Discorso dell'Orat:. il barone Orazio De Atellis, nell'assemblea del 13 settembre 1820.
Alla sagacia del Fr. Giuseppe Gabrieli si deve il rinvenimento di questa notevole fonte per la storia della massoneria italiana.
Il documento appartiene al novero di quelli che testimoniano la sostanziale affinità tra Massoni e Carbonari. (Archivio di Stato ili Napoli:  Borbone secondo inventario fascio n 1923).

LL:. MM:.
A compiere una grande opera voi siete qui radunati; opera di voi degna; quella della inaugurazione solenne di un G:. O:. di massoneria scozzese nella vostra patria felice. Voi lo voleste questo centro animatore degli esseri nati per la virtù; voi lo giuraste, e fu fatto.
Ma nell'ultima nostra convocazione, di cui questa è il prosieguo, torbide lingue gettarono in seno a voi la confusione e la incertezza. Sì; è tuttora su' vostri volti la espressione di que' dolorosi sentimenti. Non si convengon però all'augusta cerimonia del momento che la ilarità fraterna, e la soddisfazione piena di cuori che veggon esauditi i lor voti, adempiuti i lor doveri, trionfanti i lor diritti. Lo so; vi turba la decantata preminenza del sedicente G:. O:. dell'infausto decennio. E bene; io saprò confutarla; e voi porterete tra poco in giulivo banchetto fervidi triplicati brindisi alla giustizia della vostra causa.

 Ascoltatemi. Il così detto G:. O:. al rito riformato nacque nel 1808 in Napoli dal seno dell'intrigo più rivoltante. La sua prima installazione fu decisamente irregolare.
La più gran parte de' membri che ne composero i primi elementi, non erano né venerabili, né deputati di loggie o di capitoli esistenti. Quasi tutti i suoi GG:. Dignitarj e GG:. Officiali d'onore che, a norma de' suoi medesimi statuti, doveano essere scelti tra coloro che aveano sei anni almeno di esercizio nel G:.O:. (Art. I sez. 4 cap. 3) furon pescati tra' grandi del governo profano, i quali non eran forse neppure massoni, o non eran certamente membri di alcuna massonica officina conosciuta.
Quel G:.O:. fu eretto da un coronato avventuriero che seppe farsene proclamare il G:. M:.. Fu eretto nelle vedute della monarchia assoluta. Il suo incarico fu quindi di esercitare un'attiva vigilanza sulla parte più istruita e più temuta della nazione. Vi s'intrusero le più alte cariche di corte, i ministri di stato, e tutte le autorità di polizia. Statuti affatto contrari a' veri statuti dell'Arte Reale, e tendenti unicamente a contener la nostra massoneria nel più duro giogo, furori proclamati e diramati nelle provincie come Statuti del G:.O:. di Napoli. Lo spirito di profanazione, di speculazione, di tirannide, regnò allora dappertutto. La scandalosa assemblea nel chiostro de' SS. Apostoli basterebbe a formar da se sola il soggetto del più completo processo. Ivi quel Ferrier, che rappresentava il G:.M:. Murat, non designava costui ne' sacri travagli che con questa frase: Le roi mon maitre, et Grand Maitre de l'Ordre...
Il G:.O:. alla di cui testa pur troppo conosciamo chi allora più energicamente macchinava il rovescio di ogni liberale instituzione, si pronunziò ferocemente contro la Carboneria del Regno. Per mano de' suoi più alti membri e politici e militari il regno fu coverto di patiboli e di sangue innocente. A ragione dunque l'attuale carboneria temerebbe oggi le medesime sciagure se il governo massonico venisse affidato alle stesse mani liberticide. Fin dal 1813 la franca massoneria di tutto il regno incominciò a reagire contro il dispotismo del G:.O:. di Napoli. La R:. L:. La Giuseppina, di eterna rimembranza, ne dié l'esempio. Ella tra le altre cose sostenne di non dover purgare ciecamente il suo quadro se non dietro provate e giuste cause; di dover il G:.O:. dare i conti della sua pingue amministrazione di tanti anni, mentre avrebbe dovuto renderli annualmente giusta i suoi medesimi statuti (art. 13 sez. 8 cap. 2); di doversi ormai procedere alla riforma di tal statuti per esser decorso già il quinquennio della loro intangibilità in quelli prescritto (art. I sez. unie. cap. 14); di doversi far la rielezione de' suoi officiali stabilita in ogni triennio (art. 4 sez. 4 cap. 4); dimandò finalmente che si restituisse alla franca massoneria scozzese la integrità de' di lei diritti, il suo primo splendore, la sua libertà. Sin da' primi giorni del 1814, il grido unanime della massoneria scozzese, già immensamente propagata nel regno, invocò la creazione di una G:. L:. Madre al suo Rito. Fu questa a' 13 febbraio solennemente installata, e fu tosto dal G:.O:. co' più criminosi mezzi attaccata. La massoneria scozzese, come quella che professava i principi, e più favoriva le mire filantropiche della Carboneria di lei figlia, ingelosì la tirannide regnante. La G:. L:. Centrale che dirigeva utilmente i travagli di quella società, ed eseguiva i suoi sotto gli auspici del Sup. Cons, de' 33, del G:. Concistoro, e con particolare autorizzazione scritta del segretario di comandamento del Ser:. G:. Commendatore a vita, fu dichiarata combriccola di carbonari sediziosi, ed in breve tempo distrutta a forza di esilij, di minacce, di arresti arbitrarj. Il libro, che io qui vi presento, intitolato: Documenti istorici della fondazione di una G:. L:. centrale scozzese all'Or. di Napoli, contiene le pruove irrefragabili di quanto ho il favore di esporvi. Da tutto ciò è chiaro che il G:.O:. di cui trattasi, o non fu mai regolarmente organizzato, o divenne irregolare pria di esser disciolto, o se tuttora esistesse anche nella sua primitiva integrità, non dovrebbesi al certo considerar come esistente.
