Le 72 Conclusioni Cabalistiche

"Secundum Opinionem Propriam"

In archivio presenti anche:

Le 47 Conclusioni Cabalistiche

Secundum secretam dotrinam

sapientium hebraæorum

 

 

 



1. Qualsiasi cosa sostengano tutti gli altri cabalisti, la prima distinzione interna della Qabalah in scienza dei nomi e scienza delle sephiroth la equiparerei alla distinzione in scienza pratica e scienza speculativa.


2. Qualsiasi cosa sostengano tutti gli altri cabalisti, io dividerei la parte speculativa della Qabalah nella corrispondente quadruplice partizione della filosofia che son solito addurre. Definisco la prima: scienza della permutazione alfabetica, corrispondente alla parte che chiamo filosofia universale; la seconda, terza e quarta parte costituiscono la triplice Merkavah, che corrisponde alle tre branche particolari della filosofia, attinenti alle nature divina, media e umana.


3. La parte pratica della Qabalah, intesa come scienza, concerne l’insieme della metafisica formale e della teologia inferiore.


4. L’En Sof non è collegabile con le altre Middot, poiché è l’unità astratta, a loro preliminare, e ad esse non coordinato, né collegato.


5. Qualsiasi ebreo cabalista che segua i principi e la lettera della scienza della Qabalah è inevitabilmente costretto ad ammettere la trinità e ciascuna delle persone divine –Padre, Figlio e Spirito Santo- e ciò, esattamente, senza aggiunte, diminuzioni o variazioni, secondo gli assunti del cattolicesimo. Corollario: non solo chi nega la Trinità, ma anche chi la pone in modo diverso dalla dottrina cattolica, come Ariani, Sabelliani e simili, possono essere con chiarezza ricondotti all’ortodossia, se ammettono i principi della Qabalah


6. I tre grandi nomi di Dio di quattro lettere che si incontrano per mezzo di un miracoloso trasferimento di proprietà nei libri segreti dei cabalisti vanno fatti corrispondere alle tre persone della Trinità così: Eheyeh (Io Sono) è il Padre, YHWH è il Figlio, e Adonai è lo Spirito Santo. Lo può capire chi molto ha approfondito la Qabalah.


7. Nessun ebreo cabalista può negare che il nome di Gesù, Yesu, interpretato secondo i metodi e i principi della Qabalah, significa esattamente tutto ciò che segue: Dio, Figlio di Dio, e Sapienza del Padre per via della terza persona della divinità, che è ardentissimo fuoco d’amore, unito alla natura umana nell’unità di ciò che è sottomesso.


8. Dalla precedente tesi si può capire perché Paolo abbia detto: É stato dato nome Gesù, nome al di sopra di ogni altro, e perché sia stato detto che in nome di Gesù si piega ogni creatura celeste, terrestre e infernale, altra cosa del tutto coerente con la Qabalah, e chi l’ha approfondita lo può capire da sé.


9. Se v’è qualche congettura umana plausibile sul futuro, mediante le occulte vie della Qabalah possiamo trovare che la consumazione dei secoli avverrà da qui a 514 anni e 25 giorni.


10. Ciò che i cabalisti chiamano H'cmâ (Sapienza) è indubbiamente ciò che Orfeo chiama Pallade, Zoroastro Ahura Mazda, Ermete Trismegisto Progenie del Dio, Pitagora Sapienza, Parmenide Sfera Intellegibile.


11. Il modo con cui le anime razionali si sacrificano a Dio per mezzo dell’Arcangelo, che i cabalisti non descrivono, si verifica per via della separazione dell’anima dal corpo, non del corpo dall’anima, se non per accidens, come si vede nella Morte di Bacio (ebr. Beneshikah) di cui sta scritto: che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza… Preziosa al cospetto del Signore è la morte dei suoi fedeli (Salmi 116:15-16).


12. Non è in grado di operare mediante l’autentica Qabalah chi non adopera l’intelletto razionale (Pico vuol significare “Intuizione”).


13. Chi opera mediante Qabalah senza la presenza di alcun estraneo, se si eserciterà a lungo morirà nell’estasi, e se sbaglierà qualcosa nell’operare o non vi si avvicinerà in stato di purezza, sarà divorato da Azazel, in virtù delle proprietà del giudizio (ebr. Din).


