Chi è "Zoth" (Questo)

 

 

 

 

Rabbi Éléazar iniziò, allora, in questo modo: É Scritto (Cantico III,6): “Che cos’è che sale dal deserto”? Le parole “che” e “cos’è”, indicano le due sante ipostasi (Zohar I,176a) unite da un tratto d'unione senza uguali, con un unico nodo. Questo tratto d'unione, tale nodo, è l’ipostasi chiamata “Olocausto” (Olâ), poiché la parola “Olâ” che letteralmente significa “elevarsi”, indica in realtà “Olâ” (olocausto) propriamente detto, che è il Santo dei Santi. Così “Che” (Mi) si unisce a “Questo” (Zoth), giacché “Olocausto” (Olâ), il Santo dei Santi, viene dal deserto; dal momento che è da qua che, secondo la tradizione, questa sposa celeste deve giungere per portarsi sotto la chuppah.

 

 

 

 

 

Le parole della Scrittura “Olâ min ha-midbar”, le quali secondo il senso letterale significano: “Sale dal deserto”, racchiudono, anche, un'altra accezione analogica.  “Olâ” (Olocausto) è costruito da “Midbar” (Verbo); poiché la parola “Midbar” significa anche Verbo, com'è scritto (Cantico IV,3): “IL tuo verbo (midbarekh) è soffuso di grazia”. La Scrittura c'informa, quindi, che il Verbo[10b] uscito dalla bocca di Dio è divenuto Olocausto (Olâ).

Noi abbiamo appreso dalla tradizione ciò che segue: cosa significano le parole della Scrittura (I Re IV,8): “Chi ci libererà dalle mani di questo Dio potente? Da questo Dio che ha colpito l’Egitto con ogni piaga nel deserto (ba-midbar)”.Per quale motivo é  detto “nel deserto”? Non fu lì che il Santo, baruk ha-shem, colpì gli Egiziani con le piaghe, ma nel loro stesso paese. La parola “Ba-midbar” non significa, in questo contesto, “nel deserto”, bensì “con il Verbo, com'è scritto: “Il tuo Verbo (midbarekh) è soffuso di grazia”, e altrove (Salmi LXXV,7): “Voi non comprendete né gli avvertimenti provenienti dall’oriente e dall’occidente, né quelli che provengono dal Verbo (mi-midbar) sulle montagne”. Quindi le parole “Olâ min ha-midbar” si leggono: “Olâ” è fatto di “Midbar”, in altri termini il Verbo (Midbar) si è fatto Olocausto (Olâ). Provenendo, infatti, dalla bocca di Dio, il Verbo s'insinua tra le ali della Madre e, diffondendosi da là, discende sulla testa del santo popolo. La discesa della Madre tramite il Verbo si opera grazie alle lodi innalzate al cielo.

 

 

 

 

Quando l’uomo si alza il mattino, deve benedire il suo Maestro; ha l'obbligo di santificarlo subito, appena apre gli occhi. I devoti dell’antichità operavano in questa maniera: mettevano presso di loro un vaso d’acqua, e al momento del risveglio, prima di iniziare lo studio della dottrina, si lavavano le mani recitando la preghiera che accompagna l'istruzione.

Quando il gallo canta, vale a dire a mezzanotte (Zohar I,60a, 169b e 384b), il Santo, benedetto egli sia, si trova nel Gan (giardino) in compagnia dei Giusti, e conviene benedirlo in questo momento. Ma è proibito benedirlo con le mani sporche e impure. Questa prescrizione non è esclusiva per l’ora di mezzanotte, ma per tutte.

 

 

 

 

Dovete sapere che quando l’uomo dorme, la sua anima lo lascia e quando è abbandonato della sua anima, uno spirito impuro si presenta attaccandosi alle sue mani insudiciandole (Talmud tr. Pessahim foglio 111a). È questo il motivo per cui è proibito benedire Dio, fin tanto che esse non sono state lavate. Questo precetto trova un obbligo anche durante il giorno, quando cioè l’uomo non dorme e l’anima, quindi, non lascia il suo corpo: è quando esso si trova in un luogo sconcio. Uscendo da un simile ambiente, gli è proibito benedire Dio o recitare una sola parola della Scrittura senza essersi lavato prima le mani, anche se queste non hanno toccato nulla d'impuro.

 

 

 

 

Sventura agli uomini che trascurano queste prescrizioni, perché essi, così facendo, dimostrano di disconoscere l'eminenza del loro Maestro e la conoscenza dei fondamenti del mondo. Esiste uno spirito perverso in ogni luogo impuro, il quale si compiace del sudiciume e si attacca alle mani dell’uomo contaminandole.