La Costituzione massonica compilata dal Fr. Anderson nel 1723 è davvero un documento stranissimo. L'opera comincia con una acrobazia storica ed afferma che le Origini della nostra Arte risalgono al «Fr:.» Adamo. Segue poi una specie di credo con alcuni antichi doveri, non sempre del tutta chiari e, in fine, Anderson ci informa che la Massoneria è basata su una serie di Landmarks, i quali, però, non nomina.

Eppure, questa testimonianza zoppicante vale oggi come sempre e nessun Fratello ha mai potuto amplificarla od aggiornarla. E, basandosi su queste leggi non scritte, o scritte male, più di 6 milioni di Massoni lavorano sulla propria pietra grezza in armonia e pace.

La prova, diremmo, che la nostra secolare Fratellanza deve avere una magica forza intrinseca.

Talvolta dei gruppi di «Massoni» hanno sostenuto che le loro particolari condizioni locali necessiterebbero una «Massoneria diversa», dimenticando così che una Massoneria diversa deve per forza chiamarsi pseudo-Massoneria. E, allegando manchevolezze nel nostro credo, quei «Massoni» si sono resi responsabili della compilazione di varie Costituzioni di fabbricazione locale.

Talvolta queste erano (o sono) poverissime di contenuto, mentre altre volte i FF. (giureconsulti?), studiando ogni virgola, hanno prodotto dei capolavori di precisione. Ma, fatto curioso, il risultato non

è mai stato un successo ed ha quasi sempre condotto alla discordia, alla confusione, alla deviazione ed alla triste necessità dei Tribunali massonici.

Nella Massoneria napoletana settecentesca, fra i vari schieramenti rivali, sono state in uso più di una Costituzione, di cui noi ne conosciamo cinque, malta diverse nella loro concezione. Purtroppo la mancanza di spazio ci impedisce di dare a tutte l'attenzione che meritano; ci limiteremo perciò ad alcune brevi considerazioni.

 

Gli Statuti Preliminari (ca. 1750 - ca 1765).

 

Le logge, create negli anni 1749-1751 dai F:. Larnage, Tschoudi, Zelaya ecc. (1)-(3) elevandosi poi nel 1750 a G:.L:. Nazionale sotto Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, usavano questi «Statuti Preliminari», che sono stati copiati dal contemporaneo «Curioso Dilettante» nel suo lungo manoscritto (4), ora in possesso della Società napoletana di Storia Patria. Nel 1958 furono pubblicati dal compianto Fr. Pericle Maruzzi in Lumen Vitae (2).

Questo documento, con il suo contenuto massonico per la verità poco consistente, dimostra chiaramente che la Muratoria era esclusivamente per la Napoli bene, con la sua moralità discutibile e con la sua cultura piuttosto scadente. Il Codice, vagamente moralistico e molto ingenuo (per i nostri occhi novecenteschi addirittura divertente) somiglia soltanto di lontano alla Costituzione di Anderson, ed ugualmente di lontano ad un Codice, assai più chiaro, di tre millenni addietro: i 10 comandamenti.

Rispetto al credo di Anderson, il codice napoletano fece insomma un grande passo indietro. Mentre Anderson aveva introdotto un concetto coraggioso e rivoluzionario per l'epoca, cioè la tolleranza religiosa, il Cap. II degli Statuti Preliminari limita la Fratellanza ai soli Cristiani; gli Ebrei sono scartati, insieme coi Turchi ed i Pagani (del resto non così sorprendente se ancora oggi la voce popolare meridionale suddivide la fauna terrestre in: «Cristiani e bestie»). È probabile che questa clausola fu inserita per soddisfare i desideri dei molti FF:. ecclesiastici (per i quali era già un passo da gigante la concessione che i Protestanti erano da considerarsi Cristiani).

 

Il Codice di Du Bois (1763-1770).

