Sesta Prescrizione

 

 

 

Il sesto comandamento è correlato alla pratica delle parole divine: “Crescete e moltiplicatevi”. Chiunque osserva tale precetto, contribuisce a far scorrere le acque del fiume celeste senza mai farlo prosciugare e, quindi, ad alimentare l’oceano. Ad ogni nascita, delle nuove anime sono create e separate dall’albero celeste e grazie a queste giovani anime, le legioni celesti si accrescono. É  questa il motivo per cui la Scrittura afferma: “Che le acque producano spiriti viventi”, in altre parole, che le acque del fiume celeste, che sgorga dalla Santa ed Eterna Alleanza, producano senza interruzione.

 

 

 

 

Il che equivale ad affermare: le acque scorreranno sempre senza mai prosciugarsi e questo grazie agli spiriti viventi, o, in altre parole, grazie alle nuove anime create, plasmate, al momento della nascita. La Scrittura aggiunge in seguito: “E gli uccelli che volano sulla terra”, perché nel momento in cui l’anima è creata e attraversa la regione chiamata “vivente” (Hayâ), essa è accompagnata da numerosi angeli. Quelle stesse creature celesti che l’accompagnano da quando è separata dall’albero celeste, la scortano anche quando discende sulla terra. Quanti sono gli angeli che accompagnano ciascuna anima? Due… uno a sinistra e l’altro a destra. Se l’uomo è degno, queste creature celesti sono anche i suoi custodi, così com'è riferito (Salmi XC,11): “Perché ha ordinato ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue strade”. Se esso è indegno, questi stessi angeli divengono i suoi accusatori di fronte all’Eterno. Rabbi Pinhas confutò [13a]: Gli angeli che proteggono l’uomo degno sono tre, così com'è scritto (Giobbe XXXIII,23): “Se un angelo custode custodisce con mille difese l’equità dell’uomo...” Le parole “se un angelo” indica la prima creatura celeste; la definizione “custode”, il secondo, e “proteggendo con mille difese l’equità dell’uomo” il terzo!

 

 

 

 

 Rabbi Shimon suggerì: gli angeli protettori sono cinque, perché la Scrittura aggiunge, “Avrà compassione di lui e gli dirà”. Le parole “avrà compassione di lui” sottintendono una quarta creatura celeste e “gli dirà” ne indica una quinta. Rabbi Pinhas interloquì con Rabbi Shimon: le tue parole sono inesatte, perché il passo “Avrà compassione di lui” sottintende il Santo, baruk ha-shem, dal momento che a lui soltanto è statuita la pietà. Rabbi Shimon confermò e proseguì: chi si astiene dal praticare il precetto limita, se è consentito esprimerci in tale maniera, la figura celeste, catalizzatrice di tutte le forme… interrompe il fluire del fiume del cielo e disattende la Santa Alleanza.

 

 

 

 

 

Agli uomini che agiscono in siffatta maniera, fanno allusione le parole della Scrittura (Isaia LXVI,24): “Usciranno per vedere i corpi morti di chi ha peccato contro di me”. La Scrittura dice “contro di me”, giacché questo è un peccato contro Dio stesso. L’anima di un simile uomo non si affaccerà neanche nel vestibolo del paradiso e sarà ripudiata dal mondo celeste.