Le operazioni dell’alchimia iniziatica e le sue trasformazioni hanno luogo nella sephirâ Tiphereth. Esse si svolgono in tre tappe:

- la purificazione del ferro lebbroso o l’arte reale;

- l’epurazione delle scorie della materia mediante il ferro purificato o l’arte sacerdotale;

- ed infine, la trasformazione del ferro in oro o la crisopea messianica.

 

Nelle trasformazioni dell’ arte reale il rappresentante della saggezza e della virtù ignea elianiche non è altro che il profeta Eliseo:

“Eliseo, profeta molto conosciuto, emblema della saggezza naturale, dispregiatore delle ricchezze, come insegna la guarigione di Naaman".

Egli è “il vero medico dei metalli impuri che non ha l’aspetto esteriore delle ricchezze, ma è piuttosto assomigliante al tohu della natura primordiale e vuota".

 

La parola tohu (taw= 400; hé = 5; waw=6) ed il nome Eliseo (aleph = 1; lamed = 30; Yud = 10; Shin = 300; ayin= 70) hanno il medesimo valore ghematrico, cioè 411.

Il Libro Bahir considera prima tohu dal punto di vista meramente metafisico quale “natura primordiale e vuota", vale a dire la seconda sephirâ H'cmâ che esso oppone a bohu, “la natura primordiale e piena", bohu, cioè la terza sephirâ Binâ. “Che significa il versetto (Gen 1,2): E la terra era tihu e bohu? Che possiamo dedurre dalla parola “era"?  Che essa era già tohu (prima).

-   Che significa tohu? Una cosa che meraviglia i figli dell’uomo

Che significa bohu? In realtà tohu era e divenne bohu.

Che significa bohu? Una cosa che racchiude una realtà sostanziale. È scritto (Gen 1,2): bohu: bo (“in lui") hu (“lui")".

 

Poiché il traduttore latino utilizza il termine “natura", possiamo fare intervenire la terminologia del De divisione naturae di Giovanni Scoto. Tohu è “la natura che non è creata e che non crea", bohu è “la natura che non è creata e che crea". Nella creazione - dunque al livello delle sette sephiroth di costruzione - il luogo di tohu è nel male; sempre secondo Il Libro Bahir:

“Dio creò bohu e collocò il suo luogo nella Pace (shalom). Egli creò tohu e collocò il suo luogo nel Male (ra). Bohu si trova nella Pace giacché è detto (Job 25,2): Egli fabbrica la Pace nelle alture. Ne deduciamo che Mikà el, il Principe alla destra del Santo, benedetto egli sia, è di acqua ed è gracile; Gabri’el, il Principe alla sinistra del Santo, benedetto egli sia, è di fuoco. Il Principe della Pace stabilisce l’equilibrio tra i due; è il vero senso del versetto (Job 25,2): Egli fabbrica la Pace nelle sue altezze".

Questo tohu della Creazione non è altro che la quinta sephirâ Guebourâ, il “Terrore di Isacco":

E Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo Padre (Gen 31,53).

- E che cos’è ciò? È tohu, donde proviene il male: una cosa che sorprende i figli dell’uomo.

E che cos’è questo? È scritto (I RE primo 18,38): Allora il fuoco di YHWH cadde e consumò l’olocausto, gli alberi, le pietre e la terra ed assorbì l’acqua che era nella fossa. È scritto anche (Deut 4,24): giacché YHWH tuo Dio è un fuoco divoratore, un Dio furente".

 

Nella creazione, secondo Il Libro Bahir:

“È Satana. Noi deduciamo che il Santo, benedetto Egli sia, ha una misura chiamata “Male”. Essa si trova verso la direzione settentrionale del Santo, benedetto Egli sia; poiché è scritto (Jer 1,14): Il male si spanderà su tutti gli abitanti della terra a partire dal Settentrione. Detto altrimenti: per tutti gli abitanti della terra tutto il male che arriva viene dal Settentrione."

“…Poiché tohu si trova nel lato settentrionale, tohu non è altro che il male; colui che meraviglia (mateheh) il mondo per spingerlo alla rivolta. Ogni male latente nell’uomo proviene da lì.

E perché esso è collocato a sinistra? Perché esso non ha potere sull’intero mondo; esso ce l’ha solo sul Settentrione, esso non vuole dimorare che nel Settentrione … È dunque sempre a Settentrione, a sinistra; come è scritto (Gen 8,21): giacché l’inclinazione del cuore umano è malvagia sin dalla sua giovinezza”.

