"A que serven todo"

Cantigas de Santa Maria secolo XIII

Siamo lieti poter offrire ai nostri Ospiti, per la consultazione e lo studio, il documento che segue, che è opera d'ingegno di un

Fratello sconosciuto, membro della Rispettabile Loggia di Antica Tradizione di Roma, Carlo Pisacane di Ponza - Hod. Il

contenuto obbliga soltanto il Fratello, e non configura, necessariamente, il pensiero della Loggia Montesion o del GOI.

 
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© Carlo Pisacane di Ponza - Hod.

 

La massoneria è giudicata dai più una istituzione anacronistica, ferma al feticismo di antiche tradizioni, ritenute superate dal progresso e dall'avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. Eppure, ad una verifica dei fatti, l'accusa di anacronismo potrebbe ribaltarsi sul mondo profano, che ci giudica, in verità, in maniera aprioristica e del tutto apodittica.

 

Come tutti sanno per noi il capo d'anno è al primo di marzo, con l'equinozio di primavera e non all'inizio di gennaio. É da marzo che noi usiamo contare i mesi dell'anno. É più logico far cominciare l'anno con la primavera, cioè con risveglio della natura, anziché in pieno letargo invernale e, per giunta, senza alcun riferimento astronomico.

Ma c'è di più: nella dizione attuale dei mesi si continua ad onorare senza alcun senso sia Giulio Cesare che Augusto, con i mesi di luglio e agosto, e la persistenza anacronistica investe gli altri nomi dei mesi, da settembre a dicembre, nel senso che questi non sono più il settimo (sett.), l'ottavo (ott.), il nono (nov.), e il decimo (dic.), in verità settembre non è il settimo ma il nono mese ed è così fino a dicembre che non è il decimo ma il dodicesimo.

Più logico sembra il criterio massonico che, eliminando i nomi, computa i mesi con una progressione numerica, a cominciare appunto da marzo.

Infine la cronologia in uso fa riferimento alla nascita di Cristo, come per i romani antichi la fondazione dell'Urbe o per i musulmani l'Egira: si privilegiano così eventi legati ad una particolare sfera religiosa, che, per ciò stesso, non può avere valore universale.

 

Più legittimo appare, al contrario, il criterio massonico, ancorato alla creazione del mondo, stimato in 4000 anni prima della cronologia cristiana, e la creazione del mondo significa l'avvento della luce, della "vera luce". Anche qui l'ancoraggio è ad una sfera celeste

una visione astrologica più che astronomica, considerando che a tutto il Cinquecento l'astronomia si identificava con l'astrologia.

 

Altro nodo conflittuale col mondo profano investe l'attuale nostra convinzione geocentrica.

Noi continuiamo ad accettare che sia il sole a girare intorno al nostro pianeta e non il contrario, come si è riconosciuto a partire dal 1600 con Copernico, Newton e Galileo. La nostra convinzione ancora tolemaica, quindi geocentrica, è testimoniata sia dal nostro senso di marcia antiorario che segue il corso del sole, che dalla collocazione o meglio dalla sequenza dei segni zodiacali, anch'essi disposti in senso antiorario.

 

Varrà la pena esaminare per esteso questi singolari quesiti che investono in particolare il calendario, cioè la stima del tempo e la sua misura.

Il mondo profano tuttora adotta un calendario, che è detto gregoriano dalla riforma introdotta dal papa Gregorio XIII nel 1582, e l'anno comincia col mese di gennaio. Il precedente calendario detto giuliano da Giulio Cesare, che lo promulgò nel 46 a.c., dava invece inizio all'anno con il mese di marzo, sicché gennaio e febbraio risultavano l'undicesimo e il dodicesimo mese e non, come oggi il primo e il secondo. L'attuale sfasatura si è venuta a creare con la modifica gregoriana, essendosi conservati i precedenti nomi dei mesi.

Il nostro calendario massonico comincia come quello giuliano col mese di marzo. E non è da credere che la massoneria sia sorta prima del 1582, cioè anteriormente alla riforma gregoriana, conservando l'antica tradizione giuliana. É più probabile, invece, che, essendo stato introdotto in Inghilterra il calendario gregoriano dopo il 1750, la Loggia Madre di Londra, nata nel 1717, abbia continuato a mantenere l'antica tradizione giuliana, tramandandola nel tempo.

 

Per quanto poi attiene alla sopravvivenza in massoneria del geocentrismo tolemaico il fenomeno non indizia certamente una obbedienza alla Chiesa di Roma, che, come si sa, si oppose alla rivoluzione copernicana e costrinse l'abiura Galileo.

La concezione tolemaica trova riscontro da sempre e a tutt'oggi nell'astrologia e non vi è dubbio che, al pari dell'alchimia, l'astrologia abbia più di una collusione con il mondo massonico.