 

In Olanda, nel 1735, la Massoneria fu per breve tempo proibita, e la Fratellanza aveva capito che per essa la Costituzione di Anderson conteneva due principali pericoli, perché:

 

1) le leggi civili olandesi proibivano i giuramenti sulla Bibbia, per i quali lo Stato aveva l'esclusività;

2) per Anderson, un ribelle contro lo Stato era sì riprovevole, ma non veniva espulso dalla Massoneria (un articolo ancora oggi molto

discusso nell'ambiente della ricerca massonica).

 

In conseguenza, il futuro G. Segr. Du Bois ebbe l'incarico di tradurre e ritoccare la Costituzione di Anderson. II risultante «Codice di Du Bois» (1760) acquistò fama, non solo in Olanda, per la chiarezza nella formulazione dei vari articoli, soprattutto del «Regolamento».

La parte storica, causa di molta polemica, era eliminata del tutto; un Fr:. ribelle allo stato veniva così espulso, il giuramento si prestava sul... Codice stesso e, infine, l'opera era bi-lingue (olandese-francese), fatto che la faceva accessibile a tutti.

La documentazione disponibile dimostra che a Napoli la prima Loggia «regolare» Les Zelés, e la successiva G:.L:. Prov:. olandese (1763-1770) lavoravano con il Codice di Du Bois (sul quale presumibilmente i FF:. napoletani giuravano). Così, almeno in teoria, persone di tutte le religioni erano ammissibili nella Fratellanza.

 

La Costituzione di Anderson.

 

A Napoli, già prima del 1750, la Costituzione inglese era conosciuta, ma evidentemente non considerata soddisfacente. Il 10 agosto 1751 Re Carlo VII (futuro Carlo III di Spagna) informò il Papa Lambertini che quelle «Obbligazioni» erano a Napoli «capitate ma non per anco accettate».

Nel 1768 fu costituita la prima Loggia «inglese»: la Perfect Union Lodge, alla quale appartenevano molti ufficiali inglesi. Possiamo perciò presumere che essi seguissero la Costituzione di Anderson. In teoria, anche in seguito, intorno al 1780, le varie Logge inglesi devono aver lavorato secondo il Codice di Anderson. Diciamo in teoria perché, visti gli sviluppi sbalorditivi e lo scarso contatto con Londra, è probabile che i FF:. facessero le loro proprie leggi strada facendo.

 

Lo Statuto della G:. L:. Nazionale (ca 1775-1789).

 

Nel 1873 Carlo Sperandio pubblicò tale Statuto (5), rinvenuto - egli dice nel 1866 nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Sperandio, purtroppo spesso assai inattendibile nelle sue asserzioni, assegnò l'anno 1750 al documento (prima G:.L:. Nazionale, sotto Raimondo di Sangro). Per varie ragioni siamo del parere che questa data è fuori questione, ma la Costituzione, ammesso che sia autentica, potrebbe essere quella della successiva G:.L:. Nazionale sotto il Principe di Caramanica. Nel documento sono menzionati 6 gradi (l°, 2°, 3°, Maestro Architetto, Scozzese, Eletto) e ciò dimostrerebbe che la Costituzione era in vigore prima dell'appartenenza alla Stretta Osservanza, cioè prima del 1777 (probabilmente 1775-1776).

Il documento (e vorremmo vedere l'originale) è intitolato: «Costituzione dei Liberi Muratori, poste in ordine nuovo dall'ex G:.M:.F:.S:.T:.D:.G:.M:., per uso della Gran Loggia Nazionale e Logge di sua dipendenza». L'enigma (da noi non risolto) delle iniziali massoniche potrebbe essere un indizio della data (inoltre, i :. vennero di moda dopo il 12-8-1774, quando furono visti per la prima volta in una lettera del G.O. di Francia).

La Costituzione dimostra degli aspetti interessanti e meriterebbe una analisi in profondità che sarebbe, però, fuori dallo scopo di questo scritto. La parte storica (titolo II) comincia con un ragionamento a sorpresa: «Questa Società ebbe la sua origine in Oriente, come si raccoglie (sic) dalle seguenti parole di Ezechiello - Il Dio d'Istraello principiò in Oriente ad essere glorificato, e dall'Oriente la sua Gloria cominciò a diramarsi pel resto del mondo ». Tutto molto semplice!

