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Capitolo Quinto

 

Semplici. Penso che il fondamento delle lettere semplici sia uno, e che una sola cosa le governi. Non dice infatti il loro fondamento riferendosi agli organi che governano ma agli effetti che corrispondono alle lettere semplici. Il fondamento delle semplici è infatti nella testa, ma nessuno degli organi che governano è nella testa, e ciò che assomiglia loro ne resta al di sotto. Perciò, quando elenca i dodici organi di governo dell'anima, non risale al principio delle cose, ma elenca ciò che le simboleggia. Fondamento delle lettere semplici sono invece vista, udito, ecc.: i sensi dai quali l'uomo viene governato. Dodici in corrispondenza dei dodici organi che governano: sono semplici, cosicché il governo e le sensazioni non risultano doppie. Si diffondono in tutto il corpo, giacché non è possibile andare se non con essi. Ve ne sono alcuni che si diffondono persino nelle bestie, sebbene siano spirituali e vengano emanati dalle lettere semplici, in corrispondenza della destra e della sinistra. Sebbene non si tratti di una corrispondenza perfetta, vengono formati nel corpo nel medesimo numero. Le cose corporee vengono emanate da quelle spirituali, e il governo è delle spirituali.

La loro misura. Sono la parte iniziale degli attributi, creati da questi, sia che salgano sia che scendano, sia che stiano immoti sia che si muovano: tutto proviene di là. Oblique. Si dice di una cosa appuntita alle due estremità, che si allarga nel mezzo. Orientale settentrionale. Allo stesso modo, per ogni frontiera, nonostante che in essa vi sia una parte superiore e una inferiore, tutto è obliquo, a eccezione di otto solamente. Braccia. Giacché da esse salgono e da esse scendono. Gli influssi celesti (mazzalot) sono quelli che dominano nel mondo, come si deduce dall'espressione: Versa (yizzal) l'acqua (Num. 24. 7). Mazzarot deriva invece dall'espressione: Colui che ha disperso (mezareh) Israele (Ger. 31. 10). L'uno va nel luogo dell'altro, e viceversa, giacché in essi è nascosto il fondamento. Le ventidue precedono qui le dieci. La terza è superna, clemenza e timore; e la quarta è la corona, giacché là incise dalle cose e dalle realtà compiute con il Nome.

 

 

 

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