Per la qabalah medievale, l’assimilazione della scienza delle lettere con le scienze cosmologiche fa parte della scienza abramica, trae rilievo dall’autorità dell’angelo che regge questa alleanza. Il Sepher  Yetzirah, che comincia a circolare in Oriente verso la fine del nono o all’inizio del decimo secolo, presenta i due aspetti, storico e cosmologico, di questa alleanza nei termini seguenti:
“E dopo che Abramo nostro padre ebbe contemplato e visto e inciso e tagliato con pieno successo, il Signore dell’Universo si rivelò a lui e lo chiamò suo amico, e con lui fu fatta un’alleanza (berit) così come con la sua discendenza ed egli credette in YHWH e ciò lo rese giusto.
Egli fece con lui un’alleanza tra le dieci dita dei suoi piedi e ciò è la circoncisione (milah); tra le dieci dita delle sue mani, e ciò è la lingua (lashon). Ed egli legò le ventidue lettere nella sua lingua e gli rivelò il loro fondamento. Egli le immerse nelle acque, le accese nel fuoco e le fece vibrare nello spirito. Egli le incendiò nei sette pianeti e le fuse nelle dodici stelle fisse".
L’alleanza abramica è rappresentata mediante quest’immagine del corpo umano divisa in due dove le localizzazioni dei due contrassegni dell’alleanza, quello della carne e quello della parola, si trovano sull’asse mediano. Curiosamente, questa disposizione anatomica che ci è proposta dal Sepher Yetzirah richiama egualmente la preparazione rituale dell’alleanza che è descritta nel quattordicesimo capitolo della Genesi. Abramo doveva dividere a metà gli animali del sacrificio e piazzare le metà rispettive degli animali l’una di fronte all’altra. Dopo che il sole ebbe a tramontare e che una profonda oscurità ebbe a calare, ecco che un forno fumante e un tizzone infiammato passavano tra gli animali divisi (Gen 15,17). Lo scritto intertestamentario intitolato l’Apocalisse d’Abramo, che fu redatto in ebraico ma che ci è pervenuto solo in versione slava tarda, ci ha conservato il nome dell’angelo dell’alleanza che aveva per missione di indicare ad Abramo la disposizione richiesta degli animali scelti per questo rito d’alleanza monoteista. Il suo nome è Yaoel e, secondo questa tradizione, egli fece una promessa al patriarca: “Vieni con me. Io vengo con te, visibile sino al momento del sacrificio, e, dopo il sacrificio, invisibile sino alla fine del mondo". Il racconto della Genesi (15,11) ci insegna anche che al momento dell’esecuzione di questo rito gli uccelli da preda s’abbatterono sui cadaveri degli animali e Abramo li cacciò. Secondo la tradizione orale consegnata nell’Apocalisse d’Abramo, quest’ultimo interrogò l’angelo Yaoel: “che significa ciò, mio Signore? Egli gli rispose: È l’empietà, è Azarel". Il nome Azarel è quello di uno degli angeli decaduti. Esso è quello che “insegnò agli uomini a fabbricare delle spade, delle armi, degli scudi, delle corazze, cose insegnate dagli angeli. Egli mostrò loro i metalli e la maniera di lavorarli, così come i braccialetti, gli ornamenti, l’antimonio, il trucco, ogni sorta di pietre preziose e le tinture. Ne risultò una grande empietà. Gli uomini diventarono dissoluti, si smarrirono e si persero in tutte le loro vie". Così le potenze antagoniste sono chiaramente designate. Dal sacrificio di Abramo, alle istruzioni dell’angelo dell’alleanza, Yaoel, si oppongono l’appetito e l’arte dell’angelo decaduto, Azarel.
Il nome di Yaoel non è altro che la trascrizione, nella lingua greca, del nome ebraico Yahò el, che si compone di due parti: yud, hè , waw da una parte e aleph lamed dall’altra, esattamente come il nome del profeta Elia, benché i due gruppi di lettere vi si trovino posti in ordine differente.