Vari «titoli» sono ovviamente presi dal Codice di Du Bois ed, in conseguenza i «Rubelli e Facinorosi» vengono espulsi. Altri articoli, però, risentono degli «Statuti Preliminari» del 1750, e così sono esclusi dalla Società: «... chi è sospetto di vizio infame e contro natura, se per lo spazio di tre anni non avrà dato certe ripruove di emenda, il bugiardo, il satirico, l'uomo effemminato ed idolatra della propria persona, l'ipocrita, il giuocatore di professione, il buffone e tutti coloro quorum Deus venter est». E di nuovo i poveri Turchi sono esclusi dai lavori alla pietra grezza!

La parte organica (Regolamento) del documento contiene degli articoli stranamente somiglianti a quelli del Regolamento odierno. Per es., riguardo al ballottaggio: «Trovandosi una palla nera, dal F:. che l'avrà posta se ne deve assegnare la ragione o in pubblica L:. o ad aures del M:. Reggente fuori L:., fra lo spazio di quarantott'ore. Se in detto tempo, o non compirà chi l'ha posta, o non addurrà giusto motivo, resterà incluso il Profano; e la palla nera si avrà per effetto di sbaglio, in luogo della bianca».

 

Il Codice delle Leggi Massoniche, ad uso delle Logge Focensi (6) (1785-1789).

L'abate calabrese Antonio Jerocades Parte nel 1784 aveva ottenuto una Bolla per le sue Logge «Focensi» di Tropea. Tornato in patria da Marsiglia e convinto che tutti i guai della Massoneria napoletana erano dovuti alle manchevolezze dei Codici vigenti, Jerocades si mise subito a compilare una nuova Costituzione.

Anche se i suoi molti scritti non acquisteranno l'alloro eterno, il Fr:. abate era ovviamente un uomo con una intelligenza, saggezza e profondità filosofica molto superiori alla media. Nel suo Codice, Jerocades cerca di amalgamare e conciliare i concetti morali e filosofici degli antichi (Aristotile), del Vangelo e della Massoneria. Inoltre difende la Monarchia assoluta ma, allo stesso momento, è a favore della libertà del pensiero (un'amalgama, questa, per necessità un po' forzata).

 

Le Grandi Costituzioni Latine (1786)

 

Nella Circolare ai due Emisferi, il documento che annunciava la fondazione a Charleston (1802) del sistema dei Sovrani Grandi Ispettori Generali, si fa per la prima volta cenno alle Grandi Costituzioni Latine del 1786.
Alcuni stralci, quattro articoli, furono stampati una prima volta a Dublino nel 1808 in calce ad una Orazione del Dalcho, ma soltanto nel 1832 le “Grandi Costituzioni Latine” divennero di dominio pubblico con la divulgazione da parte del Supremo Consiglio di Francia del Recueil des Actes du Supreme Conseil de France.

 


 

Bibliografia citata

 

1. M. P. Azzuri (Pericle Maruzzi), Inizii e sviluppo della libera Muratoria moderna in Europa, in Lumen Vitae 1957, pp. 384 e s., pp. 432 e s.

2. Idem, idem, in Lumen Vitae 1958, pp. 345-348.

3. Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia, dalle origini alla rivoluzione francese, Firenze 1974 (pp. 90-114).

4. Anonimo («Curioso Dilettante»), Istituto, o sia Ordine de' Liberi Muratori. Ecc., ms.

5. F. T. e B. Clavel, (traduzione ed addendum di Carlo Sperandio), Storia della Massoneria e delle Società segrete, Napoli 1873.

6. Antonio Jerocades, Il Codice delle Leggi Massoniche, ad uso delle Logge Focensi, Trascrizione (1845) di Georg Kloss, ms II C 2, pp. 1-19, nella Klossbibliotheek, l'Aia.