La Loggia si fregia di molti simboli astrologici: il sole, la luna, i segni zodiacali, per non parlare del cielo aperto con le stelle. Ma soprattutto l'assioma di relazione fra il microcosmo e il macrocosmo è il concetto di base dell'astrologia come della massoneria.

 

Ulteriore tangenze potremmo rinvenirle nel culto da noi dedicato ai solstizi ed agli equinozi, nonché alle intime connessioni fra i simboli zodiacali ed altre simbologie massoniche, quali i quattro elementi.

Infatti l'Ariete che segna l'equinozio di primavera (21 marzo) è segno di fuoco, il Cancro del solstizio d'estate (21 giugno) è segno di acqua, la Bilancia, equinozio d'autunno (23 settembre) è segno di aria, infine il capricorno (21 dicembre) del solstizio d'inverno è segno di terra: questa alternanza di fuoco terra, aria ed acqua si ripete poi per l'intera sequenza annuale dei mesi zodiacali. Ne può negarsi la rilevanza che la massoneria attribuisce ai quattro elementi se li riconosce come prove iniziatiche ed i cui simboli sono presenti nella decorazione della Loggia.

In quanto al rispetto che noi dedichiamo ai solstizi ed agli equinozi basterà ricordare che onoriamo le festività dei due San Giovanni nelle cadenze solstiziali, e che vi è tradizione che il Gran Maestro solennizzi equinozi e solstizi con una particolare balaustra sullo stato della Comunione.

 

Ci stiamo così introducendo, con l'astrologia, in un campo minato: l'astrologia per taluni è una scienza per altri è pseudo-scienza, anzi un'impostura, considerando il frivolo consumo degli oroscopi. In verità dall'antichità a tutto il Cinquecento essa era in auge e gli astrologi erano ricercati e onorati da re, papi e nobiltà.

Nel Medioevo gli astri disciplinavano le fatiche e le opere dell'uomo e ne scandivano il tempo. Dante ne ammette l'influsso come San Tommaso, astrologo lui stesso, che ne fissò i limiti di interferenza sulle azioni umane, precisando che "Astra inclinant non necessitant" (cioè gli astri influiscono ma non determinano, non condizionano l'uomo) risolvendo così i timori della Chiesa nei riguardi del libero arbitrio.

Giulio II rimandò di tre giorni la sua incoronazione papale in attesa di congiunture astrali a lui favorevoli; Leone X fece dipingere nella Stanza della Segnatura di Raffaello la sua carta natale con la disposizione del cielo e delle stelle nel giorno della sua nascita, e così Agostino Chigi nella sua villa della Farnesina e poi nella sua Cappella funeraria in Santa Maria del Popolo; per non parlare degli Estensi a Schifanoia di Ferrara, o dei Gonzaga a Mantova e di tanti altri esempi.

Ma basti pensare al fenomeno delle maree influenzate dalla luna o del ciclo mestruale della donna per ammettere la validità di relazione fra il micro e il macrocosmo. Anzi a favore della validità scientifica dell'astrologia è la convinzione, tutta recente, che il sistema solare è un grande atomo mentre l'atomo è un sistema solare in miniatura: perciò la validità sul piano positivista del principio massonico che coniuga il micro con il macrocosmo.

 

La disposizione degli segni zodiacali posti in Loggia non ha valore utilitario di consultazione, come per un comune calendario, ma è piuttosto una esegesi, una esemplificazione dell'ordine celeste che ci governa. E nel suo tracciato, che va da Est ad Ovest, con l'equinozio di primavera in corrispondenza del M:.V:. e con l'equinozio di autunno per il seggio del Primo Sorvegliante, segna una retta, che si interseca con l'altro dei due solstizi, che partono dal centro della colonna di Settentrione, solstizio d'estate (segno del Cancro) per finire al seggio del Secondo Sorvegliante (segno del Capricorno), solstizio d'inverno. Questo tracciato disegna nello spazio della Loggia, come nel cosmo, una croce a quattro angoli retti, corrispondenti ai quattro elementi.

 

Altri significati potrebbero farci meditare sul corso della vita umana dalla puerizia all'adolescenza, dalla giovinezza alla senescenza, in analogia con le quattro stagioni.

Ad Anagni, infatti, nella cripta del Duomo un affresco del XII secolo presenta una circonferenza, quella celeste, scompartita in quattro quadranti dedicati ai quattro elementi, cui corrispondono le quattro stagioni e le quattro età dell'uomo, che è rappresentato al centro ed al quale si riferisce la scritta: "microcosmus id est mundus minor".

Se è vero che i singoli momenti zodiacali presiedono ed influenzano particolari eventi e funzioni nella realtà fenomenica, dovremmo verificare le loro interferenze nella sfera massonica e analizzare, perciò ciascuno dei dodici segni zodiacali.