14. Per mezzo della lettera Shin, che sta al centro del nome YhSwh (Gesù), ci viene cabalisticamente comunicato che il mondo fu integralmente in pace, raggiungendo la sua perfezione, quando lo Yud (la prima lettera del nome) si congiunse col Vav (la quarta lettera del nome), cosa che è avvenuta in Cristo che fu vero Dio e Uomo.


15. Per mezzo del nome ineffabile Yhwh, che i cabalisti sostengono essere il nome del messia che deve venire, si comprende con tutta evidenza che lui sarebbe stato Dio, Figlio di Dio, grazie allo Spirito Santo, e che dopo di lui il Paraclito sarebbe disceso sugli uomini, a render perfetto il genere umano.


16. Dal mistero delle tre lettere contenute nella parola Shabbat (
c - b - t), possiamo chiarire cabalisticamente che oggi si sabbatizza il mondo, dato che il Figlio di Dio si è fatto uomo, e che da ultimo sarà il Sabayo, quando gli uomini saranno rigenerati nel Figlio di Dio.


17. Chi saprà che valore ha il vino purissimo per i cabalisti, saprà perché David ha detto: mi inebrierò delle ricchezze della tua casa (Salmi), e in che senso l’antico profeta Museo abbia detto che l’ebbrezza è felicità, e cosa significhi tutta la presenza bacchica in Orfeo.


18. Chi metterà in rapporto Astrologia e Qabalah vedrà che da Cristo in poi è più appropriato sabbatizzare e riposare di Domenica che di Sabato.


19. Se interpretiamo cabalisticamente quel detto del Profeta: Hanno venduto il giusto per denaro (Zaccaria 11:12, Amos 2:6), esso non significherà altro che questo, cioè che il Dio redentore fu venduto per denaro.


20. Se i cabalisti approfondiranno la loro interpretazione di questa parola, Az, che significa “allora”, saranno parecchio illuminati sul mistero della Trinità.


21. Chi metterà in rapporto i vari detti dei cabalisti che dicono che quella middah che è detta “giusto” e “redentore”, ed anche Zeh (costui), secondo quel detto talmudico per cui “Isacco andava come uno Zeh, portando la sua croce”, vedrà che ciò che venne prefigurato in Isacco fu compiuto poi in Cristo, il vero Dio venduto per denaro.


22. Per mezzo di quanto detto dai cabalisti su Esaù (fratello di Giacobbe Israel), che era fulvo, e di quanto detto nel Bereshit Rabba: “Esaù era rosso di capelli e uno rosso lo castigherà”, che viene spiegato come “perché è rosso il tuo vestito”, si capisce chiaramente perché il Cristo, al quale i dottori della chiesa applicano lo stesso testo, è proprio colui che castigherà i poteri immondi.


23. Per mezzo del detto di Geremia “lacerò il suo Verbo”, secondo l’interpretazione dei cabalisti dobbiamo intendere che Dio stesso sacrificò tragicamente Dio santo e benedetto a pro dei peccatori.


24. Per mezzo della risposta dei cabalisti alla questione “perché nel libro dei Numeri (19:20) il passo della morte di Maria e congiunto a quello della Giovenca Rossa?”, e mediante la spiegazione che loro danno del passo in cui Mosè contro il peccato del vitello disse “distruggimi!”, e grazie al detto, riguardo a tale testo, dello Zohar “e siamo risanati col suo pallore”, vengono inevitabilmente messi in guardia quegli ebrei che non accettano che la morte di Cristo sia avvenuta per scontare i peccati del genere umano.


25. Tutti i cabalisti devono ammettere che il Messia li avrebbe liberati dalla cattività diabolica, non da quella temporale.


26. Qualsiasi cabalista deve ammettere, in grazia di quanto affermano apertamente i savi esperti in tale scienza che il peccato originale verrà espiato nell’avvento del Messia.


27. Dai principi cabalistici si evince con chiarezza che con l’avvento del Messia viene eliminata la necessità della circoncisione.


28. Grazie alla parola “
ta” che si incontra due volte nel testo della Genesi “in principio Elohim creò ta il cielo e ta la terra”, io credo che Mosè volesse significare la creazione della natura intellettuale e di quella animale, che precedette l’ordine naturale della creazione del cielo e della terra.

 

Sul significato della particella ta è possibile consultare il documento:

ta Il Tutto


29. Quanto sostenuto dai Cabalisti, ossia che una linea verde circonda l’universo, si attaglia perfettamente all’ultima tesi della nostra serie su Porfirio.


