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 "Per ascoltare l'aria del ritornello"

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 "Per ascoltare l'aria delle Strofe"

 

La stessa canzone, con il titolo "Canzone - Noi solo dei segreti dei massoni", figura nel Canzoniere di Naudot, con le stesse parole e pressappoco con la stessa musica, alcune lievi differenze nel ritornello.
Il testo del ritornello è comune con quello della "Canzone dei Sorveglianti" dello stesso Canzoniere di Naudot. Questa canzone compare anche nella Raccolta 1782, dove è data cantata sull'aria di "Adamo alla sua posterità" che costituisce precisamente questa "Canzone dei Sorveglianti", così come in altre raccolte simili.
Successivamente, nel 1806, questa canzone - senza menzione di aria, e col titolo di "Eccellenza dell'Ordine" - sarà ripresa nel Canzoniere di Holtrop.
Con il titolo "Cantico massonico", è publicata anche - ma senza il ritornello - nella Lyra Massonica del 1810, con l'aria del Vaudeville di "Odio alle Donne", ma in questa il testo è assai ritoccato:

 

I 2 ultimi versi della 1 strofa

 

Noi ne siamo la pietra angolare / Su cui poggiano le fondamenta;

diventano:

Ne sono la pietra prima / Ed il più solido fondamento. 

 

E gli ultimi 2 versi della 4 strofa,

 

E le stesse porte dell'inferno  / non prevarranno contro noi;

diventano:

Dell'invidia, dal colorito pallido e livido / sfidiamo l'ingiusto corruccio.

 

Eccellenza dell'Ordine

 

Noi solo dei segreti dei massoni
Possediamo l'intera eredità:
Su noi il sole senza nuvola
Sparge la luce dei suoi raggi:
Se tutti i massoni della terra,
Fanno soltanto un corpo di edifici,
Noi ne siamo la pietra angolare,
Su cui poggiano le fondamenta.
 

Coro
Della nostra Arte cantiamo l'eccellenza
I suoi segreti fanno la nostra felicità.
Della nostra Arte cantiamo l'eccellenza,
Esaltiamo la sua magnificenza,
Che dei Re mostra la grandezza.
 

Dell'arte il grande Re Salomone, 
Ci ha fatto suoi depositari;
Ma mascheriamo i nostri Misteri 
Ad ogni freddo & cattivo massone.
Per compagni dei nostri lavori , 
Noi riconosciamo sempre 
Mortali discreti e saggi, 
Gli Amici costanti & perfetti.

 

Ben lontano da esercitare i nostri talenti,
Come dei laché mercenari,
Insegniamo ad ogni buon fratello,
I mezzi per vivere contento.
E quando tutti a questa scienza,
All'invidia noi ci applichiamo,
Il piacere è la ricompensa
Delle virtù che pratichiamo.
 

Invano ci si vuole schiacciare,
Invano l'invidia & l'imposture,
Contro noi armano lo spergiuro.
Niente saprà scrollarci.
Il Cielo con la sua bontà suprema,
Ci garantirà dei loro colpi;
E le stesse porte dell'inferno
Non prevarranno contro noi.
 

Autore della terra e dei cieli,
Padrone assoluto della Natura,
Dei tuoi doni l'architettura,
Fu sempre la più preziosa;
Di Re si è visto i più saggi,
Unire lo scettro & il martello;
E per renderti un degno omaggio,
Prendere la squadra e scalpello.

 

Di una sorte così dolce, così gloriosa,
Che ogni fratello si applaudisca,
E che la loggia risuoni,
Dei nostri accordi melodiosi.
Armiamoci tutti qui di un bicchiere,
E che questo gentile liquore,
Colando nel seno del mistero,
Sia il sigillo della nostra felicità.