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NOTA INTRODUTTIVA

 

La libera muratoria, «figlia primogenita dell'intellettualismo settecentesco», nacque in Inghilterra sotto il contrastante auspicio del razionalismo, professato da Locke e da Newton, e di quell'anelito preromantico al mistero, che affonda le radici nella tradizione occultista e nello spiritualismo medievale.
Essa si diffuse tosto sul continente europeo «dove - come dice Renato Soriga - abilmente si adattò allo spirito etnico delle varie nazionalità», facilitata nel suo affermarsi «dall'appoggio consapevole che le venne offerto dallo Stato laico nella lotta spogliatrice da esso ingaggiata contro il feudalesimo ecclesiastico».
Ma la segretezza e l'umanitarismo professato dalle logge - quando non serviva di trastullo ad un'aristocrazia superficiale ed annoiata - col passare degli anni ed alla vigilia della grande rivoluzione, divenne lo strumento di un ceto borghese in costante ascesa, fino al punto da prestare le sue tecniche e strutture organizzative alla propaganda di idee estremiste. In Italia, dove la massoneria fu un fenomeno d'importazione, essa assunse un aspetto o l'altro, a seconda che cadesse sotto l'influenza inglese, francese o austriaca, dato che le logge servivano - ove più ove meno - ad un certo tipo di penetrazione politica operante dall'esterno, sugli esponenti massonici, che nella società civile erano anche esponenti della classe dirigente.
In questo nostro studio abbiamo cercato di ricostruire sistematicamente l'azione svolta dalle varie «obbedienze» massoniche negli Stati della penisola, definendone le caratteristiche ideologiche e seguendone lo sviluppo dalla prima origine fino allo scoppio della rivoluzione francese, allorché le logge si trasformeranno in clubs: dopo termidoro rinasceranno a nuova vita, ma avranno altre caratteristiche ed altre aspirazioni.
Ciò comporta naturalmente una sia pure sommaria descrizione dei sistemi massonici europei che penetrarono nei vari Stati della penisola. Ma per quanto riguarda l'Italia, la nostra indagine mira a ricostruire minutamente, fin dove possibile, il tessuto massonico che investiva il nostro paese nel secolo XVIII, non solo mediante la identificazione dei dirigenti, ma anche di tutti gli affiliati, noti ed ignoti, potenti o modesti, cercando di individuarne la posizione sociale, mediante la professione e le qualifiche o cariche rivestite nella vita civile. Ovviamente tali notizie sono state relegate nelle note a piè di pagina.
Siffatto lavoro ha necessitato una serie di ricerche d'archivio ed il reperimento di pubblicazioni coeve e di opere successive, riviste o libri, non sempre di facile accesso, né sempre di immediata evidenza. Difatti la bibliografia sul nostro argomento, soprattutto in Italia, è inficiata dalla polemica che, dal '700 fino ai nostri giorni, contrappone la libera muratoria al mondo cattolico, identificandosi non di rado nel contrasto fra democrazia e conservatorismo. Cosicché la pubblicistica è prevalentemente apologetica o polemica, quasi sempre senza la partecipazione di veri e propri ricercatori storici, i quali solo marginalmente hanno toccato l'argomento, pur dicendo cose pregevoli, come a mo' d'esempio Delio Cantimori o Franco Venturi.
Una messe particolare di notizie ci è fornita dallo studioso Pericle Maruzzi, il maggiore competente italiano su questo argomento, il quale sulle riviste muratorie firma i suoi saggi con l'anagramma di M. P. Azzuri. Egli però, massone militante, fedele alla fratellanza anche negli anni difficili della repressione fascista, tutto preso dall'interesse per le vicende interne, per l'evoluzione ideologica e il rituale della libera muratoria, non riesce - a nostro avviso - ad inserire la storia della massoneria nel più vasto corso della storia italiana. Studioso specializzato, scrisse i suoi saggi su riviste specializzate, su pubblicazioni riservate per lo più ai «fratelli», ed oggi non sempre di facile reperimento. Ed a questo proposito, viene fatto di meravigliarsi come mai i massoni italiani, che pure hanno una propria attività editoriale, non abbiano ancora pensato a raccogliere in uno o due volumi gli scritti sparsi di questo autore: renderebbero così un servizio agli studiosi, commemorando nello stesso tempo e nel dovuto modo un uomo non indegno di essere ricordato anche per le sue doti morali.