30. In base ai loro stessi principi, i cabalisti devono ammettere che il vero Messia che verrà sarà tale da doversene dire che è Dio, Figlio di Dio.


31. Quando i cabalisti pongono nella teshuva (pentimento) la materia informe, non bisogna intenderla come materia senza la forma, ma piuttosto come materia antecedente l’attribuzione della forma (per molti cabalisti Teshuva era legata alla Sephirâ Binah-Intelligenza, ergo se la materia informe è il caos, questo caos è nella mente).


32. Se congiungiamo le due lettere
a che sono nel testo “lo scettro non si dipartirà da Giuda…” (Genesi 49:10), con le altre due che sono nel testo “Iddio mi ha fecondata in principio, etc” (Proverbi 8:22 è la Sapienza che parla), e le altre due nel testo “la terra era tohu wa bohu-caotica e vuota” (Genesi 1:2), grazie al metodo della Qabalah comprendiamo che Giacobbe parla di quel vero messia che fu Gesù Nazareno.

 
33. Per mezzo della parola
cya che significa Uomo e che poi si è trasformato nel cristianesimo come IHS, Iesus Hominum Salvator, attributo di Dio quando vien detto Guerriero, veniamo edotti perfettamente del mistero della trinità per via cabalistica (cya è l’acrostico di Ehyeh Yhwh Shabbat- Io Sono sabbatizzò il Tetragrammaton. Iddio è detto Uomo Guerriero-Ish Milkamà in Esodo 15:3. Yeshua, il nome del messia, significa nella lingua sconosciuta Grande di Guerra).


34. Per mezzo del nome divino trilittero Hu (Lui), nome attribuito in modo perfettamente appropriato a Dio, e non solo presso i cabalisti, che lo dicono apertamente spesso, ma anche presso l’opera teologica di Dionigi l’Aeropagita, ci vien reso chiaro per via cabalistica il mistero della trinità insieme con la possibilità dell’incarnazione.

 

Sul significato dei vari Nomi di Dio, è possibile consultare il documento:

I Nomi Divini

Le opere dello pseudo Dionigi l'Aeropagita sono consultabili nel sito:

Dionigi L'Aeropagita


35. Se Dio viene inteso come uno e infinito, in sé e per sé , cosicché concepiamo che da Lui non procede nulla, ma anzi procede la separazione delle cose, la totale chiusura di sé in sé stesso ed un’estrema ritrazione, profonda e solitaria, nel lontanissimo recesso della sua divinità, allora concepiamo come Dio stesso come se si costringesse del tutto interiormente all’abisso delle sue tenebre e in nessun modo si manifestasse nella espansione e nella profusione delle sue bontà e della sua fontana di splendore.

 
36. Dalla tesi precedente si può comprendere perché presso i cabalisti si dice che Dio indossò dieci abiti (veli) quando creò il mondo sensibile.


37. Chi avrà compreso la subordinazione della pietà (H'esed) alla sapienza (H'cmâ), nell’incolonnamento a destra dell’albero sephirotico, comprenderà perfettamente in modo cabalistico in che modo Abramo (Giovanni 8:56, Genesi 17:17) nel suo giorno vide per mezzo di una linea retta il giorno di Cristo e ne gioì.

 

38. Gli eventi susseguitisi alla morte del Cristo, debbono convincere qualsiasi cabalista che Gesù Nazareno fu il vero Messia.


39. Da quest’ultima tesi e dalla trentesima più sopra, segue che qualsiasi cabalista deve ammettere che Gesù, interrogato su chi fosse, fece benissimo a rispondere “Io sono il principio, Io che che vi parlo” (Giovanni 4:26).

 

40. I cabalisti debbono ammettere in modo incontrovertibile che il vero Messia monderà gli uomini con l'acqua.


41. Per mezzo del mistero della Mem chiusa (
\)nella Qabalah si può scoprire perché dopo di sé Cristo inviò il Paraclito (La lettera Mem si scrive chiusa se a fine parola, aperta in tutti gli altri casi. Ma v’è un mistero in Isaia 9:6 nella parola Lemarbeh (per accrescere), ove la mem è chiusa (\), pur dovendo essere aperta(m). Ciò venne interpretato nel senso che la chiusura della Mem ad inizio parola indica la conclusione, cioè il perfezionamento successivo all’avvento messianico mediante la discesa dello Spirito Santo).


42. Per mezzo dei fondamenti della Qabalah si viene a sapere quanto correttamente Gesù, in Giovanni 8:58, abbia detto: “prima che Abramo fosse, Io sono”.


