.

D. - Quali erano la sua altezza e larghezza?

R. - Era alta 100 piedi e larga 4, e vi si vedevano sopra tre mazzi di sempreverdi a segnare la sua eternità.
D. - Di cos'era pavimentata?

R. - Di un marmo bianco.

D. - Quante porte aveva questa torre?

R. - Tre.

D. - Dove erano affacciate?

R. - La prima al Sud, la seconda all'Est e la terza all'Ovest.

D. - Per quanti scalini si arrivava alla prima?

R. - Per 12 scalini, che rappresentavano i 12 apostoli; alla seconda si arrivava per 4 scalini che rappresentavano le 3 stagioni dell'anno, alla terza ancora per 4, che rappresentavano i 4 evangelisti.
D. - Cosa c'era di notevole attorno a questa torre?

R. - 16 belle colone di marmo nero, alte 50 piedi su 15 di circonferenza.

D. - Cosa avevano sopra?

R. - Una statua di marmo bianco alta 3 piedi, in onore dei 16 cavalieri tagliatori che furono inviati a gruppi di 4 dal nostro G: Al: della C:: per popolare il mondo di tagliatori.

D. - Che cosa c'era dentro questa torre?

R. - Il trono del nostro G: Al: della C::.

D. - Quanti scalini occorreva salire per arrivarvi?

R. – Sette

D. - Che cosa significavano?

R. - Le sette piaghe della Santa Vergine.

D. - Dove era posto il trono?

R. - A nord.

D. - C'era qualcos'altro?

R. - Vi si vedevano 12 lampadari.

D. - Che cosa significavano?

R. - I 12 mesi dell'anno.

D. - Quante braccia aveva ogni lampadario?

R. - Sette ciascuno, a significare i sette giorni della settimana.

D. - Non c'era nulla di notevole sulle porte della torre?

R. - C'era un cartiglio a ciascuna porta.

D. - Qual'era la divisa della prima?

R. - la prima: il passato mi ha deluso; la seconda: il presente mi tormenta; la terza: l'avvenire mi spaventa.
D. - Quanto c'è dalla foresta del Libano alla valle del Sinac?

R. - Una lega.

D. - E quanto dalla valle del Sinac al regno di Tiro?

R. - Cento leghe.

D. - Che cosa serviva da cuscino al G: Al::?

R. - Un'ascia.

D. - E da coperta?

R. - Un cuneo.

D. - Qual'era il letto del G: Al: della C::?

R. - Una culla di marmo bianco.

D. - Quanto ha vissuto il G: Al::?

R. - 300 anni.

D. - Dove è stato sepolto?

R. - In un mausoleo di marmo bianco lungo 12 piedi, alto 7 e largo 4.

D. - Qual'era il suo epitaffio?

R. - Il tempo viene a capo di tutto e il G: Al:: ha finito il suo corso.

D. - Quante qualità di legno deve conoscere un fratello?

R. - Quattro.

D. - Quali sono?

R. - La quercia, l'olmo, il pruno e il (seudre).

D. - Datemene la spiegazione.

R. - L'olmo è il legno che servì per fare la bara di nostro Signore, la quercia la croce sulla quale spirò, il pruno la corona che gli fu messa e il (seudre) fu l'albero al quale Giuda si impiccò.
D. - Dov'è situato il cantiere?

R. - Nella foresta del Libano.

D. - Cosa significa la medaglia che portiamo al collo?

R. - É il segno di distinzione che il G: Al: della C:: diede ai suoi fratelli.

D. - Qual'era il colore del nastro?

R. - Il bianco, a mostrare la purezza del cuore e l'innocenza dell'anima.

D. - Quali sono i doveri dei fratelli tagliatori?

R. - Visitare i loro fratelli ammalati, aiutarli in ogni occasione, non parlar male di loro, difenderli al bisogno, mantenere il segreto su ciò che si dice in cantiere, assistere a tutte le assemblee, se non si è impediti da affari inderogabili, e non parlar mai di un assente, qualunque male ci abbia fatto.

D. - Qual'è la parola di passo?

R. - Datemi la prima lettera e vi darò la seconda...

 

I modi di riconoscersi

D. - Come deve farsi riconoscere un fratello?

R. - Con i segni conosciuti fra noi.

D. - Che ora è adesso?

R. - É l'ora di divertirsi.

D. - Dove sono Giacomo e Pietro?

R. - Mi vengono dietro.

D. - Se un fratello si trova nell'imbarazzo, come deve farsi riconoscere di giorno?

R. - Deve incrociare le braccia.

D. - E di notte?

R. - Deve gridare: "A me, fratelli, mi sono smarrito!"

D. - Se un fratello vuol parlare a qualche fratello che si trova in compagnia, che segno deve fare?

R. - Portare la mano al primo bottone dell'abito.

D. - Qual'è il segno per far sapere che si è capito?

R. - Portare la mano alla fronte e toccarla con la punta delle dita.