In questo nostro lavoro abbiamo cercato di integrare le fonti documentarie del Maruzzi con ulteriori ricerche d'archivio in Italia ed all'estero, allargando l'interesse bibliografico ad un più vasto settore europeo con ricerche non sempre facili né sempre coronate da successo.
Molto materiale, altrimenti irreperibile, ho potuto consultare presso il Freimaurermuseum di Bayreuth, che ospita nelle sue sale non solo cimeli massonici d'ogni genere, ma anche una biblioteca specializzata. Ivi, nonostante declinassi la mia qualità di profano, sono stato liberalmente e cordialmente accolto dal direttore, signor Wilhelm Lorenz, che ha facilitato al massimo le mie ricerche. Purtroppo non mi risulta che esista qualcosa di analogo nel nostro paese.
La biblioteca italiana, che custodisce il maggior numero di libri ed opuscoli sul nostro argomento è - oltre alla raccolta Bertarelli nel Museo del Risorgimento di Milano - la Biblioteca Civica «Bonetta» di Pavia, dove sono conservati i libri del compianto Renato Soriga, il quale, pur appuntando i suoi interessi sulle società segrete del periodo napoleonico e della Restaurazione, era anche un appassionato studioso della massoneria settecentesca, sulla quale per altro non ha scritto che l'illuminante saggio Settecento massonizzante, più volte citato nel corso del nostro lavoro. Anche al direttore della Biblioteca pavese, Xenio Toscani, va la mia sincera gratitudine.
Molto però mi sono stati di aiuto le notizie ed i suggerimenti fornitimi da amici e da studiosi. In primo luogo da Franco Venturi, che non solo mi ha dato utilissime informazioni bibliografiche, ma mi ha anche segnalato l'esistenza di una fonte archivistica a me ignota.
Molto anche ho imparato in peripatetici conversari con Giorgio Spini soprattutto per quanto riguarda il suggestivo legame - toccato solo di sfuggita nel presente lavoro - che unisce la moderna massoneria speculativa al mondo religioso, scientifico e occultista del secolo XVII. Argomento interessantissimo in modo particolare per quanto riguarda l'Italia investendo personalità come Giordano Bruno, Tommaso Campanella, fra Paolo Sarpi e Traiano Boccalini, come risulta dalle intelligenti e lucide opere di Frances Yates, l'ultima delle quali, The Rosicrucian Enlightenment, mi è pervenuta quando questo volume era già in bozze.
Ma suggerimenti ed indicazioni bibliografiche mi sono state fornite da numerosi amici e colleghi, fra cui mi corrono ora alla mente Wilhelm Alff, Carmine Jannaco, Denis Silagi, Adam Wandruszka e Antonio Zieger.
Né posso dimenticare in sede di ringraziamento il dr. Richard Blaas direttore dell'Haus-Hof-und-Staatsarchiv di Vienna e meno che mai gli amici della Biblioteca Nazionale di Firenze fra i quali ricordo particolarmente Ivaldo Baglioni e la signorina Maria Fagorzi la quale, insistendo con pazienza e perseveranza, mi ha procurato, tramite il prestito internazionale, opere che in Italia nessun altro studioso era riuscito a reperire.
Questa elencazione di nomi non vuole essere una chiamata di correo. È chiaro che, indipendentemente dai consigli e suggerimenti avuti, i difetti e le manchevolezze dell'opera sono da attribuirsi al sottoscritto. Valga, se mai, come parziale giustificazione lo sforzo fatto per una ricostruzione documentata delle logge esistenti in Italia nel secolo XVIII, con l'interminabile elenco degli affiliati, che, a mio avviso, completato dalle notizie fornite nelle note, dovrebbe costituire uno strumento non del tutto inutile per gli studiosi. Ma anche su quest'ultimo punto debbo chiedere venia e comprensione da parte del lettore. L'arbitraria grafia settecentesca, gli errori di trascrizione dei copisti e il sovrapporsi dei predicati nobiliari rendono inevitabili errori ed inesattezze.
Ma se avremo anche solo offerto materia e fondamento, perché altri proceda con più facilità, correggendo, rettificando e completando, saremo paghi della nostra fatica.