43. Per mezzo del mistero delle due lettere Vav
(w) e Yud (y), si viene a sapere come lo stesso Messia, in quanto Dio, fu principio di sé come uomo.


44. Dalla Qabalah si evince, per via del mistero della parte settentrionale, perché Dio giudicherà il mondo col fuoco. (Il settentrione, il nord mistico, secondo i cabalisti che si orientavano a est, era un simbolo della Sinistra maledetta, delle Potenze Immonde. Se ci si pensa, per chi si volge ad oriente, che rappresenta il vero nord dell’iniziato, il nord sta a sinistra. La tesi è propria anche del Sepher ha-Bahir).

 

Il testo completo del Sepher ha-Bahir (Capitolo sciolto del Sepher ha-Zohar) è presente nel sito:

Il Sepher ha-Bahir


45. Nella Qabalah si viene a sapere con estrema chiarezza perché il figlio di Dio sia venuto con l’acqua del battesimo e lo Spirito santo col fuoco.


46. Con l’eclissi di sole che avviene alla morte di Cristo si può esser certi, secondo i fondamenti della Qabalah, che proprio allora il Figlio di Dio, il vero Messia, conobbe la Passione.

 
47. Chi saprà quali sono le proprietà di Aquilone nella Qabalah, saprà perché Satana promise a Cristo i regni del mondo se si fosse gettato ai suoi piedi per adorarlo (Aquilone è altro nome per i Poteri Immondi).


48. Qualsiasi cosa dicano gli altri cabalisti, io affermo che le 10 sephiroth corrispondono alle 10 sfere celesti, nel modo seguente: Giove è la quarta, Marte la quinta, il sole la sesta, Saturno la settima, Venere l’ottava, Mercurio la nona, la luna la decima, e quindi il cielo delle stelle fisse la terza, il primum mobile la seconda e l’empireo la prima.


49. Chi capirà a cosa corrispondo i dieci comandamenti (nella loro forma negativa) congiungendo la verità astrologica con quella teologica, vedrà, dalla precedente nostra tesi, checché ne dicano gli altri cabalisti, che il primo comandamento corrisponde alla prima middah, il secondo alla seconda, il terzo alla terza, il quarto alla settima, il quinto alla quarta, il sesto alla quinta, il settimo alla nona, l’ottavo all’ottava, il nono alla sesta, il decimo alla decima.


50. Quando i cabalisti dicono che per aver figli bisogna rivolgersi alla settima e all’ottava Sephirâ, allo stesso modo si può dire che i figli ci vengon dati grazie alla Merkavah inferiore, in modo da ottenere una Sephirâ che conceda, e dall’altra non proibisca, e quali siano quella che concede e quella che proibisce lo può capire dalla precedente tesi chi sia in grado di comprendere l’astrologia e la Qabalah.


51. Come la Luna piena fu in Salomone, così il pieno sole fu nel messia vero, che fu Gesù, e uno che approfondisca la Qabalah può comprendere in Sedecia la luna calante.


52. Dalla tesi precedente si può capire perché l’evangelista Matteo ha omesso alcune delle quattordici generazioni precedenti Cristo.


53. Dato che Fiat Lux! Non altro significa che “far partecipe della luce”, è del tutto appropriata quella spiegazione cabalistica per cui in Fiat Lux, il termine luce va inteso come “specchio lucente”, mentre in “facta est lux” corrisponde a “specchio non lucente”.


54. Ciò che i cabalisti dicono: “noi saremo beati nello specchio lucente ridato ai santi nei secoli futuri” è esattamente equivalente (seguendo i fondamenti della loro dottrina) a quello che diciamo noi: “i santi saranno beati nel figlio”.


55. Ciò che dicono i cabalisti “il lume nascosto nel candelabro dalle sette braccia riluce più del lume che ci è stato lasciato”, si attaglia mirabilmente all’aritmetica pitagorica.


56. Chi sarà stato in grado di trasformare il numero 4 nel numero 10, avrà modo, se sarà esperto in Qabalah, di dedurre, dal nome ineffabile, il nome di 72 lettere.


57. Per mezzo della tesi precedente, chi comprende l’aritmetica formale può capire in che senso operare per mezzo dello Shem Hammeforash sia proprio della natura razionale.


