La visione di Rabbi Hiyâ (Prima Parte)

 

 

 

Rabbi Hiyâ si prosternò e, baciando la terra, esclamò: terra, o terra, quanto sei dura ed insolente, per ridurre in polvere quanti hanno compiuto meraviglie per occhi, tu consumi ed annienti tutte le magnifiche colonne del mondo; quanto sei arrogante! Anche la stessa Lampada Santa (Rabbi Shimon), che, come è noto, un tempo illuminava tutti i mondi, e dava esistenza allo stesso mondo, è stata ridotta in polvere a causa tua. Com'è possibile che te Rabbi Shimon, te faro dei mondi, sostegno e governo del mondo, com'è possibile che tu sia stato ridotto in polvere nella terra? Dopo il momento di sconforto, Rabbi Hiyâ riprese: terra, o terra! Non ti inorgoglire, le colone del mondo non saranno consegnate alla tua voracità, poiché Rabbi Shimon non è polvere nel tuo seno.

 

Si alzò e, continuando a piangere, riprese il viaggio in compagnia di Rabbi Yossé. A dispetto del fatto che da quel momento digiunò quaranta giorni per avere in visione Rabbi Shimon, esso non ebbe questa apparizione. Fece astinenza, allora, per altri quaranta giorni e alla fine, Rabbi Shimon e suo figlio Eléazar, gli apparvero.

 

Li vide mentre erano intenti ad interpretare il versetto biblico, citato sopra, dinanzi ad un migliaio di uditori, tutti assorti nelle loro parole. Ad un certo punto giunsero numerosi angeli alati, i quali presero i due sulle loro ali sollevandosi in volo verso la scuola celeste, sulla cui porta moltissimi altri li attendevano. Tutti si illuminavano di colori sempre più brillanti (Sepher Yetzirah foglio 6a) tanto da diffondere tutto intorno a loro una luce più splendente di quella del sole.

 

Rabbi Shimon fu il primo a prendere la parola dicendo: che Rabbi Hiyâ entri ed osservi quanto grandi sono le gioie che il Santo, benedetto egli sia, ha riservato per deliziare i Tsaddîqîm nel mondo a venire. Felice chi vi entra senza vergogna, e beato chi vi arriva saldo come una colonna e senza vanità. Hiyâ, però, distrattosi a causa di Rabbi Eléazar e delle altre colonne (i Tsaddîqîm) che si alzarono al suo ingresso, neglesse di prostrarsi ai piedi di Rabbi Shimon.

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