I Quindici Articoli

 

Articolo Primo


Il maestro muratore deve essere leale risoluto e sincero; ci si deve poter fidare di lui e mai egli lo rimpiangerà.
Deve pagare i compagni secondo il prezzo dei viveri, e compensare senza imbrogliare quanto ciascuno di essi avrà meritato.
Esigerà unicamente il lavoro che devono eseguire per il prezzo del loro salario.
Non riceverà, vino da un lato o dall'altro, dal compagno o dal signore. Non riceverà niente di nessun genere e come un giudice si terrà retto, in modo da essere giusto con tutti.
Agirà, ovunque vada, senza imbrogliare ed il suo onore e la sua rinomanza ne sarà ampliata.

 

Articolo Secondo


Ogni maestro deve, se fa il muratore, essere presente alla congregazione.
Occorre informarlo del luogo esatto dell'assemblea. Esso deve presenziarla a meno di avere una scusa ammissibile, altrimenti è da considerare indisciplinato o ipocrita; se è gravemente malato ed è impossibilitato ad unirsi agli altri è una scusa plausibile per l'assemblea.

 

Articolo Terzo


Il maestro, per educare alla sua arte e metterla a profitto, deve prendere un apprendista soltanto se è sicuro di poterlo mantenere con lui sette anni. Un periodo più breve, cosa evidente se ci si pensa, non sarà utile né per lui né per il committente.

 

Articolo Quarto


Il maestro deve fare attenzione a non assumere un servo della gleba come apprendista, né assumerne uno per avarizia, giacché il signore che possiede il servo della gleba può venire a richiederlo in ogni momento. Se un servo della gleba fosse preso in una loggia, creerebbe molti problemi e sarebbe causa di danni per uno o tutti , considerato che i muratori di una regione si tengono uniti.
Se un servo della gleba fa parte dell'arte, aspettatevi di avere delle noie; per la pace, e in tutta onestà, prendete un apprendista di nobile stato. Negli antichi trattati, ho letto che l'apprendista deve essere di nascita nobile e si è visto di figli di nobili praticare la geometria.

 

Articolo Quinto


L'apprendista deve essere di nascita legittima. Il maestro non deve, in nessun caso, prendere un apprendista malformato; questo significa che è indispensabile che le sue membra siano integre. Per l'arte sarebbe una vergogna assumere uno storpio, uno zoppo, un invalido o un uomo di sangue impuro, questo sarebbe pregiudizievole all'arte.
Ciascuno di voi saprà così che l'arte accetta chi è forte; un storpio non ha forza, ci si renderà rapidamente conto di questo.

 

Articolo Sesto


Il maestro non deve danneggiare il committente chiedendo per l'apprendista quanto chiede per i compagni, perché se essi sono rifiniti in questa arte l'apprendista non lo è, questo è evidente. Sarebbe, quindi, una follia dargli un salario uguale a quello dei compagni. Ecco perché questo articolo dice di dare meno all'apprendista e di più ai rifiniti compagni.
Sappiate che, comunque, il maestro può istruire il suo apprendista sul bene dei punti, così che il suo salario aumenti prima che abbia terminato il suo periodo.

 

Articolo Settimo


Nessun maestro deve vestire o nutrire per paura o per amore un ladro. Non riparerà né ladro né assassino, né alcuno di cattiva reputazione, perché questo disonorerebbe l'arte.

 

Articolo Ottavo


Il maestro ha il diritto di sostituire un uomo dell'arte che non sia un buon operaio come invece dovrebbe, e prendere al suo posto un uomo più abile, dato che un uomo negligente può nuocere alla reputazione dell'arte.

 

Articolo Nono


Il maestro deve essere abile e saggio; non intraprendere nessuno lavoro che non possa condurre a compimento. È nell'interesse del committente e della sua arte, ovunque esso sia, che egli prepari bene le fondamenta in modo tale che non scivolino né crollino.

 

Articolo Decimo


Nell'arte, un maestro non ne deve escluderne mai un altro, essi devono vivere insieme come fratelli e sorelle, perché la nostra arte è esigente. Quindi, non soppianterà un altro uomo nel opera di cui è incaricato, a meno che sia trovato in errore chi ha iniziato il lavoro. La pena per questo reato è pesante, non meno di dieci scudi.
Nessuno nella muratorìa escluderà un altro a meno che il lavoro non sia oltremodo pregiudicato. In questo caso, nell'interesse del committente, un muratore può chiedere di riprendere il lavoro per salvarlo.
Chi getta le fondamenta, se è muratore abile e competente, ha in se tutto ciò che occorre per condurre l'opera a compimento.

 

Articolo Undicesimo


È vietato formalmente a tutti i muratori lavorare di notte, se non per migliorare le proprie conoscenze.

 

Articolo Dodicesimo


Un muratore deve essere probo, ovunque si trovi. Non criticherà l'opera di altri se tiene a custodire il proprio onore. Che, grazie alle conoscenze date da Dio, faccia un imparziale elogio dell'opera e la renda, collaborando, ancora migliore.

 

Articolo Tredicesimo


Se il maestro ha un apprendista, deve istruirlo completamente, facendogli conoscere l'arte di misurare, in maniera tale che conoscendo bene il mestiere possa esercitarlo ovunque sotto il sole.

 

Articolo Quattordicesimo


Il maestro non prenderà alcun apprendista se non ha diverse e sufficienti opere, in modo tale che possa acquisire, durante il suo periodo, tutta la conoscenza dell'arte.

 

Articolo Quindicesimo


Nessuno maestro, indipendentemente dal vantaggio che ne possa derivare, deve avere una squadra disonesta e un peccatore come compagno; né tollerare che si impegnino in falsi giuramenti. Suo il compito di preoccuparsi della salute delle loro anime; se mancasse in ciò, disonorerebbe l'arte e la farebbe criticare.
 

 

Indice

Introduzione Gli Statuti dell'Arte I Quindici Articoli

I Quindici Punti L'Arte della Geometria