Natale e la

Libera Muratoria

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Alla vigilia delle decorse festività Natalizie (2003) m'è capitato d'udire un'osservazione da parte d'un Fratello Libero Muratore adombrante la legittimità da parte della Massoneria di festeggiare una data che, pur entrata nell'uso di gran parte dell'umanità come la maggior ricorrenza religiosa, dovrebbe essere considerata come espressione di una particolare corrente di pensiero e di fede e quindi non compatibile con la universalità del nostro pensiero che al di sopra di ogni religione pone la Verità, la cui ricerca resta sempre il motore primo di ogni nostro studio.

L'argomento vale indubbiamente la pena di qualche osservazione, prima fra tutte la considerazione che quasi tutte le festività religiose, prescritte dalle religioni tradizionali, vantano origini decisamente esoteriche e che quanto più profondo ne è il significato tanto più ne è antica ed universale la tradizione.

La festività natalizia, massima ricorrenza della tradizione cristiana, non può non essere considerata dai Liberi Muratori di religione cristiana, qualunque sia la particolare confessione accettata, come la solennità di maggior ossequio alla nascente divinità del Salvatore e con ciò credo di aver risposto al Fratello obiettore sopraccitato; ma oltre a ciò la ricorrenza si presta ad altre considerazioni per origine e tradizione anteriori all'era volgare.

Non è certamente a caso che il Natale del Salvatore viene celebrato in corrispondenza del solstizio d'inverno, congiuntura astronomica che annunzia alla terra ed all'umanità che la abita, nell'emisfero interessato al fenomeno, l'inizio del graduale aumento della benefica vitale influenza solare sulla vita il solstizio d'inverno è, nell'ordine naturale delle cose, il maggior annunzio natalizio interessante l'umanità: la rinascita del sole portatore di fecondità, di salute, di benessere, di calore, di fuoco: in una parola, di vita. I culti al sole sono antichi quanto la terra e rappresentano probabilmente l'origine stessa del sentimento religioso nell'uomo. Le solennità solstiziali erano già celebrate vari millenni prima dell'era volgare e figurano importantissime fra le feste stabilite da Roma e si rinnovano in tutti i tempi successivi con le feste ed i culti agresti.

Altra coincidenza non verificatasi a caso ma dovuta alla saggezza di chi ordinò i culti moderni facendo loro assorbire antiche dottrine, è la scelta a patroni dei solstizi dei due San Giovanni le cui ricorrenze coincidono con le congiunzioni astronomiche. San Giovanni Battista il 24 Giugno; San Giovanni Evangelista il 27 Dicembre. Il primo, precursore del Verbo, precede e prepara l'avvento della verità: il secondo, apostolo iniziato, prosecutore delle dottrine ermetiche, affermatore del Verbo fatto carne, segna l'avvento della verità. Così i due San Giovanni furono considerati anche i patroni delle famiglie iniziatiche e quindi anche della Libera Muratoria.
Etimologicamente il nome Giovanni, dall'ebraico Jeho h'annan, significa «favorito da Jeho» in cui Jeho è uno dei nomi dati al Sole, considerato fonte di luce e di vita, manifestazione massima della Divinità creatrice, alimento e presidio dell'esistenza: onde Giovanni, come sinonimo di uomo illuminato, saggio, sapiente, SOLARE. Si onorano così i due San Giovanni nei giorni solstiziali per onorare il sole che in tali giorni offre alla terra, nel primo la promessa dei suoi benefici e nel secondo il massimo del suo conforto.
Solstizio d'inverno dunque e Natale risorgente del sole apportatore di una nuova ciclica onda di vita nell'alterno succedersi del gioco stagionale fenomeno cosmico interessante l'esoterismo della natura in analogia al ciclico riprodursi del fenomeno generativo. Dobbiamo qui ricordare anche la bellissima ed antica usanza della fraterna Agape solstiziale ch'è la purissima celebrazione natalizia dei Liberi Muratori per tradizione universale, ed invero non si potrebbe meglio onorare l'aspetto solare dell'«Amor che muove il Sole e l'altre stelle» che spezzando lo stesso pane e bevendo lo stesso vino in comunione di spiriti e d'intenti. La solennità del rituale dell'Agape Massonica non è seconda ad alcun rito del genere. Gli Ebrei ebbero i «conviti» Mosaici: gli Egizi ed i Greci, i banchetti sacri: i Romani i lectisternia: i Cristiani le Agapi o «pasti d'Amore». I Liberi Muratori celebrarono sempre nei tempi e con somma fierezza, questo rito tradizionale al quale è stato sempre attribuito il profondo significato di fraterna cerimonia di comunione spirituale.

Natale, dunque, del sole astronomico ma anche (e sopratutto) Natale del sole interiore che rinasce, in ogni uomo di buona volontà, per illuminare la via a quel Regno dei Cieli (da cielum, cielare: nascosto, occulto) al quale, secondo le parole di Gesù a Nicodemo, si accede soltanto dopo esser nati per la seconda volta.
L'esaltazione della tradizione massonica dell'acacia sempre rinascente sulla tomba del Maestro simboleggiante in ogni nuovo Fratello che giunge alla Luce del Tempio la risurrezione di Hiram; la celebrazione della nostra personale, individuale rinascita al mondo della vera Luce, dopo aver lasciato le scorie della personalità profana negli abissi della materia, simboleggiate dal gabinetto di riflessione, non possono avvenire sotto auspici cosmici migliori di quelli del solstizio d'inverno ed è questo l'aspetto più squisitamente muratorio della festività natalizia da intendersi come festa della rinascita e della rigenerazione dell'uomo, rinato e rigenerato nel Tempio.

 

Buon Natale  a Tutti

 

 


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