 

Il male che rappresenta l’altare dei sacerdoti di Baal sul monte Carmelo è distrutto dal fuoco che la preghiera di Elia fa discendere dal cielo (Re primo 18,38); il più grande male nell’uomo, la lebbra, è guarito per mezzo della preghiera del successore di Elia che ha raggiunto lo stato della “natura primordiale e vuota”, perciò la gimatreya del suo nome è come quella del tohu primordiale.

Possiamo dunque comprendere il senso della raccomandazione del redattore dell’Esh mesareph: 

“Impari dunque a purificare Naaman che viene dal Settentrione, dalla Siria, e riconosci le forze del Giordano, che è come Yè or Din, “il fiume del Giudizio” che cala dal Nord”.

Naaman si riferisce alla sephirâ Tiphereth quale “uomo di guerra”, capo dell’esercito del re di Siria, egli è il ferro lebbroso, il valore ghematrico del suo nome è 210, lo stesso di quello della parola hereb che significa “spada”: da una parte, nun =50; ayin = 70; mem = 40; nun = 50; dall’altra, het = 8; resh = 200; beyt = 2.

Per ritrovare la purezza della sua infanzia, egli mette in azione il numero dei giorni primordiali mediante la settupla immersione nel “fiume del Giudizio”. La guarigione di Naaman è la purificazione del ferro della spada "dell’uomo di guerra”. Naaman è il “leoncino” degli alchimisti. La parola gur, che significa leoncino, ha per valore ghematrico 209. “Se tu aggiungi a questo numero tutta la parola computandola come una sola, il nuovo numero sarà 210, che è il numero di Naaman il Siriano, generale dell’esercito del re d’Aram (Re secondo 5,1)". Con questo numero e questo nome “ci si riferisce allegoricamente alla materia della medicina metallica che deve essere purificata sette volte per mezzo del fiume Giordano”. La parola che significa “leone" (ary), vale in gimatreya 211, come il nome di Naaman al quale si aggiunge uno, computata per parola intera.

 

“Inoltre, mediante i numeri concordano anche le parole kephir (“giovane leone") e yaroq (“virilità”), ciascuna di esse infatti vale 310. E si sa adesso che nei misteri metallici, sin dal principio si presenta l’enigma del leone della virilità che noi chiamiamo il leone verde”.  

 

Quanto al nome del Giordano:

“esso denota l’acqua minerale utile alla purificazione dei metalli e dei minerali lebbrosi. Questa acqua sgorga da una doppia fonte, di cui una è detta Yè or, come “fluido”, a causa della sua fluidità, che è della natura della destra (dell’albero sephirotico) e benefica, e l’altra è detta dan, “rigorosa” e di natura dura (quella della sinistra dell’albero sephirotico). Ma essa scorre dal “mare salato”, cosa che deve essere notata, e infine si ritiene che essa si mescoli col “mar rosso”, che è la materia solfata, maschile, come tutti i veri operatori”.

 

Accanto ad Eliseo, il suo servitore Gheykhazi “è la figura degli ordinari studiosi della Natura, che concentrano i loro studi approfonditi sulla valle e le profondità della natura, ma non discendono nei suoi segreti. Così essi faticano invano e restano per sempre dei servitori”. Questi discepoli restano degli aiutanti per i loro maestri, come per esempio nella vicenda della Sunamita (Re secondo 4,14), dove è l'aiutante che indica ad Eliseo ciò che bisogna compiere per ricompensare la vedova della sua ospitalità, ma egli non può apportare nulla da se stesso né per la generazione del figlio né per la sua resurrezione. giacché per il compimento delle sue opere che sono impossibili per la natura è necessario un uomo come Eliseo.

Gheykhazi non si era spogliato dei desideri della ricchezza materiale, egli non è divenuto simile al tohu primordiale, stato che è impossibile senza la povertà totale, egli è dunque trattenuto nella rete del tohu creato: la natura non gli rivela i suoi segreti ed a causa della sua cupidigia la lebbra di Naaman aderirà alla sua pelle per sempre.

La guarigione di Naaman si situa nel quadro della triplice alleanza politica che fu stabilita dal profeta Elia. Naaman è anche la “spada” del re di Siria (Re primo 19,17).