É ora strano che mentre col fatto da sei anni quel collegio cessò di vivere; mentre niun de' suoi membri superstiti ebbe mai il coraggio di travagliare, almen cautamente, durante l'ultima persecuzion quinquennale; mentre più non esiste alcuna di quelle officine che per mezzo de' rispettivi rappresentanti allora il componevano, tranne quelle che or sonosi riunite al G:.O:. Scozzese, gli antichi dignitari ed officiali del 1815, gratuitamente interpretando come sospesi e non chiusi i travagli di sei anni fa, si dieno il tuono di rientrare di diritto, senza alcun carattere di venerabili o di deputati di loggie o capitoli esistenti, nel possesso delle loro cariche, come se un G:.O:. massonico fosse una baronia soggetta a fedecommesso perpetuo. A fronte di sì futili pretese, ventiquattro venerabili di LL:. e Cap:. esistenti, seguiti da una moltitudine di deputati, quasi tutti altissime luci massoniche, mal soffrendo ogn'indugio per la ripristinazione di un Ordine tanto benemerito della umanità, si unirono regolarmente la sera de' 28 agosto ultimo. Essi discussero preliminarmente se alcun G:.O:. massonico esistesse oggi sotto il nostro zenit: alla unanimità la quistione fu risoluta negativamente, ed alla unanimità la creazione del nostro fu risoluta. Chi avrebbe creduto che tra noi vi eran de' Giuda? La notizia dell'opera pervenne a' feudatarj dell'antico G:.O:. e tosto ci si dichiarò guerra. Ma una deliberazione unanime di 24 venerabili e di un maggior numero di deputati, può esser mai legittimamente distrutta da minacce di profane violenze?Coloro che al governo del già G:.O:. si dieron a conoscere pe' nemici veri e della massoneria e della carboneria, conosciuta la inopportunità del tuono imperioso, son ricorsi al linguaggio del Tartufo di Moliere. Prudenza, moderazione, virtù, ecco quel che si predica da' loro emissarj; amalgama, lungi lo scisma...
Al vocabolo amalgama tutti i vostri volti brillarono jeri di fraterno piacere, ed a quello di scisma tutti i vostri cuori si rattristarono. Noi siamo incapaci di mire basse e vili: vogliam l'amalgama, fuggiam lo scisma. Ma quai mezzi ci si propongono? quei della viltà e della bassezza. Il ravvivamento della baronia orientale; l'impero de' stessi famosi statuti; il governo de' stessi officiali; la suggezion vergognosa della massoneria scozzese ch'é la massoneria del mondo, alla massoneria riformata ch'é la comedia di mezza Francia e di un centesimo dell'Italia. E di fatti, con quali altri GG:.OO:., stranieri giunse mai quel di Napoli a corrispondere se non con que' soli di Parigi e di Milano, composti com'esso, animati da' stessi principj, influenzati da' stessi despoti allora padroni di quelle contrade e della nostra? Frammassoni, uomini nati alla libertà e alla gloria; senza discendere in altri dettagli, ma persuasi che per legge fisica la parte entra nel tutto e non il tutto nella parte; che per se medesima la massoneria riformata è un moderno scisma della scozzese antica quanto il mondo; che sarebbe mostruosa la dipendenza della massoneria scozzese da un direttorio di riti diversi e riforme subalterne sotto il regime di quell'istesso G:.O:. che mise altra volta in lutto la massoneria e la carboneria; che finalmente quella massoneria riformata che altrimenti dicesi francese o adoniramita, non è che una società intenta unicamente al vero o apparente bene de' suoi componenti, e la scozzese veglia invece a quello della umanità intera, onde le arcane cognizioni di quella sono un nulla a fronte della sublimità di quelle dell'altra; persuasi di tutto ciò, noi avremmo avuto il diritto di sostener la nostra inviolabile indipendenza senza dare ascolto veruno alle indiscrete pretese de' scismatici.
Ma ben altra fu la nostra condotta. Noi ci offerimmo a far causa comune co' nostri detrattori invidiosi. Noi rispondemmo a' loro mascherati ambasciatori che quando si voglia un sol G:. O:. al rito scozzese, col di loro concorso da noi vivamente desiderato, noi riguarderemmo come non avvenuta la nostra organizzazione, e si rieleggerebbero di accordo con essi tutt'i nostri dignitarj ed officiali.
Ecco l'amalgama dettato dalla giustizia, dall'onore, dal vero zelo per la pace. Vorranno essi negarvisi? Sarà manifesto allora il di loro spirito di ambizione, d'intolleranza, di avarizia, di discordia, di avversione ad ogni privata e pubblica utilità. E che farem noi? Decidetevi, o FF:., francamente; non più titubanze mal confacenti al franco muratore. Dite francamente il parer vostro. Per me, ho deciso, e lo giuro. O la vera massoneria, e la indipendenza della massoneria scozzese o niuna massoneria.