Condividere con i Poveri

 

 

 

 

Rabbi Shimon disse: chiunque festeggi nei giorni di festa senza dare la parte a Dio è un avaro. Satana lo odia, agisce in giudizio contro di lui e lo toglie dal mondo! Quanto sono terribili i castighi che lo attendono! Si offre la parte a Dio, rallegrando il povero secondo i propri mezzi.

 

 

 

 

Nel giorno di festa, infatti, il Santo, che sia benedetto, visita i propri vasi rotti, e quando vede che questi sono privi del necessario, si rattrista e risale in cielo, deciso ad annientare il mondo.

 

 

 

 

Le anime dei Giusti si presentano, allora, dinanzi a Dio dicendogli: Maestro dell’Universo, tu sei indicato nella Scrittura come “Colui che compatisce ed anche Clemente”; abbi pietà dei tuoi figli! Dio risponde loro: la misericordia non e la sola colonna su cui è fondato il mondo, com'è scritto (Salmi LXXXIX.3): “Il mondo è edificato sulla misericordia”? Gli angeli celesti, in seguito, informano Dio: maestro dell’Universo, ecco uno che mangia, che si sazia e che ha i mezzi per fare del bene ai poveri, ma non lo compie. Immediatamente l’accusatore si presenta e, dopo aver richiesto il permesso di agire, persegue il colpevole.

 

 

 

 

Quale uomo al mondo ha superato il Patriarca Abraham in benevolenza verso tutte le creature? Nondimeno ecco che la tradizione ci ricorda il giorno del festino di Abraham descritto nella Scrittura (Genesi XXI,8) in questi termini: “Il bambino crebbe e fu svezzato ed Abraham fece un gran banchetto quando Isacco fu svezzato”. Abraham invitò a questo banchetto tutti i grandi uomini dell’epoca. Ora, ad ogni banchetto, ci ricorda la tradizione, un angelo accusatore discende per informarsi se l’anfitrione ha inviato una parte dei cibi alla casa dei poveri e se egli ne ha invitati alla sua mensa. In caso affermativo, l’angelo accusatore si allontana dalla casa e non vi entra ma nell'ipotesi contraria, sale in cielo e agisce in giudizio contro il padrone di casa.

 

 

 

 

Il giorno in cui Abraham invitò i grandi uomini dell’epoca, l’angelo accusatore si presentò alla sua porta vestito da povero, ma nessuno vi prestò attenzione. Abraham era occupato a servire i propri invitati, re e uomini importanti, mentre Sara allattava i figli di tutti quelli che non credevano che essa avesse partorito. Molte persone credevano, infatti, che Isacco fosse un figlio trovato in strada e adottato da Sara. Per questo chi dubitava, portava i figli affinché Sara li allattasse in loro presenza. Per questo la Scrittura dice (Genesi XXI,7): “Chi non avrebbe mai annunciato ad Abraham, [11a] Sara deve allattare dei figli?”. La Scrittura parla di più figli.

Quando l’Angelo accusatore giunse in prossimità della porta, Sarà pronunciò le parole: “Dio mi ha fatto oggetto di scherno”.

Immediatamente esso si presentò dinanzi al Santo, sia benedetto il suo nome, e gli disse: maestro dell’Universo, tu chiami Abraham “mio amico”, ma lui ora organizza un banchetto senza accordarti alcuna parte, dal momento che non ha donato niente ai poveri e non ti ha offerto il sacrificio di una tortora; per di più Sara ha sostenuto che ti sei preso gioco di lei.

 

 

 

 

 

Il Santo, benedetto egli sia, rispose all’Angelo: quale uomo al mondo è tanto caritatevole quanto Abraham! Ma l’accusatore non fu soddisfatto fin quando non ottenne la promessa che tutto quel banchetto sarebbe stato presto turbato, pertanto, dopo un po’ di tempo, Dio ordinò ad Abraham di immolare Isacco in olocausto, e decretò la morte di Sara, avvenuta in seguito allo spavento che provò apprendendo l’ordine celeste di sacrificare il figlio. Tutte queste pene hanno avuto una sola causa, l'inosservanza della carità verso i poveri.