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Il Grande Segreto

"Ovvero il modo di trasmettere la parola del Massone"

 

Innanzi tutto dovete far inginocchiare la persona che deve ricevere la parola, e dopo cerimonie destinate a spaventarlo, fategli prendere la Bibbia e, ponendo sopra la sua mano destra, dovete esortarlo al segreto, minacciandolo di questo che, se violerà il suo giuramento, il sole nel firmamento e tutta la compagnia manifesteranno contro di lui, il che sarà causa della sua dannazione e anche che non mancheranno di ucciderlo. Poi, dopo che ha promesso di mantenere il segreto, gli si farà prestare giuramento in questa maniera:

Le parole J… e B...

Per Dio stesso, giacché risponderete a Lui quando gli sarete davanti nudi nel giorno supremo, non rivelerete nulla di quanto andrete a sentire o vedere ora, né a voce, né per iscritto; non lo scriverete mai, né lo traccerete con la punta di una spada, né con altro strumento, sulla neve o sulla sabbia e non ne parlerete, se non con un massone; così che Dio vi aiuti.

Dopo che ha prestato questo giuramento, lo si porta fuori della Loggia col più giovane dei massoni, e quando è sufficientemente spaventato da mille posizioni e boccacce ridicole, deve apprendere da questo giovane massone il modo di tenersi all'ordine, cosa è il segno, le parole e i modi d’entrata dicendo in questa maniera:

Eccomi, io il più giovane e ultimo degli apprendisti entrati, che giurai su Dio e San Giovanni, sulla squadra, il compasso e la misura comune, di essere al servizio del mio maestro, della rispettabile Loggia, dal lunedì mattina il sabato sera, e di custodirne le chiavi, sotto una pena che non potrebbe essere inferiore al taglio della lingua sotto il mento, e di una tomba sotto il limite delle alte maree, dove nessuno saprà (essere la mia tomba).

Fa allora, di nuovo il segno, sollevando la m ..o sotto il m....o davanti alla g ...a, con allusione a quanto potrà accadere nel caso mancasse alla sua parola.

In seguito tutti i massoni presenti si sussurreranno l'uno all'altro la parola, iniziando dal più giovane fino ad arrivare al Maestro Venerabile che trasmetterà la parola all'apprendista entrato.

Occorre porre l’accento che tutti i segni e le parole di cui si è parlato fin qui sono attinenti all'apprendista. Per il maestro o il compagno d'arte, ci sono altre cose da fare, come diremo.

Per prima cosa tutti gli apprendisti dovranno essere condotti fuori della Loggia, presenti dovranno essere soltanto i maestri.

Si fa inginocchiare, quindi nuovamente, chi deve essere ricevuto membro del compagnonaggio, e lo si fa giurare come sopra detto. Poi lo si farà uscire dalla Loggia con il più giovane maestro per apprendere le parole e segni del compagnonaggio, poi rientrando in Loggia, farà il segno di maestro e dirà le stesse parole di entrata dell'apprendista, omettendo solamente la misura comune. I massoni presenti, allora, si passeranno l'un l'altro la parola iniziando dal più giovane come in precedenza, dopo di che il giovane maestro deve avanzare e prendere la posizione nella quale riceverà la parola, che sussurrerà al massone più anziano: i rispettabili massoni e la venerabile Loggia da dove vengo vi salutano rispettosamente, vi salutano rispettosamente, (vi salutano rispettosamente).

Il Maestro Venerabile sussurra, quindi, la parola al nuovo entrato, ed in seguito gli stringe la mano imitato da tutti i massoni, questo è quanto per fare di lui un massone regolare.

 

Alcune domande che i massoni hanno consuetudine porre a chi afferma di conoscere la parola, prima di riconoscerli come tali.

 

D.: siete voi massone.

R.: si, in realtà lo sono.

D.: come lo saprò?

R.: lo saprete nel tempo e nel luogo adatto.

NOTA: l’ultima risposta deve essere data in presenza di persone che non sono massoni, altrimenti si deve rispondere, con i segni e le altre convenzioni di entrata.

D.: quale è il primo punto?

R.: ditemi il primo e vi dirò il secondo.

Il primo è occultare e nascondere; il secondo: sotto una pena che non potrebbe essere inferiore al taglio della gola. Ma si deve fare il segno quando si dice questo.

D.: dove siete entrato?

R.: nella rispettabile Loggia Kilwinning.

D.: cosa è che rende una Loggia giusta e perfetta?

R.: sette maestri, cinque apprendisti, ad un giorno di marcia da un borgo, là dove non si sente né un cane abbaiare, né un gallo cantare.

D.: può formarsi una Loggia giusta e perfetta inferiore?

R.: quattro maestri, tre apprendisti iniziati ed il resto come precedentemente detto.

D.: e meno (ancora)?

R.: più si è, più si ride, meno si è, migliore è il mangiare.

D.: quale è il nome della vostra Loggia?

R.: la Loggia di Kilwinning.

D.: come è disposta la vostra Loggia?

R.: Oriente ed Occidente, come il tempio di Gerusalemme.

D.: dove si consacrò la prima Loggia?

R.: nell’atrio del tempio di Salomone.

D.: ci sono delle luci nella vostra Loggia?

R.: tre, il nord-est, il sud-ovest, ed il passaggio ad est. La prima indica il maestro massone, la seconda il sorvegliante e la terza il compagno d'arte.

D.: ci sono dei gioielli nella vostra Loggia?

R.: tre; una pietra, un lastricato di squadra, ed un maglietto

D.: dove troverò la chiave della vostra Loggia?

R.: a tre piedi e mezzo di distanza dalla sua porta, sotto una pietra ed una zolla verde.

D.: che cosa intendete con pietra e zolla verde?

R.: intendo non soltanto una pietra e una zolla verde, ma anche le pieghe del mio fegato là dove giacciono nascosti tutti i segreti del mio cuore.

D.: che cosa è la chiave della vostra Loggia?

R.: una lingua silenziosa.

D.: dove si trova la chiave della vostra Loggia?

R.: Nella scatola di osso.

 

Dopo che i massoni vi avranno esaminati con tutte queste domande o soltanto con alcune di esse e avrete risposto con esattezza e fatto il segno, vi riconosceranno, ma non come un maestro massone o come compagno d'arte, ma soltanto come un apprendista, ecco perché aggiungeranno:

 

D.: vedo che siete stato nella cucina, ma non so se siete entrato nella sala.

R.: sono stato nella cucina come nella sala.

D.: siete compagno d'arte?

R.: sì.

D.: quanti punti ci sono nel compagnonaggio?

R.: cinque, vale a dire; piede con piede, ginocchio con ginocchio, cuore con cuore, mano con mano, guancia con guancia.

Questi sono i punti del compagnonaggio. E, con una stretta di mano, sarete riconosciuti per un vero massone.

D.: dove sono le parole?

R.: in I Re, capitolo. 7, versetto 21, ed in II Cronache. 3 capitolo ultimo versetto.