Crediti: "Origini Glorie e Fini della Massoneria" capitolo I pag. 8; Edizioni Cooperativa Tipografica Italiana 1914. 

 

 

"Origini Glorie e Fini della Massoneria"

 

"Pange lingua"

Carmina Burana secolo XIII

Come avremo occasione di constatare, la Massoneria moderna data con sicurezza dal principio del secolo XVIII; tuttavia sarà bene passare in rivista qualcheduna delle teorie più importanti che si accamparono sulle sue origini e nello stesso tempo ricordare brevemente la storia di associazioni che, come essa, ebbero di mira la rivendicazione della completa libertà dello spirito umano e che si circondarono di mistero e di segreto.

Sono note le principali leggende. Una di esse fa risalire l'istituzione a Salomone che conferiva all'architetto Hiram, figlio d'un della Tyria e di una donna della tribù di Neftali, l'intendenza e la condotta dei lavori del tempio che egli innalzava a Gerusalemme: gli operai, in numero di 183,000 divisi in tre categorie, avevano delle parole, dei segni e delle maniere speciali di toccarsi per potersi riconoscere fra di loro e ricevere la paga in proporzione del loro lavoro. Un'altra leggenda ci mostra la Massoneria erede dei collegi dei saggi e dei preti della Caldea dell'India e dell'Egitto, i quali trasmettevano le dottrine morali e scientifiche e sottomettevano a delle prove gli iniziati. Non dimentichiamo però che i misteri dell'antichità e l'esoterismo avevano la loro ragione d'essere. Un illustre studioso indicò le varie fasi attraversate dalla scienza: ai primordi della civiltà ogni conoscenza si rivestiva di forze religiose e mistiche; quindi si iniziò un periodo di incerto razionalismo e misticismo, infine la scienza pura. Una terza leggenda invocava il ricordo dell'Ordine dei Templari; secondo essa, Giacomo de Molay, l'ultimo gran maestro dell'Ordine del Tempio, qualche tempo prima di morire sul patibolo, dal fondo del suo carcere creò quattro logge a cui lasciò in eredità la sua vendetta.

Una teoria si presenta con delle apparenze scientifiche; essa fa risalire la Massoneria alle corporazioni dei tagliatori di pietre che esistevano in Germania. E chiama in suo ausilio fatti e date, nel 1459 le compagnie dei tagliatori di pietre di Germania si riunirono a Ratisbona in assemblea generale; alla fine del XV secolo esse formarono una gerarchia facente capo alle quattro logge di Strasburgo, di Colonia, di Zurigo e di Vienna. La Bauhütte era il baraccamento, la costruzione provvisoria che ricoverava i lavoratori; la parola di bassa latinità era loggia; le parole lodge, e loge: erano l'una inglese, l'altra francese.

Ma diversa è la verità storica. Dall'Inghilterra e dalla Scozia la Massoneria trae le sue origini; e la sua formazione si spiega facilmente; essa deriva dall'introduzione nelle compagnie o corporazioni dei tagliatori di pietre, di membri che non esercitavano affatto questo mestiere; per adoperare i termini usati nel rituale francese essa nacque quando ai massoni di pratica si aggregarono i massoni di teoria: quando i massoni di teoria "insegnando la morale e applicandosi solo a speculazioni liberali" furono ricevuti nelle logge composte fino allora di "operai che innalzavano materialmente degli edifici" ; quando, secondo gli scrittori inglesi, la Massoneria speculativa penetrò nelle officine della Massoneria operativa.

Nella lingua inglese le parole free mason si cominciarono ad usare verso la metà del XIV secolo; esse servirono probabilmente a designare i tagliatori di pietre passati maestri nella loro professione e che, liberi da vincoli verso la loro corporazione, potevano oramai recarsi là dove grandi lavori li richiamavano. In un atto dell'epoca di Edoardo III si legge la frase: mestre mason de franche peer, che vorrebbe dire maestro massone abile; e dove le parole franche peer, free stone (pietra levigata) sono messe in contrasto a grosse peer, rough stone (pietra greggia). Quando le persone non esercitanti il mestiere del tagliapietre fecero il loro ingresso in queste corporazioni, furono designate col nome di accepted masons vale a dire massoni eletti, mentre che gli admitted masons erano quelli che vi entravano mercé il loro lavoro o meglio, ancora per eredità.

Uno scrittore molto competente, il conte Goblet d'Alviella, ci insegna che la Massoneria moderna ebbe origine dalle confraternite non dalle corporazioni propriamente dette. "Accanto all’organizzazione di mestiere - egli dice - o meglio rappresentante uno dei lati di questa organizzazione, i fini caritatevoli e mutualistici, si trovava la fratellanza (fraternitas, Brüderschaf, broederscap, brotherhood o fellowship, confraternita o compagnia). Essa era generalmente presieduta da un maestro; ma compagni e maestri si trovavano più o meno allo stesso livello d'uguaglianza". D'altra parte - la cosa è notevole - essa poteva ricevere, almeno come membri onorari, persone estranee alla professione. L'epistola indirizzata nel 1260, dal vescovo di Bâle ai tagliapietre di quella città, contiene la seguente clausola: "Le stesse condizioni sono applicabili a coloro che non appartengono al mestiere e che desiderano entrare nella confraternita".

Secondo autorevoli scrittori, in più paesi, ma specialmente in Germania, nel Belgio, in Francia, i maestri finirono per ritirarsi da queste confraternite le quali, rimaste in mano ai soli compagni, divennero delle società di resistenza e mutuo soccorso. Nelle isole britanniche la cosa andò diversamente: i maestri, i compagni e gli apprendisti stessi rimasero membri delle confraternite, ed è appunto in queste confraternite, piuttosto che nelle officine propriamente dette, che bisogna ricercare i precedenti della Massoneria speculativa. Il conte Goblet d'Alviella cita il caso della Company of masons of the City of London. Egli scrive: "La loggia di Mason's Hall, l'Acception come la si chiamava, non era la stessa cosa della compagnia. Questa non contava che operativi. La loggia, i membri della quale portavano solo il nome di massoni accettati (accepted masons) comprendeva, come le antiche Brüderschaften, degli operativi e degli speculativi [Con le parole operativi, tecnici, professionisti, si intendono designare i lavoratori veri e propri. Speculativi, non tecnici ecc. sono invece elementi di pensiero, di teoria, i massoni accettati]. Anzi, tutti i membri della compagnia non erano punto per ciò membri dell'Acception... Si può constatare l'esistenza dell'Acception dal 1620 al 1678. Noi abbiamo dunque lo spettacolo suggestivo d'una loggia che, non solamente ammette gli speculativi accanto agli operativi e che stabilisce il titolo di compagno ai maestri massoni del mestiere, ma che è anche in procinto di costituirsi a fianco e fuori della Massoneria pratica".