Mi limiterò, come esempio, ad illustrarne soltanto due: il segno dell'Ariete (equinozio di primavera) e quello del Cancro (equinozio d'estate), rimettendo ad altro momento il discorso sugli altri dieci elementi.

 

II segno dell'Ariete è collocato ad oriente, alla destra del M:.V:., quindi con l'equinozio di primavera segna l'inizio dell'anno solare, cioè del percorso o dell'orbita di rivoluzione del sole. E vorrei sottolineare entrambi i significati, di destra e di oriente.

L'Ariete è la costellazione di marzo, il mese che prende il nome da Marte, il dio dell'impeto guerriero. Marte è il pianeta ospitato dalla costellazione dell'Ariete - in astrologia, infatti, ogni pianeta ospita una o più costellazioni - e vorrei ricordare che nell’antico rituale di Agape la libagione offerta al M:.V:. è dedicata a Marte.

L'Ariete poi ha significato di potenza: basti pensare all'omonima macchina obsidionale, usata per scardinare mura e porte urbiche o alle corone regali ellenistiche con corna d'ariete, come talune monete di Alessandro Macedone.

Gli stessi braccioli dei troni assiri terminavano con protomi d'ariete. L'ariete, inoltre, è il generatore e la guida del gregge ed in tal senso potremmo accreditare al supremo reggitore della Loggia l'impegno, che gli deriva, di guidarla e di potenziarla con nuovi proseliti.

Ma l'ariete è anche segno di fuoco e si ricordi che l'ultima prova di iniziazione, quella appunto del fuoco, è riservata al M:.V:., che ha in dotazione la spada fiammeggiante.

Il fuoco è anche luce ed è lui stesso, il M:.V:., che dà la luce agli iniziandi. Perciò altra ipostasi dell'Ariete è Apollo - Sole: a noi piace comunque ricordare che con il mese di marzo si dà inizio alla primavera, alla natura che si risveglia e promette nuovi frutti.

La collocazione, infine, del seggio del M:.V:., posto a congiuntura fra la costellazione dell'anno che declina e quella, alla sua destra, dell'anno che ricomincia, è sicuro avallo della continuità della tradizione che si rinnova e si perpetua nel tempo.

 

Superato il segno dell'Ariete (marzo), del Toro (aprile) e dei gemelli (maggio), il Sole entra nella costellazione del Cancro, dando origine alla stagione estiva (22 giugno). Il Cancro è segno di acqua ed è associato al pianeta Luna. Il suo nome deriva dal latino cancer, cioè granchio, che non solo è un'animale d'acqua, ma ha la peculiarità di muoversi a ritroso: così ben rappresenta l'inversione o il decrescere del sole, che nel solstizio accorcia le ore di luce del giorno. Diminuendo l'influsso del sole domina quello della Luna, che si è già detto, è il pianeta ospitato dal Cancro.

La Luna, da sempre, per l'alternarsi delle sue fasi è stata considerata mutevole ed associata alla mobilità delle acque ed alla volubilità femminile, ma con le sue fasi è soprattutto il simbolo di morte e di rinascita. Infatti in mitologia ha un doppio appellativo: Selene nella fase di luna piena, espressione di pienezza di vita, ed Ecate, cioè regina degli Inferi, nella fase oscura, simbolo di morte, la "luna nera" dei tarocchi.

Come il seme, che posto sotto terra, nel regno dei morti, rinasce a nuova vita e come Cristo che risorge dopo il terzo giorno dalle tenebre, così la luna, dopo tre giorni dalla sua sparizione apparente, ricompare splendente nel cielo. Perciò gli antichi ponevano nella luna la sede dei morti destinati a nuova vita.

La Luna è divinità femminile, governa le acque sempre instabili e fa crescere i semi, che come lei transitano dalle tenebre alla luce.

Alla dominante solare subentra dunque quella della acque, ma di un'acqua madre, come le acque amniotiche, che avvolgono una vita nascente, protetta dall'utero come l'uovo dal guscio o da quell'involucro chitinoso che è la corazza del granchio, del Cancro appunto. Quindi questo segno zodiacale si identifica con l'archetipo materno e si associa per ciò stesso al concetto di grotta, di casa, di rifugio, fino al significato dell'umanità che rientra, si ritira nel grembo della Grande Madre.

A questo segno, come si è visto, si associa la Luna, figura pallida e cinerea, crepuscolare, vegetativa ed istintiva più che razionale o attiva.

Il segno del Cancro è dunque segno di attesa, d'incubazione, di anticipazione di eventi nuovi. Meglio ne capiremmo il senso, ricordando che al solstizio d'estate (sol-statio, ovvero fermata del sole) noi sospendiamo i nostri lavori e solennizziamo San Giovanni Battista, il precursore, il profeta che precede e preconizza l'avvento del Redentore, di una nuova era imminente e ne prepara la via.