Solitamente, il punto di partenza delle ricerche riguardanti il fondo leggendario dell’alchimia giudaica evoca il contesto della storia degli angeli decaduti che si erano sentiti fortemente attratti dalle figlie degli uomini prima del diluvio e che dopo la caduta delle gerarchie celesti avevano trasmesso ai mortali le arti di trattare i metalli, distillare i profumi o valorizzare le pietre preziose. Tuttavia bisogna ammettere che l’associazione ipotetica del tema dell’alchimia con quello della scienza delle lettere, che è il soggetto principale delle nostre riflessioni, rende necessaria una preliminare puntualizzazione di ordine linguistico. In effetti, si potrebbe dire che nella lingua ebraica l’assimilazione della scienza delle lettere con l’alchimia si trova esplicitamente indicata in due sostantivi che derivano da una medesima radice verbale trilittere. Da una parte le lettere radicali het, resh, shin , vocalizzate qamasqamas, designano l’uomo che esercita il mestiere di “fabbro “e, in senso più generale, “un artigiano o artista particolarmente abile nell’esercizio della propria arte ", harash. Dall’altra, un sostantivo composto dalle medesime lettere radicali ma vocalizzate ségol-ségol , significa in compenso “silenzio, segreto, incanto, magia ", vale a dire la scienza delle formule efficaci che devono essere pronunciate a voce bassa, heresh. Questa radice verbale e i sostantivi che ne derivano conservano dunque il ricordo di un antico stato di pratiche artigianali in cui il lavoro sui metalli era inconcepibile senza una corrispondente scienza degli incantesimi magici.

Bisogna ricordarsi che all’epoca di Dario primo, re di Persia, alcuni anni prima della consacrazione del secondo Tempio, il profeta Zaccaria aveva visto apparire davanti ai suoi occhi nella sua seconda visione prima quattro corni e in seguito quattro fabbri ( harashim ). Secondo questa profezia i “corni “sono interpretati come le forze che hanno disperso Giuda e Gerusalemme e, in compenso, i “fabbri “come i liberatori che vengono per abbattere i “corni”. A proposito di questa visione e soprattutto a proposito del versetto ( Zach 2, 3): YHWH mi fece vedere quattro fabbri, i maestri del Talmud si interrogano sull’identità di questi liberatori ( b. Suka 52 b ): “Chi sono questi quattro fabbri? Rabh Hana bar Bizna dice a nome di Rabh Shim’on Hasida che questi quattro fabbri sono il Messia figlio di Davide, il messia figlio di Giuseppe, Elia e il Sacerdote di Giustizia”.

Di fronte agli artigiani che esercitano l’arte maledetta che fu insegnata dagli angeli decaduti, i maestri del Talmud fanno appello ad un’immagine differente di fabbri maghi. Costoro rivestono delle funzioni messianiche, profetiche e sacerdotali.

Noi possiamo verificare la permanenza del prestigio di questi fabbri nel commentario che Rashi - R. Slomo Yishaqi de Troyes - aveva redatto per questo passaggio talmudico verso la fine dell’undicesimo secolo. Per difendere le prerogative escatologiche di questi artigiani, egli li trasforma in costruttori.

I due Messia sono per lui gli artigiani mandati per la ricostruzione del Tempio, il profeta Elia è un tagliatore di pietra poiché ha costruito egli stesso l’altare sul Monte Carmelo ed è previsto che egli tornerà nuovamente per esercitare la propria arte. Infine, il Sacerdote di Giustizia non sarebbe altri che Sem, il figlio di Noè. Sarebbe lui il fabbro che incoraggia il fonditore, che invoca il profeta Elia. Rashi ci ricorda anche che nel Midrash Beréshit Rabba il patriarca Sem è identificato con Melchisè dech, poiché costui andò incontro ad Abramo dopo la vittoria sui quattro re, lo benedisse e lo incoraggiò. Il suo titolo d’artigiano fabbro sarebbe giustificato dal fatto che egli fu l’assistente di Noè durante la costruzione dell’arca.

Per il momento, teniamo per acquisito che l’appellativo Elias artista, che era stato molto popolare nei paesi cristiani occidentali nei secoli diciassettesimo e diciottesimo poteva avere delle antiche radici nella tradizione rabbinica. È certo che in questa tradizione, bisogna tener conto dell’arte posseduta dai fabbri liberatori che si assocerà eventualmente si opporrà all’arte maledetta degli angeli decaduti.