Il mio contributo per questo seminario, è una relazione sulla tecnica cabalistica conosciuta con il nome di Bittul ha-Yesch il cui significato letterale è svuotare per riempire, vedremo nella esposizione diffusa di questa relazione cosa è che si svuota e di cosa si riempie.

Sia cosa ben chiara a tutti voi, il mattone che offro, che per la verità non mi gratifica affatto malgrado vi abbia dedicato del bel tempo, è da intendersi relazione e come tale non è riempita da alcuna pretesa propositiva, anche se per necessità di esposizione investirà il personale.

Oggi vi confermo quanto tra il serio e il faceto annunciavo, il mio sarà un mattone di quelli pesanti. Ma non date aspettative particolari al termine pesante, esso è utilizzato nel significato stretto del termine, in quanto la relazione riuscirà di difficile digeribilità per gli immanentisti, i trascendentisti, i teisti i monisti i panteisti e in genere per tutti quei Fratelli che suppongono che la ricerca possa considerarsi esaustiva con il solo nozionismo e da attuarsi il solo giovedì o anche il venerdì.

É bene fissare, immediatamente un concetto di grande contenuto: il processo della reintegrazione dell’essere, che poi è anche il percorso della Bittul ha-Yesch, che per inciso fa riferimento all’asse centrale dell’albero Sephirotico, non è lastricato di dialettica, di mentalismi o di erudizione edonistica; è, al contrario, pavimentato di distacchi, di solitudine è un sentiero disseminato di abissi, che non conduce su palcoscenici e non accetta uditori, è via strettamente sperimentale ed operativa, e la meta si raggiunge per via negationis e non diversamente.

Ma chi persegue veramente l’integrale soluzione della propria incompiutezza? Vi sono, senza dubbio, molti esoteristi, molti occultisti, eruditi di Qabalah… ma sono pochi quelli che nel silenzio del proprio cuore sanno sferrare il colpo fatale all’ignoranza metafisica.

Da sempre rivendico per l’uomo… il ricercatore…. Il Massone la possibilità diritto, di uno stato coscienziale che lo collochi fuori dai limiti del quaternario, in altre parole, avoco il diritto e l’esistenza di uno status interiore, eterno ed immutabile, fondato sulla libertà dalla legge Binaria e sulla libertà dalla dualità spazio temporale.

 

 

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