58. Sarebbe più corretto ritenere che il termine “beqadmin” che la glossa aramaica appone a alla parola “Bereshit” (In Principio, Genersi 1:1), spieghi le idee sapienziali, piuttosto che le 32 vie, come dicono altri cabalisti, anche se tutto sommato entrambe le interpretazioni sono corrette da un punto di vista cabalistico.


59. Chi approfondirà il quadruplice stato delle cose (1° unione e ruolo della stabilità, 2° il procedere, 3° la reversibilità, 4° la riunione beatifica) vedrà che la lettera Beth (
b) realizza con la prima lettera (a) il primo, con la lettera media il medio, con l’ultima gli ultimi.


60. Dalla tesi precedente, uno spirito contemplativo può comprendere perché la legge divina cominci con la lettera Beth (
b), della quale sta scritto che è immacolata, che rappacificava ogni cosa con esso, che converte le anime, che fa fruttificare a tempo debito.


61. Per mezzo della medesima tesi, si può venire a sapere, che lo stesso figlio, che è sapienza del Padre, è colui che unifica nuovamente ogni cosa nel Padre, e per il quale ogni cosa è stata creata, e da cui ogni cosa procede, ed in cui finalmente tutto è sabbatizzato.


62. Chi approfondirà il senso del numero delle Nove Beatitudini (Beati i poveri perché di essi…ecc.) di cui si parla nel Vangelo di Matteo, vedrà che corrispondono mirabilmente alla serie di Nove entità (sephiroth) che susseguono alla prima (En Sof Aur Luce Eterna), che è l’inaccessibile profondità del divino.


63. Come Aristotele dissimulò, sotto l’aspetto di speculazione filosofica, oscurandola con espressioni sintetiche, la filosofia più divina che gli antichi avevano velato di apologi e favole mitologiche, così Mosè Maimonide (filosofo mistico ebreo), mentre per l’apparenza esteriore delle parole sembra cammini a fianco degli altri filosofi, coi significati reconditi ci spiega il senso più profondo dei misteri della Qabalah.


64. Quel verso (Deuteronomio 6:4) “Ascolta Israele, il signore è il nostro Dio, il Signore è Uno” è più corretto venga inteso come una ricapitolazione dall’inferiore al superiore, e quindi dal superiore all’inferiore, piuttosto che come un passaggio duplice dall’inferiore al superiore.


65. É più corretto ritenere che Amen significhi , oltre che Thiphereth (la Sephirâ Bellezza), anche Regno, come per via numerica si dimostra, piuttosto che significhi solo Regno, come alcuni vogliono.


66. Io adatto la nostra anima alle 10 sephiroth in questo modo: per la sua unità, alla prima; per l’intelletto, alla seconda; per la ragione, alla terza; per l’anima superiore concupiscibile, alla quarta; per la superiore irascibile, alla quinta; per il libero arbitrio, alla sesta; e per tutti questi aspetti insieme, in quanto si trasmuta nelle cose superne, alla settima; per tutti loro in quanto si trasmuta nelle cose inferiori, all’ottava Sephirâ e quindi alla nona, per la combinazione dei due livelli, più per somiglianza o mutua coesione che per unione compresente; mentre per la decima Sephirâ intendo la potenzialità intrinseca alla dimora originaria dell’anima.


67. Per mezzo dell’assunto cabalistico per i cui i cieli consistono di fuoco e acqua, vi vengono simultaneamente svelate una verità filosofica ed una teologica delle sephiroth, per il fatto che gli elementi stanno in cielo solo secondo la loro virtù attiva.


68. Chi saprà cosa valga il numero 10 in aritmetica formale, e conoscerà la natura del primo numero sferico, saprà quel che io fino ad ora non ho letto presso alcun cabalista, ossia che è il fondamento cabalistico del segreto del Gran Giubileo.


69. Analogamente, dal fondamento della tesi precedente, si può conoscere il segreto delle 50 porte dell’Intelligenza di Dio, e della millesima generazione, e del regno di tutti i secoli.


70. Il modo di scrivere di cose divine ci viene mostrato col modo di leggere la Torah senza punti; l’unitarietà ci viene mostrata per via dell’ambito indeterminato delle cose divine.


71. Per mezzo di quanto detto sull’Egitto dai cabalisti, dobbiamo credere che la terra d’Egitto sia in rapporto di analogia e subordinazione con la Sephirâ della potenza (Guebourâ).


72. Come la vera astrologia ci insegna a leggere nel libro di Dio, cosi la Qabalah ci insegna a leggere nel libro della Legge.

 

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